2015_04_01 Dal '700 di Vivaldi al folk music di Bartok con Avi Avital e Il Demetrio diretto da Maurizio Schiavo

Mercoledì 1 aprile 2015 alle ore 21.00
TEATRO FRASCHINI - Pavia
STAGIONE di MUSICA 2015
ORCHESTRA IL DEMETRIO con AVI AVITAL
Per la prima volta il musicista Avi Avital al Teatro Fraschini accompagnato dall’Orchestra da camera Il Demetrio.
Direttore Maurizio Schiavo.

FOTOSERVIZIO di CONCERTODAUTUNNO
Programma
A.Vivaldi - Sinfonia in sol magg. RV 149 per archi
A.Vivaldi - Concerto in re magg. per mandolino e archi (trascrizione del concerto per liuto RV 93)
A.Vivaldi - Concerto in do magg. RV 425 per mandolino e archi
A.Vivaldi - Concerto in sol min. RV 531 per 2 violoncelli e archi
Solisti: Antonio papetti, Manuel Zigante
A.Vivaldi - Concerto in sol min. “L’Estate” per mandolino e archi (trascrizione del concerto per violino RV 315)

SECONDA PARTE
Ernest Bloch: Nigun, da Baal Shem
Eliodoro Sollima: Divertimento su temi popolari siciliani per orchestra d'archi e pianoforte
Solista: Donatella Sollima
Sulkhan Tsintsadze: 6 Miniature, su canti popolari della Georgia (Shepherd’s Dance, Suliko, Indi-Mindi, Lied, Satchidao, Dance Tune) per mandolino e archi
Bela Bartok: Danze popolari Rumene per mandolino e archi

ORCHESTRA IL DEMETRIO
VIOLINI I
Maurizio Cadossi* Stefania Gerra Francesco La Bruna Roberta Pietropaolo Cesare Zanetti
VIOLINI II
Davide Monti* Claudia Monti, Paolo Costanze Ulrike Slowik
VIOLE
Mauro Righini* Livia Baldi Marco Varisco
VIOLONCELLI
Antonio Papetti* Manuel Zigante
CONTRABBASSO
Roberto Panetta
CLAVICEMBALO
Simonetta Heger
TIORBA E CHITARRA BAROCCA
Ugo Nastrucci
'prime parti

Avi Avital, straordinario mandolinista nominato ai Classical Grammy Awards come “Miglior solista strumentale 2010”, emoziona il pubblico attraverso le sue interpretazioni virtuose nell’ universo musicale. Nato in Israele, si è diplomato all’Accademia Musicale di Gerusalemme e al Conservatorio Cesare Pollini di Padova, dove ha studiato il repertorio originale per mandolino con Ugo Orlandi.
L’Orchestra Il Demetrio, fondato e diretto da Maurizio Schiavo, trae il suo nome dalla prima opera (del boemo Josef Myslivecek ) che nel 1773 inaugurò il Teatro Fraschini,  fonda la sua ricerca musicale sulla riscoperta e la valorizzazione del patrimonio musicale di Pavia e della sua provincia, presentando in prima esecuzione moderna numerose importanti composizioni, pagine rare o inedite di autori del Sei-Settecento.
Dallo spumeggiante Settecento di Vivaldi al folclore georgiano alle briose danze di Bartok. E uno strumento protagonista, il mandolino, di raro ascolto nelle sale da concerto. La sera di mercoledì primo aprile le luci del teatro Fraschini di Pavia si accenderanno su Avi Avital, star emergente della scena internazionale e virtuoso del mandolino tra i più applauditi. Artista dall'indiscussa verve comunicativa, capace di spaziare dall'esecuzione filologica all'improvvisazione jazzistica e alle sperimentazioni della produzione contemporanea, il giovane musicista israeliano dividerà la scena con il direttore d'orchestra Maurizio Schiavo  e con l'orchestra da camera Il Demetrio. Per questo evento i due musicisti hanno confezionato un programma variegato e divertente che accosta celebri pagine del Barocco a brani di ispirazione popolare rivisitati in chiave colta. Tra questi ultimi spicca il Divertimento su canti popolari siciliani per orchestra d'archi e pianoforte di Eliodoro Sollima (1926-2000) la cui esecuzione, insieme alla presenza di Avital, è uno dei motivi di interesse del concerto.

