2018_12_07 ATTILA dalla RAI in collegamento diretto per la "prima" dalla Scala


Stagione 2018 - 2019 Stagione d’ Opera, Danza e Grande Arte a Robecco sul Naviglio
http://www.concertodautunno.it/agora-robecco/agora-robecco-1819.htm
In collegamento diretto con il
Teatro Alla Scala Milano
Apertura della stagione lirica 2018 - 2019




In occasione di questa serata sono abolite tutte le convenzioni e le riduzioni ma è stato fissato un biglietto di accesso di SOLI 10 Euro.
Per chi volesse accedere al Buffet al termine dello spettacolo il costo di partecipazione sarà di 20 euro con tagliando di accesso da acquistare a parte.
La prevendita viene effettuata ogni lunedì sera dalle 21 in orario di apertura per la programmazione cinematografica. Il diritto di prevendita è di 1,50€.
I posti sono fissati al momento dell'acquisto secondo quanto indicato sul biglietto: fila/posto.

Concertodautunno intervista Mario Mainino a proposito di Attila inaugurale.

COME SPETTACOLO È STATO UN BELLO SPETTACOLO?
Indubbiamente si, un colossal da inaugurazione.

COME OPERA È STATA UNA BELLA MESSA IN SCENA?
No, in particolare essendo un'opera di Verdi, un autore che chiedeva di ridurre al minimo il contorno alla azione, in questa edizione c'erano troppe masse e troppi movimenti inopportuni.

PERCHÉ INOPPORTUNI?
Perché quando l'azione si congela in una scena ed aria di un personaggio, l'azione si congela punto, non continua con tonnellate di movimenti scenici che distraggono attenzione dal cantante e cito un esempio per me eclatante, Ecco l'orrido campo nel Ballo in maschera di Michelietto, dove la cantante veniva strattonata e spogliata della pelliccia proprio mentre cantava una delle romanze più impegnative dell'opera, non prima o dopo in modo da lasciarla tranquilla, no, durante!

E DELLA SCENOGRAFIA?
Della scenografia sono soddisfatto perché utilizza le tecnologie che abbiamo a disposizione e che lo stesso Verdi avrebbe usato se le avesse avute. Molto affascinanti erano i nuvolosi cieli cangianti con l'apparizione delle immagini del padre di Odabella (che lei non guarda) o di Attila truce uccisore di vecchi e fanciulli. Belli i ponti mobili, peccato che si compie - sempre a danno del cantante - la collocazione dei cantanti su di questi il più in alto e lontano possibile dal proscenio. Vedi Attila - Ezio duetto primo, o Ezio-coro-Foresto. Stessa cosa si fece in Arcimboldi facendo cantare ad Ambrogio Maestri l'aria di Jago "Credo" in fondo all'immenso palcoscenico dell'Arcimboldi mettendo a dura prova i polmoni di Ambrogione.

COME SI USA ORMAI QUOTIDIANAMENTE C'È STATO UNO SPOSTAMENTO TEMPORALE.
Be di questo non mi importa molto, qualcuno si è scandalizzato per Attila con le bretelle, si in effetti il protagonista aveva tutti i numeri per presentarsi degnamente senza bretelle e senza camicia, visto che si risvegliava dal sonno, ma sappiamo come erano vestiti nel 452 dopo Cristo Attila, i suoi unni e i nostri proto-italiani?
E allora che mi importa del vestito. Attila è stato reso con un volto espressivo dei sentimenti cantati e con movimenti del corpo pertinenti all'azione. Poi la chicca è arrivata con il lussuoso costume di Papa Leone I che nella realtà probabilmente era vestito poco più che uno straccione, ma diventa bianco e oro solo con il pennello di Raffaello nel 1514, quindi con i costumi di una società di 1100 anni dopo il fatto.

