2009 09 22 MiTo = Programma della giornata

MITO SettembreMusica
martedì 22 Settembre 2009, MILANO

ore 17 / Spazio Antologico, East End Studios

Futuristi russi e italiani
Quirino Principe, Paolo Nori, voci recitanti
Elena Vassilieva, soprano
Xenia Ensemble
Ingresso gratuito

ore 21 / CRT - Teatro dell'Arte

Georg Friedrich Händel
Agrippina
Il complesso Barocco
Alan Curtis, direttore
Posto unico numerato € 15

ore 21 / Allianz Teatro, Assago

Tradizioni del Giappone
L'arte dei grandi tamburi taiko
Ensemble Taikoza
Marco Lienhard, direttore
Posto unico numerato € 15

ore 21 / Centre culturel français de Milan, Sala Cinema

Megane (Glasses)
regia di
Naoko Ogigami
Japan, 2007, 35mm, 106'
Ingresso gratuito

Martedì 22 settembre 2009 ore 17 - Spazio Antologico
East End Studios, Milano

Letture e musiche di autori dell'avanguardia futurista tra Russia e Italia con Paolo Nori e lo Xenia Ensemble

Elena Vassilieva, soprano
Xenia Ensemble
Quirino Principe, Paolo Nori, voce recitante

Ingresso gratuito – i biglietti di ingresso saranno distribuiti un'ora prima dello spettacolo direttamente presso la sede del concerto.

Parole e musica nel programma di martedì 22 settembre 2009 alle ore 17 allo Spazio Antologico dal titolo Futuristi russi e italiani. Ideato e progettato da Elisabeth Wilson, Paolo Nori e Quirino Principe, nell'anno del centenario dalla nascita del movimento, lo spettacolo propone testi e composizioni degli autori principali della rivoluzione futurista e delle sue successive metamorfosi degli anni Venti e Trenta. Due nazioni e due culture nazionali coinvolte, quella italiana e quella russa: la prima, culla e molla propellente di un grande movimento d'avanguardia dal respiro internazionale, alle soglie del fascismo, la seconda alle soglie del comunismo sovietico. L'aggressività e la radicalità dei principi fondanti, avvicina le due avanguardie, e crea il collegamento tra i protagonisti letterari, teatrali e musicali: tra Marinetti e Majakovskij, tra Russolo e Mossolov.
Le letture sono affidate allo scrittore Paolo Nori, grande specialista della letteratura russa, e al musicologo Quirino Principe. L'ascolto delle musiche passa attraverso l'interpretazione del soprano Elena Vassilieva e dello Xenia Ensemble: oltre alle opere di Marinetti e Pratella, di Luigi Russolo, il più radicale fra i musicisti del futurismo italiano, si ascolteranno testi di Mario Carli, Ardengo Soffici e dello stesso Pratella, ma sarà data voce anche ad autori che nella maturità abbandonarono il linguaggio futurista rivolgendosi verso nuove estetiche musicali, come gli italiani Gian Francesco Malipiero, Alfredo Casella, Alberto Savinio  e i russi Sergej Prokof'ev,  Nikolaj Obukhov e Igor' Stravinsky.

In collaborazione con  East End Studios


Elena Vassilieva, soprano
Soprano drammatico 
specializzato nella musica moderna, Elena Vassilieva è nata in Francia, in una famiglia di musicisti. Già all'età di nove anni si è esibita sulla scena, cantando il ruolo di Bastienne (Bastien und Bastienne di Mozart) e all'età di dieci anni ha ricevuto il Primo Premio Golden voice.
Si è anche formata, nell'arco di quindici anni, come danzatrice classica. 




Durante la sua carriera artistica si è esibita in Francia (Parigi, Théâtre du Châtelet, Opéra Comique, Festival Présences alla Cité de la musique), in Inghilterra (a Londra, BBC e Royal College), in Germania, in Austria (a Lokenhaus e a Vienna, Musikverein), in Spagna (Barcellona), in Israele, in Russia (a Mosca, Sala Cajkowskij), in Polonia, in Svizzera (Festival di Ginevra), in Italia (Ferrara), in Olanda (Amsterdam, Concertgebouw), in Finlandia e in Svezia (Stoccolma).
Ha interpretato i ruoli di Magda (La rondine), Manon (Manon di Massenet), Tatiana (Evgenij Onegin), Contessa (Le nozze di Figaro), così come quelli di eroine contemporanee quali Perséphone (Le rapte de Perséphone di André Bon), Madame Euterpova (Help, Help Globolinsk! di Gian Carlo Menotti), Manon (Boulevard Solitude di Hans Werner Henze).
Recentemente ha interpretato altri ruoli del repertorio drammatico, quali Donna Anna (Don Giovanni), Norma, Leonore (Fidelio), Amelia (Un ballo in maschera) ed Elisabeth (Tannhäuser).
Ha ricevuto molti premi di prestigio internazionale; fra questi il "Maîtres du Chant Français" a Tolosa e il Premio "Richard Strauss" a Salisburgo.


