OGGI 1987 maggio pg. 117
UN BALLO CON PASSI FALSI
Nonostante la voce di Pavarotti e la bacchetta di Gavazzeni, l'opera ha avuto momenti poco felici
UN BALLO IN MASCHERA di Giuseppe Verdi maggio 1987
Direttore Gianandrea Gavazzeni, con Luciano Pavarotti, Leo Nucci, Maria Parazzini, Èva Randava, Patrizia Pace, Silvestre Sammaritano, Giuncarlo Boldrini, Giovanni Gusmeroli, Regolo Romani. Regista Sandaro Sequi, scene e costumi di Giuseppe Crisolini Malalesta; maestro del coro Giulio Bertola. Milano, Teatro alla Scala.
RICCARDO E AMELIA : uciano Pavarotti e Maria Parazzini, ovvero Riccardo e Amelia, gli innamorati senza colpa di «Un ballo in maschera». Pavarotti è stato molto applaudito, per la Parazzini c'è stata qualche contestazione.
Bloccato dopo la prova generale al Comunale di Firenze l'altr'anno da un pervicace sciopero dell'orchestra, questo Ballo in maschera rilevato adesso dalla Scala era molto atteso, non soltanto per la deplorevole disavventura fiorentina, ma, soprattutto, dai fedeli del canto ansiosi di riascoltare Pavarotti, ben affiancato, pareva, da ormai famosi colleghi. C'era poi da verificare la nuova lettura di Gavazzeni, in costante evoluzione particolarmente per quest'opera.
Qualche anno fa, una Tetralogia, iniziata alla Scala ma lasciata a metà per dissensi sulla regia di Ronconi, era stata ripresa e completata proprio a Firenze; adesso, con questo Ballo, il viaggio dal Comunale alla Scala si ripercorreva a rovescio anche se con una sola opera di Verdi contro quattro di Wagner. L'edizione doveva risultare praticamente la stessa, e ci si attendeva un bel successo, ma all'ultimo momento, ammalatasi la Chiara, la sostituiva Maria Parazzini, di cui tutti ricordavamo, anni fa, la voce robusta e pastosa e il caldo temperamento. Anche il mezzosoprano Payne, indisposta, ha dovuto esser rimpiazzata da Èva Randova. Già questa non era sembrata un gran buon acquisto, poi è entrato in scena anche il soprano e nel buon rendimento atteso si sono infilate emissioni infelici, quasi che la cantante non avesse bene «in gola» la parte. Son risuonate pesanti proteste.
In casi simili, gli altri cantanti sono spesso indotti, più o meno consciamente, a cercar di «compensare», e rischiano, invece, di strafare, così perfino a Pavarotti, in bella forma e trionfatore della serata, è sfuggito qualche effetto discutibile. Una banale distrazione ha sciupato il clima emotivo del grande duetto, che aveva raggiunto un livello molto intenso. Nell'accesa passionalità di questa scena Gavazzeni sembra serrare ancor più il legame tra voci e orchestra, ed evocare figure sottintese dei personaggi, accanto a quelle reali dei cantanti, drammatizzando certe uscite strumentali (violoncelli, timpani).
Incredibile, poi, in un artista a suo tempo raffinato, il grottesco schifato accento di Nucci nel riconoscere la moglie, quasi si fosse trovato davanti un mucchio di sterco.
Il bilancio della serata, tra applausi e dissensi, premia, naturalmente, un Pavarotti di nuovo emergente, con la sua svettante pronuncia di parole e suoni (è raro che canti anche piano e, quando lo fa, non risulta al felice livello del resto). Molti consensi meritati anche alla fresca, insinuante Patrizia Pace, riuscito «paggio Oscar», parte difficile da calibrare.
In un clima guastato, è parsa peggiore anche la messinscena che già non è un capolavoro; sarebbe abbastanza innocua, a parte il cattivo gusto dei costumi nel «ballo» e la sciocca trovatina finale di far credere che tutto sia stato una finzione «d'epoca».
Morale: non bastano un grande tenore e una direzione intelligente a fare il «livello Scala»; soprattutto se il solito diavolo ci mette la coda.
Morale: non bastano un grande tenore e una direzione intelligente a fare il «livello Scala»; soprattutto se il solito diavolo ci mette la coda.
Alfredo Mandelli, critico e musicologo
SCOMPARE ESPERTO DI PUCCINI - dicembre 2013
Il mondo della lirica piange Mandelli
TORRE DEL LAGO.
Il triste annuncio è arrivato in mattinata da Simonetta Puccini.
All’età di 89 anni è scomparso, a Milano, il critico e musicologo Alfredo Mandelli.
Una figura di primo piano nel mondo della musica, straordinario conoscitore di Giacomo Puccini di cui aveva studiato le opere, in particolare La Rondine. Il suo nome, tra le altre cose, è legato a una recente e interessantissima pubblicazione, “L’universo di Puccini da le Villi a Turandot” di Alberto Cantù che contiene un contributo del celebre musicologo e fu presentato a Torre del Lago nel 2008 proprio su iniziativa
della Fondazione Simonetta Puccini in collaborazione con l’Associazione Amici delle Case di Giacomo Puccini. Ma le pubblicazioni di Mandelli, che era anche docente al conservatorio di Padova, sono davvero moltissime e apprezzate dagli appassioanti di classica e lirica di tutto il mondo.
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