MA PASSIAMO ALL'ASPETTO PRETTAMENTE MUSICALE CHE DOVREBBE (???) ESSERE SEMPRE IL PIÙ IMPORTANTE?
In effetti quello dovrebbe essere il più importante, ma non oggi, forse 50/60 anni fa, oggi no di certo. Oggi l'aspetto più importante è quanto abbiamo detto più sopra, l'aspetto visivo e più dirompente possibile della messa in scena.
Per parlare di musica mi è sembrato di avere ascoltato molte lusinghiere promesse e illustrazioni prima della prima poi invece le premesse non sono diventate realtà, almeno nella prima recita, forse nelle prossime si calibrerà meglio e le intenzioni annunciate diventeranno realtà.

MA VOGLIAMO ANALIZZARE IL CAST, LA DISTRIBUZIONE DELLE PARTI

Non essendo per fortuna un cantante nessuno può accusarmi di invidia, ma essendo per fortuna un appassionato studioso ed ascoltatore di musica da oltre mezzo secolo, e Attila l'ho ascoltato e analizzato più volte, posso dire la mia impressione sui singoli ruoli.
Non parliamo di paragonare interpreti contemporanei con voci storiche che non esistono più o comunque non sono più in attività.

ATTILA, il ruolo è stato posto sulle spalle giuste, un cantante con grande presenza scenica ed interprete affascinante, calato nella parte, con un timbro non particolarmente "cavernoso" ma sempre elegante. Nulla da eccepire sulla scelta di questo artista, e sulla sua resa in scena.

EZIO, il suo contraltare previsto non era esattamente il cantante che abbiamo visto ed ascoltato, ed a mio parere è stata una grande perdita in questa produzione. Il cantante che è arrivato, se pur ha una bella voce molto chiara, non è stata sufficiente a superare senza difficoltà le vette che Verdi inserisce, ha diviso in due la sua esecuzione in una prima parte incerta ed una secondo più sicuro con solo la crinatura nella svettante chiusura della grande scena "E' gettata". In quanto alla resa visiva è stato come si diceva una volta "algido" non lasciando trasparire i suoi sentimenti.

FORESTO, lo ha seguito perfettamente nel restare il più impassibile possibile, ma in questo non diversamente da quando interpreta altri ruoli. Anche lui con resa diversa tra la prima e la seconda parte.

ODABELLA, osannata per me oltre il dovuto merito, ha affrontato un ruolo dove altre attuali regine della lirica italiane avrebbero fatto scintille. Non ha potuto rispecchiare lo spartito non avendo le note gravi - grave non significa cercare di ingrossare la voce - il famoso salto, la parte di Odabella vada dal Fa diesis sotto il rigo al do diesis acuto, e il primo "patria" ha rivelato la caratteristica tremolante della sua voce.

E A PROPOSTIO DEL CONPRIMARIATO?
Che dire, fare il comprimario è un mestiere di prima classe, chi lo fa bene ci lavora anche tutta una vita, ricordiamo grandi comprimari del passato, presenti in tantissime rappresentazioni ed incisioni. Qui solo solo due il tenore Uldino ed il basso Leone, e vorrei riportare quanto scritto da Enrico Stinchelli "Una menzione a parte meritano sia Francesco Pittari come Uldino che il basso Gianluca Buratto che ha impressionato come Papa Leone, sfoderando dei veri tuoni come è giusto che sia e come è raro ascoltare dai bassi scritturati per questa parte." E io sottolineo Francesco Pittari che ha avuto presenza scenica ottimale e sfoggiato una voce di bel timbro ed ottima impostazione.

Le tappe del dolore di Verdi:
12 agosto 1838 la figlia Virginia muore all'età di circa un anno e mezzo
22 ottobre 1839 il figlio Icilio muore all'età di circa un anno e mezzo
17 novembre 1839 Oberto, Conte di San Bonifacio Teatro alla Scala di Milano
18 giugno 1840 la moglie Margherita  muore di encefalite all'età di 26 anni
5 settembre 1840 Un giorno di regno Teatro alla Scala di Milano
9 marzo 1842 Nabucco Teatro alla Scala di Milano Giuseppina Strepponi nel cast
1843 Inizia la relazione con Giuseppina Strepponi
11 febbraio 1843 I Lombardi alla prima crociata Teatro alla Scala di Milano,
9 marzo 1844 Ernani Teatro La Fenice di Venezia
3 novembre 1844 I due Foscari Teatro Argentina di Roma
15 febbraio 1845 Giovanna d'Arco Teatro alla Scala di Milano
12 agosto 1845 Alzira Teatro San Carlo di Napoli (strano non faccia parte della "trilogia")
17 marzo 1846 Attila Teatro La Fenice di Venezia
14 marzo 1847 Macbeth Teatro La Pergola di Firenze