Xenia Ensemble
Andrea Manco, flauto
Francesco Pomarico, oboe
Michele Marelli, clarinetto
Claudio Gonella, fagotto
Adrian Pinzaru, violino e viola
Eilis Cranitch, violino
Giunishiro Murakami, viola
Elizabeth Wilson, violoncello
Samuele Sciancalepore, contrabbasso
Caroline Weichert, pianoforte

E' stato fondato a Torino nel 1996 da quattro musiciste con una grande passione per la musica contemporanea e del '900: Adrian Pinzaru e Eilis Cranitch (violini), Michèle Minne (viola) ed Elizabeth Wilson (violoncello).
La formazione di base dell'Ensemble è il quartetto d'archi, al quale vengono spesso abbinati voce, pianoforte e strumenti a fiato. Negli ultimi anni l'interesse verso le influenze etniche sulla musica contemporanea ha portato l'Ensemble ad accostare agli archi strumenti etnici come la pìpa e il dizi cinesi, le tabla indiane, il duduk armeno, l'oud e  geychak iraniani e il chang uzbeko.
In armonia con il significato della parola greca "Xenia", l'Ensemble, da un lato, porta all'estero la musica italiana con programmi comprendenti illustri compositori e giovani autori contemporanei; dall'altro lato, invita e ospita in Italia musicisti e compositori stranieri.
Tra i progetti recenti ricordiamo la messa in scena di Ghost Opera del compositore Tan Dun e la promozione dei programmi "Musica e Parola", tra i quali risaltano quelli dedicati all'Avanguardia russa e americana, ai poeti Puskin e Brodsky e ai compositori Sostakovic e Denisov.
Xenia Ensemble è stato ospite di importanti festival e stagioni concertistiche in Italia e all'estero: MITO Settembre Musica e il Piccolo Regio di Torino, Festival di Ravenna, Cité de la Musique a Parigi, Holland Festival di Amsterdam, Fondazione Gulbenkian di Lisbona, Ilkom Festival di Tashkent, Arts Square Festival di San Pietroburgo, Morgenland Festival (Germania), Alicante Contemporary Music Festival (Spagna), Lieu Unique di Nantes,  Meridian Festival di Bucharest e tanti altri ancora. 
L'Ensemble ha collaborato con diversi compositori quali Giya Kancheli (Georgia), James Macmillan (Scozia), Arvo Pärt (Estonia), Franghiz Ali-Zadeh (Azerbaijan), Gerald Barry (Irlanda), Simon Holt (Inghilterra), Steve Mackey (Stati Uniti) e con musicisti e cantanti tra i quali si distinguono Alexander Balanescu, Dai Ya, Liu Fang, Tamami Tonu, Federico Sanesi, Rohan de Saram, Jorgen Petterson, Cristina Zavalloni, Hilliard Ensemble, Luisa Castellani, Sarah Leonard e l'attore Eugenio Allegri.
Ogni anno l'Ensemble organizza a Torino il Festival di musica contemporanea  EstOvest e il Corso internazionale di musica da camera per giovani strumentisti ad arco a Pra Catinat (Sestriere). Xenia Ensemble è tra i principali attori del Macramé Mediterranean Strands, un progetto multi-culturale che vede coinvolti Italia, Turchia, Romania e Grecia.
Xenia Ensemble ha inciso un cd di musica da camera di Gerald Barry e la raccolta Eastern Approaches con musiche di Kancheli, Yanov-Yanovsky e Ali-Zadeh.

