2018_06_28 OTELLO alla ARENA ESTIVA del Teatro Sociale di Como

giovedì 28 giugno 2018_06_28
sabato 30 giugno 2018_06_30
martedì 3 luglio 2018_07_03
Spettacolo ore 21.30
ARENA ESTIVA del Teatro Sociale di Como
200.COM UN PROGETTO PER LA CITTÀ
VI EDIZIONE – 2018
Giuseppe Verdi
OTELLO
Dramma lirico in quattro atti su libretto di Arrigo Boito, da William Shakespeare.
Prima rappresentazione: Milano, Teatro alla Scala, 5 febbraio 1887


Personaggi/interpreti
OTELLO, moro, generale dell'Armata Veneta (tenore)
Francesco Anile

DESDEMONA, moglie d'Otello (soprano)
Sarah Tisba

IAGO, alfiere (baritono)
Angelo Veccia

EMILIA, moglie di Iago (mezzosoprano)
Caterina Piva

CASSIO, capo di squadra (tenore)
Oreste Cosimo

RODRIGO, gentiluomo veneziano (tenore)
Nico Franchini

LUDOVICO, ambasciatore della Repubblica Veneta (basso)
Shi ZOng

MONTANO, predecessore d'Otello nel governo dell'isola di Cipro (baritono)
Un araldo, (basso)
Massimiliano Mandozzi

Coro marinai, popolani, nobili, fanciulli
Coro 200.Com
Coro voci bianche del Teatro Sociale di Como
Orchestra 1813
Direttore Jacopo Rivani
Scene Federico Biancalani
Costumi Giulia Giannino
Light designer  Alessandro Carletti
Maestri del coro Giuseppe Califano, Alberto Maggiolo, Giorgio Martano, Mariagrazia Mercaldo
Maestro collaboratore Alfredo Salvatore Stillo
Maestro del coro voci bianche Lidia Basterrechea
Produzione Teatro Sociale di Como AsLiCo
Nuovo allestimento

OTELLO CHARITY – 3 luglio 2018
Serata dedicata ad ActionAid

OTELLO andrà in scena all’Arena del Teatro Sociale di Como nelle serate del 28, 30 giugno e 3 luglio 2018, all’interno dell’undicesima edizione del Festival Como Città della Musica



Dopo il successo delle prime cinque edizioni del progetto 200.Com, nato in occasione delle celebrazioni del bicentenario del Teatro Sociale di Como (Carmina Burana, Cavalleria rusticana, Pagliacci, L’elisir d’amore e Nabucco), riparte una sesta edizione dedicata ad Otello di Giuseppe Verdi. L’ambizioso progetto 200.Com teso al coinvolgimento trasversale dell’intera città raccoglie ed intreccia forze professionali ed amatoriali, preparate nei laboratori.
Il Progetto, che nasceva alcuni anni fa come una semplice esperienza musicale, negli anni ha acquisito una valenza sociale molto importante. Il Teatro diventa un luogo di riferimento per la città, accoglie persone con un bagaglio culturale e socio-economico molto diverso, e rafforza il tessuto sociale: un teatro in cui la dimensione sociale e l’esperienza emotiva si intreccia alla passione per la musica e il canto.
Le persone vengono a teatro per cantare, ma anche per stare insieme, divertirsi, dimenticare gli affanni della vita quotidiana. Nell’ambito del Progetto 200.Com, vengono organizzate incontri di approfondimento sull’opera, di cultura generale, incontri con gli artisti, proiezioni di film, laboratori di consapevolezza corporea e di training teatrale, nonché escursioni culturali, come la trasferta a Busseto. 

