2020_05_06 Lorenzo Perosi in un ritratto del 1949

LORENZO PEROSI, Monsignor
(Tortona, 21 dicembre 1872 – Roma, 12 ottobre 1956) 
presbitero, compositore e direttore di coro italiano

Spalle poderose, testa quadra, capelli lunghi e argentei, occhi intelligenti, vivi e mobilissimi sotto grandi occhiali, mani piccole e vigorose quando stringono la bacchetta, ma che si fanno gentilissime non appena si posano sulla tastiera, Lorenzo Perosi passa le sue giornate tra lo scrittoio e il pianoforte, tra il Breviario e gli spartiti musicali.
Il Maestro vive ora in un appartamento del Palazzo del S. Uffizio, appartamento che fu già abitazione del fratello suo, Card. Carlo Perosi, e che gli venne concesso in uso da Papa Pio XI, grandissimo ammiratore dell'arte di Don Lorenzo, quando, nel 1931, il porporato si spense.
In questo appartamento, Perosi vive con le sorelle Felicina, Maria e Pia, tre buone creature votate alla rinuncia ed al sacrificio per il bene dei loro cari.
La giornata di questo prete che pare mandato da Dio per ricondurre a Lui con la soavità dei canti e le armonie musicali i lontani e i neghittosi, si svolge con un ritmo quasi monastico.
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Don Lorenzo si alza abitualmente verso le sette si pone in preghiera, e, verso le otto, celebra la S. Messa nella Capellina domestica.
Dopo il caffè, recita il Divin Ufficio. Esauriti così i doveri sacerdotali, Monsignore si trasferisce nel suo regno preferito : il regno della musica, che musica, si può dire, è ogni atto e ogni pensiero di Lui, e musica è l'atmosfera mirabile in cui Egli vive. La sua anima aperta e chiara, vede nella musica un riflesso dell'ordine e delle divine armonie; e questo pensiero gli fa amare la musica in un modo ancora più grande.
Perosi ha due pianoforti: uno nella sala d'ingresso e l'altro nella camera da letto, ma, di solito, suona col secondo cui è affezionatissimo.
Da questo pianoforte sono nate ed hanno preso il volo per il mondo, le sue mirabili teolodie.
A questo punto mi pare di sentire una domanda : dove Perosi ha studiato musica? Chi furono i suoi maestri? Rispondo. Suo primo maestro fu lo stesso suo padre, ch'era organista nel Duomo di Tortona.
A diciassette anni, Lorenzo Perosi era già noto nel campo musicale tanto da essere chiamato da P. Amelli ad insegnare musica ai novizi nella celebre Abbazia di Montecassino.
Nella pace di quelle mura e presso la ricca biblioteca dell'insigne Cenobio, egli ebbe agio di raccogliere e di coltivare il proprio spirito e di ascoltare forse per la prima volta le voci profonde e misteriose dell'anima sua.
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«Là non soltanto prese dimestichezza coi grandi polifonisti religiosi dell'età aurea; non solo potè apprendere il canto gregoriano e coglierne attraverso le vere tradizioni di melodia e d'esecuzione notate sugli antichi manoscritti, la grande ed alta poesia; ma anche, e soprattutto, intese i bisogni della sua anima ingenuamente e squisitamente religiosa e sentì intenso il desiderio di accostarsi da vicino alla figura e alla vita del Cristo più di quanto non gliene avesse ispirato fino allora il costume corrente della vita cattolIca italiana. Intuì Perosi, forse i tempi nuovi? Ascoltò forse le voci che salivano su da anime ardenti ed audaci, da spiriti colti desiderosi di un cristianesimo più puro e pù evangelico? Egli non si occupava allora né si occupò dopo di critica religiosa e di esegesi neo-testamentaria, ma aveva l'occhio assai vivo e l'orecchio troppo fine per non accorgersi che qualche cosa nell'aria si agitava. E poi l'artista di genio prevede e presenta, pur senza rendersene ben conto, le varie correnti spirituali della sua epoca ». Quello che è certo è che a Montecassino, l'anima di Perosi fu affascinata soprattutto dal Cristo, dalle pagine del Vangelo che profumano di divina poesia o grondano di sofferenza umana. Il Vangelo divenne così l'ispiratore della sua musica.
Ne abbiamo conferma in una interessante lettera diretta da Mons. di La Fontaine a Mons. Granito di Belmonte, poi Cardinale.
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«Posto così — essa dice — in immediato contatto col testo sacro, la cui declamazione gregoriana tanto drammatica e maestosa, soprattutto l'inno della passione, lo estasiava, Perosi concepì forse in quel tempo, sotto la profonda impressione ricevuta nell'anima sua, la prima idea non soltanto della Trilogia, ma anche del vasto disegno d'un ciclo musicale d'oratorio sulla Vita di nostro Signore ».
Si vuole, infatti, che il Perosi si sia proposto, giovanetto ancora, un programma cui tenne fede con singolare tenacia. Il proposito era questo : « Gli uomini del mio secolo non vogliono sentire il Vangelo, io lo farò loro sentire in musica ».
Cosa sono i suoi Oratori se non il Vangelo musicato?
Cominciò con l'Oratorio In coena Domini cui tennero dietro : La Passione, La Resurrezione di Cristo, Mosè, il Natale, il Giudizio Universale, la Resurrezione di Lazzaro, la Strage degli Innocenti, la Trasfigurazione, il Sogno Interpretato. Come ognun vede, la Musa del suo canto è sempre il Vangelo, la più grande parola che mai sia stata pronunciata sulla terra.
La ragione del fascino emanante dalla piccola persona e dall'opera del musicista tortonese (Perosi è nato a Tortona nel 1872) risiede, secondo il Damerini, « in due fatti principali : prima di tutto nel lungo periodo di decadenza in cui le grandi forme musicali, all'infuori dell'opera teatrale, erano cadute e dalla quale, d'un balzo, l'Italia sembrava liberarsi in virtù dell'Oratorio perosiano;
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in secondo luogo nel fatto che Perosi, a parte il suo merito come creatore, seppe, con vero senso storico, risentire per il primo una tradizione di forme e di spiriti veramente italiana, soffocata anche da quei pochi seri musicisti solitari che coltivarono le grandi forme ma con animus troppo tedesco. Perosi, bisogna subito dichiarare, non si presenta come un riformatore, nell'assoluto senso della parola, ma piuttosto come un rievocatore della grande anima musicale italiana. Sì, è vero, la sua opera presenta elementi tolti quasi di peso dai grandi classici e romantici tedeschi; ma una educazione musicale seria e solida come poteva allora, come può anche oggi prescinderne? Chi conosce tuttavia profondamente la musica perosiana e non è abbagliato da preconcetti dogmatici deve pur riconoscere che se Perosi, nel corso della sua elaborazione interiore, interrogò anche spiriti magni stranieri, come un Bach e un Wagner, egli ne contemplò il viso sotto un colore — specialmente riguardo al primo — intonato al cielo italiano ».