Martedì 22 settembre 2009 ore 21– Allianz Teatro, Milano
I percussionisti giapponesi dell'Ensemble Taikoza con i grandi tamburi taiko all'Allianza Teatro

Programma:

Tradizioni del Giappone
L'arte dei grandi tamburi taiko
Ensemble Taikoza
Marco Lienhard, direttore

Posto unico numerato 15 euro

Il FocusGiappone di MITO SettembreMusica si arricchisce di un concerto spettacolare ed emozionante con i tamburi taiko, martedì 22 settembre 2009 alle ore 21 all'Allianz Teatro, di cui sono maestri indiscussi gli strumentisti dell'Ensemble Taikoza, diretti in questa occasione da Marco Lienhard.
Le dimensioni di questi grandi tamburi a doppia membrana possono arrivare a più di un metro di diametro, scavati in un massello di legno keyaki (zelkova) e rivestiti con pelli grezze tese alle due estremità. Il taiko, per la profondità del suo suono, ha assunto nella millenaria tradizione giapponese, significati e ruoli diversi: nella religione Shinto è stato usato per invocare e intrattenere gli dei, nel Buddismo giapponese il suo suono era la manifestazione della voce del Buddha, o veniva utilizzato per allontanare epidemie e spiriti malvagi.
Al suono dei taiko, delicato come fiocco di neve o possente come tuono, si abbinano i flauti di bambù shakuhachi e fue e la cetra koto in un emozionante impasto sonoro.
Nell'imperdibile concerto di martedì 22 la potenza delle percussioni giapponesi, il dinamismo e l'energia espressa simultaneamente nei gesti e nei ritmi robusti creati da un grande ensemble, l'eccellenza del suono e l'armonia tra gli artisti proiettano lo spettatore in una dimensione superiore.

Programma:
1. Tabi no Omoi (taiko, fue)
2. Haru no Umi (shakuhachi, koto)
3. Amadare, composizione ispirata al festival di Saitama (taiko)
4. Iyomanzai, danza del nuovo anno (taiko, fue)
5. Hachijo, ispirato al festival delle isole Miyake e Hachijo a Sud di Tokyo (taiko, fue)
6. Yagi bushi, danza di samurai della prefettura di Gunma, Nord di Tokyo (taiko, fue)
Intervallo
6. Yagi bushi, danza di samurai della prefettura di Gunma, Nord di Tokyo (taiko, fue)
7. Eisa, festival d'estate di Okinawa (taiko, fue)
8. Nishimonai, danza della notte d'estate della prefettura di Akita (taiko, fue)
9. Odaiko, grande tamburo (taiko, shakuhachi)
10. Yatai Bayashi (taiko, fue)

In collaborazione con Allianz Teatro
Ensemble Taikoza
Marco Lienhard, taiko, shakuhachi, fue
Masayo Ishigure, taiko, koto
Masayuki Mizunuma, taiko
Tiffany Tamaribuchi, taiko
Toni Yagami, taiko, chappa, atari-gane
Chikako Saito, taiko, danza
Marco Lienhard, direttore

L'Ensemble Taikoza è un gruppo di percussioni giapponesi taiko, che impiega ritmi robusti per creare una sorta di energia elettrizzante, capace di ammaliare completamente il pubblico.
Il taiko è un grande tamburo che riempie l'aria di rimbombi simili a colpi di tuono. A questi tamburi, l'Ensemble Taikoza abbina il shakuhachi e il flue, due tipi di flauto, e il koto, una specie di cetra da tavolo a 13 corde. Diversi musicisti del gruppo hanno lavorato con la compagnia Ondekoza, che ha dapprima (nel corso gli anni '60) riportato in auge il taiko in Giappone, per poi farlo conoscere nel mondo intero. L'Ensemble Taikoza è stato fondato nel 1995 da Marco Lienhard, svizzero appassionato alle arti tradizionali del Giappone; l'interesse del gruppo per l'arte del taiko trascende le barriere nazionali e apporta nuova energia a questa forma di musica ancestrale; una musica che utilizza una tecnica corporea vicina a quella delle arti marziali.
Lienhard scopre l'arte ancestrale del taiko nel 1978, in seguito ad un soggiorno di studio linguistico sull'isola di Sado, in Giappone. Rimane affascinato dalle sonorità di questo impressionante tamburo, capace di volta in volta di lacerare l'aria con un colpo di tuono o di evocare la dolce caduta dei fiocchi di neve. Nel 1981, si inserisce nella compagnia "Za Ondekoza" - i demoni del tamburo - e segue il suo stile di vita comunitario e ascetico, sotto l'occhio vigile del maestro fondatore Tagayasu Den. Per quindici anni studia la tecnica della percussione, ma anche il shakuhachi e il koto, due strumenti fondamentali che abbina rapidamente al taiko, creando un complesso originale e innovatore incentrato sul tamburo.
Alla morte del maestro, nel 1995, Marco Lienhard fonda a New York l'Ensemble Taikoza, con diversi virtuosi della musica tradizionale giapponese, in particolare la giovane Masayo Ishigure. Ispirato alle tradizioni del teatro No- e delle sue espressioni musicali, l'Ensemble dà origine a una nuova sonorità che fluttua tra passato e presente, trasportando l'uditorio in una nuova dimensione elettrizzante, alla scoperta di un Giappone fascinoso e impressionista.

