La X edizione di Milano Arte Musica si aprirà giovedì 7 luglio alle ore 20.30 presso la Basilica di Santa Maria della Passione (via Conservatorio 16), con la partecipazione di Accademia Bizantina e il soprano Berit Solset, sotto la direzione del M° Ottavio Dantone.
MAM2016
MILANO ARTE MUSICA 2016 (X edizione)
dal 7 luglio al 25 agosto 2016
Giovedì 07 Luglio 2016_07_07 ore 20.30
Basilica di Santa Maria della Passione
Via Conservatorio 16, Milano
Händel all’italiana e Händel all’inglese
BIGLIETTI posto unico
10 euro
Programma
G. F. Haendel(1685-1759) Introduzione alla Cantata “Donna che in ciel di tanta luce splendi” HWV 233
G. F. Haendel(1685-1759) Dal “Dixit Dominus” HWV 232: Aria “Tecum principium”
A. Corelli (1653-1713) Concertino a 7 (extra opus)
Adagio - Largo - Allegro - Grave - Presto - Vivace
G. F. Haendel(1685-1759) Gloria in Excelsis Deo, per Soprano e Archi
H. Purcell (1659-1695) Chaconne in sol minore (Z 730)
G. F. Haendel(1685-1759) Dal “Belshazzar” HWV 61: Scena I (Nictoris) HWV 61
Recitativo Accompagnato e Aria: “Vain, fluctuating state of human empire!”
C. Avison(1709-1770) Concerto grosso n. 5 in re minore (da Domenico Scarlatti)
Largo - Allegro - Andante moderato - Allegro
G. F. Haendel(1685-1759) Dallo “Jephta” HWV 70: Recitativo accompagnato e Aria (Ipide):
“Such news” “Happy they”
G. F. Haendel(1685-1759) Dal “Messiah” HWV 56: Aria per Soprano “Rejoice”
Giovedì 7 luglio 2016 alle ore 20.30, la
Basilica di Santa Maria della Passione ospita il primo concerto di Milano Arte
Musica, il festival internazionale di musica antica che giunge quest’anno alla
sua decima edizione.
La prima serata di celebrazione dei dieci
anni della rassegna è affidata all’orchestra in residence di Milano Arte Musica:
Accademia Bizantina con il soprano
norvegese Berit Solset, per la prima
volta ospite del festival, sotto la direzione di Ottavio Dantone.
La compagine di Ravenna, recentemente
vincitrice di un secondo Diapason d’Or, rende omaggio a uno dei musicisti di massima
espressione del Barocco, Georg Friedrich Händel, attraverso un confronto
stilistico tra la sua produzione del periodo italiano (dal 1706 al 1710) e del
periodo londinese (1711-1759).
Il “caro Sassone”, come lo acclameranno
a Venezia, scese in Italia attratto dalla musica moderna, per immergersi nel
gusto musicale che già aveva conosciuto, più o meno direttamente, durante gli
anni ad Amburgo. Sin dai primi passi della sua attività, Händel guarda a
oltralpe, a come gli italiani eccellessero nel trattamento della voce e nel
nuovo stile del concerto. Una delle tante prove è la partitura del Gloria, riscoperta a Londra solo nel
2001 all’interno di una collezione di cantate e arie. Probabilmente composta
intorno al 1706, prima quindi del suo viaggio in Italia, è una cantata per
soprano e trio d’archi con basso continuo, fortemente influenzata dagli stilemi
della nostra musica.
A Roma, Händel venne ad assorbire lo
stile del teatro e quello del concerto strumentale, entrando in contatto con i
migliori musicisti del suo tempo. Nella città dove lavoravano Corelli,
Alessandro Scarlatti e Bernardo Pasquini, iniziò a comporre musica sacra o
devozionale, ma con una forte vena teatrale. La cantata a voce sola era
l’intrattenimento serio, edificante, estremamente raffinato e adatto ai salotti
dei principi della chiesa, fra i quali i cardinali Carlo Colonna, Benedetto
Pamphili – lo stesso che scriverà il libretto del Trionfo del Tempo e del Disinganno – e Pietro Ottoboni, tutti
assiduamente frequentati da Händel. L’introduzione della cantata mariana Donna che in ciel, scritta,
probabilmente nel 1707 per commemorare lo scampato pericolo per Roma dopo un
terremoto, è una prova di come Händel sapesse rielaborare il gusto italiano e i
modelli del concerto grosso corelliano, specialmente nella giga, con
l’alternanza fra il concertino e i tutti. Della scrittura di Corelli, si ha un
esempio poco dopo nel programma, con il Concertino da camera inviato
all’elettore palatino Johann Wilhelm da Corelli nel 1708, con la speranza di
conquistarsi un importante mecenate.
