2014_11_04 PaviaBarocca2014 DA DJANGO A DJANGO La parabola barocca del Western

PAVIA BAROCCA 2014
Stagione di Concerti del Collegio Ghislieri - Pavia
PAVIA BAROCCA PROGRAMMA 2014

Aula Magna del Collegio Ghislieri

Ghislierimusica

Martedì 4 novembre 2014_11_04, ore 20.30 
Aula Magna del Collegio Ghislieri - Pavia
BAROCCO È IL MONDO DA DJANGO A DJANGO
La parabola barocca del Western
a cura di Jacopo Binazzi e Roberto Figazzolo
La sparatoria (The shooting)
Regia Monte Hellman
Interpreti Warren Oates, Will Hutchkins, Millie Perkins, Jack Nicholson
USA, 1966

Un ex cacciatore di taglie accetta con un compagno di guidare attraverso il deserto una donna che con un killer si appresta a consumare la sua vendetta. La vittima designata però non è una persona qualunque ... E il gioco diventa “al massacro”.
Monte Hellman, praticamente sconosciuto da noi, porta, grazie al western, il suo cinema anche in Italia.
Trama singolare e sviluppo eccezionale della storia in un film originale nell'assunto, curato nello sviluppo e tecnicamente impeccabile nell'esecuzione.
Girato insieme a Le colline blu, con Jack Nicholson produttore, sceneggiatore e interprete, The shooting risente da un lato dell'influenza di Roger Corman, ex compagno della scuola di recitazione sia di Hellman che di Nicholson, per quanto riguarda la ricerca del successo attraverso temi popolari, ma si fa catalogo e struttura di modi tipici, per quanto riguarda la ricerca esistenziale e “comportamentista”, che sarà proprio di Hellman. Un kammerspiel all'aria aperta, pirandelliano nell'assunto, antonioniano negli esiti (v. Professione: reporter) La sparatoria ha un ulteriore pregio: far riscoprire a chi non la conosca l'interessante ricca carriera di Monte Hellman, spesso collegata alle memorabili performance del compianto Warren Oates. Straordinario.
Ingresso alla proiezione libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.

BAROCCO È IL MONDO DA DJANGO A DJANGO
LA PARABOLA BAROCCA DEL WESTERN
Aula Magna del Collegio Ghislieri ore 20.30
Martedì 4, giovedì 13, giovedì 27, giovedì 11 dicembre
A cura di Jacopo Binazzi e Roberto Figazzolo
Gli altri appuntamenti della rassegna