 

Martedì 22 settembre 2009 ore 21 – CRT Teatro dell'Arte, Milano
POSTO UNICO NUMERATO 15 EURO

Georg Friedrich Händel
Agrippina

Alexandrina Pendatchanska, Agrippina
Tuva Semmingsen, Nerone
Klara Ek, Poppea
Iestyn Davies, Ottone
Umberto Chiummo, Claudio
Raffaele Costantini, Pallante
Antonio Giovannini, Narciso/Giunone
Matteo Ferrara, Lesbo
Il Complesso Barocco
Alan Curtis, direttore


Dopo Brescia, Agrippina di Georg Friedrich Händel arriva anche a Milano, martedì 22 settembre 2009 sempre alle ore 21 al CRT - Teatro dell'Arte. Considerato il primo capolavoro della storia dell'opera e tra le più rappresentate nel continuo revival del lavoro di Händel, Agrippina vede sul palco un cast internazionale con il soprano Alexandrina Pendatchanska nel ruolo di Agrippina, mentre il mezzosoprano Tuva Semmingsen interpreta Nerone. Il soprano Klara Ek è Poppea, il controtenore Iestyn Davies è Ottone, e ancora il basso Umberto Chiummo è Claudio e Raffaele Costantini è Pallante, il controtenore Antonio Giovannini è Narciso/Giunone, il basso-baritono Matteo Ferrara è Lesbo.
L'Agrippina di Händel, composta nel 1709-1710 in occasione della stagione del Carnevale di Venezia, narra il progetto escogitato da Agrippina per far cadere l'imperatore Claudio ed insediare il figlio Nerone. Il libretto di Vincenzo Grimani, considerato uno dei migliori musicati dal compositore, è ricco di riferimenti politici, e probabilmente riflette la rivalità tra il librettista e il papa Clemente XI. La freschezza e la grande invenzione musicale che la contraddistinguono, pongono quest'opera al vertice della produzione musicale barocca: la vivacità, la scioltezza narrativa del libretto di Grimani si riflettono nella struttura generale dell'opera. L'aria col da capo non è ancora la regola, troviamo ariosi, ariette, un terzetto e un quartetto. Arie come È un foco quel d'amore che provengono in realtà da cantate romane o napoletane. Agrippina è frutto del migliore Händel italiano, che sta per costruire nelle corti europee la sua carriera teatrale. In questi due concerti viene riproposta in forma di concerto con Il Complesso Barocco diretto da Alan Curtis.

