VII Stagione di Concerti del Collegio Ghislieri
16 marzo 19 giugno 2009
16 marzo 19 giugno 2009
Giovedì 28 maggio 2009 alle ore 21.00, presso l'Aula Magna del Collegio Ghislieri, sesto appuntamento del cartellone di Ghislierimusica e del cartellone di RETEORFEO 2009 Circuito Lombardo di Musica Antica: protagonista l'Orchestra Barocca Zefiro che proporrà un programma interamente dedicato a Händel nel duecentocinquantesimo anniversario della morte. Dedicata alle Città della Musica, ReteOrfeo fa così tappa in quella Londra che il compositore scelse come propria patria elettiva. L'appuntamento, secondo la filosofia della Rete che vuole la circuitazione dei gruppi componenti oltre che degli artisti ospiti delle diverse stagioni, sarà replicato a Mantova il 29 maggio in Piazza Santa Barbara nell'ambito della stagione L'Armonia e l'invenzione.
Giovedì 28 maggio 2009 ore 21.00
Aula Magna del Collegio Ghislieri
Aula Magna del Collegio Ghislieri
FIREWORKS MUSIC
Händel - Musica per i reali fuochi d'artificio
Händel - Musica per i reali fuochi d'artificio
GEORG FRIEDRICH HÄNDEL (1685-1759)
Concerto a due cori in fa maggiore HWV 333
per 4 oboi, 4 corni, 2 fagotti, archi e b.c.
Concerto a due cori in fa maggiore HWV 333
per 4 oboi, 4 corni, 2 fagotti, archi e b.c.
Concerto Alexander's Feast in do maggiore HWV 318
per 2 violini concertini e violoncello, 2 oboi, archi e b.c.
per 2 violini concertini e violoncello, 2 oboi, archi e b.c.
Concerto a due cori in si bemolle maggiore HWV 332
per 4 oboi, 2 fagotti, archi e b.c.
per 4 oboi, 2 fagotti, archi e b.c.
The Music for the Royal Fireworks in re maggiore HWV 351
per 3 trombe, timpani, 3 oboi, 3 corni, fagotto, controfagotto, archi e b.c.
per 3 trombe, timpani, 3 oboi, 3 corni, fagotto, controfagotto, archi e b.c.
Orchestra Barocca Zefiro
Trombe: Luca Marzana, Jonathan Pia, Paolo Gaviglio
Oboi: Paolo Grazzi, Emiliano Rodolfi, Andrea Mion, Molly Marsh
Corni: Dileno Baldin, Francesco Meucci, Ermes Pecchinini, Gabriele Rocchetti
Fagotto e controfagotto: Alberto Grazzi, Maurizio Barigione
Violini I: Mauro Lopes, Isabella Bison, Monika Toth, Ulrike Fischer, Daniela Nuzzoli
Violini II: Renata Spotti, Laura Mirri, Alessandro Di Vona, Isotta Grazzi
Viole: Anna Aldomà, Krishna Nagaraja
Violoncelli: Gaetano Nasillo, Sara Bennici
Contrabbassi: Michele Zeoli, Riccardo Coelati
Cembalo: Luca Guglielmi
Timpani: Riccardo Balbinutti
Trombe: Luca Marzana, Jonathan Pia, Paolo Gaviglio
Oboi: Paolo Grazzi, Emiliano Rodolfi, Andrea Mion, Molly Marsh
Corni: Dileno Baldin, Francesco Meucci, Ermes Pecchinini, Gabriele Rocchetti
Fagotto e controfagotto: Alberto Grazzi, Maurizio Barigione
Violini I: Mauro Lopes, Isabella Bison, Monika Toth, Ulrike Fischer, Daniela Nuzzoli
Violini II: Renata Spotti, Laura Mirri, Alessandro Di Vona, Isotta Grazzi
Viole: Anna Aldomà, Krishna Nagaraja
Violoncelli: Gaetano Nasillo, Sara Bennici
Contrabbassi: Michele Zeoli, Riccardo Coelati
Cembalo: Luca Guglielmi
Timpani: Riccardo Balbinutti
Alfredo Bernardini Direttore
BIGLIETTI:
Settore A Intero: 10 Ridotto: 7 Settore B Intero: 7 Ridotto: 5
Speciale "Ridotto Giovani" under 26 Settore Unico: 5
Settore A Intero: 10 Ridotto: 7 Settore B Intero: 7 Ridotto: 5
Speciale "Ridotto Giovani" under 26 Settore Unico: 5
Dal programma di sala:Note al programma
Quando Händel presentò a Re Giorgio II d'Inghilterra la prima stesura della "Music for the Royal Fireworks", questi notò che la partitura comprendeva anche gli archi, mentre egli voleva un grande pezzo per soli fiati, visto che si trattava di una celebrazione militare (la Pace di Aquisgrana firmata il 7 ottobre 1748) anche perché questa musica andava suonata all'aperto su un palco nel londinese Green Park (St. James's Upper Park) appositamente costruito per l'occasione dal famoso architetto teatrale francese Giovanni Niccolò Servandoni. Il Re ordinò dunque di riscriverla per un organico di soli fiati e timpani. Händel, che sapeva ben arrangiare le sue cose, si limitò a cancellare dalla stessa partitura la dicitura "violino, viola, violoncello