L’aria per soprano Tecum principium è la terza sezione del Dixit Dominus, probabilmente eseguito per la prima volta per la
festa della Madonna del Carmelo, il 16 luglio 1706 nella chiesa di Santa Maria
in Montesanto, per la famiglia Colonna. Nel brano, il soprano condivide la
stessa figurazione terzinata con i violini in un costante dialogo fra voce e
strumenti. Solo a sottolineare l’apice poetico (dal seno dell’aurora – ex uterum ante luciferum) la voce arresta il
flusso per declamare una melodia che viene subito fiorita.
Dopo aver viaggiato nei principali
centri musicali della penisola, Händel ne porta i frutti al suo nuovo e
fedelissimo pubblico, trasferendosi a Londra. Alla fine del Seicento, Purcell
aveva già dato prova nel suo Dido and Aeneas
di poter adattare il nuovo stile teatrale al gusto degli inglesi, sensibili
pure alla musica strumentale. L’Inghilterra, insomma, è un paese aperto a
quanto accade musicalmente nel resto d’Europa, grazie alla fitta rete di
musicisti, cantanti, compositori che vi approdano in cerca di nuove opportunità
e alla non meno folta schiera di nobili viaggiatori diretti verso il
continente. La Ciaccona in sol minore,
basata sul tema della Follia, è un esempio dell’arte della variazione su un
tema d’origine portoghese conosciutissimo in tutta Europa e utilizzato, fra gli
altri, da Vivaldi, Corelli, Scarlatti e dallo stesso Händel. Un altro filo che lega Roma a Londra è il
concerto grosso: la collezione che Händel scrisse nel 1740 costituisce la sua
personale rielaborazione dello stile corelliano, adattato al mondo inglese.
Degli stessi anni è il Concerto grosso n.
5 di Charles Avison, allievo del grande violinista Francesco Geminiani
(1687-1762), anch’egli trapiantato a Londra. Il riferimento e l’assimilazione
dello stile italiano sono evidenti sia nella scelta formale sia per i temi,
ricavati da alcune sonate per clavicembalo di Domenico Scarlatti.
La religiosità manierata e piena di umanità
della Roma dei cardinali riecheggia nei testi e nel modo di metterli in musica
ben oltre il soggiorno romano. L’oratorio Belshazzar
fu eseguito durante la quaresima del 1745. Il recitativo accompagnato e l’aria Vain fluctuating state of human empire,
cantati dalla madre del protagonista, Nictoris, in apertura del primo atto,
dimostrano come Händel fosse padrone di quello stile rappresentativo, che
metteva in scena le passioni dell’animo umano e la teatrale mobilità dei
sentimenti. Basta seguire il contrastante sviluppo del recitativo, nel quale
ogni stato d’animo è scandito da un diverso gesto musicale, prima nella voce e
poi amplificato nell’accompagnamento. Così, quando giunge la notizia che Jephtha (oratorio del 1751) ha sconfitto
le truppe nemiche, sua figlia Iphis, accetta nel recitativo Such news e poi nell’aria Happy they il suo destino di morte, in
un contrasto fra la gioia generale e il suo destino personale. La gioia
dell’accettazione della morte di Iphis è, ovviamente, un ossimoro, che certi
passaggi melodici e armonici dell’aria rendono evidente. Gioia piena e priva di
dolore è, invece, quella dell’aria Rejoce
dal Messiah (eseguito nel 1741), dove
la pace non è portata da una vittoria dell’uomo, ma dalla venuta del Salvatore.
Insomma, l’Händel all’inglese, quello dell’oratorio al quale si dedica
maggiormente per assecondare i gusti del pubblico nella sua seconda fase
londinese, risente fortemente dell’Händel alla romana, continuando quel sogno e
quella fascinazione lungo tutta la sua vita.
Vendita sul posto, secondo disponibilità, 40 minuti
prima di ogni concerto e presso la segreteria parrocchiale di S. Maria della
Passione (via Conservatorio 16) dal
lunedì al venerdì dalle 9.15 alle 12.00.
Abbonamenti:
140 euro (tel 02.76317176)
Prevendite
biglietti (diritto di prevendita Euro 1,80):
Call center (servizi a
pagamento): Vivaticket 892.234 (from outside Italy: +39.041.2719035) e Seat Pagine Gialle 89.24.24 (attivo 24 ore su 24)
App Vivaticket Mobile per iPhone e Android disponibile sull’app Store e su
Google play
Sede
del concerto
Basilica
di Santa Maria della Passione
via Conservatorio 16
MM San Babila, tram 9, 23, bus 54, 61, 94
Per
informazioni:
Associazione
Culturale La Cappella Musicale
via Vincenzo Bellini 2 - 20122 Milano
tel e fax 02.76317176 e-mail mail@lacappellamusicale.com
twitter @lacappellamusic
Direzione Artistica: Maurizio Salerno
Coordinamento e comunicazione: Lucia Olivares, Luana Castelli, Federica
Parati
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