Alexandrina Pendatchanska, soprano
Alexandrina Pendatchanska è nata a Sofia dove si è laureata in pianoforte e canto alla Scuola di Musica Nazionale. Sua madre, il soprano Valerie Popova, è stata la sua insegnante di canto. Vince a diciannove anni il Concorso di canto «Antonin Dvořak», il Concorso Internazionale di Bilbao e il Concorso UNISA di Pretoria.
A partire dal 1989 si è esibita in teatri quali il Teatro dell'opera di Roma, il Teatro San Carlo di Napoli, il Teatro Regio di Torino, il Teatro Verdi di Trieste, l'Opera di Montecarlo, la Houston Grand Opera, il Bregenzer Festspiele, la Washington Opera, l'Opera di Stato di Amburgo, l'Opera di Santa Fe e il Rossini di Opera Festival di Pesaro.
Nelle stagioni 1997-2001 Alexandrina Pendatchanska si è esibita come Elisabetta nel Roberto Devereux a Torino e a Napoli, Ermione a Santa Fe, Adina a Pesaro, ne La straniera a Catania, in Suor Angelica a Lucca, nella Luisa Miller, come Lucrezia Contarini ne I due Foscari di Verdi a Napoli, ne Il Viaggio a Reims a Bruxelles. Il suo repertorio mozartiano include i ruoli di Donna Anna (Losanna, Houston, Lisbona, New York, Bruxelles, Praga), di Donna Elvira (Washington), di Aspasia (Torino) e di Vitellia (Santa Fe).
Tra le sue esibizioni nella passata stagione sono da ricordare il Concerto di Gala del Nuovo anno dell'Orchestra Nazionale Russa diretto da Vladimir Spivakov a Mosca, il suo debutto al Theatre des Champs-Elysées di Parigi come Stonatrilla ne L'Opera seria, il concerto a Colonia diretto da René Jacobs, l'Ermione di Rossini a New York, il Giulio Cesare all' Innsbrucker Festwochen, La fida ninfa di Vivaldi con l'Ensemble Matheus al Festival d'Ambronay, Donna Anna a Tolosa, Semiramide e Donna Elvira al Theatre des Champs-Elysées, all'Innsbrucker Festwochen, al Baden-Baden Autumn Festival, Luisa Miller alla Deutsche Oper di Berlino, una nuova produzione del Turco in Italia alla Bayerische Staatsoper, la Donna del Lago a New York, La Clemenza di Tito a Bari, Lione e al Teatro Real di Madrid.
I suoi impegni più recenti includono la Petit messe solenelle sotto la direzione di Riccardo Chailly a Lipsia e Londra, l'Idomeneo in forma di concerto con René Jacobs e una nuova produzione dell'Orlando Paladino di Haydn alla Staatsoper di Berlino. Tra i suoi prossimi impegni ci sono la ripresa dell'Orlando Paladino al Festival di musica antica di Innsbruck, una nuova produzione di Agrippina a Berlino e di Idomeneo al Theatre de La Monnaie di Bruxelles. Seguiranno Maria Stuarda a Toronto e una nuova produzione della Finta giardiniera al Theater an der Wien di Vienna.
Alexandrina Pendatchanska si è esibita anche nella Messa da requiem di Verdi, nello Stabat Mater di Rossini, ne Le roi David di Honnegger e con orchestre quali l'Israel Philharmonic Orchestra, l'Orchestra Sinfonica della Rai, la Philadelphia Orchestra, l'Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, i Solisti Veneti, l'Orchestra Nazionale Russa, l'Orchestra Filarmonica dell'ORF, i Wiener Symphoniker, l'Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Ha lavorato con direttori del calibro di Myun-Wyun Chung, Charles Dutoit, Eliahu Inbal, Jesus Lopos-Cobos, Nello Santi, Bruno Bartoletti, Maurizio Benini, Bruno Campanella, Daniel Oren, Evelino Pido', Vladimir Spivakov, René Jacobs.
La discografia di Alexandrina Pendatchanska annovera A life for the Tzar (Antonida) di Glinka per la Sony, The Bells di Rachmaninov per DECCA, la Parisina d'Este di Donizetti per la Dynamics, ma anche il recital di arie d'opera per Capriccio, il Giulio Cesare di Sartorio per ORF, La Clemenza di Tito di Mozart con René Jacobs per Harmonia Mundi e l'album di coloratura drammatica Genuine. Le sue performance come Elisabetta nel Roberto Devereux e Lucrezia Contarini ne I due Foscari sono disponibili in DVD. È inoltre Donna Elvira nell'incisione di Don Giovanni diretta da René Jacobs per Harmonia Mundi (2007).

