2009 10 16 Bohème il primo titolo nel cartellone del Fraschini

Venerdì 16  ottobre 2009 ore 20.30
Tradizionale Stagione Lirica
Giacomo Puccini
La Bohème
Scene liriche in quattro quadri.
Libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa, dal romanzo Scènes de la vie de bohème di Henri Murger.
Prima rappresentazione: Torino, Teatro Regio, 1 febbraio 1896
Replica domenica 18 ottobre, alle ore 15.30.
Lo spettacolo è cooprodotto dai Teatri del Circuito Lirico Lombardo: il Fraschini di Pavia, il Teatro Sociale di Como, il Teatro Grande di Brescia e il Teatro Ponchielli di Cremona.
 
Per i biglietti: vendita dei biglietti  a partire dal 12 ottobre 2009
Biglietteria del Teatro Fraschini (orari 11-13/17-19)
acquisto on-line www.teatrofraschini.it
Costi: da  euro 55 (platea e palchi centrali) a euro 14 (posti in piedi)
Personaggi e interpreti
Rodolfo                     Giuseppe Talamo
Marcello                    Francesco Landolfi (16/10)Valdis Jansons (18/10)
Mimì                          Gülbin Kunduz (16/10)Jessica Rose Cambio (18/10)
Musetta                     Elisandra Pérez Meliàn
Schaunard                Valdis Jansons / Francesco Landolfi
Colline                                  Federico Sacchi
Alcindoro/ Benoît     Mirko Quarello
Parpignol                  Maurilio Valeri / Antonio D'Acierno
Coro As.Li.Co. del Circuito Lirico Lombardo
Coro voci bianche del Teatro Sociale di Como
Orchestra I Pomeriggi Musicali di Milano
Orchestra di palcoscenico del Teatro Sociale di Como
Direttore  Damian Iorio
Regia, scene e costumi Ivan Stefanutti
Coproduzione Teatri del Circuito Lirico Lombardo
Allestimento Opera Festival di Bassano del Grappa
 
UNA NOTTURNA LEGGENDA IMMORTALE
In una notte nebbiosa di dicembre, la vigilia di Natale… sotto i tetti di Parigi vivono alcuni giovani infreddoliti. Non sono ricchi, anzi non sanno nemmeno come pagare l'affitto, ma che importa, sono giovani, sono artisti, o almeno pensano di esserlo.
Vivono nella soffitta, piena di spifferi, di un palazzo tutt'altro che signorile.
Anche il quartiere non è dei migliori. Lo scopriamo quando scendiamo in strada.
Una città che sembra un porto, il porto delle nebbie.
Strade, popolate da bande di teppistelli, signore equivoche d'ogni età, e marinai in cerca di distrazioni.
E' la Parigi dei bassifondi. Per trovarla non occorre allontanarsi dal centro, basta girare l'angolo. E' subito lì sotto gli occhi di tutti. Anche i bambini, ancora in giro di notte, maturano precocemente.
Al Cafè Momus ci si va per incontrare amici, e per conoscere sconosciuti. Si può fare una partita a carte, o ascoltare le musiche di un suonatore che vagabonda nella nebbia.
Ma come sempre quando convergono le persone in uno stesso luogo, significa che qualcosa li unisce. Ed indipendentemente da tutto, fa piacere stare vicini, insieme, come per scaldarsi l'un l'altro. Benoit ci va per trovare un'illecita alternativa alla sua magrissima moglie.
 
Alcindoro si fa condurre dalla sua nuova costosissima amante, Musetta.
Girano ambulanti che vendono povere cose, le uniche che i loro clienti possono permettersi. Chi abita in questo rione, a tratti equivoco, vi è nato o non può permettersi di meglio. Ma anche se poveri, non sono miserabili. Non si tratta di un quartiere malfamato, ma è sicuramente un luogo dove è meglio tenere d'occhio il proprio portafogli.
Gli innamorati stretti nei loro lisi soprabiti, non hanno bisogno d'essere ricchi o ben vestiti. Sono belli ed eleganti nella loro essenza. Come in una leggenda immortale.
Ed è proprio vero che le emozioni cambiano i panorami: tutto ora appare incantevole nella magica luce notturna.
Perché quando si è allegri o innamorati ogni cosa intorno muta fisionomia.
Purtroppo non dura, ed in breve, diventano amanti perduti.
E tale aria notturna si trasforma in sinistra e cupa.
La stessa giovane donna ammalata, sfida il freddo delle brume per parlare con il suo recalcitrante uomo rifugiato con amici in un locale ai limiti della città.
Si spegne la grande illusione e ci si incammina verso l'alba tragica.
Così raccontato sembra un film francese girato negli anni tra le due guerre.
Ed è proprio in questo nebbioso clima in bianco e nero che sarà ambientata Bohème: negli anni in cui gli artisti e gli intellettuali si rifugiavano ancora a Parigi cercando persone con cui condividere il loro entusiasmo,
E' l'epoca in cui il cinema francese, diventato da poco sonoro, creava le sue atmosfere fatte d'inquietudini e critica al conformismo.
Gli eroi erano spesso romantici, ma crudi, senza concessioni al melenso.
Personaggi dalla tragica essenza che ricordano quelli di Zolà.
E' una visione dei sentimenti ben inserita in un mondo non sempre solare.
Ma allo stesso tempo è molto vicino al clima che contraddistingue Bohème.
Gli artisti e gli amori di questo periodo sono ben testimoniati, oltre che dai cineasti come Marcel Carnè e Jean Vigo (che nel 1934 morì di tubercolosi come Mimì), anche da grandi fotografi quali Brassaï e Doisneau. Non possiamo dimenticare che in questa Parigi vivono contemporaneamente Picasso, Breton, Miller, Cocteau, Simenon, Sartre, Giacometti, Prevert, ma soprattutto Jenet.
 
Ivan Stefanutti

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