" ecc, senza cambiare una nota, e segnò, cosa eccezionale, il numero di strumenti a fiato che voleva avere per ogni parte: 24 oboi, 12 fagotti, controfagotto, 9 trombe, 9 corni, 3 timpani. Dopo un'imponente prova, a cui assistettero 12000 persone, un incidente causò l'incendio del palco (gli esperti dei fuochi d'artificio erano venuti da Bologna!
) ed il grande spettacolo atteso per il 27 aprile 1749 fu annullato. Un mese più tardi, Händel utilizzò esattamente la stessa partitura per un concerto di beneficenza presso il Foundling Hospital, questa volta con una grande orchestra che comprendeva anche gli archi. La nostra esecuzione si rifà dunque a questa versione, che probabilmente corrisponde alla stesura originale del maestro di Halle.
Per questa grande composizione celebrativa Händel realizzò una suite di stile francese con un'Ouverture e quattro movimenti tra cui spiccano La Paix (un largo alla siciliana) e La Réjouissance (una brillante fanfara) che si collegano direttamente all'occasione politica della firma della pace di Aquisgrana e sono incorniciati da più tradizionali movimenti di danza: una bourrée e un minuetto conclusivo in due parti.
I cosiddetti Concerti a due Cori (1746/48) hanno in comune con la Music for the Royal Fireworks (1749) l'organico (grande orchestra con molti fiati) e l'epoca di composizione, quella di un Händel maturo, anzi più che sessantenne; di fatto sono considerati insieme ai Fireworks le sue ultime composizioni orchestrali.
Il titolo di Concerti a due Cori, con il quale sono comunemente conosciuti, non è originale: lo dobbiamo al musicologo Friedrich Chrysander, il primo a pubblicarli negli opera omnia haendeliani alla fine dell'Ottocento. Non è un titolo sbagliato e di fatto la tecnica di scrittura si gioca tra due cori di strumenti a fiato che costituiscono una specie di concertino a due teste, e un coro orchestrale che funge da concerto grosso. Il titolo dato all'HWV 332 dal copista di Händel John Christopher Smith senior è Concerto made from Choruses. E infatti questi pezzi strumentali utilizzano molto materiale dei pezzi corali composti precedentemente da Händel per i suoi grandi oratori quali The Messiah, Belshazzar, Esther, Alexander Balus, Semele, Occasional Oratorio e dall'opera Ottone, secondo una pratica molto abituale per il compositore. Recentemente è stato appurato che questi concerti furono concepiti come intermezzi strumentali all'interno di grandi oratori, nel segno della tradizione inglese di musica entr'acte, in particolare il concerto HWV 332 in Joshua, l'HWV 333 in Alexander Balus, tutti eseguiti per la prima volta nel Teatro Reale del Covent Garden in coincidenza della grande stagione degli oratori haendeliani degli anni Quaranta del Settecento. La scrittura di queste musiche combina una serie di componenti distinte, come quella dell'ouverture alla francese, di elaborate fughe, di larghi ed adagi espressivi, di fanfare che richiamano la caccia. Molti movimenti si concludono con grandi adagi che evocano l'amen o l'alleluja finale dei grandi cori della musica sacra. In queste composizioni Händel sprigiona una grande fantasia nel combinare i tre cori strumentali (legni, ottoni e archi), mantenendo per ciascun gruppo delle aree indipendenti anche per gli strumenti solisti; all'interno di questa scrittura monumentale infatti vengono comunque ritagliati degli spazi di particolare virtuosismo, soprattutto per gli oboi, il fagotto e i corni.
