Festival Ultrapadum Ventunesima edizione
Venerdì 12 Luglio 2013, ore 19:30
A tavola con Giuseppe Verdi
Cena a tema con concerto lirico e danza contemporanea
Con Angiolina Sensale (pianoforte)e i solisti dell’Accademia Lirica di Voghera
Con la partecipazione di Riccardo Olivieri e i danzatori allievi del Molino
Il Molino del Groppo, Pozzol Groppo (Al)
Cena (ore 19:30) e concerto: € 50
Solo concerto (ore 21:15): € 15
Info e prenotazione obbligatoria: 346.0569658 - 339.2556676 – 0383.59459La cena si terrà solo al raggiungimento di un numero congruo di partecipanti
Info per il pubblico
Società dell’Accademia di Voghera, tel. 335/66.80.112, www.festivalultrapadum.com
Agenzia Réclam – Pavia, tel. 347/72.64.448 - 346/05.69.658
Mail: agenziareclam@gmail.com
Festival Ultrapadum nel segno di Verdi quello di questa ventunesima edizione: tra i tanti omaggi tributati al Cigno di Busseto Giuseppe Verdi in occasione del bicentenario della nascita, quello del 12 Luglio prossimo metterà in luce un aspetto che forse non tutti conoscono: quanto il Maestro, oltre ad essere un vero gourmet, fosse anche un profondo, appassionato conoscitore di agricoltura (si occupava personalmente dei lavori nei campi della sua tenuta, soprattutto grano, mais e della vigna) e di cibo (per esempio sapeva molto bene come si dovesse procedere alla cottura della spalla cotta di san Secondo e non mancava di inviare in regalo questo salume insieme a precise istruzioni su come prepararla).
E proprio a questo aspetto è dedicata la tappa in quel di Pozzol Groppo, prima tappa della doppietta in provincia di Alessandria e new entry del circuito musicale della rassegna.
L’evento del 12 Luglio al Molino del Groppo (magnifico molino fluviale del XVI secolo) metterà insieme musica e enogastronomia. Il concerto lirico con I Solisti dell’Accademia Lirica di Voghera accompagnati al pianoforte dall’eclettica Angiolina Sensale verrà preceduto da una cena a tema con quelli che erano i piatti preferiti del Maestro di Busseto: spalla cotta di San Secondo, culatello, tortelli di erbette e quaglie al forno. E per finire un dolce Porcospino (dolce tipico di panna caffè d’orzo e pinoli). Il tutto innaffiato con i vini tipici del territorio Verdiano.
I Solisti dell’Accademia Lirica di Voghera eseguiranno i brani delle più note opere del Maestro di Busseto. Lirica ma anche danza contemporanea nella personale interpretazione di Riccardo Olivier.
I piatti che furono cari al grande maestro: il culatello di Zibello, i tortelli caserecci ripieni di erbette, la Spalla di San Secondo e l’antico dolce rivisitato con ripieno di frutta secca (pinoli), e caffè che a Verdi piaceva molto, tutto accompagnato naturalmente da un buon bicchiere di buon vino.
IL CULATELLO
Il culatello tanto nominato da Verdi nelle sue lettere che scriveva agli amici così: “i miei migliori compagni di viaggio sono salami, culatelli, spalle cotte e il mio vino”.
I culatelli del Maestro Giuseppe Verdi dovevano essere perfetti ben rotondi e panciuti, fatti con maiali enormi ben nutriti e ingrassati al punto giusto, macellati nei mesi invernali quando le giornate sono corte e gelide, ma soprattutto dovevano aver preso almeno il caldo dell’estate e la nebbia di due autunni.
Le genti anziane della Bassa sapevano che ogni estate, quando salgono le temperature, i culatelli andavano in rifermentazione e la carne subiva un ulteriore stress che giovava tantissimo alla qualità dei salumi.
Questi gioielli erano solo per pochi! Solo chi se ne intendeva, chi già conosceva il culatello, sapeva apprezzare quel sapore unico che nella Bassa dagli anziani viene definito “fragranza” oppure “tabacco, mielato”.
TORTELLI
Immancabili nella cucina emiliana e quindi parmigiana. Ma prima, va menzionato il bellissimo scenario in cui per la prima volta, questi tortelli sono stati mangiati. Si tratta del ristorante locato presso la Corale Giuseppe Verdi, ovvero il locale dove storicamente si riunivano i loggionisti parmigiani per parlar di musica e in particolare del loro compaesano Giuseppe Verdi.