Alan Curtis, direttore
Nato nel Michigan, Alan Curtis ha insegnato per diversi anni presso la celebre University of California (Berkeley). Attualmente vive in Europa dove suona e dirige concerti e opere liriche.
I suoi interessi musicali relativi al melodramma spaziano da Monteverdi a Mozart, e sulla rivista Orpheus (Berlino), si è parlato di lui come di un "avanguardista della musica antica". Già da studente, negli anni cinquanta, fu il primo ad affrontare i problemi interpretativi dei preludi non misurati per clavicembalo di Louis Couperin, e in breve tempo si è affermato come un pioniere del ritorno agli strumenti originali ed alla prassi esecutiva filologica delle opere barocche.
La sua "restituzione" radicalmente nuova de L'incoronazione di Poppea fu ascoltata per la prima volta a Berkeley (California) negli anni sessanta, e poi allestita con grande successo in una serie di produzioni, ad Amsterdam, Bruxelles, Spoleto, Innsbruck e al Teatro La Fenice di Venezia (edizione, quest'ultima, trasmessa dalla RAI-TV e registrata dalla Fonit-Cetra), e poi stampata da Novello (Londra, 1990).
Molte delle sue incisioni discografiche hanno ottenuto importanti riconoscimenti e premi: l'Admeto di Händel, la Susanna di Stradella, l'Erismena di Cavalli, i Pièces de clavecin di Louis Couperin (Archiv), le Variazioni Goldberg (Angel Studio Series) e le Suite Francesi e Inglesi (Teldec) di Bach. Tra le sue produzioni vanno annoverate quasi un centinaio di incisioni discografiche.
In collaborazione con la coreografa Shirley Wynne, è stato il primo a riportare sulle scene le opere di Rameau con strumenti e coreografie originali.
Il recupero rigorosamente filologico del Sant'Alessio di Landi, con riproduzione esatte delle scene originali attribuite a Pietro da Cortona, a Roma ed Innsbruck nel 1981, ha raccolto grandi consensi, così come le tre diverse produzioni della prima riproposta di Jommelli in tempi moderni: La schiava liberata (Amsterdam 1982 ed 1984; Napoli, Teatro San Carlo 1984; Festival di Berkeley 1990).
A lui si devono anche le esecuzioni in prima moderna della Semiramide di Cesti (Innsbruck 1987) e del Tito (Innsbruck 1983; Venezia e Torino 1984) dello stesso autore - la sua edizione di quest'opera è stata pubblicata da Novello (Londra) - e del Rodrigo di Händel, quest'ultimo ripresentato, per la prima volta dopo che lo stesso Händel lo offrì ai Medici nel 1707, ad Innsbruck, Madeira e Lisbona nel 1984 e riproposto nel 1997 a Siena per l'Accademia Musicale Chigiana, dove è stato anche registrato da Virgin Classics, con grande consenso di critica e pubblico.
La finta pazza di Francesco Sacrati, la prima opera rappresentata in Francia (per lungo tempo creduta persa) ha avuto, ad opera di Curtis, la sua riscoperta in una produzione della Fenice di Venezia, che l'ha messa in scena, nel luglio dell1987, in un "teatro barocco" costruito per l'occasione in Campo Pisani.
Ha diretto inoltre tre allestimenti dell'Armide di Gluck: il primo al Teatro Bibiena di Bologna nel 1984-1985 e l'ultimo al Théâtre Musical de Paris (Châtelet), nel marzo 1987, con la sua orchestra di strumenti originali.
Grande successo hanno ricevuto tre diverse produzioni dell'Ariodante di Handel (Milano, La Scala 1981 e 1982 e Reggio Emilia 1982 con Pier Luigi Pizzi; Innsbruck 1982 e Wexford 1985), Il Giustino di Vivaldi (per il quarto centenario del Teatro Olimpico di Vicenza, ed in seguito portato a Versailles, Venezia, Milano, Buenos Aires, Houston, Ludwigshafen, Solothurn e nel 2001 a Rotterdam dove è stato registrato per Virgin), Il Re pastore di Mozart (allestito per la prima volta a Lisbona nel 1986 con Pier Luigi Pizzi), Paride ed Elena di Gluck (Vicenza), Gli Orazi e Curiazi di Cimarosa (Roma e Lisbona) e Floridante di Händel (tournée in Canada e California, successivamente inciso dalla CBC Canada, 1991 e riproposto nel 2005 al Festival Barocco di Viterbo dove è stato registrato per Deutsche Grammophon-Archiv). Nel 1991 ha diretto Il Ritorno d'Ulisse in patria di Monteverdi (già precedentemente presentato ad Amsterdam e Lisbona) nel settecentesco Teatro Bibiena di Siena, ripreso nel 1993 per le celebrazioni monteverdiane a Treviso e al Semperoper di Dresda e nuovamente nel 2005 ad Oslo. Di questo capolavoro seicentesco Curtis ha anche curato una nuova edizione per Novello
