CIRCOLO MUSICALE MAYR-DONIZETTI
41ª STAGIONE OPERISTICA 2015-2016
direzione artistica: Damiano Maria Carissoni - Valerio Lopane
Teatro San Giovanni Bosco
Bergamo - via San Sisto, 9 (quartiere Colognola)
LA TRAVIATA
Opera in tre atti, di Francesco Maria Piave.
Musica di Giuseppe Verdi
Violetta Valéry GABRIËLLE MOUHLEN
Flora Bervoix JULIJA SAMSONOVA-KHAYET
Annina CHIARA CIURLIA
Alfredo Germont DIEGO CAVAZZIN
Giorgio Germont DANIELE GIROMETTI
Gastone GIANLUCA ZENONI
Barone Douphol GIOVANNI TIRALONGO
Marchese d’Obigny GIOVANNI CESARE GUERINI
Dottor Grenvil ROCCO CAVALLUZZI
Giuseppe SIMONE CANDIOTTO
Domestico di Flora GIOVANNI CESARE GUERINI
Commissionario GIOVANNI CESARE GUERINI
Piccola orchestra dei Colli Morenici
Coro lirico Patavino Giuseppe Verdi
Maestro del coro PIETRO PERINI
direttore DAMIANO MARIA CARISSONI
regia VALERIO LOPANE
Dopo la gremita e gioiosa accoglienza tributata dal pubblico ad un’opera di rara programmazione (I Puritani), il Mayr-Donizetti torna alla tradizione più assoluta con La traviata
(prima rappresentazione, 6 marzo 1853 al Teatro La Fenice di Venezia).
Opera tra le più amate nel mondo intero, rappresenta una delle più pure
espressioni del genio di Giuseppe Verdi (Le Roncole-Busseto, 10 ottobre 1813 – Milano, 27 gennaio 1901), qui assecondato dalla penna felice di Francesco Maria Piave (Murano, 18 maggio 1810 – Milano, 5 marzo 1876), che ha derivato il libretto dal celebre dramma teatrale coevo La dame aux camélias di Alexandre Dumas,
figlio (Parigi, 27 luglio 1824 – Marly-le-Roi, 27 novembre 1895).
L’opera sarà rappresentata in forma integrale e scenica con piccola
orchestra.
Questa
nostro allestimento dell’opera sarà riproposto nell’ambito della XXIV
stagione concertistica di Chioggia, con il medesimo cast e con Damiano
Maria Carissoni al pianoforte, domenica 20 marzo alle 16:30 presso
l’Auditorium di calle San Nicolò (ingressi 15€). Per informazioni sulla
replica di Chioggia, telefonare al numero 347 496 7557).
Note di regia
Siamo alla “mia” seconda La traviata
per il Mayr-Donizetti. Nel mio primo allestimento avevo puntato
sull’incomunicabilità tra Violetta ed Alfredo o, per esteso, tra uomo e
donna e sul conseguente senso di solitudine. In questa nuova edizione
vorrei invece sottolineare il contrasto tra la volontà dei giovani di
vivere in piena libertà i propri amori e gli ostacoli che
inevitabilmente si frappongono. Il desiderio di Violetta ed Alfredo
appare subito come riprovevole e quindi impossibile alla generazione
precedente alla loro di cui Giorgio Germont è l’austero portavoce, per
via delle convenzioni sociali, etiche e morali. Per rendere ancor più
evidente lo scontro generazionale in un contesto di forti cambiamenti
sociali ho scelto di spostare lievemente in avanti l’ambientazione
collocandola alla fine della Belle Époque,
pur mantenendo come punto focale la città di Parigi. La capitale del
positivismo scientifico e della sensualità, dell’ottimismo portato
all’eccesso, funge infatti da contesto ideale di spensieratezza
sovraeccitata ed erotismo febbrile, pur nella crescente consapevolezza
istintiva che quella vitalità si sarebbe a poco frantumata di fronte
alla più terribile realtà: i futuri orrori della Prima Guerra Mondiale.
L’elemento visivo dominante dell’epoca, il liberty –per dirlo con un termine caro agli italiani–, con
le sue volute morbidamente intrecciate e languidamente infinite, ci
offrirà gli elementi naturali e floreali stilizzati, tanto adatti a
divenire astrazione simbolica e decorativa, ancora una volta estremo e
autodistruttivo anelito di vita ed ebbrezza di morte. In questo contesto
apparirà ancor più logica e coerente la valenza dell’immagine simbolo
di un fiore: metafora della vana speranza di riscatto affettivo e
sociale di Violetta / Signora delle Camelie.
Vorrei
anche dare, rispetto alla tradizione, maggiore spazio a Giorgio
Germont. Questo personaggio, che incarna probabilmente il percorso di
crescita più significativo di tutta la vicenda, ci apparirà dapprima
come soggetto distaccato ma acquisterà sempre più un ruolo interno alla
vicenda, esprimendo, via via, curiosità, dubbio, meditazione, e infine
urgenza di riscatto, sino al commosso abbraccio col figlio che rivelerà
la purezza del suo autentico sentimento, ora non più represso e
distorto. Solo di fronte ad una Violetta morente, riscatterà il suo
errore di umano “ritardo” delle convinzioni.
Valerio Lopane
La traviata è
opera amatissima, i cui brani, molti dei quali celeberrimi, risultano
talmente attesi da divenire veri e propri appuntamenti anche per i non
amanti dell’opera. Le richieste vocali sono notevoli, così come lo sono
quelle sceniche, necessarie a rendere credibile l’iridescente paradigma
teatrale verdiano. Per questo il Maestro Damiano Maria Carissoni, ancora alla guida della Piccola Orchestra dei Colli Morenici,
ha selezionato con particolare cura un cast che annovera nelle tre
parti principali artisti legati a Bergamo da un felice sodalizio.
Violetta sarà il soprano Gabriëlle Mouhlen, musicista versatile e applaudita recentemente nei ruoli di Manon, Chénier (Maddalena), e Norma. Il tenore Diego Cavazzin, beniamino del pubblico, sarà Alfredo. Il Circolo saluta poi il ritorno del baritono Daniele Girometti come Giorgio Germont. Una Flora di grande pregio sarà Julija Samsonova-Khayet, recentemente acclamata come Dorabella. Gli abiti di Annina saranno indossati dal soprano Chiara Ciurlìa e quelli di Gastone da Gianluca Zenoni,
voci emerse nelle scorse audizioni estive del Mayr-Donizetti. Il cast è
completato da voci di solida professionalità: il basso bergamasco Giovanni Cesare Guerini (Barone Douphol - Marchese D’Obigny), e Rocco Cavalluzzi (Dottor Grenvil). Sarà in scena il Coro lirico Patavino Giuseppe Verdi, istruito dal Maestro Pietro Perini. Interverrà anche il corpo di ballo dello Studio Danza Ieva con coreografie di Annamaria Ieva. Con il regista Valerio Lopane, collaboreranno Matteo Scarpellini per le scene e Simone Martini per i costumi originali.
È possibile scaricare liberamente il libretto alla pagina:
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