al Palazzo Congressi di Stresa
Sabato 17 gennaio 2015_01_17, ore 16.00
al Politeatro di Milano
MARCO FALAGUASTA dalla televisione al teatro
“COME TRE ARINGHE”
in scena a STRESA E MILANO
Commedia brillante scritta da Marco Falaguasta e Marco Fiorini.
La commedia rientra a pieno titolo nella linea scelta da Gennaro D’Avanzo per la stagione 2014-2015, puntando sugli autori italiani, che senza sosta analizzano la realtà e la riportano sulla scena, trovando sempre il modo di affrontare temi anche complessi con profonda ironia ed intelligenza. Marco Falaguasta, autore di “Come tre aringhe” insieme a Marco Fiorini, è reduce dai successi televisivi de “Il Restauratore”, e così racconta la sua commedia.
Il tempo è un concetto relativo. Forse, ma per tre vigilanti notturni in servizio presso un non meglio identificato delfinarium il tempo è soprattutto una spada di Damocle che incombe sulle loro teste più o meno quanto le scelte fatte fino a quel momento delle loro esistenze. Tre anime con tre poetiche diverse, accomunate dallo stesso lavoro notturno, vampiresco, durante il quale c'è il
tempo, appunto, di fare i conti con se stessi. Tre anime giuste, che con la notte scherzano per esorcizzare la vita, un po' clowneschi nelle loro dinamiche relazionali, un po' filosofi. Tra una presa in giro e una burla ben riuscita, i tre finiscono per psicanalizzarsi a vicenda, accelerando il processo di consapevolezza dei propri errori e dei limiti che la vita ha loro imposto, con un lavoro che si riduce al controllo della procedura di manutenzione notturna della vasca in cui vive un misterioso quanto mitologico delfino albino, metafora di una eccezionalità che i nostri tre possono solo lontanamente sognarsi, essendo, infatti, più che maestosi delfini albini, tre piccole aringhe. Sul ritmo della commedia d'approfondimento, dove la risata è propedeutica alla comprensione e alla identificazione dei vizi, dei tic e delle idiosincrasie dei tre metronotte, si snoda una vicenda umana che porta dentro un po' di noi stessi: quella forza con cui spesso affrontiamo le nostre convinzioni più profonde che ci viene improvvisamente e mancare quando sono le nostre stesse convinzioni a vacillare. Si ride di e con le tre aringhe, protagonisti da amare nelle loro tenere ingenuità, da comprendere e perdonare per quegli errori che tutti, almeno una volta nella vita, abbiamo commesso e che, almeno per loro, potrebbero rivelarsi fatali, lasciandoci, a sipario chiuso, la sensazione che la relatività del tempo non sia poi una certezza e che la vita, con le sue trappole meravigliose, vada affrontata senza strategie, ma di pancia, col cuore in mano, senza rinvii. Perché la vita non la si procrastina, si sia noi delfini o aringhe, la si vive, cercando di strapparle il suo tesoro più prezioso: una risata.
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