Teatro Cagnoni di Vigevano
Il rumore della memoria
Tre incontri con il Patrocinio della Presidenza Del Consiglio Dei Ministri
PRESENTAZIONE
La Seconda Guerra Mondiale ha segnato il punto culminante di un periodo (iniziato nel 1914) che si può definire senza tema di smentite come il suicidio dell'Europa.
Il continente che aveva imposto la sua civiltà al mondo è crollato in una successione di guerre, massacri, orrori senza fine il cui ricordo si è trasformato in un marchio indelebile; la Shoah, lo sterminio sistematico e scientifico di uomini, donne, bambini torturati ed uccisi solo perché ebrei è, a sua volta, il buco nero che attira e fagocita l'immenso cumulo di dolore che sono stati gli anni dal 1939 al 1945.
Ma la nostra capacità di ricordare, di indignarci e di impegnarci affinché non accada mai più qualcosa del genere, non può limitarsi a condanne di maniera trasformandosi in un atto dovuto che, passato il Giorno della Memoria, si rimette in naftalina in attesa della ricorrenza successiva.
Ecco dunque la nostra proposta: tre appuntamenti che, con il linguaggio artistico del cinema e del teatro, siano occasione non solo di esercitare la memoria, ma anche richiamo forte, condanna senza appello degli orrori della guerra, denuncia degli atti disumani di cui si possono macchiare anche i vincitori, i liberatori.
Shoah, il calvario delle donne tedesche nel '45, le sofferenze dei nostri soldati nel gelo delle steppe russe, Katyn, le foibe pesanti catene di cui ancora oggi non ci siamo liberati: solo riflettendo sulla nostra comune condizione che fa del dolore di uno il dolore dell'umanità potremo iniziare a sperare che mai più nessun figlio d'uomo si trovi a dover piangere sui resti devastati della propria casa, della propria città, della propria esistenza.
Il Presidente dell'Istituzione Cultura Salvatore Poleo
Il continente che aveva imposto la sua civiltà al mondo è crollato in una successione di guerre, massacri, orrori senza fine il cui ricordo si è trasformato in un marchio indelebile; la Shoah, lo sterminio sistematico e scientifico di uomini, donne, bambini torturati ed uccisi solo perché ebrei è, a sua volta, il buco nero che attira e fagocita l'immenso cumulo di dolore che sono stati gli anni dal 1939 al 1945.
Ma la nostra capacità di ricordare, di indignarci e di impegnarci affinché non accada mai più qualcosa del genere, non può limitarsi a condanne di maniera trasformandosi in un atto dovuto che, passato il Giorno della Memoria, si rimette in naftalina in attesa della ricorrenza successiva.
Ecco dunque la nostra proposta: tre appuntamenti che, con il linguaggio artistico del cinema e del teatro, siano occasione non solo di esercitare la memoria, ma anche richiamo forte, condanna senza appello degli orrori della guerra, denuncia degli atti disumani di cui si possono macchiare anche i vincitori, i liberatori.
Shoah, il calvario delle donne tedesche nel '45, le sofferenze dei nostri soldati nel gelo delle steppe russe, Katyn, le foibe pesanti catene di cui ancora oggi non ci siamo liberati: solo riflettendo sulla nostra comune condizione che fa del dolore di uno il dolore dell'umanità potremo iniziare a sperare che mai più nessun figlio d'uomo si trovi a dover piangere sui resti devastati della propria casa, della propria città, della propria esistenza.
Il Presidente dell'Istituzione Cultura Salvatore Poleo
Sabato 30 gennaio 2010, alle ore 21
Due atti unici
L'ingresso è libero, previa prenotazione del posto presso la biglietteria del Teatro Cagnoni ( tel. 0381.82242)
Al Teatro Cagnoni si terrà il primo dei tre incontri della rassegna organizzata dall'Istituzione Cultura in memoria di tutte le vittime della stupidità umana. Una condanna senza appello degli orrori della guerra e degli atti disumani compiuti, a volte, anche in nome della vittoria.
La compagnia "Percorsi" Teatrali di Mozzate metterà in scena due atti unici dal titolo "La colpa di essere nati" per ricordare ciò che è stata la Shoah. Il testo portato in scena è basato sulla testimonianza autentica di tre sopravvissute ai lager nazisti: Goti Bauer, Liliana Segre e Giuliana Tedeschi.