Attila: Santo di patria il salto d'ottava da brivido




Una nota particolare, Rossini e Verdi: gli autori italiani che più di tutti riempiono i cartelloni dei più importanti teatri del mondo! Rossini negli ultimi anni della sua vita, durante il periodo dei Péchés de vieillesse, scrisse 5 battute su un foglio, per pianoforte solo: “Ritournelle pour l'Adagio du Trio d'Attila”. Il manoscritto riporta la dicitura autografa e ironica di Rossini: “sans la permission de Verdi”, datato 1863.
Alessandro Marangoni ha riportato alla luce questo inedito, incidendolo in prima mondiale per Naxos nel vol. 8 della sua integrale dei Péchés.
Ultimamente, il Maestro Riccardo Chailly ha pensato di far orchestrare queste battute di Rossini e inserirle nell’Attila che debutterà alla Scala il 7 dicembre: un felice e inconsapevole (da parte di Verdi) connubio tra due giganti della musica italiana.
Questa è una delle novità di questa edizione di Attila nella quale Riccardo Chailly ha scelto di usare queste battute inserite da Rossini come piccola introduzione al grande terzetto del Atto III, ma non sarà l'unica novità, anche l'aria che canterà Foresto sarà quella per la "prima esecuzione" che poi Verdi sostituì.


Ascoltiamo un po di Attila ? 
Ecco allora una sintesi dell'opera con il collegamento ai momenti cloux con i passaggi più coinvolgenti creati da Verdi per questa corrusca ed inebriante opera giovanile.

Prologo


Preludio

Urli, rapine, gemiti, sangue
Coro

Eroi, levatevi!
Attila

Viva il re delle mille foreste
Coro

Di vergini straniere
Attila, Uldino, Odabella
Santo di Patria … Allor che i forti corrono
Odabella
Bella è quell'ira, o vergine
Attila, Odabella

Da te questo or m'è concesso
Odabella, Attila, Coro
Uldino, a me dinanzi l'inviato di Roma
Attila

Tardo per gli anni, e tremulo è il reggitore d'Oriente
Ezio, Attila
Ma se fraterno vincolo
Ezio, Attila

Vanitosi!... Che abbietti e dormenti
Attila, Ezio

Scena Qual notte!... - Quai voci!...
Eremiti, Aquileiesi, Foresto

Ella in poter del barbaro!
Foresto, Coro
Cessato alfine il turbine
Eremiti, Foresto

Cara patria, già madre e reina
Foresto, Coro

Atto I
Scena Liberamente or piangi...
Odabella
Oh! nel fuggente nuvolo
Odabella

Qual suon di passi! - Donna! - Gran Dio!!...
Odabella, Foresto

Duetto Sì, quell'io son, ravvisami
Foresto, Odabella

Va'Racconta al sacrilego infame
Foresto, Odabella

Oh t'inebria nell'amplesso
Foresto, Odabella
Uldino! Uldin! Non hai veduto
Attila, Uldino

Mentre gonfiarsi l'anima
Attila
Raccapriccio! Che far pensi?
Uldino, Attila

Oltre quel limite
Attila
Parla, imponi - Chi vien?
Coro, Attila, Leone

No!... non è sogno .. Di flagellar l’incarco
Attila, Uldino, Leone, Odabella, Foresto, Coro



Atto II


Scena Tregua è cogli Unni
Ezio

Dagli immortali vertici
Ezio
Chi vien? - Salute ad Ezio - Che brami tu?
Ezio, Coro, Foresto

