2018_07_19 Concerto Italiano Rinaldo Alessandrini a Milano Arte Musica

Associazione Culturale La Cappella Musicale

Milano Arte Musica
XII edizione 2018
Direzione Artistica Maurizio Salerno
Per informazioni:
Associazione Culturale La Cappella Musicale
Via Vincenzo Bellini 2, 20122 Milano
Tel / fax 02.76317176
e-mail lacappellamusicale@libero.it
sito www.lacappellamusicale.com
Milano Arte Musica programma XII edizione 2018

Giovedì 19 luglio 2018, ore 20.30
Chiesa di Santa Maria Segreta
Via Mascheroni 10, Milano
J. S. Bach: Variazioni su Variazioni
Concerto Italiano
Violino (BWV 989) Boris Begelman
Violino Antonio De Secondi
Viola Ettore Belli
Violoncello Ludovico Takeshi Minasi
Violone Matteo Coticoni
Rinaldo Alessandrini, clavicembalo, direzione e trascrizione
PROGRAMMA
Johann Sebastian Bach(1685-1750)
Passacaglia in re minore BWV 5827
(Trascrizione dall’originale in do minore per cembalo a pedali)
Aria variata alla maniera italiana in sol minore per violino e b.c. BWV 989
(Trascrizione dall’originale per cembalo in la minore)
Canzona in re minore BWV 588
(Trascrizione dall’originale per organo)

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Variazioni Goldberg BWV 988
(Trascrizione dall’originale per clavicembalo)
Variazione 1 – (à 4)
Variazione 2 – (à 3)
Variazione 3 – canone all’unisono (à 3)
Variazione 4 – (à 4)
Variazione 5 – (à 4)
Variazione 6 – Canone alla seconda (à 3)
Variazione 7 – Al tempo di Giga (à 3)
Variazione 8 – (à 4)
Variazione 9 – Canone alla terza (à 3)
Variazione 10 – Fughetta (à 4)
Variazione 11 – (à 2 violini)
Variazione 12 – Canone alla quarta (à 3)
Variazione 13 – (à 3)
Variazione 14 – (à 4)
Variazione 15 – Canone alla quinta (à 3)
Variazione 16 – Ouverture (à 4)
Variazione 17 – (à 2, violino e violoncello)
Variazione 18 – Canone alla sesta (à 3)
Variazione 19 – (à 3)
Variazione 20 – (à 4)
Variazione 21 – Canone alla settima (à 3)
Variazione 22 – Alla breve (à 4)
Variazione 23 – (à 4)
Variazione 24 – Canone all’ottava (à 3)
Variazione 25 – Adagio (à 3)
Variazione 26 – (à 4)
Variazione 27 – Canone alla nona (à 4)
Variazione 28 – (à 4)
Variazione 29 – (à 4)
Variazione 30 – Quodlibet (à 4)
Aria (à 4)
Rinaldo Alessandrini trascrive, elabora e adatta celebri brani originali di J.S. Bach. Il risultato è Variazioni su Variazioni, un programma che presenta arrangiamenti per archi: violino e basso continuo, nel caso dell’Aria variata alla maniera italiana BWV 989, scrittura a quattro parti adattata per le quattro parti di un gruppo d’archi per la Passacaglia BWV 582, la Canzona BWV 588 e gran parte delle Goldberg-Variationen BWV 988.
Rinaldo Alessandrini e il suo Concerto Italiano saranno ospiti di Milano Arte Musica giovedì 19 luglio alle ore 20.30 presso la Chiesa di Santa Maria Segreta.

