L’Italia seduta
Sezione design dell’allestimento della Mostra nella Cavallerizza del Castello Sforzesco di Vigevano
Un commento è necessario almeno come chiave di lettura della sezione “design” della mostra che inauguriamo. (Presentazione di Giorgio Forni ass.Cultura Comune di Vigevano)
Abbiamo costruito l’allestimento scegliendo soprattutto “sedute” .
Cioè a dire sedie, poltrone e divani per alludere con ironia scoperta alla fase attuale del nostro Paese: fermo, addormentato quel tanto che basta per amareggiare e per velare di pessimismo il nostro sguardo sull’oggi.
Tra i vari pezzi, che abbiamo già in collezione per il futuro Museo del Design , la scelta è caduta su produzioni della Poggi di Pavia (storica Azienda che ha chiuso recentemente i battenti, assorbita da Cassina), di Poltrona Frau, Kartell e Zanotta.
Di Carlo e Roberto Poggi , che ricordiamo come antesignani di quel magico incontro , tipico degli anni ’50 ,tra imprenditori ed architetti, presentiamo la sedia “Luisa” e la poltroncina “Luisella”, (1949) disegnate da Franco Albini, alla cui matita si deve anche la poltrona “Dulcinea” (la PL 19 del 1954) disegnata insieme a Franca Helg. A seguire la sedia “Golem” (1968) di Vico Magistretti e la poltroncina “Barbettis” (1991) di Angelo Mangiarotti.
A completare questa pagina di storia del design il tavolino “Cicognino” (1954) di Franco Albini, icona esposta anche al Moma e al Museo di Arte decorative di Parigi, insieme al “Contenitore” (1958)
L’omaggio al nostro Giotto Stoppino è reso da tre pezzi nel nome di Cavour : sedia, poltroncina e poltrona disegnate per Poltrona Frau (1980).
In mostra anche il disegno originale di quest’ultima, anche se sbocconcellato…da un topolino.
Dell’amico Giotto abbiamo aggiunto anche un piccolo sgabello prototipo degli anni ‘40 per il suo uso personale .
Appese al soffitto perché …leggerissime, la sedia “piuma” (1975) di Stoppino a dialogare con la “superleggera ”rossa di Giò Ponti (1954) e con “l’universale” di Joe Colombo per Kartell (1968).
Per l’azienda di Noviglio uno spot dedicato alla collaborazione con Philippe Starck: le ormai dovunque usate “la Marie”, “ Louise Ghost” (parodia della Francia del XVIII sec.) , l’erotica “ Ero” , rossa e ruotante con l’ultima creazione, “Mister Impossibile”, così chiamata perché derivata da un sogno di Starck che solo Kartell ha potuto realizzare in policarbonato espanso con tecnologia mirabile. Un segno questo della famosa “eccellenza” dell’Industria Italiana.
Ma anche la LCP (2007) di Marten van Severen, cui la Korea Foundation ha dedicato un banner di 20x20 mt. sulla strada principale di Seoul durante la Mostra (2010) organizzata con noi dall’Ambasciata d’Italia.
Di Zanotta alcune storiche riedizioni del tavolino “arabesco” e della scrivania “Cavour” disegnate nel 1949 dal torinese Carlo Mollino, insieme alla “ Jenny “ di Gabriele Mucchi (1935) e alla “Sant’Elia” di Giuseppe Terragni (1936).
A complemento la sedia “Celestina” di Marco Zanuso (1978) , la famosa poltrona di Fantozzi (“Sacco”) disegnata per una seduta anticonvenzionale da Gatti, Paolini e Teodoro.
Corre l’obbligo di informare che il divano “Onda” (De Pas, d’Urbino Lo mazzi-1985), in memoria dei recenti tsunami …è stato lasciato avvolto in una pellicola trasparente.
Per scongiurare gli effetti …dell’onda!
A firma degli stessi architetti “Shangai, l’appendi abiti (1973) che parafrasa l’omonimo gioco infantile
Di Carlo Colombo (2005) la poltrona “Sushi” mentre dei fratelli Achille e Pier Giacomo Castiglioni, due altre icone : lo sgabello “Mezzadro” (1957) e il tavolino “Cumano” (1978) appeso in tutte le birrerie più trendy.
Passiamo alla mitica “Memphis” , con il divano policromo disegnato nel 1980 da Michele De Lucchi.
E’ la volta della collaborazione con gli artisti che, questa volta da soli, con le loro mani, hanno realizzato per sé e per un collezionismo spiritoso alcuni pezzi di cui diamo esempio.
Le sedie “Re e Regina” che Marcello Pirro , con un falegname veneziano , preparò per la propria camera da pranzo nei primi anni ’60.
Segue Gian Carlo Zompì che da circa 30 anni raccoglie dai robivecchi “rottami “ d’arredo per decaparli e dipingerli a smalti policromi come i suoi quadri : sedie, bauli, sgabelli , comodini, testate da letto , panchette . Costruendo di proposito anche spettacolari paraventi e specchi magici.
Delle LUCI , che rappresentano un altro fondamentale capitolo del design made in Italy …un prossimo pezzo, legenda delle collaborazioni virtuose ed innovative tra architettura ed industria .
Un solo cenno al capitolo LODOLA.
Un artista che ha fatto della scultura luminosa un proprio codice di immediata riconoscibilità.
Del nostro Marco qualche “piccoletta” da comodino…che speriamo il nostro Aldo Casetti ci consenta di accendere in Cavallerizza.
In Sotterranea invece alcune grandi opere che prefigurano “la stanza dall’arte “ che gli dedicheremo in permanenza in una delle sette Carceri in attuale restauro.
Di Lodola un cavallerizza accenderemo di sicuro “Miss Italia” che abbiamo scelto come logo della Mostra .
Dialogherà con “Misses Flower power”, la coppia di grandi vasi VERDE bandiera che Philippe Starck ha disegnato per Kartell e che l’amico Cavanna integrerà con il ROSSO dei suoi fiori e con una fascia BIANCA da “Miss” …ITALIA.
La nostra Moda Italiana è declinata con il nuovo allestimento di “Anteprima 3” nella Scuderia di Ludovico.
Porteremo però in Cavallerizza il Versace bianco di Lady Diana completato , è d’obbligo , con il verde ed il rosso di due scialli Versace che Diana era solita portare.
Un tocco romantico e storico per il nostro BUON COMPLEANNO ITALIA!
Sognando prima o poi Brescia capitale del Design...
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