Per il centenario di Goldoni (1993) ha presentato, con la regia di Pier Luigi Pizzi, al Teatro La Fenice di Venezia la prima esecuzione moderna di Buovo d'Antona con musica del napoletano Traetta e libretto di Goldoni (edito da Opus 111 e in partitura da Ricordi).
Ha inoltre diretto, con regia e allestimento di Pier'Alli, per il Teatro Massimo di Palermo Il ballo delle ingrate di Monteverdi e Dido and Aeneas di Purcell (1994) e per il Teatro Filarmonico di Verona La fida ninfa di Vivaldi (1995). Nel 1996, con la regia di Luciano Alberti, ha diretto l'Euridice di Peri nella sfarzosa cornice del giardino di Villa Demidoff a Pratolino (Firenze).
Nel 1995 ha collaborato, insieme al suo ensemble Il Complesso Barocco, con il regista Werner Herzog per il film, Morte a cinque voci, vincitore del Prix Italia 1996 e del Premio Rembrandt (Amsterdam 1996) dedicato alla figura di Carlo Gesualdo da Venosa.
Due produzioni riguardano la prima ripresa in tempi moderni di due opere seicentesche: La liberazione di Ruggero dall'isola di Alcina dovuta a Francesca Caccini, presentata al Teatro Metastasio di Prato (1998), e La patienza di Socrate con due mogli di Antonio Draghi allestita per la Sagra musicale malatestiana (1998).
Nel 2000 è stato invitato a Halle per aprire l'Händel-Festspiel con un Concerto di Gala e per dirigere una nuova produzione di Radamisto con la regia di Lindy Hume. Sempre haendeliane erano le prime assolute italiane di Arminio (International Händel Recording Prize 2002), presentato al Festival di Solothurn (Svizzera), in seguito all'Accademia Chigiana di Siena e con successo strepitoso al Concertgebow di Amsterdam, e quella di Deidamia prodotta nel 2002 sempre dall'istituzione senese e registrata per Virgin Classics (Preis der Deutschen Schallplattenkritik 2003 e International Händel Recording Prize 2004). Il ciclo delle opere handeliane prosegue con Radamisto (Viterbo e Vienna 2003 e registrata per Virgin Classics), con Rodelinda (Deutsche Grammophon-Archiv) presentata a Vienna, Londra, Bilbao e Viterbo, Lotario (BMG Harmonia Mundi) per il Festival haendeliano di Goettingen, Tolomeo (DGG-Archiv) eseguito a Parigi  al Théâtre des Champs-Élysées, Madrid e Valladolid, Giove in Argo portata nel 2007 ai festival di Goettingen, Halle e Hannover, Alcina (DGG-Archiv di prossima uscita) eseguita in versione di concerto nel 2007 al Théâtre de Poissy (Parigi), alla Sala Verdi di Milano (per MITO) e al Festival Barocco di Viterbo, Ezio (DGG-Archiv di prossima uscita) egualmente prodotto per MITO (Torino, Sala Verdi) e il Théâtre de Poissy nel 2008. Ampio successo ha anche riscosso l'allestimento scenico di Fernando re di Castiglia nel 2005 al Sao Carlos a Lisbona, all'Opera di St. Gallen e al Festival dei Due Mondi di Spoleto e pubblicato nel gennaio 2007 (Virgin).
Due recenti produzioni si sono concentrate sulle opere di Vivaldi con la ricostruzione di Alessandro Ciccolini: Motezuma (registrato in prima mondiale per DGG-Archiv), capolavoro ritenuto perduto e restituito al pubblico da Curtis e allestito nel 2007, con la regia di Stefano Vizioli, in più riprese al Teatro Sao Carlos di Lisbona, al Teatro Arriaga di Bilbao, all'Hessisches Staatstheater di Wiesbaden, nonché presentato in forma di concerto a Parigi (Théâtre des Champs-Élysées), a Vienna (Theater an der Wien), Siviglia (Teatro de la Maestranza) e Valladolid; l'Ercole sul Termodonte, presentato con regia scene e costumi di John Pascoe al Festival di Spoleto 2006 e prodotto in DVD per Dynamic.
Per il 50° anniversario dello stesso Festival nel 2007, Curtis è stato impegnato in una nuova produzione di Ariodante di Händel sempre concepita da Pascoe e documentata in DVD da Dynamic.
Il suo interesse per Gluck si è rinnovato di recente con l'Ezio, opera su libretto di Pietro Metastasio, presentata nel 2008 a Vienna (Theater an der Wien) e al Théâtre de Poissy e di prossima uscita.
Nel 2009 sono in programma, in occasione delle celebrazioni per il centenario della scomparsa di Händel, la registrazione di due opere del compositore sassone, Agrippina e Berenice, l'esecuzione di due suoi capolavori nel settore degli oratori - il Messia e Theodora - e un nuovo allestimento dell'Alcina con la regia di John Pascoe per l'Hessisches Staatstheater di Wiesbaden. A questi impegni si aggiungono inoltre la prima ripresa in tempi moderni dell'Ezio di Niccolò Jommelli e un tour di concerti con la partecipazione della scrittrice Donna Leon.
  

