Gli stupri e le battute violente di Lidia Menapace

Tratto da Liberazione 27/01/2009
Un articolo che non centra con la musica, ma di una persona che stimo e che parla di cose reali con le quali alcune sono costrette a confrontarsi anche contro la loro volontà, ovviamente. n.d.r.


Dall'Iliade a oggi gli eserciti stuprano, alcuni codici militari prevedevano il diritto di stupro sulle donne del nemico: sicché, se ci si mettono di mezzo "gli stranieri", l'esercito acuisce un aspetto marginale dello stupro, e assolve la cultura "nazionale", peggiorando le cose. Inoltre essere protette alle donne non piace, dato che "protettore" significa qualcuno che non migliora la loro vita.
Quanto poi alle battutacce volgari cui Berlusconi eccelle e insiste, davvero non se ne può più.
Converrà sapere che l'Italia "madre del diritto" ha avuto, fino a pochi decenni fa, una orrenda legge sulla "violenza carnale" (così veniva chiamata nel codice Rocco) e altri particolari, tanto che manteneva un ordinamento non democratico della famiglia, il delitto d'onore, e considerava la violenza sessuale un reato contro la morale invece che contro la persona: ci sono volute lotte tenaci e difficili per le donne italiane che sulla violenza sessuale hanno portato fino all'approvazione (mettendoci un paio di legislature!) un testo di legge che è tra i migliori d'Europa, dato che considera violenza sessuale anche quella in famiglia, che è la più frequente tuttora. L'incesto nel codice Rocco non era reato se non dava pubblico scandalo, sicché se una madre voleva denunciare il marito che abusava delle figlie si sentiva dire: «Ma signora, non vorrà trascinare nel pubblico scandalo la sua famiglia!» e altre piacevolezze.
Dunque si tratta di materia che brucia, che non può dar luogo a battute. E' materia che ha segnato da parte delle donne, che raccolsero le firme per la legge di iniziativa popolare, un grande orgoglio e tenacia ed equilibrio. Se il Sessantotto segnò un diffuso antagonismo operaio, segnò anche la grande ondata femminista e la presa di coscienza di sé da parte delle donne. E questo va sempre ricordato quando si parla di Sessantotto.
Che in materia fu equilibratissimo: non si vollero nemmeno aumentare le pene, poiché lo scopo della legge era, dal punto di vista culturale, di sollevare una enorme questione morale, che interpella i maschi nel loro complesso e li spinge a interrogarsi sulla loro sessualità, che ammette storicamente la violenza e la include e la scusa e la ritiene quasi normale. A questo non ci rassegniamo, questo respingiamo con forza e ancora non abbiamo avuto risposte pubbliche, né esempi significativi di maschi eminenti ed autorevoli che dicano ai loro simili che non ci si comporta così, che non si fa, che è cosa da vergognarsi. Altro che battute sceme sulla bellezza! Lo stupro non centra nulla con il sesso: è una pura prepotenza, puro desiderio di sottomissione delle donne e sogno di voler ripristinare il dominio maschile sulla base della forza e della violenza.


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