(Angela Romagnoli)
Per questa grande composizione celebrativa Händel realizzò una suite di stile francese con un'Ouverture e quattro movimenti tra cui spiccano La Paix (un largo alla siciliana) e La Réjouissance (una brillante fanfara) che si collegano direttamente all'occasione politica della firma della pace di Aquisgrana e sono incorniciati da più tradizionali movimenti di danza: una bourrée e un minuetto conclusivo in due parti.
I cosiddetti Concerti a due Cori (1746/48) hanno in comune con la Music for the Royal Fireworks (1749) l'organico (grande orchestra con molti fiati) e l'epoca di composizione, quella di un Händel maturo, anzi più che sessantenne; di fatto sono considerati insieme ai Fireworks le sue ultime composizioni orchestrali.
Il titolo di Concerti a due Cori, con il quale sono comunemente conosciuti, non è originale: lo dobbiamo al musicologo Friedrich Chrysander, il primo a pubblicarli negli opera omnia haendeliani alla fine dell'Ottocento. Non è un titolo sbagliato e di fatto la tecnica di scrittura si gioca tra due cori di strumenti a fiato che costituiscono una specie di concertino a due teste, e un coro orchestrale che funge da concerto grosso. Il titolo dato all'HWV 332 dal copista di Händel John Christopher Smith senior è Concerto made from Choruses. E infatti questi pezzi strumentali utilizzano molto materiale dei pezzi corali composti precedentemente da Händel per i suoi grandi oratori quali The Messiah, Belshazzar, Esther, Alexander Balus, Semele, Occasional Oratorio e dall'opera Ottone, secondo una pratica molto abituale per il compositore. Recentemente è stato appurato che questi concerti furono concepiti come intermezzi strumentali all'interno di grandi oratori, nel segno della tradizione inglese di musica entr'acte, in particolare il concerto HWV 332 in Joshua, l'HWV 333 in Alexander Balus, tutti eseguiti per la prima volta nel Teatro Reale del Covent Garden in coincidenza della grande stagione degli oratori haendeliani degli anni Quaranta del Settecento. La scrittura di queste musiche combina una serie di componenti distinte, come quella dell'ouverture alla francese, di elaborate fughe, di larghi ed adagi espressivi, di fanfare che richiamano la caccia. Molti movimenti si concludono con grandi adagi che evocano l'amen o l'alleluja finale dei grandi cori della musica sacra. In queste composizioni Händel sprigiona una grande fantasia nel combinare i tre cori strumentali (legni, ottoni e archi), mantenendo per ciascun gruppo delle aree indipendenti anche per gli strumenti solisti; all'interno di questa scrittura monumentale infatti vengono comunque ritagliati degli spazi di particolare virtuosismo, soprattutto per gli oboi, il fagotto e i corni.
(Angela Romagnoli)
Gli interpreti
Nel 1989 a Mantova, gli oboisti Alfredo Bernardini e Paolo Grazzi ed il fagottista Alberto Grazzi fondano Zefiro, un complesso con organico variabile specializzato in quel repertorio del Settecento in cui i fiati hanno un ruolo di primo piano. In questi anni Zefiro è diventato un punto di riferimento, in ambito internazionale, per il repertorio di musica da camera del '700 e '800 con strumenti d'epoca.
I suoi fondatori, insegnanti presso i Conservatori di Musica di Amsterdam, Barcellona, Mantova, Verona, Milano, sono considerati tra i più validi esecutori nell'ambito della musica antica e apprezzati solisti di famose orchestre; si avvalgono della collaborazione dei migliori strumentisti in campo europeo.
