VENERDÌ 20 MARZO 2015
Teatro San Giovanni Bosco
Bergamo – via San Sisto, 9 (quartiere Colognola)
CIRCOLO MUSICALE MAYR-DONIZETTI
40ª STAGIONE OPERISTICA
NORMA
Tragedia lirica. Musica di Vincenzo Bellini.
personaggi interpreti
Pollione DIEGO CAVAZZIN
Oroveso FULVIO VALENTI
Norma GABRIËLLE MOUHLEN
Adalgisa YUKO SAKAGUCHI
Clotilde ANGELA ALESSANDRA NOTARNICOLA
Flavio MARCO FELICE TOMASONI
Coro lirico Patavino Giuseppe Verdi
Maestro del coro PIETRO PERINI
Piccola orchestra dei Colli Morenici
direttore DAMIANO MARIA CARISSONI
Prima dell’opera e durante l’intervallo la biglietteria sarà a disposizione del pubblico (singoli ingressi 18 €).Per informazioni e prenotazioni scrivere all’indirizzo info@mayrdonizetti.it o telefonare al numero 035 315854
Dopo il festoso consenso tributato a Un ballo in maschera, il Mayr-Donizetti si affaccia alla primavera con un nuovo allestimento di Norma (prima, 26 dicembre 1831, Teatro alla Scala, Milano), capolavoro drammatico di Vincenzo Bellini (Catania, 3 novembre 1801 – Puteaux, Francia, 23 settembre 1835). L’appuntamento è per 20 marzo alle 21 – presso il Teatro San Giovanni Bosco di Bergamo, e vedrà il maestro Carissoni nuovamente alla guida della raffinatissima Piccola orchestra dei Colli Morenici.
Ricordiamo che il Mayr-Donizetti affrontò Norma anche nella 36ª stagione (2010-1011).
Con Norma, terzultima opera del catalogo belliniano, l’autore eguaglia il livello artistico raggiunto nello stesso 1831 con l’altro suo capolavoro, questa volta di genere bucolico, cioè La sonnambula.
Ricordiamo che Norma, oltre alla splendida sinfonia, contiene due celeberrime arie Casta diva (Norma) e Meco all’altar di Venere (Pollione), nonché lo splendido duetto, futuro riferimento per molti autori successivi, Mira, o Norma - Sì, fino all'ore, che vede intrecciarsi con mirabolanti effetti celestiali le voci di Norma e di Adalgisa. Straordinari, anche per le difficoltà tecniche, i duetti Norma-Pollione che richiedono il dominio di un ampio ventaglio di varietà espressive del belcanto italiano.
Note di regia
Norma è un’opera fuori degli schemi. La ragione va probabilmente cercata nel fatto che essa si colloca in un momento di snodo culturale ed artistico tra il grande melodramma della tradizione neoclassica e il dramma in musica della nuova tendenza “Romantica”. Della prima tradizione emerge una mirabile compostezza formale e la pura stilizzazione delle forme. L’identità romantica si manifesta invece nella scoperta tensione drammatica e nell’alta temperatura passionale. In questo equilibrio, il grande Bellini, coadiuvato da un ispiratissimo Romani, ci consegna una struttura drammatica e musicale stabile, perfetta e godibilissima. Accanto a questa fusione di generi affiora un ulteriore elemento trattato in modo assolutamente nuovo. Mi riferisco al sottofondo di ritualità, reso percettibile ora con segni profondi e sanguinosi, ora con segni rasserenanti ed immersi in un passato remotissimo e nebbioso.
Bellini, attraverso la ritualità, rievoca gesti di spiritualità ancestrale, legati ai riti della terra, della luna, dei boschi, cioè a soggetti che, a ben pensare, sono sempre stati poco presenti nella tradizione operistica e che dunque risultano particolarmente stimolanti.