Il programma di questo concerto è composto da forme che adottano la variazione come sistema generatore della musica. Le nostre variazioni cambiano l’immagine e il suono di queste composizioni, originalmente concepite per cembalo, cembalo a pedali e organo. Nessuna pretesa di ortodossia in quello che si ascolterà. Piuttosto un divertissement, un sottile piacere intellettuale, vissuto durante un anno di gestazione e realizzazione del progetto. Aver preso le Goldberg e altre composizioni a soggetto per una trascrizione per un grande organico sembrerebbe una forzatura. In effetti la scrittura delle Goldberg è alquanto disomogenea (le altre opere in programma presentano una scrittura più regolare) e a volte, clavicembalisticamente parlando, estremamente idiomatica. La seria di canoni è (quasi) invariabilmente a 3 parti. Alcune variazioni sono a quattro parti, altre a due parti. Altre invece si sviluppano su una polifonia numericamente irregolare. Non potendo rintracciare quindi un “perché” specifico che quindi giustifichi l’operazione, l’unico argomento rimane quello della sfida intellettuale e tecnica.
Il resto del programma ha presentato minori complessità di elaborazione.
La Passacaglia è stata trasposta un tono sopra, nella ben più risonante tonalità per gli archi di re minore; analogamente l’Aria BWV 989, trasposta un tono sotto. La Passacaglia, (quasi) costantemente concepita a quattro parti, si adatta magnificamente alla scrittura orchestrale che sottolinea il carattere di danza che in fin dei conti una Passacaglia dovrebbe avere.
La Canzona è stata trascritta letteralmente.
L’Aria torna a un presunto modello italiano di origine, violino e basso continuo.
Ma non si creda che imprese del genere siano degli “affronti” moderni e ingiustificati. Illustri esempi invece ne abbiamo, numerosi: a partire dalle fughe selezionate dal “Clavicembalo ben temperato” e trascritte da Mozart per quartetto d’archi (K 404a e K 405). La lista arriva ai giorni nostri con le monumentali trascrizioni di Elgar, Stokowski, Schoemberg, Webern, solo per citarne alcuni. Il primo della lista ad essersi cimentato con simili imprese, poi, è Bach stesso, che mise mano a numerose sue composizioni (la Messa in si minore ad esempio, che fu sede di numerosissime rielaborazioni di opere precedenti; numerosi movimenti tratti dai Concerti Brandeburghesi e variamente rielaborati in alcune cantate; la versione tedesca del Salmo 51 messo in musica adattando la partitura dello Stabat Mater di Pergolesi), variandone gli organici fino ad arrivare a spettacolari trascrizioni sulle quali regna quella del Preludio e Fuga in la minore per cembalo BWV 894, trasformato nel cosiddetto Triplo Concerto per flauto, violino, cembalo e archi BWV 1044.
L’idea di partenza è stata quella di realizzare una versione che presentasse comunque aspetti strutturali ortodossi e coerenti con una idea storica di scrittura strumentale. Quindi i canoni e alcune variazioni sono stati realizzati come movimenti di musica da camera per due strumenti e basso continuo (variazioni 3, 6, 9, 12, 15, 18, 21, 24), oppure per due strumenti senza basso (variazioni 11, 17 e 27). La sfida è stata quella di realizzare il resto delle variazioni attraverso una scrittura omogenea e completa a tre o quattro parti, concepita per un gruppo d’archi e basso continuo. È stato quindi necessario completare la scrittura irregolare di molte variazioni, aggiungendo linee o esplicitando la polifonia stenografata nella scrittura clavicembalistica. La variazione 1 è stata completata a quattro parti reali, così come la 5, la 8, la 14, la 20, la 23, la 28 e la 29. Alla variazione 7 è stata aggiunta una voce intermedia che permettesse di giustificare l’uso della voce grave in funzione di bassetto. L’ouverture alla francese nella variazione 16 è stata completata a 4 parti reali, così come la fuga per lo più a 3 parti è stata completata a 4 parti reali. In particolar modo la variazione 20 è quella che ha richiesto un adeguamento della scrittura, almeno in parte, alle possibilità di una esecuzione d’assieme con un gruppo di archi. Un’operazione che ha confinato obbligatoriamente con l’arbitrario, nei casi in cui è stato necessario completare la trama contrappuntistica per realizzare quattro parti complete e indipendenti. Molto spesso la scrittura di Bach ha indotto una quantità non trascurabile di procedimenti canonici (evidentissimi nella variazione 8), insiti nella scrittura e rimasti incompiuti per la ovvia impossibilità fisica delle mani a realizzare una tale complessità. Le formule, soprattutto le più brillanti, risultano spesso essere al limite d’esecuzione per uno strumento ad arco (variazioni 14, 20 e 26).
Ne consegue la possibilità di ri-ascoltare la polifonia delle Variazioni Goldberg (così come il resto del programma), aiutati dalla ricchezza timbrica di un gruppo di archi, ricchezza che isola le singole linee e, al tempo stesso, ricrea l’unità contrappuntistica, evidenziandone ancora di più la straordinaria ricchezza e inventiva.
Rinaldo Alessandrini

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