Zefiro è presente nei principali festival europei di musica (Amsterdam, Barcellona, Bonn, Ginevra, Helsinki, Innsbruck, Lione, Londra, Manchester, Milano, Monaco di Baviera, Palma di Mallorca, Parigi, Praga, Regensburg, Salisburgo, Utrecht, Vienna, ecc.) e con tournée in Israele, in Egitto, in Sud America (Cile, Argentina, Uruguay e Brasile - estate 2004), in Giappone (gennaio 2005), Canada (giugno 2006), Corea (settembre 2006) e Stati Uniti (agosto 2007), riscuotendo ovunque un grande successo di pubblico e di critica.
Zefiro è stato scelto dalla televisione belga per un documentario su Vivaldi ed ha al suo attivo la registrazione di 13 compact disc, tra cui le sei sonate di J.D.Zelenka, la musica per insieme di fiati di W.A.Mozart, la Water Music di Handel e Wassermusik di Telemann, gli arrangiamenti per 13 strumenti a fiato di arie da Opere di Mozart e la pubblicazione dei "Concerti per vari strumenti" di A.Vivaldi (Opus 111/Naïve). Le registrazioni più recenti, pubblicate da Sony Classical, riguardano la musica per fiati di L. van Beethoven ed i Divertimenti per fiati e archi di W.A.Mozart. Alcuni di questi CD hanno ricevuto diversi premi internazionali, tra cui il Grand Prix du Disque, il "Premio Nazionale Classic Voice" e le "Choc du Monde de la Musique de l'année 2007", e fanno di Zefiro un punto di riferimento per questo repertorio nel mondo intero.
L'attività di Zefiro si divide in tre organici: ensemble da camera, gruppo di fiati ["Harmonie"] ed orchestra barocca proponendo una grande varietà di programmi dall'ampio repertorio del Settecento: dai concerti a 5 e per strumenti solisti di Vivaldi alle opere teatrali e musica festiva di Handel, dalle cantate di Bach alle Messe di Haydn, fino alla musica per fiati di Mozart, Beethoven e Rossini.
I suoi fondatori, insegnanti presso i Conservatori di Musica di Amsterdam, Barcellona, Mantova, Verona, Milano, sono considerati tra i più validi esecutori nell'ambito della musica antica e apprezzati solisti di famose orchestre; si avvalgono della collaborazione dei migliori strumentisti in campo europeo.
Zefiro è presente nei principali festival europei di musica (Amsterdam, Barcellona, Bonn, Ginevra, Helsinki, Innsbruck, Lione, Londra, Manchester, Milano, Monaco di Baviera, Palma di Mallorca, Parigi, Praga, Regensburg, Salisburgo, Utrecht, Vienna, ecc.) e con tournée in Israele, in Egitto, in Sud America (Cile, Argentina, Uruguay e Brasile - estate 2004), in Giappone (gennaio 2005), Canada (giugno 2006), Corea (settembre 2006) e Stati Uniti (agosto 2007), riscuotendo ovunque un grande successo di pubblico e di critica.
Zefiro è stato scelto dalla televisione belga per un documentario su Vivaldi ed ha al suo attivo la registrazione di 13 compact disc, tra cui le sei sonate di J.D.Zelenka, la musica per insieme di fiati di W.A.Mozart, la Water Music di Handel e Wassermusik di Telemann, gli arrangiamenti per 13 strumenti a fiato di arie da Opere di Mozart e la pubblicazione dei "Concerti per vari strumenti" di A.Vivaldi (Opus 111/Naïve). Le registrazioni più recenti, pubblicate da Sony Classical, riguardano la musica per fiati di L. van Beethoven ed i Divertimenti per fiati e archi di W.A.Mozart. Alcuni di questi CD hanno ricevuto diversi premi internazionali, tra cui il Grand Prix du Disque, il "Premio Nazionale Classic Voice" e le "Choc du Monde de la Musique de l'année 2007", e fanno di Zefiro un punto di riferimento per questo repertorio nel mondo intero.
L'attività di Zefiro si divide in tre organici: ensemble da camera, gruppo di fiati ["Harmonie"] ed orchestra barocca proponendo una grande varietà di programmi dall'ampio repertorio del Settecento: dai concerti a 5 e per strumenti solisti di Vivaldi alle opere teatrali e musica festiva di Handel, dalle cantate di Bach alle Messe di Haydn, fino alla musica per fiati di Mozart, Beethoven e Rossini.
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