SPALLA COTTA
Si narra che Giuseppe Verdi, amante di questa squisitezza, avesse cercato di acquistare la Rocca di San Secondo, dove veniva prodotta principalmente, per intero, per assecondare il suo desiderio di crearvi una Casa di Riposo per musicisti. Pare che tanta fosse la passione, che il giovane Verdi soleva recarsi molto di frequente a San Secondo per degustare, a casa di amici, il piatto prelibato.
La spalla cotta era uno dei salumi preferiti di Giuseppe Verdi che amava regalarla a amici e dare consigli su come meglio cucinarla.
QUAGLIA AL FORNO
Uno dei piatti di Giuseppe Verdi che, nel 1860, scriveva così ad Angelo Mariani, il famoso direttore d’orchestra: “Vado a caccia alla mattina, dormo, mangio e non faccio nulla…… La muta delle quaglie è all’ordine ed a momenti se ne prenderanno a dozzine con le reti……….”
E ancora: “…Mi alzo alle cinque, vado alla muta delle quaglie, sparo una qualche fucilata alle quaglie che non sono tanto imbecilli d’andare nella rete, si fa dopo colazione…” (26 agosto)
IL PORCOSPINO:
Dolce tipico romagnolo ottenuto dall'amalgama di panna, margarina vegetale, caffè d'orzo e pinoli.
MENU VERDIANO
- Culatello D.O.P.con sformatino tiepido di grana e salsa di peperoni agrodolci.
- Girandole al radicchio rosso,prosciutto crudo e besciamelle.
- Tortelli d'erbette "Tordej d'arbetetti"
- Spalla cotta
- Quaglia al forno con pancetta e sapori.
- Dolce "Il porcospino"
Il tutto innaffiato con i vini tipici della tradizione VerdianaI piatti che furono cari al grande maestro: il culatello di Zibello, i tortelli caserecci ripieni di erbette, la Spalla di San Secondo e l’antico dolce rivisitato con ripieno di frutta secca (pinoli), e caffè che a Verdi piaceva molto, tutto accompagnato naturalmente da un buon bicchiere di buon vino.
IL CULATELLO
Il culatello tanto nominato da Verdi nelle sue lettere che scriveva agli amici così: “i miei migliori compagni di viaggio sono salami, culatelli, spalle cotte e il mio vino”.
I culatelli del Maestro Giuseppe Verdi dovevano essere perfetti ben rotondi e panciuti, fatti con maiali enormi ben nutriti e ingrassati al punto giusto, macellati nei mesi invernali quando le giornate sono corte e gelide, ma soprattutto dovevano aver preso almeno il caldo dell’estate e la nebbia di due autunni.
Le genti anziane della Bassa sapevano che ogni estate, quando salgono le temperature, i culatelli andavano in rifermentazione e la carne subiva un ulteriore stress che giovava tantissimo alla qualità dei salumi.
Questi gioielli erano solo per pochi! Solo chi se ne intendeva, chi già conosceva il culatello, sapeva apprezzare quel sapore unico che nella Bassa dagli anziani viene definito “fragranza” oppure “tabacco, mielato”.
TORTELLI
Immancabili nella cucina emiliana e quindi parmigiana. Ma prima, va menzionato il bellissimo scenario in cui per la prima volta, questi tortelli sono stati mangiati. Si tratta del ristorante locato presso la Corale Giuseppe Verdi, ovvero il locale dove storicamente si riunivano i loggionisti parmigiani per parlar di musica e in particolare del loro compaesano Giuseppe Verdi.
SPALLA COTTA
Si narra che Giuseppe Verdi, amante di questa squisitezza, avesse cercato di acquistare la Rocca di San Secondo, dove veniva prodotta principalmente, per intero, per assecondare il suo desiderio di crearvi una Casa di Riposo per musicisti. Pare che tanta fosse la passione, che il giovane Verdi soleva recarsi molto di frequente a San Secondo per degustare, a casa di amici, il piatto prelibato.
La spalla cotta era uno dei salumi preferiti di Giuseppe Verdi che amava regalarla a amici e dare consigli su come meglio cucinarla.
QUAGLIA AL FORNO
Uno dei piatti di Giuseppe Verdi che, nel 1860, scriveva così ad Angelo Mariani, il famoso direttore d’orchestra: “Vado a caccia alla mattina, dormo, mangio e non faccio nulla…… La muta delle quaglie è all’ordine ed a momenti se ne prenderanno a dozzine con le reti……….”
E ancora: “…Mi alzo alle cinque, vado alla muta delle quaglie, sparo una qualche fucilata alle quaglie che non sono tanto imbecilli d’andare nella rete, si fa dopo colazione…” (26 agosto)
IL PORCOSPINO:
Dolce tipico romagnolo ottenuto dall'amalgama di panna, margarina vegetale, caffè d'orzo e pinoli.
Nessun commento:
Posta un commento