2019_03_01 laVerdi con Manuel Coves e il chitarrista Pepe Romero

Venerdì 1 marzo 2019, ore 20.00
Domenica 3 marzo 2019, ore 16.00
Auditorium di Milano, largo Mahler
Stagione Sinfonica 2018/2019
Nel cuore della Spagna
Berio/Boccherini Ritirata Notturna di Madrid
Joaquín Rodrigo Concierto de Aranjuez
Federico Moreno-Torroba Concierto en Flamenco
Maurice Ravel Boléro
Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi
Chitarra Pepe Romero
Direttore Manuel Coves
laVerdi con Manuel Coves e il chitarrista Pepe Romero
tra il Boléro di Ravel e il Concerto d’Aranjuez
Pepe Romero, uno dei più grandi chitarristi del nostro tempo, festeggia i suoi 75 anni con una tournée internazionale che lo vede nella tappa milanese sul palco dell’Auditorium insieme all’Orchestra Verdi venerdì 1 marzo (ore 20.00) e domenica 3 marzo (ore 16.00). Un debutto attesissimo che ci conduce nel cuore della sua Spagna per eseguirne due dei più amati capolavori che hanno per protagonista la chitarra, strumento che a lungo ha rappresentato nel mondo la Spagna e la sua variopinta storia musicale. Al grande talento di Pepe Romero sono affidati due classici del repertorio per chitarra classica: il Concerto d'Aranjuez (Concierto de Aranjuez) l'opera più nota di Joaquín Rodrigo, uno dei compositori spagnoli più famosi del primo dopoguerra e il Concierto en Flamenco composto da Federico Moreno-Torroba agli inizi degli anni ’60.
Il direttore spagnolo Manuel Coves, pianista esperto, regista di opere liriche e di balletto, direttore con una carriera internazionale molto attiva, anche lui al suo esordio con laVerdi, dal podio continua il percorso musicale raccontandoci invece un’altra Spagna, così come è stata raccontata e immaginata da due maestri del Novecento: Luciano Berio e Maurice Ravel. Di Berio ascolteremo le sue trascrizioni per orchestra della Ritirata notturna di Madrid di Luigi Boccherini, brano del 1975, mentre del compositore francese Maurice Ravel l’Orchestra Verdi propone il suo conosciutissimo Boléro, composto nel 1927 e considerato uno dei grandi classici del Novecento. Il concerto che vede protagonista e fonte di ispirazione musicale la Spagna è in collaborazione con l’Istituto Cervantes di Milano.

Biglietti serie Verdi: euro 36.00/16.00; Info e prenotazioni: Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler; orari apertura: mar/dom, ore 10.00/ 19.00. Tel. 02.83389401/2/3, www.laverdi.org  www.vivaticket.it.

Note al Programma

Berio/Boccherini  Quattro versioni originali della «Ritirata notturna di Madrid»
di L. Boccherini sovrapposte e trascritte per orchestra (1975)
Scritto su commissione dell’Orchestra del Teatro alla Scala di Milano, la composizione trae ispirazione dalla “Musica notturna delle strade di Madrid”, nota anche come “Ritirata notturna di Madrid” di Luigi Boccherini, tra i più importanti compositori di musica da camera e considerato l’ideatore del quintetto per archi. Lo stesso Berio così racconta la genesi dell’opera: “Le variazioni sul tema dalla Ritirata notturna di Madrid sono numerose nell’opera di Boccherini. Si tratta evidentemente di un pezzo che godeva di grande favore presso il pubblico, e il compositore lo ha trascritto parecchie volte per diverse formazioni da camera: due versioni per quintetto d’archi, una per quintetto con pianoforte, un’altra con chitarra, ecc. Ogni volta il testo presenta piccole varianti. Ho scelto quattro di queste versioni, le ho sovrapposte e, come dice il titolo, le ho trascritte per orchestra. L’unica parte aggiunta di sana pianta è quella della percussione, che tuttavia è derivata dagli originali:”

Joaquín Rodrigo Concierto de Aranjuez per chitarra e orchestra
Eseguito per la prima volta nel 1940 con l’Orchestra filarmonica di Barcellona, la chitarra di Regino Sainz de la Maza e la direzione di Cèsar Mendoza Lasalle, il brano ebbe un grande successo fin dalla sua prima esecuzione, tanto da divenire in breve tempo e poi sempre fino ad oggi, il Concerto per chitarra e orchestra di gran lunga più richiesto e più eseguito sulla scena internazionale. Il concerto d’Aranjuez racconta il mondo di un autore (Joaquin Rodrigo) che per tutta la sua lunga carriera volle sempre mantenersi distante dalle avanguardie artistiche e vicino invece alle ragioni di un folclorismo eclettico e di maniera, anche se spesso illuminato da intuizioni melodiche e armoniche di memorabile efficacia.
Questo concerto, composto tra il 1938 e il 1939 fra Parigi e Madrid, nei difficili anni della guerra civile spagnola, è memorabile per le sue felici invenzioni tematiche dando notorietà e risalto al genere di concerto per chitarra e orchestra che stava vivendo proprio in quegli anni un momento di particolare fioritura. Destinato alle abili mani di un virtuoso dell’epoca, Regino Sainz de la Maza, il concierto di Rodrigo trae titolo e ispirazione poetica dal ricordo dei sontuosi giardini del Palazzo Reale di Aranjuez. Sintesi del classico e del popolare, di forma e di sentimento, la composizione, articolata in tre movimenti di neoclassico nitore ed equilibrio, è un abile costruzione che riesce a bilanciare il delicato suono chitarristico con le più accese sonorità orchestrali.