Giovedì 13 novembre 2014_11_13
Il mucchio selvaggio (The Wild Bunch)
Regia Sam Peckinpah
Interpreti William Holden, Ernest Borgnine, Warren Oates, Robert Ryan,
Edmond O'Brien, Jaime Sánchez, Ben Johnson, Emilio Fernandez,
Strother Martin, L.Q. Jones, Albert Dekker, Bo Hopkins,
Dub Taylor, Paul Harper, Jorge Russek
USA, 1969
Siamo nel 1914 ed in Messico infuria la rivoluzione. Dopo una rapina in banca -in realtà un'imboscata della compagnia ferroviaria- che si conclude con una strage di civili, Pike Bishop ed i suoi cinque complici fuggono verso il confine col Messico, inseguiti dai cacciatori di taglie, al comando di un ex bandito compagno dello stesso Pike: “...it takes a thief to catch a thief”. A Sud i nostri troveranno un insperato riscatto nella lotta finalmente giusta del bene (un popolo oppresso) contro il male (un generale pauroso e vigliacco). Forza visionaria e manierismo barocco. Con le sue scene di battaglia fortemente contestate e che suscitarono negli USA roventi polemiche per la loro violenza, questo imperdibile western è anche tra i film più importanti della Storia del Cinema toutcourt. Adrenalina ed elegia, malinconia e riscatto, tristezza e gioia della lotta. Peckinpah è il romantico che negherebbe di esserlo fino alla morte: la risposta più schietta e preziosa -per continuare a vivere- al cinismo che respiriamo dai TG ogni giorno. Nonostante il chiaro anticipo sui tempi ben due candidature agli Oscar: per la sceneggiatura di Walon Green e le musiche di Jerry Fielding. Fotografia dell'intenso Lucien Ballard. Di speranza.
____________________________________________________________________
Giovedì 27 novembre 2014_11_27
Gli Spietati (Unforgiven)
Regia Clint Eastwood
Interpreti Morgan Freeman, Gene Hackman, Richard Harris, Clint Eastwood,
Frances Fisher, Saul Rubinek, Jaimz Woolvett, Anna Levine, David Mucci,
Rob Campbell, Anthony James, Tara Frederick, Beverley Elliott,
Liisa Repo-Martell, Josie Smith, Lochlyn Munro
USA, 1992
Quando alcune prostitute, desiderose di vendicarsi per il torto subito da una di loro, cercano chi prenda, a pagamento, le loro difese, si offre il Kid, giovane di belle speranze e molta sicumera, che convince l’ex pistolero ormai in disarmo William Munny a dargli una mano. Munny però è piegato dall’età e dal dolore per la perdita dell'adorata moglie, ed ecco allora unirsi al gruppo il nero Ned Logan, fedelissimo di Munny. I giochi sembrano fatti, ma il destino si diverte a prendersi la sua rivincita. Che succede quando il Western classico, con le sue tematiche ed i suoi colori, si bagna nel ghiaccio e nel nero disperato della tragedia senza redenzione? Film di cowboy o noir privo di ogni possibile eroe? Senz'altro un ottimo esempio di come il cinema classico in sala non sia mai veramente tramontato. Oscar al miglior film, alla miglior regia, a Gene Hackman come miglior attore non-protagonista e al miglior montaggio di Joel Cox. Ma non l'avrebbe meritato anche la sceneggiatura di David Webb Peoples? Crepuscolare.
____________________________________________________________________
Giovedì 11 dicembre 2014_12_11
Django Unchained (Django Unchained)
Regia Quentin Tarantino
Interpreti Jamie Foxx, Christoph Waltz, Leonardo DiCaprio, Samuel L. Jackson,
Kerry Washington, Walton Goggins, Dennis Christopher, James Remar,
Don Johnson, James Russo, Rza, M.C. Gainey, Tom Savini, Tom Wopat, Rex Linn,
Laura Cayouette, Sharon Pierre-Louis, Lewis Smith, Cooper Huckabee,
Misty Upham, Nichole Galicia, David Steen, Todd Allen, Catherine Lambert,
Shannon Hazlett, Johnny Otto, LaTeace Towns-Cuellar, Justin Hall, Danièle Watts,
Miriam F. Glover, Jake Garber, Christopher Berry, Johnny McPhail,
Mustafa Harris, Michael McGinty, Kinetic, Michael Bacall,
Franco Nero, Jonah Hill, Quentin Tarantino
USA 2013
Negli Stati Uniti del Sud, poco prima della guerra civile, il cacciatore di taglie di origine tedesca dottor King Schultz, che viaggia su un carretto da dentista, è alla caccia dei ricercati fratelli Brittle, per incassarne la ricompensa. A questo scopo libera dalle catene lo schiavo nero Django, promettendogli la libertà quando avranno raggiunto il loro fine. Tra i due uomini nasce quindi un legame, che portandoli attraverso l'America dei campi di cotone e del privilegio dei bianchi, li condurrà alla moglie di Django, Broomhilda, venduta tempo prima come schiava a qualche ricco negriero. Storia del Cinema e Storia d'America. Il western archetipicamente come genere ideale. Un ideale da trasmettere e da tradire però, perché non sono più i tempi degli eroi senza macchia e senza paura di fordiana o hawksiana memoria. Eppure il piacere del cinema, del raccontare, dello stupire, dell'“educare” intrattenendo, rimangono. Samuel L. Jackson e Di Caprio come il “presente” allora, ma anche D.W. Griffith insieme a tutto il cinema western (spaghetti e non) come un irrinunciabile, nostalgico “passato”. Don (Siegel) e Sergio (Leone), le dediche, in prima fila. Dialogo potente, sceneggiatura efficace, musica e sguardi di conseguenza. Impeccabile, risolto, inarrestabile nel suo fluire, il film di Tarantino è tutto tranne che un saggio freddo e solo cerebrale. Con un inizio grottesco ed un finale di riscatto totale Django unchained rispetta ciò che aveva promesso, consegnandoci anche di più e meglio di ciò che ci aspettavamo. Generoso.
Schede a cura Roberto Figazzolo 

