2016_01_16 Torna al Cagnoni l'orchestra Città di Vigevano con il primo di tre concerti

Il dato più interessante è l'inserimento di brani di musica contemporanea ma non solo, l'autore scelto è il vigevanese Vittorio Zago.
Teatro Cagnoni di Vigevano
Stagione 2015/2016

Sabato 16 Gennaio 2016_01_16 Ore 21,00
Max Bruch - Concerto per violino e orchestra n.l in sol minore op.26
violino Pirro Gjikondi
Ludwig van Beethoven - Sinfonia n°7 in la maggiore op.92
Orchestra Città di Vigevano
direttore Andrea Raffanini
POSTO UNICO INTERO €.11,00 compreso diritto di prevendita.


Domenica 14 Febbraio 2016_02_14 Ore 17,00
GRAN GALA OPERISTICO
Orchestra Città di Vigevano direttore Andrea Raffanini
Coro G.Verdi di Pavia, direttore Enzo Consogno
[programma e solisti da definire]
POSTO UNICO INTERO €.11,00 compreso diritto di prevendita

Sabato 12 Marzo 2016_03_12 Ore 21,00
Piotr Iliic Cajkovskij - Concerto per pianoforte e orchestra n.l in si bemolle minore op.23
pianoforte Paolo Wolfango Cremonte
Antonìn Dvorak - Sinfonia n.9 in mi minore Dal Nuovo Mondo
Orchestra Città di Vigevano
direttore Andrea Raffanini
POSTO UNICO INTERO €.11,00 compreso diritto di prevendita.


Nel corso del primo e dell'ultimo concerto in programma saranno eseguite delle composizioni inedite di Vittorio Zago.
Sabato 16 Gennaio 2016_01_16 Ore 21,00
Ricordo II (2014) – per orchestra – prima esecuzione assoluta
Ricordo II è una semplice esercitazione accademica, scritta anni or sono come isolata linea melodica per violoncello da consegnare ai candidati di un esame. Il suo completamento pianistico – e di recente la sua versione orchestrale qui proposta –  ne ha concluso la stesura, ma rimane …a latere rispetto alle mie abituali modalità di composizione. Mero esercizio di stile, ha catalizzato l’attenzione di alcuni ascoltatori, spesso in partenza scettici verso altri linguaggi musicali (frequentissime le affermazioni alle lezioni di guida all’ascolto “io la musica contemporanea non la ascolto perché non la capisco”, salvo poi esaurire ogni argomento alla mia “perché, di una sonata di Mozart cosa capiamo?”), per ricredersi indirettamente su ciò che li aveva disorientati in precedenza. “Musique d’ameublement” (“musica da arredamento”) per dirla alla Satie? Forse, probabile, ma rimane il divertimento della maschera e della propria personale contraffazione.
Sabato 16 Gennaio 2016_01_16 Ore 21,00
In linea con la proposta di Ricordo II, anche Fluida è un brano dal carattere lento e rilassato, la cui natura spesso impalpabile si manifesta in differenti aspetti della composizione: instabilità nell’altezza dei suoni, mutevolezza del timbro, ma anche la non sempre allineata esecuzione dei singoli strumenti coinvolti nell’orchestra, si dispongono in una scrittura anch’essa poco aderente al rigore di una cristallizzazione vincolante di alcuni parametri, dai margini a volte evanescenti. Alleggerimento delle tensioni sintattiche e contemplazione di un trama sonora sospesa, sfuggente, a volte carezzevole, che si adagia in sé stessa avvolgendosi leggera, sottile, …Fluida.

Presentazione di Vittorio Zago:
A latere delle presentazioni delle due composizioni in prima esecuzione, mi viene chiesto di formulare un ulteriore testo esplicativo sulla mia musica in generale. Più volte ho avuto modo di palesare le mie convinzioni in merito; in tal caso rimando alla premessa de Le giornate di un compositore scritto ormai da anni ma ancora utile a offrire una risposta idonea.
“E’ consuetudine, per un compositore, avvertire che la musica da lui scritta spesso non basti a veicolare all’ascoltatore il proprio pensiero, o meglio il proprio pensare. Gli intenti, i presupposti, l’operazione compositiva, i riferimenti poetici che sottendono il lavoro, gli espedienti tecnici e le risorse intellettive impiegati, ma anche semplici aneddoti di vita quotidiana, in realtà quasi sempre slegati dall’effettivo coinvolgimento creativo, sono il nutrimento ideale della voracità di chi entra in contatto con la produzione artistica di un musicista. Ammetto che tale comportamento possa essere il sintomo di una nuova piattaforma di relazione e comunicazione che si è riusciti ad attuare, quasi l’espressione di un senso di gratitudine rivolto all’autore, forse proprio l’obiettivo primario del comporre, vale a dire suscitare l’attenzione dopo aver accarezzato con garbo l’intima sensibilità di una persona attraverso l’offerta di un’opera che lasci trasparire la profondità indifesa del compositore stesso. 
Ciò che preme è il dubbio che, nella determinazione alla stesura di una partitura, debba sempre essere compreso, previsto e definito il corollario consequenziale quale propaggine necessaria, fuori pentagramma, di una struttura che dovrebbe essere in sé autonoma e già ricca di informazioni.
Naturalmente esagero.

E’ invece possibile che la musica intendendo con essa la realtà acustica e la rappresentazione grafica che ne fissa le regole sul supporto cartaceo (e/o informatico), la scrittura finemente e costantemente ricercata dal compositore – possa svelare la propria natura senza l’ausilio ricorrente di esplicazioni. Le conversazioni con l’autore, o i suoi commenti, si collocano allora in una posizione di alterità che, pur nel loro eventuale rilievo, non modificano (grazie a Dio) la completezza della composizione, le caratteristiche originarie, il suo peculiare modus communicandi.”

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