2011_05_25 La leggenda di Redenta Tiria favola poetica dal fascino oscuro

Dal 25 maggio 2011_05_25 all'1 giugno 2011
Compagnia Teatri Possibili
LA LEGGENDA DI REDENTA TIRIA
di Salvatore Niffoi
regia di Corrado d'Elia
con Corrado d'Elia
luci di Alessandro Tinelli
fonia di Davide Boselli

Corrado d'Elia interpreta una grande storia dal sapore mistico e universale, radicata nella terra di Sardegna, di cui racconta le asperità, la forza e la magia.
Abacrasta non si trova in nessuna enciclopedia o carta geografica, è un paese (immaginario, ma verosimile) situato nella terra avara e rocciosa nel cuore della Barbagia. Abacrasta è meglio noto tra i paesi del circondario come «il paese delle cinghie»: molti fra coloro che vi abitano ad un certo punto della loro esistenza sentono il richiamo della Voce, e corrono ad impiccarsi. Legano al collo la cinghia e dicono addio alla vita: «nelle tanche di Abacrasta non c’è albero che non sia diventato una croce».

Finché un giorno non arriva Redenta Tiria, «una femmina cieca, con i capelli lucidi come ali di corvo e i piedi scalzi», ed i suicidi cessano. «Sono la figlia del sole, e sono venuta per portare la luce nel paese delle ombre».
d'Elia in questo spettacolo si serve di una lingua “ibridata”, che si fonda sulla commistione di italiano e limba; non un mero esercizio di stile, ma un flusso che si dispiega con naturalezza, con un accento forte e riconoscibile. È un registro linguistico che persuade e avvince, capace di esprimere le tensioni di una terra, ma anche di parlare ad un pubblico vasto, universale.

Accompagna il racconto la voce magica e incantata di Marisa Sannia, una musica che sa di terra, di magia e di meraviglia, il cui suono penetra nel profondo mistero della vita e della morte.

E' difficile non scorgere un senso quasi religioso nella figura di Redenta Tiria.
Redenta, redenzione: ma non in senso ultraterreno, giacché insegna che l’unico riscatto possibile è nella vita stessa, nella «vita ritrovata», nella speranza, nel «tagliare la lingua alla Voce».

È una “religione” della vita, quella che emerge in filigrana di questa favola cruda e bellissima.
È possibile prenotare nelle seguenti modalità:
via e-mail scrivendo biglietteria@teatrolibero.it
chiamando allo 02 8323126 

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