(Associazione pionieri e veterani Eni)
sezione di San Donato Milanese
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CINEMA TEATRO AGORÀ ROBECCO (SN)
DOMENICA 7 DICEMBRE 2025 ore 17.30
(inizio collegamento ore 18.00 esatte)
Serata inaugurale del Teatro alla Scala
introduzione guidata alla visione dell'opera a cura di Mario Mainino,
con rinfresco finale facoltativo al termine della rappresentazione.
Teatro alla SCALA - Milano
Dmitri Shostakovich (25/091906 - 09/08/1975)
Una Lady Macbeth
del distretto di Mcensk
Opera in quattro atti e nove quadri
Libretto di Aleksandr Prejs e Dmitrij Šostakovic
Dall’omonima novella di Nikolaj Leskov
Cast:
Boris Timofeevič Izmailov, mercante (basso) Alexander Roslavets
Zinovij Borisovič Izmailov, mercante, suo figlio (tenore) Yevgeny Akimov
Katerina L’vovna Izmajlova, moglie di Zinovi (soprano) Sara Jakubiak
Sergej, lavorante degli Izmailov (tenore) Najmiddin Mavlyanov
Aksin’ja, cuoca degli Izmailov (soprano) Ekaterina Sannikova
Un contadino cencioso un servo ubriaco (tenore) Alexander Kravets
Un operaio del mulino (basso) Chao Liu
Un prete, il pope (basso) Valery Gilmanov
Un guardiano (baritono)Jirí Rajniš
Un ufficiale (basso) Oleg Budaratskiy
Un vecchio forzato (basso) Goderedzi Janelidze
Sonetka, una forzata (contralto) Elena Maximova
Una forzata (soprano) Laura Lolita Perešivana
Un sergente (basso) Xhieldo Hyseni*
Una guardia (basso)Li Huanhong
Una sentinella (basso) Chao Liu
Un insegnante (tenore) Vasyl Solodkyy
il fantasma di Boris, lavoratori, ospiti, forzati (coro)
Orchestra e Coro del Teatro alla Scala
Direttore RICCARDO CHAILLY
Regia VASILY BARKHATOV
Scene ZINOVY MARGOLIN
Costumi OLGA SHAISHMELASHVILI
Luci ALEXANDER SIVAEV
Nuova produzione Teatro alla Scala
Dopo la riapertura del Cineteatro Agorà di Robecco per ristrutturazione ormai giunta alla fase finale e la forzata chiusura per pandemia, dal dicembre 2023 abbiamo potuto tornare a vedere insieme la PRIMA dal Teatro alla Scala grazie alla disponibilità del Circolo Economico Ricreativo di Robecco SN che ha attrezzato la sala superiore per la visione in diretta su grande schermo dell’opera inaugurale, ma con questa stagione si torna nella sala rinnovata del Cineteatro per la diretta della prima scaligera,
Grazie alla direzione organizzativa di Attilio Viganò, che ha da sempre gestito l’organizzazione delle stagioni di “Opera e Arte” al Agorà, si riprende con il primo degli appuntamenti che prossimamente si potranno organizzare. Al termine della rappresentazione per chi vuole aderire, prenotando per tempo in base alla disponibilità di posti sarà possibile prendere parte al buffet dopo teatro.
Come tradizione alle 17.30 precise inizierà la guida alla visione dell’opera a cura di Mario Mainino, giornalista, musicologo e regista d’opera, che ha curato in tutte le passate edizioni il programma di sala.
Forse che sì, forse che no. Non una regina ma una disperata casalinga.
Il titolo può risultare fuorviante: infatti, non esiste una vera analogia tra la regina di Scozia e la “desperate housewife” russa, ovvero la casalinga disperata Katarina Izmajlova. Quest’ultima non aspira al potere, ma — in parallelo con la tragedia shakespeariana — induce l’amante all’omicidio e ne diventa complice per sfuggire alla claustrofobica condizione di donna-oggetto, poco desiderata sessualmente dal marito e continuamente vessata dal suocero per la discendenza che non arriva.
Le vittime degli omicidi saranno proprio il marito e il suocero. Quest’ultimo accusa Katarina di essere sterile, poiché non ha dato un erede al figlio, e la sospetta di cercare soddisfazioni in giovani amanti, minacciandola di sorveglianza costante con servi e cani per impedirle ogni via di fuga.
