2015_08_18 Milano Arte Musica (MAM2015) Sonate per Traversiere e Clavicembalo di J.S.bach

Milano Arte Musica (MAM2015)
Festival Internazionale di Musica Antica
IX edizione 2015

Martedì 18 Agosto 2015_08_18 ore 18.30 e ore 20.30 
Chiesa di San Bernardino alle Monache
J. S. Bach: Sonate per Traversiere e Clavicembalo 
Programma I ore 18.30
Programma II ore 20.30
Marcello Gatti, flauto
Florian Birsak, clavicembalo
BIGLIETTI posto unico 10 euro

PROGRAMMA I ORE 18.30
Johann Sebastian Bach(1685-1750)
Sonata in mi maggiore per flauto traverso e basso continuo  BWV 1035
 Adagio ma non tanto - Allegro - Siciliano - Allegro assai
Sonata in do maggiore per flauto traverso e basso continuo  BWV 1033
 Andante, Presto - Allegro - Adagio - Minuetto I - Minuetto II
Sonata in mi bemolle maggiore per flauto traverso e clavicembalo obbligato BWV 1031
 Allegro moderato - Siciliano - Allegro
Sonata in sol minore per flauto traverso e clavicembalo obbligato BWV 1020
 Allegro - Adagio - Allegro

PROGRAMMA II ORE 20.30
Johann Sebastian Bach (1685-1750)
Sonata in la maggiore per flauto traverso e clavicembalo  obbligato BWV 1032
 Vivace - Largo e dolce - Allegro
Sonata in mi minore per flauto traverso e basso continuo  BWV 1034
 Adagio ma non tanto - Allegro - Andante - Allegro
Sonata in si minore per flauto traverso e clavicembalo obbligato BWV 1030
 Andante - Largo e dolce - Presto - Allegro

Ad eseguire le sonate il flautista perugino Marcello Gatti e, per la prima volta ospite di Milano Arte Musica, Florian Birsak, cembalista austriaco.
Nella chiesa di San Bernardino alle Monache, martedì 18 agosto, Marcello Gatti al flauto e Florian Birsak al clavicembalo propongono un recital dedicato a Bach. I due artisti eseguiranno per il pubblico di Milano Arte Musica le Sonate per Traversiere e Clavicembalo in due distinti concerti: alle ore 18.30 il primo programma e alle ore 20.30 il secondo. 
Le sonate in programma sono un serio problema musicologico sia per l’autenticità di attribuzione a J. S. Bach, sia per la destinazione strumentale, sia per la datazione, sia per la situazione del testo. La specifica destinazione al traversiere è il problema minore, essendo uso corrente, ancora al tempo di Bach, adattare sonate solistiche a diversi strumenti con gli opportuni adattamenti (cambiamento di tonalità, riscrittura di passaggi per problemi di estensione, ecc.). È comunque importante notare che quattro delle sonate hanno il basso concertante, cioè con la parte del cembalo scritta compiutamente per le due mani e dialogante con il flauto, e le altre tre solo il basso numerato lasciando alla improvvisazione del cembalista la realizzazione concertante sulla base dei numeri sottoposti al basso.
La sonata in mi maggiore (BWV 1035), certamente autentica, ha un impianto di sonata da camera di stile francese: ad un adagio iniziale libero, tipico dello stylus phantasticus, seguono tre danze bipartite. Il primo allegro richiama il rigaudon; segue un Siciliano; si conclude con un allegro nello stile di polonaise.
La sonata in do maggiore (BWV 1033), difficilmente attribuibile a Bach, piuttosto debole nella scrittura, conclusa da due minuetti, è concepita nella forma della suite.
La sonata in mi bemolle maggiore (BWV 1031), quasi certamente spuria, alquanto virtuosistica nella parte del flauto e nel cembalo concertante, già vicina allo stile galante, è strutturata secondo la forma del concerto tripartito. Il tempo centrale è un Siciliano.
La sonata in sol minore (BWV 1020), anch’essa di dubbia autenticità, tripartita come la precedente secondo lo schema del concerto italiano, presenta i primi due tempi piuttosto deboli e un allegro finale di notevole interesse e di una lunghezza inusitata.
La sonata in la maggiore (BWV 1032) e le due successive in programma sono, invece, autentiche. Fino alla seconda guerra mondiale si conosceva l’autografo, poi andato perduto, che presentava però una lacuna nel primo movimento dopo la misura 63. Diverse sono state le proposte di integrazione. Tutta la sonata, in stile concertante, è di così alto livello che sembra assai probabile che sia stata composta a Lipsia, negli anni dunque della maturità.
La sonata in mi minore (BWV 1034), strutturata in quattro movimenti nello stile delle sonate da chiesa, fu scritta probabilmente a Köthen. Dopo ripetute esperienze in concerto, Frans Brüggen e Gustav Leonhardt dubitavano della autenticità di questa sonata per la estraneità del carattere del primo movimento alla scrittura di J. S. Bach e per alcune debolezze di scrittura. Solo nell’ultimo movimento riconoscevano la mano del Maestro. Opera forse di un allievo o del figlio Wilhelm Friedemann.
Della sonata in si minore (BWV 1030) ci è pervenuto l’autografo. Posta alla fine del concerto perché certamente il capolavoro delle sonate per flauto. Il primo movimento è un Andante di una ampiezza inusitata, in uno stile concertante molto stretto ma amplificato da fioriture e varianti tematiche e ritmiche di straordinaria ricchezza. Segue un Largo e dolce bipartito dove si effonde il canto del flauto solista su un basso prevalentemente armonico. Nel Presto riprende il dialogo tra i due strumenti su un tema basato sull’alternanza di semitoni e salti di quarta, quinta e sesta. L’Allegro finale è una Giga dal tema sincopato, ritmicamente alquanto complicato, nel quale il virtuosismo consiste nella tenuta di nervi saldi per oltre cinque minuti.
Per informazioni:
Associazione Culturale La Cappella Musicale
via Vincenzo Bellini 2 - 20122 Milano
tel e fax 02.76317176          e-mail mail@lacappellamusicale.com
twitter @lacappellamusic

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