Nella seconda fase della serata, l'Associazione Culturale Il Mosaico, rappresenterà il testo teatrale "I vincitori"; un testo che si muove su due piani, uno su cui si snodano la storia di un soldato italiano che racconta le sue drammatiche esperienze durante la campagna di Russia e quella di una donna tedesca che si trova ad affrontare l'orrore di un esercito invasore che, confortato dalla forza della vittoria, si vendica sulla popolazione civile. Sull'altro piano, più metafisico, si trovano due personaggi che non entrano mai in rapporto tra loro e interagiscono con una figura che riassume in sé le caratteristiche del militarismo più becero.
Nella seconda fase della serata, l'Associazione Culturale Il Mosaico, rappresenterà il testo teatrale "I vincitori"; un testo che si muove su due piani, uno su cui si snodano la storia di un soldato italiano che racconta le sue drammatiche esperienze durante la campagna di Russia e quella di una donna tedesca che si trova ad affrontare l'orrore di un esercito invasore che, confortato dalla forza della vittoria, si vendica sulla popolazione civile. Sull'altro piano, più metafisico, si trovano due personaggi che non entrano mai in rapporto tra loro e interagiscono con una figura che riassume in sé le caratteristiche del militarismo più becero.
I ATTO: "LA COLPA DI ESSERE NATI" - Compagnia PERCORSI TEATRALI Centro Culturale ed Artistico - Mozzate CO
Presentazione Un filo spinato attraversa tutta la scena. Un filo spinato, che forse esiste ancora oggi a separare chi ha subito quelle atrocità da chi, vinto dall'indifferenza o dai luoghi comuni, non si preoccupa più di ricordare un passato "ormai lontano". Basandosi sulle testimonianze di tre sopravvissute ai lager nazisti; Goti Bauer, Liliana Segre e Giuliana Tedeschi, il regista ha scritto e scelto di portare in scena questo testo, per ricordare ciò che è stata la Shoah ma anche ponendosi delle domande: è davvero così lontano quel passato? Sono così diversi i tempi storici, sociali e culturali di oggi rispetto a quelli di allora, da farci dire che è improbabile che ciò possa accadere nuovamente? La narrazione drammatica è affidata ad un narratore e a due Testimonianze. Attori-testimoni, che prestando la loro Voce a tutti quei milioni di ebrei che la follia umana ha saputo brutalmente soffocare, vogliono in questo modo restituirla a restituircela attraverso il teatro. (Luigi Farioli)
II ATTO: "I VINCITORI" - Associazione Culturale "Il Mosaico" - Vigevano
I Vincitori è un testo teatrale che muove su due piani : uno parallelo su cui si snodano le storie di un soldato italiano che racconta le sue drammatiche esperienze durante la campagna di Russia, la fame, la paura, il gelo, la diuturna frequentazione con la morte e quella di una donna tedesca che si trova ad affrontare l'orrore, l'orrore di un esercito invasore che con la forza della vittoria si vendica sulla popolazione civile.
L'altro piano si può definire metafisico sul quale i due personaggi che non entrano mai in rapporto fra loro interagiscono con una figura che riassume in se le caratteristiche del militarismo più becero quasi archetipico; questa figura rappresenta di volta in volta l'ufficiale tedesco, russo, italiano e britannico.
Le battute del reduce e della profuga sono basate quasi integralmente su testimonianze e eventi reali mentre quelle del militare sono in gran parte estratte su documenti di propaganda bellica l'effetto finale e una straziante e straniante sequela di scene drammatiche: una condanna senza appello della guerra.
L'altro piano si può definire metafisico sul quale i due personaggi che non entrano mai in rapporto fra loro interagiscono con una figura che riassume in se le caratteristiche del militarismo più becero quasi archetipico; questa figura rappresenta di volta in volta l'ufficiale tedesco, russo, italiano e britannico.
Le battute del reduce e della profuga sono basate quasi integralmente su testimonianze e eventi reali mentre quelle del militare sono in gran parte estratte su documenti di propaganda bellica l'effetto finale e una straziante e straniante sequela di scene drammatiche: una condanna senza appello della guerra.
Venerdì 5 Febbraio 2010 ore 21.00
CINEMA MODERNO
Proiezione del film
KATIN
di A. WAJDA
CINEMA MODERNO
Proiezione del film
KATIN
di A. WAJDA
Il 17 settembre 1939 la Polonia viene invasa. Da ovest dalle truppe di Hitler e da est dall'Armata Rossa. 18.000 ufficiali dell'esercito, 230.000 soldati e 12.000 ufficiali di polizia vengono arrestati dai russi. Tutti i graduati vengono portati in campi di concentramento e nella primavera del 1940, su espresso ordine di Stalin, 15.000 di loro vengono uccisi con un colpo alla nuca e seppelliti in fosse comuni nella foresta vicino a Katyn. I tedeschi scopriranno le fosse nell'aprile del 1943 ma i russi scaricheranno su di loro la colpa del massacro. Solo nel 1990 per la prima volta ammetteranno la responsabilità.
