Alchimia e spiritualità in un racconto ambientato a New York.
La
Fenice
di Alessandro Martinisi.
È uscito il libro "Il volo della fenice. Dialoghi alchemici a New York" edito da Lampi di Stampa.
È disponibile a partire da questa settimana il libro Il
volo della fenice. Dialoghi alchemici a New York. Alessandro Martinisi è dottorando
all'Università di Sheffield e, come afferma sul suo
sito, questo è il suo primo esperimento letterario
dopo la pubblicazione di un altro libro che era un saggio storico musicale
dedicato al compositore polacco Karol Szymanowski.
Dunque
Martinisi si è dedicato questa volta al genere
romanzesco, o almeno così sembrerebbe. Concertodautunno
ha voluto porgli alcune domande per capire meglio di cosa parla questo libro
dal titolo così curioso.
Alessandro,
perché questo racconto e perché ambientarlo proprio
a New York?
L'idea
di questo racconto nasce proprio a New York e nasce da un incontro che ho avuto
con personaggio influente con cui ho avuto il piacere di parlare per un pomeriggio
intero. Purtroppo non posso rivelare il nome e il luogo dove lavora anche se
posso dire che è una istituzione molto conosciuta nel
mondo. È stato un incontro dalle circostanze a
dir poco bizzarre e che è avvenuto in un
momento molto significativo della mia vita. Già in quel momento
stavo approfondendo la simbologia e la storia dell'Alchimia, ma quell'incontro
ha letteralmente dato un corso differente alla mia vita. Mi ha aperto nuovi
orizzonti. E non credo sia stato un caso.
Raccontaci
più specificatamente del libro.
Il
racconto è strutturato in forma di dialogo e
narra l'incontro tra un giovane animato da uno spirito di ricerca che si trova
"nel mezzo del cammin della sua vita" e un anziano professore, che si
scopre essere un alchimista. L'anziano guiderà il giovane a
trovare le risposte alle domande più importanti sul
mistero della vita e sulla propria esistenza. Ma non risposte nel senso come le
intendiamo comunemente. Una risposta può essere anche un'
altra domanda, oppure una meditazione su un'immagine, l'ascolto di una musica,
oppure qualcosa che non si può tradurre in parole
e può essere solo visualizzato e intuito, compreso nel proprio
cuore.
Ho
scelto la forma del dialogo perché più si
addiceva al mio scopo, cioè quello di
descrivere un percorso formativo, un percorso di maturazione, come nel Bildungsroman. E
la città di New York fa da sfondo e contrasto
al dialogo che si dipana tra quelle strade dall'alto valore simbolico, come
Bryant Park o il Rockfeller Center con il suo General Electric Building, ma
anche il palazzo di vetro dell'Onu. In generale descrivo i grattacieli di New
York come fossero delle torri e voglio richiamare con queso non solo qualcosa
di feudale e dunque dandone una sfumatura "politica", se vogliamo
usare questo termine, ma anche richiamare la carta dei Tarocchi: la Torre
appunto, con tutta la sua valenza simbolica, che in questo caso interpreto non
come punizione per aver voluto rivaleggiare col divino, ma solo come
ammonimento e messa in guardia per i tempi critici che stiamo vivendo. Ma a New
York è anche onnipresente il mito di Prometeo come nella statua
dorata del Rockefeller Center alle cui spalle vigila il Demiurgo, e la Statua
della Libertà, esempio eclatante e urlante del
mito. E non sono io ad affermarlo ma esiste tutta una letteratura molto più autorevole
di me in materia.
In
che senso parli di alchimia e di spiritualità e come li hai
inseriti nel racconto?
Come
dicevo prima, questo racconto è in realtà un
viaggio di formazione. L'Alchimia con la sua ricchezza di simboli, di
iconografie, di messaggi soprattutto spirituali, rappesenta un veicolo per
migliorarsi e come conseguenza migliorare gli altri. Migliorarsi significa
comprendere chi siamo, significa conoscersi senza paure e lo studio della
simbologia legata alla Alchimia aiuta su questo percorso. I simboli vanno
interpretati poco a poco come rebus, come quiz, quasi come i Sudoku che vanno
tanto di moda oggi. Non parlerei di auto-realizzazione o di
auto-perfezionamento, parole abusate che portano molto spesso promesse vane da
parte di istituzioni o organizzazioni. E quando parlo di "alchimia
spirituale" non mi riferisco specificatamente alle opere di Aïvanov
o di Ambelain.
