a Milano, dal 16 luglio al 29 agosto 2013
Giovedì 1 agosto 2013_018_01 ore 20.30
Basilica di San Simpliciano Piazza San Simpliciano, Milano
Responsori per il Sabato Santo
Musiche di Carlo Gesualdo da Venosa, Arvo Pärt
Biglietti posto unico 10 euro
PROGRAMMA
Carlo Gesualdo(1566-1613) Tenebrae Responsoria per il Sabato Santo
Sicut ovis
Jerusalem, surge
Plange quasi virgo
Recessit pastor noster
O vos omnes
Ecce quomodo moritur justus
Astiterunt reges
Aestimatus sum
Sepulto Domino
Arvo Pärt(1935) The woman with the Alabaster Box Tribute to Caesar
Orlando di Lasso(1532-1594) Timor et tremor
Jacobus Gallus (1550-1591) Mirabile mysterium
Hans Leo Hassler(1564-1612) Ad Dominum cum tribularer
Mikolaj Zielenski (XVI-XVII sec.) Vox in Rama
Claudio Monteverdi (1567-1643) Adoramus te
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Nell’anno del loro 40° compleanno, dopo il trionfale concerto per Milano Arte Musica che li vide protagonisti in Santa Maria della Passione a metà agosto 2011, tornano giovedì 1 agosto alle ore 20.30 The Tallis Scholars, i magnifici artisti vocali diretti da Peter Phillips, per l’unica data milanese del 2013, nella Basilica di San Simpliciano (piazza San Simpliciano). Fulcro del programma musicale saranno (nel 400° anniversario della sua morte) i Responsori delle Tenebre per il Sabato Santo di Carlo Gesualdo principe di Venosa – uno dei più grandi madrigalisti di tutti i tempi – accostati a brani vocali di Arvo Pärt.
Con l’ascolto dei nove responsori per l’Ufficio delle Tenebre del Sabato Santo si ha l’occasione di immergersi in uno dei momenti più alti dell’esperienza musicale di Gesualdo. Alla musica sacra il Principe di Venosa arriva solo negli anni della maturità. Nel 1603 vanno in stampa i due libri di Sacrae Cantiones a 5 voci e, nel 1611, due anni prima della morte, i Responsori della Settimana Santa a 6 voci. In pieno periodo della controriforma, nel quale, in attuazione delle decisioni del Concilio di Trento, fortemente sostenute da Carlo Borromeo, zio materno di Gesualdo, si esigeva il mantenimento della dovuta gravitas nelle composizioni per la liturgia e l’assenza di sollecitazioni lascive (molles flexiones), Gesualdo non ha remore a riversare, nelle composizioni per un momento liturgico di emozioni intense e drammatiche come la Settimana Santa, tutte le tecniche più efficaci a muovere gli affetti. Tecniche che costituivano lo specifico del suo stile nei sei libri di madrigali: cromatismi prolungati, durezze, frizioni dissonanti, pause improvvise, trapassi bruschi al mutar delle parole, intervalli arditi e difficili da intonare. Si ascolti al proposito lo sconvolgente responsorio ottavo del Sabato Santo: la musica come intensificazione di ogni parola.
Tecniche molto praticate nella tradizione madrigalistica della corte di Ferrara e anche a Napoli nei madrigali dell’amico fiammingo Jean de Macque, ma che solo in Gesualdo hanno una presenza così intensa in composizioni liturgiche, assai frequentate da molti grandi compositori contemporanei ma con tutt’altro stile. Per contrasto basterebbe ascoltare la serenità e compostezza nel dolore che emanano dai Responsori della Settimana Santa di Tommaso da Victoria. Per Gesualdo la composizione di questi responsori fu anche una sorta di catarsi nelle durissime prove fisiche e spirituali degli ultimi anni.
Pur utilizzando alcune tecniche affini a quelle di Gesualdo, come le frizioni dissonanti derivanti dallo scontro/incontro (tensione/distensione) con lunghe note tenute, o l’attenzione al tenore del testo, Arvo Pärt, nelle due opere in programma (ambedue del 1997), crea un’atmosfera contemplativa di tensione verso il divino quale si respira nella tradizione musicale della liturgia ortodossa orientale.
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