2018_10_26 Wayne Marshall dirige laVerdi in brani che evocano l'acqua in musica

Venerdì 26 ottobre 2018_10_26, ore 20.00
Domenica 28 ottobre 2018_10_28, ore 16.00
Auditorium di Milano, largo Mahler
Stagione Sinfonica 2018/19
L’acqua in musica  
Wayne Marshall torna a Milano
per guidarci tra i mari e i fiumi della musica europea
Bedřich Smetana "La Moldava" da "Má vlast" (La mia patria)
Benjamin Britten "Four Sea Interludes" (Quattro interludi marini) da "Peter Grimes"
Alexandr Zemlinsky "Die Seejungfrau" (La Sirenetta)
Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi
Direttore Wayne Marshall

L’acqua come simbolo di una nazione e della sua cultura, come custode di memorie e di dolori, come universo fiabesco abitato da magiche creature. Per il suo graditissimo ritorno in Auditorium, il direttore e organista inglese Wayne Marshall (direttore principale ospite della Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi) guiderà il pubblico attraverso i mari e i fiumi della musica europea in un’antologia di capolavori sinfonici che nell’acqua hanno trovato la loro fonte di ispirazione. Si parte dalla Boemia, con un viaggio lungo il corso della Moldava insieme a Bedřich Smetana che al grande fiume che percorre la sua patria ha dedicato un ciclo di sei poemi raccolti sotto il titolo di “Ma Vlast” (La mia patria) e di cui verrà eseguito “La Moldava”. Dal fiume si scorrerà poi fino al mare dell’inglese Benjamin Britten, che è nato davanti al mare e che nei suoi Quattro interludi marini (da “Peter Grimes”) evoca in maniera struggente il suono e i colori della “sua” costa del Suffolk.
Il viaggio musicale si conclude con “La Sirenetta” dell’austriaco Alexander von Zemlinsky che ci ha lasciato una fra le più belle interpretazioni in musica di questo seducente tema poetico, ma anche tra le meno conosciute. La storia della protagonista della favola di Andersen si colora così di sfumature inedite e affascinanti, tutte da riscoprire insieme all’Orchestra Verdi e al Maestro Marshall.

(Biglietti: Serie Verdi euro 36,00/16,00; info e prenotazioni: Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler, orari apertura: mar – dom ore 14.30/19.00, tel. 02.83389401/2/3; on line:  www.laverdi.org o www.vivaticket.it ).


Programma:
Bedřich Smetana "La Moldava" da "Má Vlast" (La mia patria)
Il poema sinfonico “La mia patria” propone un viaggio attraverso la Boemia, lungo il corso della Moldava, fiume che ne lambisce i luoghi storici e che assurge a immagine di un popolo, grandioso simbolo di tradizione e coscienza nazionalista.
“La Moldava” fa parte di questo vasto ciclo di sei poemi sinfonici composti tra il 1874 e il 1879, anni segnati dall’incalzante sordità che contribuì all’instabilità psichica di Smetana
I sei poemi, raccolti sotto il titolo di Mà Vlast sono legati tra loro sia dal punto di vista programmatico-culturale (tutti e sei celebrano la storia, la mitologia e la terra ceca) sia dal punto di vista musicale.
A questo proposito scrive il musicologo Alfred Einstein: “mai un paese nel suo carattere nella sua natura nei suoi episodi storici suscitanti eroismi o ispiranti riverenza, fu più glorificato di quanto sia stato la Boemia in questo ciclo. Secondo il programma apposto dallo stesso Smetana alla prima edizione della partitura, la composizione descrive il corso della Moldava a partire dalle sue due sorgenti, una fredda, l’altra calda; le due si combinano a formare un unico flusso che si allarga gradualmente e scorre attraverso boschi e prati oltre villaggi dove i contadini festeggiano; al chiaro di luna le ninfe d’acqua danzano nelle sue profondità: sullo sfondo superbi castelli e palazzi svettano all’orizzonte. La Moldava precipita nelle rapide di San Giovanni; poi, fiume vasto e nobile, scorre verso Praga. Appare il castello di Vyserhad e passandogli maestosamente oltre, il fiume si perde in lontananza.”

Benjamin Britten "Four Sea Interludes" (Quattro interludi marini) da "Peter Grimes"
Benjamin Britten (Lowestoft, 22 novembre 1913 - Aldeburgh, 4 dicembre 1976) è nato davanti al mare, che ha raccolto anche il suo ultimo respiro; il mare per lui era l’essenza stessa dell’esistenza. Quando, allo scoppio della guerra il compositore - da pacifista convinto- si rifugiò in California, scoprì per caso la lirica di George Crabbe, un poeta del primo Ottocento anche lui originario del Suffolk. Britten trovò nei versi melanconici di The Borough ambientato in un borgo di pescatori (Aldeburgh), un microcosmo che racchiudeva l'infinito teatro delle passioni umane. Nella cupa storia del pescatore Peter Grimese gli trova il soggetto adatto per esprimere la durezza della propria condizione di pacifista e omosessuale. L'opera, scritta per la maggior parte nel 1944, dopo il ritorno in patria, venne rappresentata l'anno seguente con successo strepitoso da una compagnia di giovani entusiasti, in una Londra ancora ridotta in macerie ma vittoriosa.
In Peter Grimes la natura prende vita in maniera possente, ma rimane sempre indifferente al destino dell'uomo. Il mare, protagonista segreto dell'opera, non partecipa alla tragedia di Peter Grimes. Quest'autonomia si riflette anche nella drammaturgia musicale dell'opera di Britten, che trasse dalla partitura due lavori da concerto, tra cui Four Sea Interludes.

Alexandr Zemlinsky "Die Seejungfrau" (La Sirenetta)
Alexander von Zemlinsky (Vienna 14 ottobre 1871 – New York 15 marzo 1942) ci ha lasciato una tra le più belle interpretazioni in musica di questo seducente tema poetico, ispirato a una delle più celebri fiabe dell’intera tradizione occidentale: la Sirenetta di Hans Christian Andersen. Scritta nel 1902 in tre movimenti e pensata come vero e proprio poema sinfonico, l’opera fu rappresentata per la prima volta  il 25 gennaio 2005 a Vienna in coppia con un’altra prestigiosa prima assoluta, quella del “Pelleas und Melisande” del suo amico e cognato  Arnold Schönberg, che la diresse. La composizione non fu accolta bene dai critici dell’epoca. Alma Mahler, moglie di Gustav ad esempio scrive: “Zemlinksy nonostante una quantità di piccole trovate deliziose e nonostante il suo immenso sapere non è all’altezza di Schönberg.”  Dopo quell’esecuzione la composizione fu “dimenticata” anche dal suo stesso autore e passarono ottant’anni prima che venisse riscoperta.  Il manoscritto fu smembrato e parzialmente ritenuto perduto fino alla fine degli anni ’70, quando al ritrovamento seguirono la prima ripresa moderna (nel 1984) e le successive incisioni di James Conlon e Riccardo Chailly. Così quest’opera è diventata nel giro di pochissimo tempo uno dei lavori più conosciuti e apprezzati di Zemlinsky e considerato lavoro di punta dell’art nouveau musicale. Fantastico, perfettamente coeso, ricco di immagini eleganti e suggestive e strumentato con uno spiccato talento per le sfumature, il brano rivela una straordinaria ricchezza di temi memorabili, destinati a fare colpo su tutti gli ascoltatori.

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