Boris (suocero): “Cinque anni che è sposata, e un figlio ancora non lo ha fatto.”
Katarina: “Non è colpa mia, non è colpa mia. È Zinovij Borisovic che non sa mettermi dentro un figlio.”
La fuga dalla noia e dalla disperazione Katarina la trova proprio tra le mura domestiche, in Sergej, un servo appena assunto. Il loro primo incontro avviene mentre i servi, compreso Sergej, si prendono gioco della cuoca Aksin’ja. Katarina lo rimprovera per la sua mancanza di rispetto, nasce una baruffa e i due cadono a terra avvinghiati, venendo scoperti da Boris in quella posa. Fingono di essere inciampati, e gli altri confermano. Nella notte, Sergej si introduce nella camera di Katarina con il pretesto di chiedere un libro da leggere, ma lei non sa leggere e non ne possiede. L’atto si chiude con il loro primo incontro amoroso.
Nel secondo atto, Boris si vanta delle sue prodezze amorose giovanili e afferma che, se fosse ancora in grado, farebbe le veci del figlio con la nuora. Vedendo la luce nella camera di Katarina si ferma ad osservare e scopre il traditore che esce dalla finestra. Lo blocca e, con l’aiuto dei servi, lo percuote con frustate, mentre Katarina assiste impotente.
Sfinito dalla sua furia, Boris chiede da mangiare. Katarina gli offre dei funghi avanzati, arricchiti con veleno per topi. Boris muore davanti al prete e ai servi, senza riuscire ad accusarla. Katarina finge di piangere la sua morte.
Dopo un interludio strumentale, Sergej dichiara a Katarina il suo amore e la sua paura di perderla al ritorno del marito, nell’aria “Io sono sensibile, so che cosa è l’amore”. Mentre Sergej dorme, Katarina ha una visione del fantasma di Boris che la accusa e la maledice — un richiamo al fantasma di Banco in Macbeth. In preda all’agitazione, sveglia Sergej che si nasconde. Entra Zinovij, il marito, che nota pantaloni e cintura dimenticati sul letto. Dopo un violento diverbio, frusta Katarina con la cintura. Lei chiede aiuto e Sergej interviene, aiutandola a soffocare il marito. I due trascinano il corpo in cantina e lo seppelliscono.
Nel terzo atto, Katarina e Sergej si preparano a sposarsi, ma lei è turbata ogni volta che guarda verso la cantina. Compare un personaggio apparentemente estraneo alla vicenda tipico delle opere russe, un deus ex machina, in questo caso un “contadino censioso”, che penetra in cantina per rubare del vino e scopre il cadavere. Corre alla polizia per denunciare l’omicidio.
Dopo un altro interludio, la scena si sposta alla stazione di polizia dove il contadino denuncia la scoperta. Segue la festa di nozze di Sergej e Katarina, che nota il lucchetto infranto della cantina. Capisce che la verità sta per venire a galla e decide di fuggire con il denaro, ma la polizia arriva prima e arresta entrambi.
Nel quarto e ultimo atto, i due sono tra i forzati in marcia verso la Siberia, divisi in colonne di uomini e donne. Katarina, ancora ossessionata da Sergej, riesce a corrompere le guardie per avvicinarlo. Ma lui la respinge: l’ha amata solo per interesse e ora cerca conforto in Sonetka, una forzata compiacente, avvicinata proprio grazie ai soldi di Katarina.
L’ultima beffa: Sergej chiede a Katarina delle calze per i piedi doloranti. Lei gli dà le sue, ma lui le offre a Sonetka. Umiliata e derisa dalle altre forzate, Katarina si getta su Sonetka e la spinge da un ponte trascinandola con sé nelle acque vorticose, dove annegheranno entrambe.
Il corteo dei forzati riprende la marcia verso l’infinito delle steppe: “Eh, voi, steppe smisurate, giorni e notti senza fine.” E l’opera si conclude.
Programma di sala e introduzione alla visione dell’opera a cura di Mario Mainino
www.concertodautunno.it
Buffet dopo l’opera
Selezione di antipasti e formaggi
Risotto Milanese al giallo di zafferano
Panettone
Calice di Vino bianco o rosso
Per prenotare chiamare 349 825 3070 sig. Attilio
Agg.07/11/2025