1978_01_25 Quando Vigevano dirigeva una rassegna di teatro per diversi comuni milanesi e pavesi

PROVINCIA DI MILANO
REGIONE LOMBARDIA
ENTE PROVINCIALE PER IL TURISMO
TEATRO NEL TERRITORIO
Direzione Teatrale Vigevano (PV)
STAGIONE 1977 - 1978
Abbonamento ai 7 spettacoli della stagione L. 14.000.=
Biglietto d'ingresso L. 3.500.=
Intesa teatrale tra i Comuni di:
Abbiategrasso - Albairate - Besate -  Cassinetta -Cisliano - Gaggiano - Gudo Visconti - Morimondo - Ozzero - Vermezzo - Zelo Surrigone - Cassolnovo (PV) - Cilavegna (PV) - Gambolò (PV) - Gravellona (PV)

COMPAGNIA TEATRO FILODRAMMATICI
LA MANDRAGOLA
di NICCOLO' MACHIAVELLI
Regia di ENRICO D'AMATO
Scene e costumi di LORENZO GHIGLIA
Musiche a cura di GIOVANNA BUSATTA
Personaggi Interpreti
Callimaco Marco Balbi
Siro Natale Ciravolo
Nicia Ennio Groggia
Ligurio Paride Calonghi
Sostrata Liana Casartelli
Timoteo Gianni Quillico
Lucrezia Antonella Bracco
Una donna Adriana Di Guilmi

Niccolò Machiavelli (Firenze 1469-1527), storico, ideologo, letterato italiano: della sua giovinezza poco sappiamo, se non che ebbe una normale educazione umanistica, comune a tutti i borghesi del tempo. Dal 1498 al 1512 occupò l'incarico di segretario della seconda cancelleria della segreteria della Repubblica fiorentina.
Nel 1512 gli spagnoli restaurarono in Toscana la signoria medicea e il cardinale Giovanni de' Medici assunse i pieni poteri a Firenze; a ciò fece seguito l'immediato allontanamento di Machia- velli dai pubblici uffici.
Condannato per un anno al confino, si ritirò in una sua villa e impiegò gran parte del suo tempo a redigere le sue opere più impor tanti, fra cui il "Principe". Solo di rado scendeva a Firenze, soprattutto per partecipare alle adunanze che un gruppo di umanisti tenevano nei giardini dei Rucellai, i famosi Orti Oricellari.
Nel 1519 redasse un progetto di riforma costituzionale; nel 1520 ricevette l'offerta di scrivere una storia di Firenze per iniziativa del cardinale Giulio de' Medici; nel 1525, infine, divenne segretario della magistratura dei Procuratori delle mura. Morì l'anno in cui la repubblica fu costituita a Firenze.
Le opere politiche di Machiavelli comprendono innanzitutto le "Legazioni", le "Commissarie", gli "Scritti di governo" (tuttora in corso di pubblicazione), vale a dire tutta la corrispondenza diplomatica intercorsa, nel periodo 1500-12, fra lo scrittore "in missione" e la segreteria del governo repubblicano. Dello stesso periodo sono i trattati, gli abbozzi od opuscoli che costituiscono il primo tentativo di meditazione storica a cui il Machiavelli sottopose la propria prassi politica.
Al periodo dell'esilio campagnolo appartengono i più noti capolavori di Machiavelli: "Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio" (1513-21), "Dell'arte della guerra" (1519-20). Nei "Discorsi", concepiti come commento puntuale alla narrazione liviana e disorganica mente composti in 3 libri, l'accento è posto sull'origine, l'organizzazione e la decadenza di uno stato la cui forma privilegiata sembra essere quella repubblicana, armonizzatrice delle tendenze e degli interessi particolaristici. Nel "Principe", scritto in 26 piccoli capitoli e dedicato a Lorenzo di Piero de' Medici duca di Urbino, le rivoluzionarie intuizioni di Machiavelli puntano soprattutto a mettere in luce l'indipendenza delle categorie dell'utile e del pratico rispetto a quelle etico-confessionali.
Dopo i 7 libri dell'Arte della guerra, Machiavelli pose mano alle opere di carattere più marcatamente storico: la "Vita di Castruccio Castracani" (1520) e le "Isole Fiorentine" (1520-25).
Un posto a parte e di grande rilievo nell'opera di Machiavelli occupano gli scritti letterari. In primo luogo il teatro: la tradu- zione dell'"Andria" di Terenzio, di datazione incerta; la "Madrago- la" (1518), uno dei capolavori del teatro cinquecentesco, attraverso la cui prosa aderente e pratica si delinea una vicenda comica al l'apparenza, ma amara e pessimistica nel significato ultimo, e la "Clizia" (1525), esemplata sulla "Casina" di Plauto.
Sono da ricordare le opere in poesia. Un interessante e variopinto epistolario di oltre 300 lettere, infine, aiuta il lettore moderno alla ricostruzione della personalità dello scrittore. Un pessimismo eroico muove le pagine di Machiavelli e un'amarezza indomabile le rende affascinanti e sempre aderenti alla misura dell'impegno ideologico. I "Discorsi" e il "Principe" appaiono stretti da resi- stenti vincoli di interdipendenza e di reciproca integrazione: i primi diacronicamente disposti ad accogliere generalità e pluralismi, ad intendere lo stato nella sua immutabilità al di là dei casi e degli individui, facendo risaltare più la tradizione e il giu dizio etico sulle leggi che non il mero pragmatismo; il "Principe", invece, pur con una intonazione ancora didattica, volto perentoriamente, nella sua tagliente stringatezza, a proiettare un esempio, un archetipo, sgombrando il campo una volta per sempre dall'ambiguità etica di un Medioevo ormai tramontato. La stessa drammatica determinazione ritroviamo nel teatro, soprattutto nella "Mandragola", come nel "Principe", la vittoria è degli uomini virtuosi, l'interesse individuale spezza pessimisticamente ogni dinamica umana; lo scherzo scompare di fronte al materialismo protervo di tutta la vicenda. Nata per un piacere dilettantesco dell'autore, la commedia diviene così corollario emblematico dell'opera del politico e dello storico.
La fortuna della "Mandragola" fu rapida e notevole. Le sue tappe più note sono l'accoglienza entusiastica ch'essa si ebbe a Venezia nel carnevale del 1522 allorché la prima recita fu sospesa per l'eccessivo affollamento del teatro (come testimonia il Sanudo) e, sempre nella stessa città, nel febbraio 1526.
Già l'anno prima Francesco Guicciardini aveva fatto lieta accoglienza ad una copia dell'edizione romana del 1524 e concepito il disegno di far rappresentare la "Mandragola" a Modena nel prossimo carnevale. Fu appunto in questa occasione che il Machiavelli compose le "Canzoni".
Cfr. anche: Enciclopedia della letteratura. Garzanti, L. 6.500.;
N. Machiavelli, Il teatro e tutti gli scritti letterari. Feltrinelli, L. 3.000.;
Machiavelli, Le opere. Editori Riuniti, L. 12.000.=

Prossimo spettacolo in abbonamento:
25 Gennaio 1978
ABBIATEGRASSO - CINEMA TEATRO NUOVO
COOP. GRANTEATRO DI C. CECCHI 
"IL BORGHESE GENTILUOMO"
di Molière Regia di Carlo Cecchi


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