2013_04_09 Corrado d'Elia torna a Teatro Libero con Io,Ludwig van Beethoven sino al 21 Aprile 2013

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REPLICHE STRAORDINARIE di 
IO, LUDWIG VAN BEETHOVEN
al Teatro Libero Di Milano:
Sabato 13 aprile 2013_04_13 alle 22,15 (1° spettacolo ore 21,00)
Domenica 14 aprile 2013_04_14 alle 18
Sabato 20 aprile 2013_04_20 alle 22,15 (1° spettacolo ore 21,00)
(Vedi altro post con annuncio dello spettacolo)

Scelta musicale curata da Giulio Fassino con la consulenza di Andrea Finizio e Monica Serafini
Lluci  curate da Alessandro Tinelli

Bene, adesso lo abbiamo visto finalmente questo lavoro di Corrado D'Elia dove spiega un capolavoro della musica di tutti i tempi "la nona sinfonia di Beethoven, quella dove alla fine cantano tutti, su quella poesia alla gioia di F.Schiller". Si, ma questa non è che la fine o quasi della serata per arrivarci D'Elia, in questo "album" come lui stesso lo definisce, ci propone una serie di schizzi, di scene abbozzate ai colori tenui dell'acquarello, o di momenti forti ricchi di contrasti materici e sonori. 
Corrado D'Elia non ama autocelebrarsi ma sicuramente un pizzico di soddisfazione le deve pur sentire visto il caloroso successo che ha contrassegnato ancora una volta la sua nuova ideazione. 
Lo spazio in cui si colloca è uno spazio chirurgico, neutro, monocromaticamente bianco ma .. esplodono le prime battute del Coriolano e la stupenda tecnologia delle luci LED inizia a creare colori e sfumature cangianti secondo le mutazioni e le esplosioni della musica.
Azzurri, rosa, bianchi lancinanti, gialli, violetti, macchie di colore in sfumato contrasto sui pannelli appesi nello spazio, e tutti questi colori nascono, muoiono, cangiano con il cangiare della musica, una lezione di alta professionalità per i "beethoven boys" la squadra tecnica che ha supportato D'Elia. 
Un ottimo biglietto da visita per i corsi per "tecnici luci" che la scuola di Teatri Possibili sta organizzando. D'Elia narratore appare dopo un breve buio, sulla sedia centrale, l'alto sgabello bianco che non lascerà mai per tutta la durata dello spettacolo.
Da li, sino al momento della fine della vita con quel spegnersi reclinando il capo all'indietro, suonerà l'invisibile piano, dirigerà l'invisibile orchestra che ascolteremo e schizzerà sulle pagine di questo suo nuovo album la vita del genio di Bonn, Ludwig van (non Von) Beethoven. Dalla nascita modesta, alle angherie del padre sfruttatore del suo talento, ai primi successi, alla ribellione contro lo stile di vita degli altri musicisti asserviti ai commandatari quasi come impiegati della musica alla lotta per affermare il diritto alla libertà assoluta del compositore.
Il successo arriva, ma svanisce come l'adagio di una sua sonata e lascia a lui solo la miseria, (Rossini organizzò una raccolta fondi per soccorrerlo) per la quale il suo aspetto, così trasandato, lo rendeva già pronto. Ma la voce improvvisamente si alza, la voce diventa un urlo, un urlo perchè se non urli non ci sento !! La sordità, l'estrema beffa del destino, a lui, il compositore sommo (come verrà riconosciuto dai posteri) non sarà più consentito sentire la sua musica!
La "nona sinfonia" è una eccentrica composizione, che i contemporanei accettano nel programma dell'Accademia per compiacere il grande vecchio ma che quando la ascoltano ne rimangono sconvolti, ed eccoli allora tutti in piedi a sventolare fazzoletti, perchè gli applausi lui, Beethoven, non li sente più, non si è neppure accorto che la Sinfonia è finita, lo devono girare verso il pubblico per vedere il suo successo. 
Dopo l'op.125 il tessuto si sfalda, oppure si complica, dai quartetti alla Grande partita il suo non sarà più il testamento di Heiligenstadt ne la lettera alla "ferne geliebte" (amata lontana), no!
Sarà una testimonianza di futuro, di una musica nuova, quella che tutti i grandi compositori arrivano a scrivere, quella che vivrà dopo di loro, musica è e sarà ... futuro.
Peccato che D'Elia non ami essere immortalato in una registrazione, ma un così bello spettacolo meriterebbe di diventare una installazione a disposizione di tutti quelli che, in poco più di un'ora, vogliono capire la musica di Beethoven e questo lavoro la fa veramente capire, non solo, la fa amare. (mario mainino)

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