2011_02_28 Dona For dal Fraschini in anteprima poi sarà al Cagnoni di Vigevano

STAGIONE DI PROSA
Teatro Fraschini – Pavia
Lunedì 28 febbraio 2011_02_28 ore 21
Si replica  martedì 1 e  mercoledì 2 marzo sempre alle ore 21.00.

DONA FLOR E I SUOI DUE MARITI
Il romanzo di Jorge Amado interpretato da Caterina Murino
Anche il romanzo Dona Flor e i suoi due mariti (1966), che era stata ispirato all’autore, Jorge Amado, da una delle tante storie ascoltate per le strade di Bahia, entrava a far parte di quella quarantina di romanzi, tradotti in una cinquantina di lingue, che hanno affascinato lettori di tutto il pianeta, avvicinandoli a quel mondo corale e visionario, fatto di spiagge, cieli e gente innamorata della vita (sebbene costretta a condizioni materiali non certo semplici) che lo popolano.
Nel 1977 fu  il regista brasiliano Bruno Barreto a realizzare la trasposizione cinematografica del romanzo di Jorge Amado, protagonista una sensuale Sonia Braga.

La trama 
Dopo un anno di lutto per la perdita del marito, adorabile sciupafemmine e giocatore incallito, Flor si risposa con Teodoro, morigerato farmacista, un po’ noioso, ma pur sempre garante di solidità e sicurezza. Ma l’appetito d’amore della donna, che è anche una vera maestra di cucina, non si soddisfa facilmente: attraverso continue evocazioni, la candida e gentile Flor riesce a far rivivere lo spirito del primo marito, il compianto Vadinho,  che torna a ripagarla con allegria. La vita di Flor si ricompone quindi al fianco dei due uomini, uno reale, l’altro magico.

Emanuela Giordano, regista dello spettacolo,  lo considera il primo capitolo di una possibile trilogia, palesando così l’interesse per un autore di grande saggezza, ironico e profondamente innamorato delle donne.
La scrittura drammaturgica e la regia tengono conto dello spirito originale del testo e della parola di Amado, realizzando uno spettacolo sbarazzino, diviso in episodi garbati, necessari per condensare la folla di personaggi e situazioni del romanzo, con dialoghi ritmati, calato in una città “impicciona” e ideale del nostro sud, rappresentato da un coro di tre comari pettegole amiche della protagonista. Sono gli sguardi impudichi sulla vita altrui, nella necessità di condividere ogni istante dell’esistenza. Una città di mare dove il quartiere rappresenta ancora la vita in tutte le sue sfaccettature, nel quale si muove Dona Rosilda, madre di Flor, che dice scomode verità che riguardano il matrimonio. I due mariti, lontani da stereotipi, rappresentano entrambe, nel bene e nel male, figure necessarie.
La vicenda si dipana con leggerezza, aiutato dalle immagini proiettate su più schermi, segnato dalle musiche originali della Bubbez Orchestra (Massimo De Lorenzi, Ermanno Dodaro, Giovanna Famulari), che diventano un ulteriore “personaggio”, una morbida narrazione sonora.

Caterina Murino riveste il ruolo della protagonista con il suo indubbio fascino mediterraneo. Passa, come il personaggio, attraverso alcune sfumature, dal cupo della sofferenza, rigida e coscienziosa, ai colori della gioia di vivere, mantenendo una certa sobrietà senza mai essere irruente, incantata dal ricordo di gioia e libertà del suo amore perduto.

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