Wajda, che a Katyn perse il padre, racconta la vicenda attraverso la storia di Anna, la moglie di un capitano di Cavalleria che, pur non volendo accettarle, si troverà di fronte alle prove dell'esecuzione del marito così come accadrà ad altre donne. Al termine del conflitto, con la Polonia sotto l'influenza sovietica, una cortina di silenzio verrà fatta calare sull'accaduto e chi cercherà di sollevarla rischierà il carcere.
Wajda, che a Katyn perse il padre, racconta la vicenda attraverso la storia di Anna, la moglie di un capitano di Cavalleria che, pur non volendo accettarle, si troverà di fronte alle prove dell'esecuzione del marito così come accadrà ad altre donne. Al termine del conflitto, con la Polonia sotto l'influenza sovietica, una cortina di silenzio verrà fatta calare sull'accaduto e chi cercherà di sollevarla rischierà il carcere.
Venerdì 12 Febbraio 2010, ore 21.00
SAN DIONIGI
FOIBE: SOPRAVVISSUTI E DIMENTICATI
LETTURA SCENICA degli allievi della Scuola del Teatro Fraschini
Sul confine orientale d'Italia tra il 1943 e il 1947 migliaia di nostri connazionali furono uccisi, a volte dopo inenarrabili torture, centinaia di migliaia espulsi dalle loro case. Anche la memoria di quanto accaduto è stata rimossa e ideologizzata. Questa serata dedicata agli italiani morti nelle foibe e ai sopravissuti è un richiamo a ricordare.
SAN DIONIGI
FOIBE: SOPRAVVISSUTI E DIMENTICATI
LETTURA SCENICA degli allievi della Scuola del Teatro Fraschini
Sul confine orientale d'Italia tra il 1943 e il 1947 migliaia di nostri connazionali furono uccisi, a volte dopo inenarrabili torture, centinaia di migliaia espulsi dalle loro case. Anche la memoria di quanto accaduto è stata rimossa e ideologizzata. Questa serata dedicata agli italiani morti nelle foibe e ai sopravissuti è un richiamo a ricordare.
INFORMAZIONI
Agli STUDENTI verrà rilasciata, SU RICHIESTA, certificazione ai fini del riconoscimento del CREDITO FORMATIVO.
- TUTTE LE INIZIATIVE: INGRESSO LIBERO
- PER EVENTO TEATRO CAGNONI PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA PER LE SCUOLE AL NUMERO: 0381- 82242
- PER EVENTO TEATRO MODERNO PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA PER LE SCUOLE AL NUMERO: 348 - 1127776
- PER EVENTO AUDITORIUM SAN DIONIGI NON è NECESSARIA LA PRENOTAZIONE
Agli STUDENTI verrà rilasciata, SU RICHIESTA, certificazione ai fini del riconoscimento del CREDITO FORMATIVO.
- TUTTE LE INIZIATIVE: INGRESSO LIBERO
- PER EVENTO TEATRO CAGNONI PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA PER LE SCUOLE AL NUMERO: 0381- 82242
- PER EVENTO TEATRO MODERNO PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA PER LE SCUOLE AL NUMERO: 348 - 1127776
- PER EVENTO AUDITORIUM SAN DIONIGI NON è NECESSARIA LA PRENOTAZIONE
Note
Il Giorno della Memoria è una ricorrenza istituita con la legge n. 211 del 20 luglio 2000 dal Parlamento italiano che ha in tal modo aderito alla proposta internazionale di dichiarare il 27 gennaio come giornata in commemorazione delle vittime del Nazionalsocialismo o Nazismo e del Fascismo, dell'Olocausto e in onore di coloro che a rischio della propria vita hanno protetto i perseguitati. La scelta della data ricorda il 27 gennaio 1945, quando le truppe sovietiche dell'Armata Rossa, nel corso dell'offensiva in direzione di Berlino, arrivarono presso la città polacca di Oswiecim (nota con il nome tedesco di Auschwitz), scoprendo il suo tristemente famoso campo di concentramento e liberandone i pochi superstiti. La scoperta di Auschwitz e le testimonianze dei sopravvissuti rivelarono compiutamente per la prima volta al mondo l'orrore del genocidio nazista.