Federico Moreno-Torroba  Concierto en Flamenco
Il nome di Federico Moreno Torroba (Madrid, 3 marzo 1891 – Madrid, 12 settembre 1982) è spesso associato alla zarzuela, tradizionale genere musicale spagnolo che egli ha contribuito a diffondere presso un pubblico internazionale. Tra le più conosciute vi sono la zarzuela Luisa Fernanda (1932) e La chulapona (1934), Virgen de Mayo (1925), El Poeta (1980). Molto note sono anche le sue composizioni per chitarra, molte delle quali sono state scritte per Andrés Segovia. Il suo stile attinge sia alle tradizioni popolari che a quelle classiche.
Torroba scrisse due concerti dedicati ai chitarristi di flamenco, il primo dei quali fu Concierto en Flamenco del 1962, scritto per il leggendario chitarrista di flamenco Sabicas . Pepe Romero ha inciso insieme al chitarrista Vicente Coves per l’etichetta Naxos tutti i concerti per chitarra e orchestra di Torroba, nel 2015 con la Malaga Philarmonic Orchestra diretta da Manuel Coves.

Maurice Ravel Boléro
All'origine di Boléro di Maurice Ravel c'è la richiesta al compositore, nel 1927, da parte di Ida Rubinstein, di una partitura per un breve balletto di ambientazione spagnola. Personaggio centrale nella vita teatrale parigina dei primi decenni del secolo, Ida Rubinstein si era imposta come artista di grande fascino all'interno della celebre compagnia dei Ballets russes, dalla quale si era poi presto staccata fondando una propria compagnia. Nonostante mancasse, come ballerina, di una tecnica veramente solida e fosse afflitta, come attrice, da un forte accento russo, la sua avvenenza e il suo carisma stimolarono la creatività di molti compositori (Debussy, Stravinskij, Honegger, Sauguet), letterati (D'Annunzio, Gide, Valery) e coreografi (Fokine, Massine, Bronislava Nijinska). In un primo momento il progetto di Ravel era quello di orchestrare alcune pagine pianistiche tratte da Iberia, celebre raccolta pianistica di Albeniz, compositore protagonista della rinascita musicale spagnola, scomparso nel 1909. Ma il progetto risultò impossibile, poiché i diritti per la trasformazione in balletto di Iberia erano già stati ceduti ad altri dagli eredi. Di qui la scelta del compositore di ripiegare sull’orchestrazione di una propria melodia di carattere spagnolo, forse annotata durante un viaggio nella regione dei Pirenei. Ravel si richiama a questo fiorentissimo filone della musca francese. Nelle lettere scritte nel corso della stesura Ravel si riferisce al brano chiamandolo Fandango; ma il titolo definitivo fu poi Boléro. Il Bolero, come danza caratteristica, rientrava perfettamente in un fiorente filone della musica francese dell’epoca, quella dell'esotismo ispanico della Francia ottocentesca, sviluppato soprattutto a fine secolo con molte numerose stilizzazioni. 
La prima esecuzione avvenne, il 22 novembre 1928, all'Opera di Parigi, con la direzione di Walther Straram e la coreografia di Bronislava Nijinska; la stessa Rubinstein era protagonista, nei panni di una ballerina gitana danzante sopra un tavolo, mentre, intorno a lei, altri gitani venivano progressivamente coinvolti nel vortice della danza. Fu Ravel a dirigere poi la sua partitura in forma di concerto, l'11 gennaio 1930 ai Concerts Lamoureux. In entrambi i casi un grande successo arrise alla composizione; ma Boléro era destinato a traguardi imprevedibili. Numerosissime le versioni coreografiche che si sono succedute, tra cui quelle di Aurelio Milloss, Serge Lifar, Filar Lopez e Maurice Béjart. Ma la melodia di Boléro si diffuse molto oltre i confini degli ambienti della danza e della musica colta; innumerevoli sono state le trascrizioni di vario tipo e per tutti gli strumenti, le trasposizioni nell'ambito della musica jazz (il Jacques Loussier Trio, fra gli altri), gli impieghi come colonna sonora cinematografica (Boléro di Claude Lélouche, il più celebre).
La piccola commissione per la ballerina, nata in fretta come soluzione di ripiego, da parte di un autore che non la tenne mai in eccessiva considerazione, nel tempo si è affermata così  come uno dei grandi classici del Novecento.

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