Quello che sicuramente è vero è che nella musica di Perosi si trova sempre un caldo ed elevato soffio di umanità che si sublima dell'ardore di una fede veramente sentita e vissuta.
Per questo la sua musica commuove. Si sente che è sincera, che viene dal profondo.
Quando, ad esempio, fu eseguita per la prima volta a Roma La Resurrezione di Cristo, un'oratorio che ha una voce d'argento e una freschezza d'aurora, l'esecuzione fu interrotta dagli applausi per ben sei volte.
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E, alla fine, il grido del pubblico scattato in piedi superò il clamore delle trombe inneggianti al Signore risorto.
Il nome del giovane prete cominciò da quel momento ad essere conosciuto nella Penisola : e P. Semeria, in una conferenza tenuta dopo la morte di Verdi, uscì a dire:
« Ecco è morto Verdi e sorge già un nuovo astro per la musica italiana: Perosi... ».
E un fine critico musicale sentendo il Benedictus della Messa funebre composta da Perosi per la morte di Leone XIII, esclamò:
« E' un canto del « Paradiso » di Dante : è una festa di luci, di suoni, di anime ».
Attraverso alla voce di Perosi, è, infatti, la pura eterna voce musicale di Palestrina, di Orlando di Lasso, di Vittoria, di Frescobaldi, di Gabrieli, di Carissimi, che ritorna a far vibrare le anime nostre, a farci provare emozioni di paradiso.
Ma dalle mistiche nozze del sacerdote tortonese con Madonna Melodia, sono nate altre opere di singolare valore artistico. Perosi ha infatti una vena musicale ricchissima, quasi inesauribile.
Egli ha composto trenta Messe ed oltre duecento pezzi musicali (mottetti, salmi, inni).
Sfogliando il numero senza numero delle sue pagine, si nota che il suo cantare è a un tempo elegia e salmo, dolore e amore, monito e speranza: 
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nel clima unico e ardente di una fede e di un amore che si arrossa nel sangue di Cristo.
Naturalmente, anche Perosi ha delle partiture che si prestano a critiche severe. « Ma, osserva il Damerini, bisogna però riconoscere che nelle sue Messe migliori, come l'Eucaristica a quattro voci e la Pontificale a quattro, cinque, sei e sette voci con archi, la buona e corretta forma liturgica è disposata con una bene intesa modernità di linea e di espressione e il senso profondo e sincero dell'adorazione religiosa non esclude il calore e il fervido abbandono che proviene dalla coscienza viva della pietà e del dolore umano. Questa maggiore compenetrazione dell'elemento umano, con l'atteggiamento sostanzialmente religioso del pensiero musicale nelle opere da chiesa di Perosi fu la causa della stragrande fortuna che l'autore ebbe sui primi tempi anche come compositore di musica liturgica, ad onta delle critiche talvolta aspre che egli ricevette da qualche parte ».
Perosi ha inoltre composto alcune Suites intitolate alle città d'Italia : Roma, Venezia, Firenze, Messina, Tortona, Milano, Torino, Napoli, Genova, che testimoniano della versatilità del suo genio musicale. Il Maestro ha composto inoltre altre opere di minore importanza e in gran parte inedite: Oratio vespertina, per soli, cori e orchestra; La Samaritana, per soli cori e orchestra; Suite, per violino, violoncello e pianoforte; Sonata e Variazioni, per violino e pianoforti; Dovrei non piangere, poema sinfonico; La festa del Villaggio, poema sinfonico.
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Anche ai nostri giorni, il Maestro lavora instancabilmente. Sono abitualmente, quelli ch'egli compone, mottetti, temi, pensieri religiosi ch'egli ferma sulla carta, più che per gli altri, per sé medesimo.
A Roma, si dice che il Maestro stia preparando per il prossimo Anno Santo (1950) un Oratorio: II Nazareno. Chi ha avuto la fortuna di sentirne qualche brano, ne dice meraviglie. A noi non resta che augurarci che il Maestro riesca a chiudere in bellezza anche questa sua nuova opera. Perché è proprio negli Oratori che c'è il meglio della musica di Perosi. Nelle sue opere oratoriche, infatti, si concentrano e si riassumono genialmente molti secoli di musica.
« Nel suo stile compatto e personalissimo — dice il Damerini — si fondono a nuova potenza espressiva di rinnovata coscienza religiosa il coro palestriniano gregoriano, l'aria nettamente tracciata dalla limpida dolorante serenità bachiana e le moderne combinazioni armoniche e strumentali ».
Un'attività che grandemente appassiona il Maestro è la direzione della Cappella Sistina cui attende dal 1898. Riformò subito l'ordinamento della « cappella » facendovi entrare un buon numero di bambini. Quanto egli abbia dovuto faticare per riportare le esecuzioni musicali della « Sistina » all'antica grandezza è facilmente intuibile. 
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Più che alle melodie del Palestrina o di Vittoria, i cantori e il popolo romano erano attaccati a quelle del Capocci e fu necessario l'intervento personale di Leone XIII per chetare i marosi. Rifatto il gusto, oggi i romani accorrono a sentire sotto la cupola di Michelangelo il Tu es Petrus di Perosi così come ieri sono accorsi a sentire il Roma Felix di Caponi.
E' il prodigio della musica di Perosi che continua. E' la sua grande arte che continua ad entusiasmare e a consolare i cuori.
Concludendo diremo con Carlo Gatti : « Un Bach in pianeta è stato definito il Perosi; un Bach italiano più ingenuo e sereno del tedesco; un Bach cantore della Chiesa cattolica che ha seggio supremo, per disposizione di Dio, in Italia, paese incantevolmente luminoso ».
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Tratto da Attilio baratti PROFILI di MUSICISTI STELI Editore, Milano 1949