È gettata la mia sorte
Ezio
Coro Del ciel l'immensa volta
Coro

Ezio, ben vieni!
Attila, Ezio, Druidi

Chi dona luce al cor?...
Coro Sacerdotesse

Lo spirto de' monti
Coro, Foresto, Odabella, Ezio, Attila, Uldino

Si riaccendan le querce d'intorno
Attila, Foresto, Odabella

Oh, miei prodi! un solo giorno
Attila, Odabella, Foresto, Ezio, Uldino, Coro



Atto III


Qui del convegno è il loco...
Foresto, Uldino

Romanza Che non avrebbe il misero
Foresto
Che più s'indugia?...Te sol, te sol quell'anima
Ezio, Foresto, Odabella, Coro

Non involarti, seguimi
Foresto, Odabella, Attila, Ezio, Coro

Tu rea donna ... E tu pure Odabella
Attila, Foresto, Odabella, Ezio


FORESTO
Infida!
Il dì che brami è questo:
Vedrai come ritorni a te
Foresto!
Che non avrebbe il misero
Per Odabella offerto?
Fino, deh, ciel perdonami,
Fin l'immortal tuo serto.
Perchè sul viso ai perfidi
Diffondi il tuo seren? . . .
Perchè fai pari agli angeli
Chi sì malvagio ha il sen?

l’inserimento nell’atto terzo della Romanza per Foresto («O dolore») scritta per la prima esecuzione alla Scala in vista delle doti vocali del tenore Napoleone Moriani, e quindi assente dalla prima “edizione veneziana”. Si tratta di una pagina di indubbia bellezza caratterizzata da un affascinante accompagnamento di arpe.


Venerdì, 7 dicembre 2018 ore 18:00
Giuseppe Verdi
ATTILA, Re degli Unni
Personaggi ed interpreti:

Attila, re degli unni (basso) ILDAR ABDRAZAKOV


Ezio, generale romano (baritono) GEORGE PETEAN

Odabella, figlia del signore di Aquileia (soprano) SAIOA HERNANDEZ

Foresto, cavaliere aquileiese (tenore) FABIO SARTORI
Uldino, giovane bretone schiavo di Attila (tenore) FRANCESCO PITTARI
Leone, vecchio romano (basso) GIANLUCA BURATTO
Duci, re e soldati unni, gepidi, ostrogoti, eruli, turingi e quadi-druifi, sacerdotesse, popolo, uomini e donne d'Aquileia, donzelle d'Aquileia in abito guerriero, ufficiali e soldati romani, vergini e fanciulli di Roma, eremiti, schiavi (coro)
Coro e Orchestra del Teatro alla Scala

Direttore Riccardo Chailly

Regia Davide Livermore
Scene Giò Forma e Davide Livermore
Costumi Gianluca Falaschi
Luci Antonio Castro
Video d-Wok
Durata spettacolo: 2 ore e 20 minuti incluso intervallo
Nuova produzione Teatro alla Scala in scena dall'11 Dicembre 2018 al 8 Gennaio 2019
CineTeatroAgorà
P.zza XXI luglio Robecco sul Naviglio
www.cineteatroagora.it
info@cineteatroagora.it
Cell. 349 82 53 070

L'OPERA IN POCHE RIGHE
Il 7 dicembre torna verdiano con Attila, nona opera del compositore andata in scena al Teatro La Fenice nel 1846. Il Direttore Musicale Riccardo Chailly approfondisce la lettura delle opere del giovane Verdi dopo aver inaugurato la Stagione 2015/2016 con Giovanna d’Arco, che vide la luce nel 1845, e prosegue con il regista Davide Livermore una collaborazione che alla Scala ha già avuto un esito felice con Don Pasquale di Donizetti. Con Livermore tornano gli scenografi dello Studio Giò Forma, garanzia di equilibrio tra eleganza visuale e innovazione tecnologica, e il costumista Gianluca Falaschi. Opera complessa in cui Verdi sperimenta nuovi percorsi tra ambientazione storica, impatto spettacolare, squarci psicologici e incertezze morali, Attila chiede ai cantanti slancio e sicurezza ma anche capacità di trovare accenti e sfumature. Protagonista è Ildar Abdrazakov, basso di riferimento dei nostri anni, mentre la difficile parte di Odabella è affidata a Saioa Hernández, che debutta alla Scala dopo una rapida ascesa tra le più interessanti voci emergenti. Foresto ha lo squillo sicuro di Fabio Sartori, mentre nella parte di Ezio torna Simone Piazzola.

