Domenica 9 maggio 2010 ora: 17.00 - 19.00
FERRARA - Teatro NUOVO
Georges Bizet
LA CARMEN - Opera in Balletto
Regia di Ruggero Bogani
Note di regia:
L’opera Carmen di Bizet è indiscutibilmente tra le più famose al mondo, e tra le più rappresentate in tutti i più importanti teatri: la sua immortale modernità nell’esprimere i sentimenti più intensi, viscerali e profondi ne mantiene inalterato il fascino.
Recentemente è tornata ai massimi onori della cronaca musicale anche in Italia, grazie alla scelta del teatro alla Scala di Milano di inaugurare la stagione lirica 2009/2010 proprio con il capolavoro di Bizet.
La versione proposta da questa produzione invece presenta una discreta riduzione in termini di pagine musicali, eliminando cioè i recitativi, sia nella forma accompagnata che in quella parlata,
i couplets di alcuni pezzi d’assieme e in generale ripetizioni strofico-melodiche: la scelta che la contraddistingue sta appunto nel fatto che non è stato usato uno degli adattamenti per balletto già esistenti (quello di Petit del ’49 e quello per il coreografo Alonso con la trascrizione per archi e percussioni di Shedrin del ‘67), bensì i tagli, arditi e snelli, sono stati valutati in modo funzionale alle coreografie, man mano che queste prendevano vita, per rendere al meglio l’intensità e il pathos della protagonista e di tutti i vari caratteri ispirati dagli altri personaggi, nel sostanziale scorrere fluido e pastoso della vicenda; questa Carmen si presenta quindi sotto forma di ibrido perché abbina al balletto parti cantate, creando così dei doppi personaggi, la Carmen danzante e la Carmen cantante, il don Josè e Micaela, su una delicata ed essenziale, nonché efficace, micro-formazione strumentale, il pianoforte, strumento per eccellenza delegato a estrarre il succo della musica orchestrale, e il flauto, un personaggio aggiunto, una voce assieme alle altre, soave e puntuale negli interventi.
L’opera Carmen di Bizet è indiscutibilmente tra le più famose al mondo, e tra le più rappresentate in tutti i più importanti teatri: la sua immortale modernità nell’esprimere i sentimenti più intensi, viscerali e profondi ne mantiene inalterato il fascino.
Recentemente è tornata ai massimi onori della cronaca musicale anche in Italia, grazie alla scelta del teatro alla Scala di Milano di inaugurare la stagione lirica 2009/2010 proprio con il capolavoro di Bizet.
La versione proposta da questa produzione invece presenta una discreta riduzione in termini di pagine musicali, eliminando cioè i recitativi, sia nella forma accompagnata che in quella parlata,
i couplets di alcuni pezzi d’assieme e in generale ripetizioni strofico-melodiche: la scelta che la contraddistingue sta appunto nel fatto che non è stato usato uno degli adattamenti per balletto già esistenti (quello di Petit del ’49 e quello per il coreografo Alonso con la trascrizione per archi e percussioni di Shedrin del ‘67), bensì i tagli, arditi e snelli, sono stati valutati in modo funzionale alle coreografie, man mano che queste prendevano vita, per rendere al meglio l’intensità e il pathos della protagonista e di tutti i vari caratteri ispirati dagli altri personaggi, nel sostanziale scorrere fluido e pastoso della vicenda; questa Carmen si presenta quindi sotto forma di ibrido perché abbina al balletto parti cantate, creando così dei doppi personaggi, la Carmen danzante e la Carmen cantante, il don Josè e Micaela, su una delicata ed essenziale, nonché efficace, micro-formazione strumentale, il pianoforte, strumento per eccellenza delegato a estrarre il succo della musica orchestrale, e il flauto, un personaggio aggiunto, una voce assieme alle altre, soave e puntuale negli interventi.
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