Tutto dipende da come affrontiamo il problema. Che cos'è il “barocco”? Movimento culturale legato al 1600 italiano, che provenga dal “baroque” francese, tradotto in “stravagante e bizzarro” o dal “barroco” portoghese, che descrive una perla bella ma irregolare, il termine ci porta anche oggi a riflettere sull'estro e la fantasia, applicati all'arte. All'espressione dunque di un linguaggio. Anche di quello cinematografico naturalmente. Ma proprio questa differenza, questo scarto, questo iato partono dal concetto di regola, di norma, di quella che chiamiamo la classicità insomma. Una norma ed una classicità che ritroviamo puntuali nel più tradizionale dei generi cinematografici: il western. Ecco allora che in questa occasione diventa interessante, attraverso questi cinque titoli, descrivere una parabola, un percorso, una traiettoria, che avvicinandosi indefinitamente al suo modello determini un limite e descriva asintoticamente il suo obiettivo. Si parte con Django di Sergio Corbucci, del 1966, dove al protagonista, per punizione ad un furto, uccidono la donna: lui fa una strage. Violento, eccessivo, feroce e simbolico il film di Corbucci conosce un enorme successo di pubblico (27 sequel solo in Germania) ed influenza in profondità registi come Tarantino, Rodriguez o addirittura il giapponese Takashi Miike. Sempre del '66 è La sparatoria di Monte Hellman, il più lunare, sospeso, differente dei registi di questa rassegna. Per soddisfare il suo bisogno di vendetta, una giovane e ambigua bellezza si fa aiutare da due pistoleri vagabondi. Tra cacciatori di taglie e ambienti di un'ostilità letale ci si mette anche un killer... Poliziesco e misterioso il film ci regala un intrigo volutamente oscuro. Per Il mucchio selvaggio arriviamo al 1969. Pike Bishop e la sua banda, inseguiti da Dick Thornton e dai suoi tagliagole, scampano ad un agguato per buttarsi in un altro... Geniale ed insuperata la carneficina finale: violenza giustificata dall'assunto. Se le vite possono essere diverse così saranno i modi di morire. Sam Peckinpah e la sua cinica, disillusa, realistica, esteticamente abbagliante visione del mondo. È la fine del Western classico. Dell'epopea che un paese ha sognato di darsi. Un salto di più di vent'anni con Gli spietati del 1992 di e con Clint Eastwood. Un gruppo di prostitute vuole vendicarsi di due cowboy che hanno sfregiato una di loro. Si fa avanti il Kid che tenta di convincere all'azione l’ex-pistolero, vecchio e arrugginito, ma che non ha più nulla da perdere, a causa della morte dell’amata moglie. Ecco uno splendido esempio di vengeance movie, sotto-tipo, non solo western, che racconta di uomini soli, abbandonati dal destino, ma che cercano nella vendetta una via molto umana di estrema ribellione contro un Dio ingiusto. É la decantazione del genere. E per finire il recentissimo Django Unchained del 2012. Il barocco del barocco. Nel sud degli Stati Uniti, due anni prima della guerra di secessione, lo schiavo nero Django riacquista la libertà grazie a King Schultz, ex dentista ora cacciatore di taglie, che gli fa da mentore e guida. La sua speranza però rimane legata alla liberazione della moglie da un'odiosa schiavitù ... Un bulimico omaggio del manierista Quentin Tarantino al sottogenere da lui più amato, il western all'italiana, con tanto di sangue e truculenza, di violenze e oltraggi per gli occhi, ma soprattutto ad uno dei suoi autori più apprezzati, proprio Sergio Corbucci, di cui, come vedrete cita (copia?) smaccatamente l'incipit: quale miglior chiusura allora di questa fantastica, barocca parabola filmica? Roberto Figazzolo
www.ghislierimusica.org



Nessun commento:

Posta un commento

Contatore visite e album degli ospiti (se volete lasciare un commento, grazie)