Prologo : Preludio Un melodia "alla Verdi" esplode e conquista immediatamente l'ascoltatore, preparata ad arte dalle battute che la precedono, ad evocare il sorgere del sole sulla laguna veneta, dove, ad opera dei profughi di Aquileia, sorgerà la novella città di Venezia.
Ad Aquileia, attorno alla metà del V secolo. Gli Unni saccheggiano la città, guidati da Attila  che ordina di lasciare i morti nella polvere, e s'infuria quando vede uno stuolo di donne di Aquileia che sono state salvate e gli sono condotte davanti, perché aveva ordinato di non risparmiare nessuno (Di vergini straniere). Uldino gli dice che è un omaggio a lui, dato che quelle donne si sono dimostrate abili guerriere quanto i fratelli; Attila è ammirato, specialmente da Odabella, figlia del signore di Aquileia, che nel suo intimo medita vendetta dopo che l'invasore le ha ucciso la famiglia,  e spiega cosa ispirò loro tanto valore (Santo di patria indefinito amor). 
Attila ammira l'audacia di Odabella, e le chiede cosa voglia in ricompensa. Odabella rivuole la sua spada, e Attila le porge la sua, e lei, ricevuta la spada, pensa di vendicare il padre e la famiglia uccidendolo con essa (Da te questo or m'è concesso). Entra il generale romano Ezio, antico avversario di Attila e da lui ammirato, che gli propone di dominare il mondo ma di lasciare a lui l'Italia (Tardo per gli anni e tremulo). Attila rifiuta, ed Ezio parte sdegnato. 
La seconda scena è a Rio Alto, dopo una tempesta, degli eremiti soccorrono i fuggenti che cercano un luogo ove accamparsi (Cessato alfine il turbine), sono i profughi di Aquileia condotti da Foresto, amante di Odabella. Foresto compiange l'amata e giura di ritrovarla e salvare l'Italia (Ella in poter del barbaro!).

1 Preludio
2 Introduzione
Coro Urli, rapine, gemiti, sangue (Coro) Scena I
Scena Eroi, levatevi! (Attila) Scena II
Coro Viva il re delle mille foreste (Coro) Scena II
3 Scena e Cavatina di Odabella
Scena Di vergini straniere (Attila, Uldino, Odabella) Scena III
Cavatina Allor che i forti corrono (Odabella) Scena III
Tempo di mezzo Bella è quell'ira, o vergine (Attila, Odabella) Scena III
Cabaletta con coro Da te questo or m'è concesso (Odabella, Attila, Coro) Scena III
4 Duetto di Attila ed Ezio
Scena Uldino, a me dinanzi (Attila) Scena III-IV-V
Duetto Tardo per gli anni, e tremulo (Ezio, Attila) Scena V
Tempo di mezzo Ma se fraterno vincolo (Ezio, Attila) Scena V
Cabaletta Vanitosi!... Che abbietti e dormenti (Attila, Ezio) Scena V
5 Scena e Cavatina di Foresto
Scena Qual notte!... - Quai voci!... (Eremiti, Aquileiesi, Foresto) Scena VI-VII
Cavatina con coro Ella in poter del barbaro! (Foresto, Coro) Scena VII
Tempo di mezzo Cessato alfine il turbine (Eremiti, Foresto) Scena VII
Cabaletta con coro Cara patria, già madre e reina (Foresto, Coro) Scena VII