Il Complesso Barocco
Fondato nel 1979 ad Amsterdam da Alan Curtis, uno dei più affermati specialisti nell'interpretazione della musica preromantica, il Complesso Barocco ha cominciato la sua attività come orchestra internazionale barocca, nutrendo un particolare interesse per la musica italiana.
Dal 1992 l'ensemble, formato da giovani solisti, ha stabilito la propria sede in Italia e si è rivolto anche verso la musica vocale del tardo Rinascimento e del Barocco, dall'ultima fioritura del madrigale fino all'opera del XVIII secolo.
Considerato una delle più prestigiose orchestre europee con strumenti originali, il Complesso Barocco è ospite delle più importanti rassegne concertistiche e festival in Europa e negli Stati Uniti.
L'eccezionale qualità interpretativa del Complesso Barocco ha favorito l'incontro con il regista Werner Herzog, che ha scelto l'ensemble come protagonista del film Morte a cinque voci (Prix Italia 1996 e Premio Rembrandt, Amsterdam 1996) dedicato alla figura di Carlo Gesualdo da Venosa.
Molto ricca è la discografia che ha inizialmente interessato il repertorio madrigalistico con le registrazioni, per Virgin Classics, del Primo Libro di Madrigali di Michelangelo Rossi (Preis der Deutschen Schallplattenkritik 1997 e Premio Internazionale del Disco "Antonio Vivaldi" 1998), dei madrigali di Antonio Lotti, dell'integrale dei duetti da camera di Claudio Monteverdi in due cd, Zefiro torna (Diapason d'or de l'eté 1998) e Amor dicea, dei cicli del Pastor Fido di Sigismondo d'India, Monteverdi e Marenzio e l'integrale del Libro Sesto delli madrigali di Carlo Gesualdo, questi ultimi editi da Symphonía. Accanto a questo repertorio, si è delineato un ampio interesse per l'oratorio, documentato dalla Susanna di Alessandro Stradella (EMI), dal Sansone di Benedetto Ferrari (pubblicato da Virgin Classics e vincitore del Diapason d'or 2000), dall'Assalonne punito di Pietro Andrea Ziani e dal David di Francesco Bartolomeo Conti, e per la cantata italiana con le Lettere amorose di Domenico Scarlatti registrate sempre per Virgin Classics.
Il Complesso Barocco, sotto la guida di Alan Curtis, ha anche rivestito un ruolo fondamentale nella restituzione delle opere di Georg Friederich Händel con strumenti originali nell'ambito del revival che questo autore ha beneficiato dagli anni Settanta del Novecento ad oggi.
A partire da Admeto, prima opera haendeliana a essere riproposta con prassi esecutiva filologica in tempi moderni e recentemente riedita da Virgin, il catalogo delle produzioni dedicate al grande compositore sassone, sempre documentate attraverso registrazioni, si è arricchito di titoli noti e di altri meno frequentati distinguendosi per uno stile esecutivo sensibile all'espressione e in continuo aggiornamento sulle ricerche della musicologia specifica: Rodrigo (segnalata per l'opera italiana nel Premio Internazionale del Disco "Antonio Vivaldi" 2000), Arminio (International Handel Recording Prize 2002), Deidamia (Preis der Deutschen Schallplattenkritik 2003 e International Händel Recording Prize 2004), Lotario (per BMG), Rodelinda (per Deutsche Gramophon-Archiv), Radamisto (International Händel Recording Prize 2005), Fernando re di Castiglia, Floridante, Tolomeo, Alcina e Ezio, queste ultime due di imminente pubblicazione nel 2009 in occasione della ricorrenza del centenario della scomparsa del compositore tedesco.
L'interesse dell'ensemble, relativamente all'opera, si è rivolto anche verso Vivaldi (Il Giustino, Ercole su'l Termodonte, Motezuma), Gluck (Ezio) e Domenico Scarlatti. In particolare di quest'ultimo, in occasione del centenario della morte (2007), è stato riproposto Tolomeo e Alessandro in prima mondiale al Festival della Piccola Accademia di Montisi (Toscana), a Santiago de Compostela (Festival Via Stellae) e a Madrid (Ciclo Los Siglos de Oro) dove è stato registrato per Decca. Nel 2009 l'opera sarà ripresa per il Théâtre des Champs Élysées a Parigi e per il Theater an der Wien di Vienna.
Nella stagione 2007/2008 Il Complesso Barocco è stato in residenza al Théâtre de Poissy (Parigi).
Nell'immediato futuro sono previste le registrazioni di altre due opere di Händel, Agrippina e Berenice, la prima esecuzione in tempi moderni dell'Ezio di Niccolò Jommelli.

Per informazioni:
Biglietteria MITO
Urban Center - Galleria Vittorio Emanuele 11/12
telefono 02.88464725
www.mitosettembremusica.it

 

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