Note a cura di Mariateresa Dellaborra
Nettamente bipartito, il programma affianca a una prima parte tutta vivaldiana, calata nel scintillante universo barocco, una seconda legata al repertorio folcloristico più vicino ai nostri giorni, che spazia dalla Sicilia alla Georgia toccando la tradizione ebraica e i canti popolari magiari.
La Venezia, meta di tanti illustri visitatori e artisti, in cui Vivaldi (1678-1741) svolgeva la sua attività, traspare dalle pagine destinate ora all’orchestra sola (Sinfonia RV149) ora a uno specifico solista sia esso il mandolino (Concerti RV 93 e 315) siano i due violoncelli. Puntando ad effetti coloristici e dinamici, inventando temi e melodie inconsuete, utilizzando strutture formali e ritmiche ben riconoscibili, il Prete rosso diede vita a un catalogo in cui anche i contemporanei (primo fra tutti Johan Joachim Quantz) rimiravano «un nuovo genere di pezzi musicali dai magnifici ritornelli», degni di essere presi come modelli. Violinista prodigioso e improvvisatore strabiliante, Vivaldi scrisse con identica abilità per tutti gli strumenti del suo tempo, offrendo loro il massimo rilievo ed esaltando sempre le loro peculiarità timbriche ed espressive.
La seconda parte prende avvio da Nigum (Improvvisazione) che Ernest Bloch (1880-1959) ha collocato al secondo posto della sua Baal Shem composta nel 1923, anno in cui il compositore svizzero ricevette la cittadinanza americana. Scopo della creazione era quello di far trasparire l’anima ebraica in tutti gli aspetti enigmatici, ardenti e turbolenti che si sentono vibrare nella Bibbia. Nigum non offre dunque una ricostruzione della musica ebraica con il recupero di antiche melodie, ma intende sollecitare un’emozione e una vibrazione esclusivamente interiore attraverso una linea ornata e piacevole che raggiunge un picco di spirituale intensità prima di svanire.
Se per Eliodoro Sollima (1926-2000) la presenza di una composizione basata su temi siciliani rappresenta un’eccezione nell’ambito del proprio catalogo compositivo (eseguita per la prima volta nel 1976 con un riscontro entusiastico del pubblico di Passau rapito dalle evocazioni e suggestioni contenute nei tre movimenti Allegro, Andantino, Allegro), per Sulkham Tsintsadze (1925-1991) l’impiego di motivi georgiani è quasi una costante. Fin dalla prima composizione del 1940, il violoncellista-compositore ha infatti attinto al folclore della sua terra dando un contributo davvero determinante alla sua divulgazione. In particolare nelle Sei miniature su canti popolari della Georgia (Shepherd’s Dance, Suliko, Indi-Mindi, Lied, Satchidao, Dance Tune) si trovano le forme e le caratteristiche peculiari del repertorio di quel paese. Identico atteggiamento accompagna la produzione di Bela Bartok (1881-1945) che agli inizi del XX secolo aveva iniziato a studiare la musica contadina proprio per trovare modi innovativi e strutture espressive inconsuete che donassero nuova linfa alla sua composizione. Le brevi Danze popolari rumene, composte originariamente per pianoforte nel 1915 e quindi trascritte per orchestra nel 1917, riproducono fedelmente i ritmi e le fattezze delle danze di varie regioni dell’Ungheria e dei territori limitrofi, tutte specificate a fianco del titolo. Ognuna ha un proprio carattere e la destinazione d’uso (danza del bastone, girotondo, sul posto, danza del corno, polca rumena, passettino di Belényes e passettino di Nyàgra) e conserva intatta l’idea del movimento e dei gesti che le accompagnava durante l’esecuzione originaria, anche se qui è inserita in un contesto armonico e timbrico completamente moderno.

BIGLIETTERIA
I biglietti del concerto sono in vendita al Teatro Fraschini Costo: da 20 euro a 8 euro.
Orari di apertura di biglietteria: dalle 11 alle 13  e dalle 17 alle 19 (da lunedì a sabato). Telefono: 0382/371214
Sono riconosciute riduzioni, oltre che di legge, per le scuole e gli studenti universitari, per gli allievi dell’Istituto Musicale Vittadini, per gli studenti ERASMUS.
Tutti i prezzi sono pubblicati sul sito www.teatrofraschini.org ACQUISTO ON LINE

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