LA SHOAH
Con il termine Shoah venne ufficialmente indicato lo sterminio degli ebrei operato dai nazisti. La Shoah, voce biblica che significa "catastrofe, disastro", è un genocidio, ovvero un'azione criminale che, attraverso un complesso e preordinato insieme di azioni, è finalizzata alla distruzione di un gruppo etnico, nazionale, razziale o religioso. Ben sei milioni di ebrei, giovani, vecchi, neonati e adulti, furono uccisi dalla violenza nazista. Il nazismo fece dell'attacco agli ebrei uno dei propri elementi fondanti. Dal momento in cui giunse al potere, si scagliò contro i cittadini ebrei con ogni mezzo di propaganda e con una fitta campagna di leggi. Per convincere anche la pubblica opinione della necessità di questa lotta, furono utilizzate le accuse di deicidio, di inquinamento della razza ariana e di arricchimento mediante lo sfruttamento del lavoro e delle disgrazie economiche altrui. Il progetto di Hitler era quello di rendere tutto il mondo Judenfrei (libero dagli ebrei).
Dal momento dell'entrata in guerra, la Germania rese sempre più violenta la lotta contro i civili ebrei, iniziandone l'eliminazione fisica.
Con il termine Shoah venne ufficialmente indicato lo sterminio degli ebrei operato dai nazisti. La Shoah, voce biblica che significa "catastrofe, disastro", è un genocidio, ovvero un'azione criminale che, attraverso un complesso e preordinato insieme di azioni, è finalizzata alla distruzione di un gruppo etnico, nazionale, razziale o religioso. Ben sei milioni di ebrei, giovani, vecchi, neonati e adulti, furono uccisi dalla violenza nazista. Il nazismo fece dell'attacco agli ebrei uno dei propri elementi fondanti. Dal momento in cui giunse al potere, si scagliò contro i cittadini ebrei con ogni mezzo di propaganda e con una fitta campagna di leggi. Per convincere anche la pubblica opinione della necessità di questa lotta, furono utilizzate le accuse di deicidio, di inquinamento della razza ariana e di arricchimento mediante lo sfruttamento del lavoro e delle disgrazie economiche altrui. Il progetto di Hitler era quello di rendere tutto il mondo Judenfrei (libero dagli ebrei).
Dal momento dell'entrata in guerra, la Germania rese sempre più violenta la lotta contro i civili ebrei, iniziandone l'eliminazione fisica.
Il Giorno del ricordo in Italia si celebra il 10 febbraio, in memoria delle vittime delle foibe e del genocidio anti-italiano commesso dagli jugoslavi e dell'esodo giuliano-dalmata. Istituito con la legge n. 92 del 30 marzo 2004, concede anche un riconoscimento ai congiunti degli infoibati.
Il Giorno del Ricordo è considerato una solennità civile, ai sensi dell'art. della legge 27 maggio 2004, n. 260.
Il Giorno del Ricordo è considerato una solennità civile, ai sensi dell'art. della legge 27 maggio 2004, n. 260.
LE FOIBE
Le foibe ( dal latino "fovea", che significa "fossa") sono cavità carsiche di origine naturale con un ingresso a strapiombo. È in quelle voragini dell'Istria che fra il 1943 e il 1947 sono gettati, vivi e morti, quasi diecimila italiani.
La prima ondata di violenza esplode subito dopo la firma dell'armistizio dell'8 settembre 1943: in Istria e in Dalmazia i partigiani slavi si vendicano contro i fascisti e gli italiani non comunisti. Torturano, massacrano, affamano e poi gettano nelle foibe circa un migliaio di persone. Li considerano "nemici del popolo". Ma la violenza aumenta nella primavera del 1945, quando la Jugoslavia occupa Trieste, Gorizia e l'Istria. Le truppe del Maresciallo Tito si scatenano contro gli italiani. A cadere dentro le foibe ci sono fascisti, cattolici, liberaldemocratici, socialisti, uomini di chiesa, donne, anziani e bambini. Lo racconta Graziano Udovisi, l'unica vittima del terrore titino che riuscì ad uscire da una foiba. È una carneficina che testimonia l'odio politico-ideologico e la pulizia etnica voluta da Tito per eliminare dalla futura Jugoslavia i non comunisti. La persecuzione prosegue fino alla primavera del 1947, fino a quando, cioè, viene fissato il confine fra l'Italia e la Jugoslavia.
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