NOTE DI REGIA
La tragedia di Otello non è il dramma della gelosia. È piuttosto il dramma dell’intelligenza, della volontà, del sentimento, dove il prevalere dell’uno o l’altro elemento può portare alla cecità, all’annullamento. Guidati da una filosofia di non esistenza “io non sono quello che sono” del regista Iago, i personaggi si muovono sempre in preda ad una tempesta, quella iniziale, che non schiarisce mai, non si calma, nemmeno alla fine. Il responsabile, mosso da volontà e non da sentimento, alla fine sembra scomparire. Egli vive con la morte alle spalle che, seguendo il suo ragionamento, è semplicemente il nulla.
Il movimento del mare coincide con il movimento di tutta l’opera, un continuo oscillare, cadere, rialzarsi per cadere di nuovo. Si cammina legati da fili invisibili che Iago sposta a suo piacimento, si dorme sospesi, i simboli del potere vengono presto ribaltati e il leone finisce sotto i tacchi dell’Alfiere.
L’opera ha le tinte dell’incubo. Quello di Desdemona è il calco degli innumerevoli episodi di violenza sulle donne che purtroppo imbrattano il nostro quotidiano. Le modalità sono le stesse, follia omicida, senso di colpa, suicidio come atto estremo di “amore”. Chi uccide non ama, questo è certo. Otello non ama Desdemona, almeno non come donna. L’ama per la sua pietà, per il riflesso di sé che vede nei suoi occhi. Iago non fa altro che spostare degli equilibri già fragilissimi; Desdemona e Otello si parlano da tempo seduti su due altalene, non c’è terreno stabile sotto i loro piedi ma aria dipinta dei colori della fiaba, dove Desdemona è una Santa bambina e Otello un eroe da cui farsi salvare. La dimensione terrena appartiene alla coppia Iago ed Emilia. Iago è malvagio, Emilia lo sa e lo subisce non senza fastidio: Sono la tua sposa, non la tua schiava. Non c’è traccia d’amore, ma un gioco di ruoli, l’unico in cui Iago rimane incastrato avendo sottovalutato la forza di Emilia. Emilia è ribellione, verità, alza la testa dove Desdemona soccombe e, a differenza della tragedia di Shakespeare, Iago non la uccide. Emilia vive per denunciare Otello, per denunciare Iago, per stare dritta davanti agli uomini, senza paura. Ci aspetteremmo una morale ma Iago sparisce e non c’è nessuna consolazione. Sparisce probabilmente per tornare, in altre forme, con gli stessi intenti, come un mostro grottesco sulla pancia di qualcun altro..
Credo che Otello sia una grande tragedia umana che parla in primo luogo dell’impossibilità di amare ed accettare se stessi. Nessuno nell’opera ha la forza di guardarsi per quello che è.
Nel corso di tutta l’opera c’è come una denuncia costante della fragilità umana, si comincia con una faticosissima vittoria in un mare burrascoso, ma questo passa immediatamente in secondo piano quando con poche, abili mosse viene incrinata la dimensione privata. Il consumato attore Iago passa dalla prova generale con Cassio e Roderigo (dove saggia la propria bravura e la debolezza altrui) per trionfare nel grande spettacolo di Otello. E fa tutto questo usando la donna, che sia Emilia, Desdemona, Bianca. Questa donna-fazzoletto che del fazzoletto ha la trama intricata, la bellezza, il candore; ma non certo la leggerezza. Sono le donne che trionfano veramente nella tragedia di Otello: l’amore di Desdemona per il Moro non conosce incertezze, nemmeno dopo la morte, Emilia è l’unica che si ribella alla volontà di Iago. Gli uomini appaiono creature fragili, giganti dai piedi d’argilla, e si scontrano con qualcosa che non ha niente a che fare con la forza fisica; si scontrano con il sentimento, con la fedeltà, quella profonda che non ha niente a che fare con i fazzoletti ma con un patto d’amore sigillato da baci eterni. È vero, Iago scompare, ma nella mia testa di spettatrice rimarrà sempre, più forte, la paura di Desdemona nella sua camera da letto. Desdemona non fugge, Desdemona rimane.
Silvia Paoli

Laura Tili
tel. 031.270171 – int. 221

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