2017_04_18 Coppia spettacoli in scena al Libero

18 aprile 2017_04_18 – 30 aprile 2017 | Compagnia Ospite

SUD_ORAZIONE
Ideazione e regia Gianpiero Borgia

di Fabrizio Sinisi in collaborazione con Giorgio Damato
con Alighiero
musiche Papaceccio MMC
luci Pasquale Doronzo
Produzione Teatro dei Borgia
Indagine tragicomica su un meridionale

MEDEA SU VIALE ZARA
Ideazione e regia Gianpiero Bor
gia
di Elena Cotugno in collaborazione con Fabrizio Sinisi
con  Elena Cotugno
musiche Papaceccio MMC
luci Pasquale Doronzo
scene Filippo Sarcinelli 
Produzione Teatro dei Borgia

Spettacolo itinerante in furgone
La proposta del Teatro dei Borgia è una doppia sfida: ogni sera, in contemporanea, lo spettacolo “Sud-Orazione” sul palcoscenico del Libero e, su un furgoncino capace di ospitare al massimo 7 spettatori alla volta, un'esclusiva performance itinerante col pubblico alla scoperta di “Medea su Viale Zara”.

Date e orari:
SUD_ORAZIONE
da mercoledì 18 aprile a sabato 30 aprile ore 21.00, domenica ore 16
biglietti: interi 16 euro, ridotti 12
MEDEA SU VIALE ZARA
da mercoledì 18 aprile a sabato 30 aprile ore 19.00, domenica ore 18.30
biglietti: interi 20 euro, ridotti 15
PROMOZIONE SUD_ORAZIONE + MEDEA:
Chi assiste a entrambi gli spettacoli nello stesso giorno paga solo € 5,00 il biglietto per SUD_ORAZIONE. Chi vede gli spettacoli in giorni differenti ma acquista contemporaneamente i biglietti entra a prezzo ridotto: MEDEA a € 15,00 e SUD_ORAZIONE a € 12,00.
Info biglietteria:
acquisto online: https://www.teatrolibero.it/sudorazione
telefono: 02.8323126

“Sud-Orazione” è una favola tragica al contrario. Racconta di un intellettuale meridionale  costretto a tornare alla sua Terra, dopo aver cercato, per anni, di sublimare, attraverso il teatro, quella che riteneva essere la grettezza della propria appartenenza “etnica”. Come da copione delle migliori commedie, un imprevisto lo costringe a trasferirsi in Puglia e il Sud finisce col “riprenderselo”. “Sud-Orazione” è, quindi, anche un trattato antropologico e un testo comico. Racconta del Meridione come luogo dell’eclissi della coscienza e del tempo circolare, adottando tutti gli strumenti e i clichè dello spettacolo di satira e varietà per mettere meglio in luce i nodi oscuri di una parabola artistica, politica e civile. 

“Medea su Viale Zara”, invece, è la storia di una donna, una di quelle che spesso incontriamo per caso: una giovane migrante, scappata dal proprio Paese e arrivata in Italia con la speranza di un futuro migliore. Alle spalle chissà quanti sogni e, spesso, l'amore di un uomo che invece di proteggerla e ricambiarla la butta in strada a prostituirsi. L’ambientazione è una delle vie della prostituzione: ogni città ne ha una. 
Spesso ci sono roulotte, ombrelloni, furgoni, fuochi, luoghi d’avvicinamento, di contrattazione e infine di sfruttamento. Lo spettacolo/racconto si svolge su un furgone, che qui a Milano parte dal teatro alla volta di viale Zara. Il pubblico a bordo, di fianco alla nostra Medea percorrerà le strade della città, popolate di altre Medee come lei: donne di varie età e nazionalità, con alle spalle analoghe storia, iniziate chissà dove.

Il progetto di Medea su Viale Zara
Il progetto nasce da un’idea di Gianpiero Borgia, sviluppata poi da Elena Cotugno lungo un intenso percorso di approfondimento, che tuttora prosegue a fianco di assistenti sociali e associazioni che si occupano dell’assistenza in strada e del tentativo di recupero di alcune di queste donne. La drammaturgia che ne è nata si pone nel solco delle libere riscritture del mito di Medea, rivelando allo spettatore d’oggi la “tragedia dello straniero” con la forza del mito greco.

“Lei arriva affannata, all’ultimo: sale insultando l’autista (che è un bravo tecnico prestato all’occasione). Si scusa con noi, guardandoci negli occhi, si sistema, vuole attaccare discorso. Si rivela uno strano, affascinante personaggio, dal sorriso disarmante. E finalmente inizia a parlare, in quel romeno-italiano di cui si diceva: dice parolacce, ride, mette su l’inno nazionale e lo fa ascoltare agli astanti mentre il pulmino si muove nelle strade trafficate. Evoca il viaggio dal piccolo paese natio fino all’Albania, con il sogno dell’Italia. Racconta dell’incontro con l’uomo italiano che le cambierà – e le rovinerà – la vita. Lo fa con candore e con rabbia trattenuta, sempre con amore. Poi semplicemente, con un sussurro, scivola nel racconto della prostituzione, dello sfruttamento – senza mai scadere nel didascalismo da “teatro civile”. Andrea Porcheddu (www.glistatigenerali.com)

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