Queste riflessioni sulla musica e sulla poesia di Norma mi hanno suggerito tre temi registici. Il primo, che chiamerei essenza “canoviana”, sarà giocato attorno alla presenza di statue e tuniche greco-romane; il secondo tema sarà una costante celebrazione dell’elemento notturno e naturale, con particolare riferimento ai fenomeni atmosferici; il terzo sarà invece la connotazione marcatamente primitiva o primordiale dei riti druidici e celtici che evocherò con l’inserimento di spunti archeologici.
Parallelamente, la gestualità che richiederò ai solisti ed al coro, sarà statuaria e legata a “pose sceniche” nei momenti pubblici e rituali; spontanea e diretta nelle scene intime; toccherà invece espressioni imperiose e simboliche negli apici di tensione drammatica.
Con questa impostazione mi ripropongo di rendere ragione della più ampia rosa possibile di sfaccettature e caratteri insiti nella natura di ogni personaggio, con un rilievo particolare per la protagonista. Ricordo volentieri a questo proposito che Bellini, nel presentare questa figura alla creatrice della parte, Giuditta Pasta, descrisse Norma come “enciclopedica” cioè ricca di infinte tinte e innumerevoli risorse.
Valerio Lopane
Norma è un’opera di forte spessore drammatico e contiene difficoltà esecutive eccezionali soprattutto per le parti vocali. Non a caso Bellini compose questo suo capolavoro in un momento in cui disponeva di una rosa di artisti con doti straordinarie e, pur giovanissimo, riuscì nell’impresa di sbalzare e costruire, con assoluta sicurezza drammaturgica, personaggi dotati di vitalità inusuale. Da allora Norma è stata banco di prova per generazioni di grandissimi artisti che, oltre a possedere la voce “giusta”, si sono dovuti cimentare con efficacia anche nel fraseggio e nel carisma scenico.
Restano due casi oggi definibili come emblematici: Giuditta Pasta, la creatrice del ruolo nell’Ottocento e Maria Callas che nel Novecento diede nuovo splendore al ruolo principale.
Allestire Norma è dunque un impegno notevole: grandi sono le difficoltà intrinseche e grande è sempre l’aspettativa del pubblico. Conscio del peso di questa prova, il maestro Damiano Maria Carissoni, di nuovo alla guida della Piccola Orchestra dei Colli Morenici, ha raccolto intorno a sé un cast di artisti di voce notevole e assai sensibili alla parola cantata. Gabriëlle Mouhlen (già acclamata in Andrea Chénier e Manon Lescaut), vestirà i panni della sacerdotessa druidica. Diego Cavazzin, molto applaudito nelle recenti stagioni del Mayr, affronterà lo spessore bronzeo richiesto al canto di Pollione. Yuko Sakaguchi, che ci raggiungerà appositamente dal Giappone, darà vita al complesso ruolo della novizia Adalgisa, amica e involontaria rivale di Norma. Rileviamo che, per scelta del maestro Carissoni, sarà proposta l’accoppiata “soprano drammatico” e “soprano lirico” per Norma e Adalgisa, secondo la tradizione tardo ottocentesca (invece del più consueto accostamento “soprano” e “mezzosoprano”). Questa scelta ha lo scopo di restituire il vero “colore” pensato da Bellini per i due grandi duetti tra queste due figure.
Fulvio Valenti affronterà il ruolo solenne di Oroveso.
Completeranno il cast due artisti che hanno spesso collaborato con il Circolo: Angela Alessandra Notarnicola, come Clotilde, e Marco Felice Tomasoni, come Flavio.
Il Coro lirico patavino Giuseppe Verdi, diretto ed istruito dal maestro Pietro Perini, avrà il compito di definire l’elemento di coesione drammaturgica di tutta la vicenda.
La regia e le scene di Valerio Lopane saranno coadiuvate da animazioni di Enrico Maffi.
È possibile scaricare liberamente il libretto alla pagina:
Per scaricare la locandina http://www.mayrdonizetti.it/ file_pdf/Locandine/2014-2015/ 20150320_Norma.pdf