Quando
parlo di alchimia spirituale mi riferisco più in generale a
qualcosa che non ha "autori" e mi riferisco alla nostra volontà di
trasformazione. Se l'alchimia "operativa" trasformava il vile metallo
in oro, l'alchimia "speculativa" si riferisce soprattutto alla sfera
spirituale e psicologica che è l'abilità di
trasformare stimoli nocivi in quanto distruttivi in stimoli costruttivi al
servizio della vita.
Solve
coagula è uno dei "motti" alchemici
che significa letteralmente "sciogliere i coaguli", cioè sciogliere
ciò che ci trattiene, possiamo parlare in generale di problemi.
E la vera sede per la "trasmutazione" è la nostra mente e
dunque i nostri pensieri che da essa sono generati. Sono i pensieri che ci
conducono per mano e i pensieri diventano gesti, i gesti diventano azioni e
sono le azioni a guidare la nostra vita. Giordano Bruno affemava che sono i
pensieri a generare la materia e non viceversa. Altri parlano di
forme-pensiero. Carl Gustav Jung, a cui mi ispiro, riporta Zosimo di Panopoli
il quale dice che gli alchimisti sono "figli dalla testa d'oro" ed
equiparava l'oro filosofale al Saggio. Dunque l'alchimia risiede nella nostra
testa. Il libro Psicologia
e Alchimia è una delle mie fonti d'ispirazione così come
tutti gli altri testi della eredità junghiana, penso al
Libro
Rosso solo per citarne uno.
Tuttavia
il mio racconto si scopre man mano essere in realtà un trattato
filosofico in forma di dialogo, dunque non c'entra nulla col romanzo o la
fiction.
Parlo di storia, parlo di filosofia e di simbologia, ma in una forma
differente.
Concertodautunno
si
occupa di musica ormai da molti anni.
Vedi alcune connessioni tra Alchimia e
musica? Tanto per citare un pezzo famosissimo l'APPRENDISTA STREGONE, che descrive appunto una figura di mago in musica, anche se tutta la musica può essere considerata una "magia" la concretizzazione in suoni del pensiero degli autori.
L'alchimia
è sempre stata presente nella storia dell'uomo, anche se a
volte in modo conflittuale, e in quanto tale ha pervaso ogni campo dello
scibile umano. Uno di questi oltre alla storia dell'arte (un esempio come
quello del Parmigianino e delle sue "pitture alchemiche" è un
fatto e non fantasia, ma potrei citare altri pittori) è
quello - parafrasando il famoso libro di Bruno Cerchio - della musica, cioè l'arte dei suoni, il "suono filosofale". [ricordiamo i compositori legati alla massoneria uno per tutti Mozart dove la sua opera più famosa "Il flauto magico" è ricca di richiami alchemici] . La tradizione
pitagorico-platonica che è considerata la
tradizione musicale dell'Occidente si accosta all'Alchimia e, come ogni arte
che si possa definire sacra, ha un solo fine e cioè il rigenerarsi
dell'uomo, la sua trasmutazione. Purtroppo viviamo in un mondo e in una società dove
questi aspetti sapienziali sono stati completamente rimossi a favore
dell'estetica e del profitto utilitaristico. L'industria discografica ne è un
esempio.
Perché dunque
la Fenice?
Forse
perché ricorda il teatro veneziano? Scherzo, ma non del tutto. Nel
libro spiego ampiamente perché ho voluto prendere
questo animale mitico che risorge dalle ceneri. Diciamo che dopo questa
chiacchierata il perché può essere evidente: è il
simbolo stesso della trasmutazione. Ma non mi posso dilungare nei dettagli qui.
Mi limiterò solo a dire che è un
augurio per tutti, un augurio per tutti i giovani che sono "alla
ricerca". Come italiano all'estero non posso che essere solidale con tutti
i miei coetanei, e non solo con loro. Attraverso i due personaggi del libro ho
anche tentato di interpretare con sincerità le ansie e le
aspirazioni della generazione a cui appartengo. Il mio augurio di fede è che
se noi giovani riusciremo a lavorare mettendo insieme le nostre forze potremo
tutti insieme uscire dalla empasse in cui il malgoverno ci ha spinto. Ricordi?
Solve coagula!
Il
libro è acquistabile on-line sul sito dell'editore Lampi di
Stampa a questo indirizzo http://www.lampidistampa.it/alessandro-martinisi/1579.html
oppure sui siti Amazon ed IBS. Per scrivere all'autore potete mandare una mail
a info@martinisi.org
Prima opera: Il sogno sognato di Karol Szymanowski. Re Ruggero tra luce e ombra
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