VII Stagione di Concerti del Collegio Ghislieri
16 marzo • 19 giugno 2009
Collegio Ghislieri Pavia
LUCI BAROCCHE
Quarto appuntamento per il cartellone di Ghislierimusica lunedì 27 aprile: Roberta Invernizzi insieme ad Arìon Consort, per la direzione di Giulio Prandi, sarà protagonista di un recital interamente dedicato alla produzione händeliana, nel 250° anniversario della morte del compositore di Halle.
L'appuntamento, oltre che inserito nel cartellone del Ghislieri, è parte integrante del cartellone di ReteOrfeo-Circuito lombardo per la musica antica, quest'anno alla quarta edizione. Sarà quindi presentato, ancora prima che a Pavia, a Milano, sabato 25 aprile alle ore 21.00 presso il Museo della Scienza e della Tecnologia.
L'appuntamento, oltre che inserito nel cartellone del Ghislieri, è parte integrante del cartellone di ReteOrfeo-Circuito lombardo per la musica antica, quest'anno alla quarta edizione. Sarà quindi presentato, ancora prima che a Pavia, a Milano, sabato 25 aprile alle ore 21.00 presso il Museo della Scienza e della Tecnologia.
Lunedì 27 aprile 2009 ore 21.00
Aula Magna del Collegio Ghislieri - Pavia
Aula Magna del Collegio Ghislieri - Pavia
LASCIA CH'IO PIANGA
La dura sorte delle eroine händeliane
La dura sorte delle eroine händeliane
Roberta Invernizzi, soprano
Arìon Consort
Giulio Prandi, direttore
Giulio Prandi, direttore
GEORG FRIEDRICH HÄNDEL
(1685-1759)
Sinfonia da Ottone, Re di Germania
«Scherza in mar la navicella» da Lotario
Concerto grosso op. 6 n. 1
«Che sento? oh Dio!» da Giulio Cesare
«Se pietà di me non senti» da Giulio Cesare
Sinfonia Guerriera da Giulio Cesare
«Ritorna o caro e dolce mio tesoro» da Rodelinda
Concerto grosso op. 3 n. 5
«Piangerò la sorte mia» da Giulio Cesare
«Scoglio d'immota fronte» da Scipione
Note al programma fornite da Uff.Stampa Organizzatori
Duecentocinquant'anni ci separano dalla morte di Händel, a cui con il presente concerto s'intende rendere omaggio. Omaggio alla creatività di un autore che ha segnato in modo deciso lo sviluppo dell'opera seria in lingua italiana in piena epoca barocca. E lo ha fatto licenziando una quantità straordinaria di pagine eccelse, quasi esclusivamente destinate alle scene di un paese che non era l'Italia. Händel visse infatti in Inghilterra, e specificamente a Londra, una lunghissima e sofferta carriera, non soltanto di compositore, ma pure di impresario teatrale, capace di segnare con la propria musica e le proprie scelte i gusti di un pubblico che andava riconoscendo proprio nell'opera italiana un modello d'eccellenza.
Sette anni, solo sette anni, separano tra loro la prima delle opere proposte dal programma di questa sera, Ottone, Re di Germania risalente al 1722, composta su libretto di Nicola Francesco Haym, dal più recente tra i titoli che lo stesso programma inanella: Lotario del 1729 su libretto invece di Giacomo Rossi. In entrambi i casi citati, come pure negli altri chiamati a completare la scaletta odierna (Giulio Cesare in Egitto del 1723 ancora su libretto di Nicola Francesco Haym; Rodelinda, Regina dei Longobardi del 1725 sempre su libretto di Nicola Francesco Haym; Publio Cornelio Scipione del 1726 su libretto di Paolo Antonio Rolli), si tratta di pagine che definiscono in modo evidente l'ambito di intervento di Händel: l'opera seria di scuola italiana, preferibilmente di soggetto storico, talaltra mitologico, talaltra ancora romanzesco.
Opera italiana s'è detto, articolata intorno a una serie importante di pezzi chiusi, arie soprattutto (pochi i numeri a più voci rispetto ai pezzi per voce sola), intese come luogo dell'affetto, come luogo prediletto in cui lasciare che i personaggi sulla scena cantino i proprio sentimenti, i propri stati d'animo.
Il titolo del programma rimanda alla sorte delle eroine händeliane, chiamate a intonare ora pagine pregne di dolore, ora di furore, ora di lirico patetismo. E se «Lasia ch'io pianga» dello stesso titolo, dal celeberrimo Rinaldo, è esempio tipico di aria patetica, le due arie «Se pietà di me non senti» e «Piangerò la sorte mia», intonate da Cleopatra nel Giulio Cesare, colpiscono per la grande intensità drammatica. Emergono infine i sentimenti di Rodelinda, uno dei personaggi händeliani meglio tratteggiati, nelle nove arie a lei affidate: dall'assoluta fedeltà allo sposo al rifiuto opposto a Grimoaldo che la corteggia, all'odio per colui che ha altresì usurpato il trono all'adorato marito.
Sette anni, solo sette anni, separano tra loro la prima delle opere proposte dal programma di questa sera, Ottone, Re di Germania risalente al 1722, composta su libretto di Nicola Francesco Haym, dal più recente tra i titoli che lo stesso programma inanella: Lotario del 1729 su libretto invece di Giacomo Rossi. In entrambi i casi citati, come pure negli altri chiamati a completare la scaletta odierna (Giulio Cesare in Egitto del 1723 ancora su libretto di Nicola Francesco Haym; Rodelinda, Regina dei Longobardi del 1725 sempre su libretto di Nicola Francesco Haym; Publio Cornelio Scipione del 1726 su libretto di Paolo Antonio Rolli), si tratta di pagine che definiscono in modo evidente l'ambito di intervento di Händel: l'opera seria di scuola italiana, preferibilmente di soggetto storico, talaltra mitologico, talaltra ancora romanzesco.
Opera italiana s'è detto, articolata intorno a una serie importante di pezzi chiusi, arie soprattutto (pochi i numeri a più voci rispetto ai pezzi per voce sola), intese come luogo dell'affetto, come luogo prediletto in cui lasciare che i personaggi sulla scena cantino i proprio sentimenti, i propri stati d'animo.
Il titolo del programma rimanda alla sorte delle eroine händeliane, chiamate a intonare ora pagine pregne di dolore, ora di furore, ora di lirico patetismo. E se «Lasia ch'io pianga» dello stesso titolo, dal celeberrimo Rinaldo, è esempio tipico di aria patetica, le due arie «Se pietà di me non senti» e «Piangerò la sorte mia», intonate da Cleopatra nel Giulio Cesare, colpiscono per la grande intensità drammatica. Emergono infine i sentimenti di Rodelinda, uno dei personaggi händeliani meglio tratteggiati, nelle nove arie a lei affidate: dall'assoluta fedeltà allo sposo al rifiuto opposto a Grimoaldo che la corteggia, all'odio per colui che ha altresì usurpato il trono all'adorato marito.
Informazioni
BIGLIETTI:
Settore A
Intero: € 10
Ridotto: € 7 Settore B
Intero: € 7
Ridotto: € 5
Speciale "Ridotto Giovani" under 26 – Settore Unico: € 5
Settore A
Intero: € 10
Ridotto: € 7 Settore B
Intero: € 7
Ridotto: € 5
Speciale "Ridotto Giovani" under 26 – Settore Unico: € 5
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