Atto IOdabella, allontanatasi dal campo degli Unni presso Roma, si libera in pianto per il dolore della morte del padre e, lei crede, anche dell'amato Foresto, scrutando il muoversi delle nubi le appare nelle cangianti forme una figura che le ricorda il fantasma del padre (Oh, nel fuggente nuvolo). Arriva Foresto, che si fa riconoscere  (Sì, quell'io son, ravvisami  ma respinge Odabella, accusandola di tradirlo con Attila. Odabella risponde che l'unico motivo per cui segue l'invasore è ucciderlo con la sua stessa spada, e Foresto viene rincuorato dalla donna che ama (Oh t'inebria nell'amplesso). 
Nella sua tenda, Attila ha un incubo, si risveglia in preda al terrore e lo racconta ad Uldino: si trovava presso Roma quando udiva la voce di un vecchio gli imponeva di non avvicinarsi (Mentre gonfiarsi l'anima ... di flagellar l'incarco contro i mortali hai solo). Uldino lo invita a scacciare queste visioni, ed Attila rincuorato si prepara ad invadere Roma (Oltre quel limite vedrai se pavido) . Ma da lontano giungono dei suoni mistici, e compare una processione guidata dal vecchio Leone (figura che si identifica come il Papa) che gli impone di stare lontano da Roma ripetendo esattamente le stesse parole che Attila aveva udito nel suo sogno. Attila è terrorizzato: il sogno premonitore si è avverato, e si fermerà alle porte della città senza invaderla e distruggerla.

6 Scena e Romanza di Odabella
Scena Liberamente or piangi... (Odabella) Scena I
Romanza Oh! nel fuggente nuvolo (Odabella) Scena I
7 Scena e Duetto di Odabella e Foresto
Scena Qual suon di passi! - Donna! - Gran Dio!!... (Odabella, Foresto) Scena I-II
Duetto Sì, quell'io son, ravvisami (Foresto, Odabella) Scena II
Tempo di mezzo Va'. - Racconta al sacrilego infame (Foresto, Odabella) Scena II
Cabaletta Oh t'inebria nell'amplesso (Foresto, Odabella) Scena II
8 Scena e Aria di Attila
Scena Uldino! Uldin! (Attila, Uldino) Scena III
Aria Mentre gonfiarsi l'anima (Attila) Scena III
Tempo di mezzo Raccapriccio! Che far pensi? (Uldino, Attila) Scena III
Cabaletta Oltre quel limite (Attila) Scena IV
9 Finale I
Scena Parla, imponi - Chi vien? (Coro, Attila, Leone) Scena V-VI
Finale No!... non è sogno (Attila, Uldino, Leone, Odabella, Foresto, Coro) Scena VI

Atto II: Ezio, con ira, viene a sapere che l'imperatore Valentiniano ha imposto una tregua con gli Unni, e ricorda i tempi antichi dell'onore romano (Dagli immortali vertici). Giunge Foresto che gli comunica l'intenzione di uccidere Attila, ed Ezio si accorda con lui, sapendo che correrà a morte se l'azione fallirà (È gettata la mia sorte).
Al banchetto con i Romani, i Druidi avvertono Attila che i presagi sono nefasti, ma lui non li ascolta. A turbare la festa giunge anche un vento che spegne tutti i fuochi, e provoca terrore tra gli astanti. I fuochi si riaccendono, e Foresto dice ad Odabella che Attila sta per bere una coppa avvelenata che lui ha preparato. Ma Odabella vuole che la vendetta sia  solo sua ed avverte l'invasore, ma gli chiede di graziare Foresto. Attila esaudisce i suoi desideri e le impone di sposarlo.

10 Scena e Aria di Ezio
Scena Tregua è cogli Unni (Ezio) Scena I
Aria Dagli immortali vertici (Ezio) Scena I
Tempo di mezzo Chi vien? - Salute ad Ezio - Che brami tu? (Ezio, Coro, Foresto) Scena I-II-III
Cabaletta È gettata la mia sorte (Ezio) Scena IV
11 Finale II
Coro Del ciel l'immensa volta (Coro) Scena V
Scena Ezio, ben vieni! (Attila, Ezio, Druidi) Scena VI
Coro Chi dona luce al cor?... (Sacerdotesse) Scena VI
Seguito del Finale Lo spirto de' monti (Coro, Foresto, Odabella, Ezio, Attila, Uldino) Scena VI
Scena Si riaccendan le querce d'intorno (Attila, Foresto, Odabella) Scena VI
Stretta del Finale Oh, miei prodi! un solo giorno (Attila, Odabella, Foresto, Ezio, Uldino, Coro) Scena VI

