2011_04_14 POMERIGGI MUSICALI omaggio a Cole Porter

66ª STAGIONE SINFONICA
ORCHESTRA I POMERIGGI MUSICALI

  Giovedì 14 aprile 2011_04_14 ore 21.00
Sabato 16 aprile 2011_04_16 ore 17.00
  
YOU’RE THE TOP
omaggio a Cole Porter
ideazione e orchestrazioni di Alessandro Lucchetti 

Antonio Ballistadirettore

Alessandro Lucchettipianoforte
Orchestra I Pomeriggi Musicali
PROGRAMMA
SOGNI D’AMORE

In the still of the night

You do something to me
Easy to love
ANYTHING GOES

It’s delovely

I get a kick out of you
You’re the top
Anything goes
COS’ E’  L’AMORE?

Love for sale

Night and day
Everytime we say goodbye
What is this thing called love?
Begin the beguine


KISS ME KATE

Another opening, another show

So in love
From this moment on
Why can’t  you behave
Too darn hot
CANCAN
It’s all right with me
Just one of those things
Let’s do it
I love Paris
It’s all right with me (ripresa)
ROBA DA MATTI

Find me a primitive man

My heart belongs to Daddy

Kate the great
Give him the Oo la la

Antonio Ballista, pianoforte, direttore

Alessandro Lucchetti, pianoforte


Couperin, Chopin, Porter!
Ho sempre condiviso l’opinione di Antonio Ballista che questi autori, così lontani fra loro per epoche e campi d’azione, siano accomunati dalla medesima estrema raffinatezza della conduzione armonica. Tanto finemente elaborata da apparire semplice, quasi “naturale”, eppure capace di creare atmosfere di un fascino impareggiabile. Di più: si può dire che ognuno di loro incarni la quintessenza rispettivamente del clavicembalo, del pianoforte e della canzone. Inoltre, come capita solo ai grandi compositori, da Bach ai Beatles, anche in Porter troviamo qualcosa di più: il crogiolo di stili e generi che testimonia di una cultura raffinata e di una grande attenzione e sensibilità alle espressioni musicali del loro tempo. Non solo blues, jazz e musical; country, cajun e cafè chantant; ma anche Chopin, Brahms, Bizet e perfino Ives trovano spazio e si armonizzano nella sua vastissima (si parla di circa novecento brani) produzione.
Il desiderio che da moltissimo tempo custodivo, era di porre in risalto questa incredibile ricchezza di influssi che caratterizza l’opera di Porter. Tale intento ha determinato tanto la selezione dei brani quanto l’orchestrazione che evoca, di volta in volta, il quartetto jazz o il gruppo cameristico, l’orchestrina da music hall o la big band alla Glenn Miller o il complessino folkloristico. Quasi a suggerire veri e propri ambienti diversi, collegati, direi cinematograficamente (e a tratti un po’ surrealisticamente), da soli pianistici per lo più di ascendenza romantica ma non senza strizzate d’occhio alle promenades di musorgskiana memoria. Così come non mancano i brani orchestrali, fra i quali spicca una versione di Another opening, another show che tratteggia il lento approssimarsi, dal fondo di un lunghissimo viale, di una banda cittadina con tanto di majorettes.
Il programma è frutto di una scelta che ha comportato rinunce dolorose per contenerne la durata: il ritmo frenetico della vita moderna sembra imporre una sorta di divieto al tentativo di intrattenere, pur piacevolmente, un pubblico per più di novanta minuti! Venticinque splendide canzoni raggruppate in sei fantasie che ricordano un po’ le parafrasi operistihe di Liszt e un po’ i medley di canzoni, ancheggiando doverosamente fra i due generi (per usare una felice espressione di Francesco Iuliano) in quanto a movenze formali, tre delle quali sono dedicate ad altrettanti celebri musicals: Can Can, Anything Goes e Kiss Me Kate. Mentre ognuna delle altre è stata concepita in modo da raccoglie songs i cui testi ci descrivono una faccia dell’amore: l’amore idealizzato (sognato, vagheggiato o trionfante); l’amore tormentato (ossessivo, conflittuale, rievocato o mercenario) e l’amore carnale e trasgressivo, in cui ascoltiamo musichette scanzonate, brillanti o esotiche, accompagnare testi che alludono (quando non inneggiano ed esortano apertamente) ad una sessualità eccentrica e sfrenata.

Alessandro Lucchetti

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