Oratori (tratto da Wikipedia)

La passione di Cristo secondo S. Marco (1897)
La trasfigurazione di Cristo (1898)
La risurrezione di Lazzaro (1898)
La risurrezione di Cristo (1898)
Il Natale del Redentore (1899)
L'entrata di Cristo in Gerusalemme (1900)
La strage degli innocenti (1900)
Mosè, o il passaggio del Mar Rosso (1901)
Stabat Mater (1904)
Il giudizio universale (1904)
Dies Iste (1904)
Transitus Animae (1907)
In patris memoriam (1909)
Vespertina Oratio (1912)
Le Sette Parole di Nostro Signore Gesù Cristo sulla Croce (1913)
La Samaritana (1913)
In diebus tribulationis (1916)
Il sogno interpretato (1928)
In fratris memoriam (1930)
In Transitu Sancti Patris Nostri Francisci (1937)
Natalitia (1937)
Il Nazareno (1950)

Messe (tratto da Wikipedia)

Missa Patriarchalis per quattro voci miste
Missa in honorem Beati Caroli in rito ambrosiano per cinque voci dispari
Missa Davidica per tre voci maschili (1894)
Missa In Honorem Ss. Gervasii et Protasii (1895)
Missa “Te Deum Laudamus” per due voci pari (1897)
Missa Eucharistica per quattro voci miste (1897)
Missa Pontificalis (1897)
Messa da Requiem per tre voci maschili (1897)
Messa a tre voci maschili (denominata comunemente "Cerviana" essendo dedicata a Luigi Cervi) (1898)
Missa “Benedicamus Domino” (1899)
Missa Secunda Pontificalis (1906)
Vigevano è .. 2011 Pro Loco - Vigevano
www.concertodautunno.it
per la serie Italiani famosi nel mondo
Concerto inaugurale di
"In Locum Angelorum" ed. 2011
Domenica 27 dicembre 2011 ore 21:00
“Lorenzo Perosi”
Chiesa di San Francesco
Franco Podda, baritono
Giulio Leone, controtenore
Coro San Gaudenzio di Gambolò
Giovanni Maestrone, direttore
Con la partecipazione di
Fabio Re, organo
Mauro Banzòla, organo
INGRESSO LIBERO
Organizzazione a cura della Pro Loco di Vigevano
Il concerto è realizzato con la consulenza artistica di

Ass. Culturale – CONCERTODAUTUNNO - Vigevano

VEDI FOTOSERVIZIO CONCERTODAUTUNNO
https://www.concertodautunno.it/111127-perosi/2011-11-27-perosi.pdf

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