Atto III: Foresto è deluso dal comportamento di Odabella (Che non avrebbe il misero) quando viene a sapere da Uldino, che non è per nulla fido ad Attila ma si scopre essere un traditore,  che i Romani sono nel campo, pronti ad uccidere il Re degli Unni. Arriva anche Ezio, e dopo di lui, Odabella, che si sente colpevole e vede l'ombra paterna maledirla, e viene ripudiata dall'amato Foresto. Attila entra ed esorta ad abbandonarsi ai piaceri, ma i tre lo fermano, intenzionati ad eliminarlo. Attila ricorda loro tutti i favori fatti: ad Ezio la salvezza di Roma, a Foresto la grazia, ad Odabella il trono. Odabella non cede dal suo proposito e lo pugnala, mentre i Romani dilagano per il campo uccidendo gli Unni.
12 Scena e Romanza di Foresto
Scena Qui del convegno è il loco... (Foresto, Uldino) Scena I-II
Romanza Che non avrebbe il misero (Foresto) Scena II
13 Terzetto
Terzetto Che più s'indugia?... (Ezio, Foresto, Odabella, Coro) Scena III-IV
14 Quartetto finale
Quartetto Non involarti, seguimi (Foresto, Odabella, Attila, Ezio, Coro) Scena V-VI

ATTILA
Che mai vegg'io? . . . Qui, perfidi,
Veniste a nuova trama?
[ ad Odabella ] Tu, rea donna, già schiava, or mia sposa;
[ a Foresto ] Tu, fellon, cui la vita ho donata;
[ ad Ezio ] Tu, Romano, per Roma salvata,
Congiurate tuttor contro me? . . .
Scellerati . . . su voi sanguinosa
Piomberà la vendetta del ré.

[ Foresto va per trafiggere Attila, ma è prevenuto da Odabella, che lo ferisce esclamando: ]
ODABELLA Padre! . . . ah padre, il sacrifico a te.
ATTILA [ morente ] E tu pure, Odabella? . . .
[ Guerrieri romani irrompono da ogni parte. ]
TUTTI Appien sono Vendicati, Dio, popoli e ré!


Elaborazione e integrazione del testo presente su https://it.wikipedia.org/wiki/Attila_(opera)


UN PO' DI STORIA : Torna in scena a 43 anni di distanza dalla storica ripresa del 1975 con Patanè/Puggelli e passa da fanalino di coda della stagione a spettacolo inaugurale. Dal lontano 1943 Attila è tornato quindi in scena alla Scala nel 2018 (dopo 7 anni), 2011(dopo 20 anni), 1991 (dopo 16 anni), 1975. Sarà in scena dall'11 Dicembre 2018 al 8 Gennaio 2019

GIUSEPPE VERDI
(1813-1901)
ATTILA, Re degli Unni
(17/03/1846 La Fenice - Venezia)
Libretto di TEMISTOCLE SOLERA

Durata spettacolo: 2 ore e 20 minuti incluso intervallo
Recita 4/12 Anteprima giovani 7/12 Inaugurazione ore 18:00 e repliche ore 20:00 il Martedì 11/12/2018, Venerdì 14/12/2018, Martedì 18/12/2018, Venerdì 21/12/2018, Mercoledì 02/01/2019, Sabato 05/01/2019, Martedì 08/01/2019

Stagione 2018-2019
Concertatore e direttore d'orchestra RICCARDO CHAILLY
Regia di DAVIDE LIVERMORE
Nuovo allestimento TEATRO ALLA SCALA
Personaggi Interpreti
ATTILA ILDAR ABDRAZAKOV Basso
EZIO GEORGE PETEAN Baritono
ODABELLA SAIOA HERNÁNDEZ Soprano
FORESTO FABIO SARTORI Tenore
ULDINO FRANCESCO PITTARI Tenore
LEONE GIANLUCA BURATTO Basso

