Mercoledì 26 marzo 2014, ore 21.15
secondo appuntamento con la rassegna
I TEATRO DEL SACRO
organizzata da cinemateatroNuovo
MAESTRO ECKHART di Alessandro Berti
Con: Alessandro berti, Angela Caterina
secondo appuntamento con la rassegna
I TEATRO DEL SACRO
organizzata da cinemateatroNuovo
MAESTRO ECKHART di Alessandro Berti
Con: Alessandro berti, Angela Caterina
Gli spettacoli saranno al cinemateatroNuovo di Via san Martino 19 a Magenta con inizio alle 21.15.
Il biglietto d’ingresso è di € 8,00, è previsto il biglietto ridotto a € 5,00 per under 26, over 65 e gruppi di almeno 6 persone.
Prevendita presso cinemateatroNuovo nei normali orari di apertura della sala.
Maggiori informazioni sugli spettacoli su www.teatronuovo.com
Meister Eckhart è un autore semplice. Difficile è mettere in pratica quel che dice, non capirlo. La grandiosa chiarezza della sua opera ha resistito a secoli in cui quelle parole sono state usate, e abusate, da molti. La freschezza, la lucidità, l’onestà intellettuale dei suoi scritti ancora ci parlano. In particolare i suoi sermoni sono testi operativi, che cioè vogliono, e possono, proporre un’esperienza in chi ascolta. E si sente che di quell’esperienza, Eckhart non è solo testimone ma protagonista in prima persona. Ecco perché lo si chiama mistico: non perché oscuro e ineffabile (tutt’altro) ma perché sa di che parla: l’esperienza spirituale esce dalle sue parole e si fa incontro a chi ascolta. Ecco dunque che la mistica si definisce per quel che è: esperienza vissuta, spiritualità incarnata, e diventa qualcosa non di lontano ma di possibile a ognuno e ognuna.
Il lavoro teatrale di Alessandro Berti esplora da qualche anno le voci della spiritualità cristiana. Il suo nuovo spettacolo, Maestro Eckhart, viaggio teatrale attraverso i sermoni è il risultato di una paziente ricerca pluriennale sulle opere del maestro tedesco. Ritradotti fedelmente, tre dei sermoni di Eckhart sono proposti al pubblico in modo semplice, spoglio, diretto, proprio per lasciare allo spettatore il lavoro di meditazione e partecipazione alle suggestioni del testo. Il corpo dell’attore si lascia parlare e attraversare dalla corrente del pensiero di Eckhart, corrente quasi elettrica, appassionata e inesorabile. La pesante tonaca medievale, opera sartoriale della storica del costume Nicoletta Di Gaetano, viene usata durante lo spettacolo come elemento simbolico di quella spoliazione-rivestizione, nascita-morte, di cui si parla nel testo. Più strati coprono il fragile corpo dell’attore, fino a una sorta di finale cilicio di canapa (anch’esso ricostruito a telaio secondo le istruzioni di San Domenico): il viaggio e il passaggio attraverso le peripezie della verità è insomma anche fisico, carnale. Una donna è testimone di questa battaglia, di questa dimostrazione, di questa spietata verifica (i sermoni di Eckhart sono tutto meno che paternalistici: il predicatore ci mette a parte di un’esperienza, non ci indottrina). Come le donne del Vangelo, anch’essa veste, profuma, veglia il corpo fragile di un uomo abitato dallo spirito: è il tema, che molto ha segnato la fortuna storica dei sermoni di Eckhart, dell’amicizia spirituale tra uomo e donna. L’ultimo sermone, quasi un omaggio a questa figura di testimone, tratta proprio dell’anima che, dice Eckhart, deve essere donna, pienamente, se vuole essere feconda, e generare il Figlio, Gesù Cristo, dentro sé.
Transito delle parole come un flusso suggestivo e ’operativo’, in onore all’esser sermone delle fonti; corpo dell’attore come strumento attento e sensibile alle sfumature del testo; voce cantata come soffio intimo, canzone di nascita e morte cantata distesamente e poi sussurrata; uso convinto e continuo del costume storico come parte integrante della drammaturgia; assenza di apparati tecnologici per ridurre al minimo le mediazioni tra attori e pubblico. Queste le peculiarità registiche di Maestro Eckhart, viaggio teatrale attraverso i sermoni.
Nessun commento:
Posta un commento