Stagione 2010-2011
Concertatore e direttore d'orchestra NICOLA LUISOTTI
Regia di GABRIELE LAVIA
Nuovo allestimento in coproduzione TEATRO ALLA SCALA
Nuovo allestimento in coproduzione SAN FRANCISCO OPERA
Lunedì 20 Giugno 2011 ore 20:00
Mercoledì 22 Giugno 2011 ore 20:00
Venerdì 24 Giugno 2011 ore 20:00
Sabato 02 Luglio 2011 ore 20:00
Lunedì 04 Luglio 2011 ore 20:00
Mercoledì 06 Luglio 2011 ore 20:00
Venerdì 08 Luglio 2011 ore 20:00
Martedì 12 Luglio 2011 ore 20:00
Venerdì 15 Luglio 2011 ore 20:00
Personaggi Interpreti
ATTILA ORLIN ANASTASSOV Basso 20-24/06 2-6-12/07 MICHELE PERTUSI Baritono 22/06 8/07 ENRICO GIUSEPPE IORI Basso baritono 15/07
EZIO MARCO VRATOGNA Baritono 20-24/06 2-6-12-15/07 LEO NUCCI Baritono 4-8/07
ODABELLA LUCRECIA GARCIA Soprano 20-22/06 4-8/07 ELENA PANKRATOVA Soprano 24/06 2-6-12-15/07
FORESTO FABIO SARTORI Tenore
ULDINO GIANLUCA FLORIS Tenore
LEONE ERNESTO PANARIELLO Baritono

Stagione 1990-1991
Concertatore e direttore d'orchestra RICCARDO MUTI 
Regia di JÉRÔME SAVARY
Nuovo allestimento TEATRO ALLA SCALA
Martedì 25 Giugno 1991 ore 20:00
Giovedì 27 Giugno 1991 ore 20:00
Sabato 29 Giugno 1991 ore 20:00
Lunedì 01 Luglio 1991 ore 20:00
Giovedì 04 Luglio 1991 ore 20:00
Sabato 06 Luglio 1991 ore 20:00
Lunedì 08 Luglio 1991 ore 20:00
Personaggi Interpreti
ATTILA SAMUEL RAMEY Basso 25/06 1-4/07 FERRUCCIO FURLANETTO Basso 29/06 6-8/07
EZIO GIORGIO ZANCANARO Baritono 25-27/06 1-4/07 PAOLO GAVANELLI Baritono 29/06 6-8/07
ODABELLA CHERYL STUDER Soprano 25/06 1-4-8/07 BARBARA DEMAIO Soprano 27-29/06 6/07
FORESTO NAZZARENO ANTINORI Tenore 25/06 KALUDI KALUDOV Tenore 27-29/06 1-4-6-8/07
ULDINO ERNESTO GAVAZZI Tenore
LEONE MARIO LUPERI Basso

Stagione 1974-1975
Concertatore e direttore d'orchestra GIUSEPPE PATANÈ
Regia di LAMBERTO PUGGELLI
Nuovo allestimento TEATRO ALLA SCALA
Lunedì 12 maggio 1975 ore 20:30
Giovedì 15 maggio 1975 ore 20:30
Lunedì 19 maggio 1975 ore 20:30
Martedì 20 maggio 1975 ore 20:30
Personaggi Interpreti
ATTILA NICOLAI GHIAUROV Basso CARLO ZARDO Basso 20/05
EZIO PIERO CAPPUCCILLI Baritono LORENZO SACCOMANI Baritono 20/05
ODABELLA RITA ORLANDI MALASPINA Soprano LUISA MARAGLIANO Soprano 20/05
FORESTO VERIANO LUCHETTI Tenore NICOLA MARTINUCCI Tenore 20/05
ULDINO PIERO DE PALMA Tenore
LEONE LUIGI RONI Basso FRANCO PUGLIESE Basso 20/05



Vedi libretto di Temistocle Solera e Francesco Maria Piave integrale (seo) su:

Attila di Giuseppe Verdi

Prologo Atto Primo | Atto Secondo | Atto Terzo

Rassegna Stampa

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