2017_08_07 MAM Milano Arte Musica Jordi Savall, viola da gamba

Associazione Culturale La Cappella Musicale

Milano Arte Musica
XI edizione 201
7
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Milano Arte Musica programma XI edizione 2017

Lunedì 07 Agosto 2017_08_07 ore 18.30 e ore 20.30
Chiesa di San Bernardino alle Monache
Les voix humaines
Musiche di Bach, Abel, Schenck, Marais
Jordi Savall, viola da gamba

PROGRAMMA

Karl Friedrich (1723-1787) Abel Preludio in re minore
Johann Sebastian Bach (1685-1750) Allemanda in re minore BWV 1011
Johannes Schenck (c.1660-c.1712) Aria Burlesca
Mr. De Sainte-Colombe, figlio(c.1660-1720) Fantasia in Rondeau (sol)
Mr. De Sainte-Colombe, padre(c.1640-c.1700) Les Pleurs
Johann Sebastian Bach Bourrée II BWV 1010 (& improvvisazioni)
Mr. Demachy (fl.1665-1692.)Preludio in re 
Marin Marais(c.1656-1728) Les Voix Humaines (II Livre, 63); La Sauterelle
Mr. De Sainte-Colombe, figlio Preludio in la
Marin Marais Muzettes I - II (IV Livre, 28, 29); La Sautillante (IV Livre, 30)
Mr. De Sainte-Colombe, figlio Preludio in mi
Marin Marais Sarabande A L’espagnol;Muzette En Sol
Les voix humaines: non poteva esserci titolo più adatto a rappresentare l’intento sotteso al programma proposto da Jordi Savall per la serata di lunedì 7 agosto. Il pluripremiato gambista spagnolo, per la prima volta ospite di Milano Arte Muscia, eseguirà un programma che, attraverso musiche di Bach, Abel, Schenck, Mr De Sainte-Colombre (sia padre sia figlio) e Marais, ambisce a dare prova di quell’attitudine ad imitare la voce umana, propria della viola di gamba, e che fin dall’epoca barocca è stata oggetto di ampi studi e trattati.
Il doppio appuntamento è nella Chiesa di San Bernardino alle Monache, alle ore 18.30 e alle ore 20.30.

Già nel 1637 Marin Mersenne ci spiega, nella sua Harmonie Universelle, l’importante relazione tra la viola da gamba e la voce umana: “Certamente, se gli strumenti sono valutati in proporzione a quanto meglio imitino la voce, e se tra gli artifici si stimano più di tutti quelli che riproducono meglio la natura, sembra che non si possa negare il primo posto alla viola, che simula la voce in tutte le sue modulazioni e fino nei suoi più espressivi accenti di tristezza e di gioia. L’archetto, che rende questi effetti, permette un’arcata lunga all’incirca quanto la normale emissione della voce, di cui può riprodurre la gioia, la tristezza, l’agilità, la dolcezza e la forza con la sua vivacità, il suo languore, la sua velocità, la leggerezza o l’energia della sua pressione sulle corde; allo stesso tempo, i tremiti e le carezze della mano sinistra, la cosiddetta mano del manico, ne rappresentano con naturalezza il portamento e le grazie”.
Nel suo Traité de la Viole del 1687, Jean Rousseau ci dice anche che “l’esecuzione dei pezzi melodici, per la loro semplicità, richiede molta delicatezza e tenerezza, ed è qui che ci si deve sforzare il più possibile di imitare tutto ciò che la voce può produrre di gradevole e seducente...”. Sempre secondo Rousseau “Mr. Hotman è stato il primo, in Francia, a comporre dei pezzi armonici per la viola, a fare belle arie e ad imitare la voce, di modo che lo si apprezzava sovente di più nell’esecuzione delicata di una piccola Canzonetta che nei pezzi più complessi e dotti. La tenerezza della sua esecuzione veniva da quei bei colpi d’arco che egli produceva, e che addolciva con tanta abilità e così sapientemente, da affascinare tutti quelli che l’ascoltavano; ed è colui che ha cominciato a portare alla perfezione la viola, ed a farla apprezzare più di tutti gli altri strumenti [...]. È certo che la tenerezza dell’esecuzione dei francesi nell’imitazione della voce la vince sulla quantità di accordi e sulle sorprendenti diminuzioni degli inglesi, dove si ammira più l’abilità tecnica che il buon gusto, e che sono una modesta alternativa alla delicatezza che esige il suonare la viola alla perfezione”.
All’epoca di Mr. de Sainte-Colombe esplose una vivace controversia fra i partigiani del “Jeu de Mélodie” e quelli del “Jeu d’Harmonie”. In contrasto con Jean Rousseau, il suo contemporaneo De Machy preferisce nettamente il “Jeu d’Harmonie” al “Jeu de Mélodie”: “... il primo e più normale [modo] è quello di suonare dei pezzi armonici, che è proprio di tutti gli strumenti solisti. E siccome questa è sempre stata considerata la autentica maniera di suonare la viola, comincerò da essa nell’esprimere le mie opinioni, e poi parleremo delle altre”. Perciò, fin dalla prima pagina dei suoi Pièces de Violle (1658), egli si impegna a fondo in una controversia che in seguito nuocerà alla sua carriera, pubblicando il suo Avvertimento assai necessario per conoscere le principali Regole che insegnano a ben suonare la viola, e ad evitare gli abusi che si sono introdotti da qualche tempo su questo strumento.
L’idea di Jean Rousseau è estesamente esposta nel suo Traité de la Viole: “L’esecuzione dei pezzi di pura melodia è molto gradevole ed anche molto toccante quando è fatta bene, ed io non capisco perché l’autore dell’Avvertimento (Mr. De Machy) si adiri tanto contro coloro che suonano pezzi di pura melodia, e ancor di più contro coloro che li compongono; dal momento che tutti i maestri, a cominciare da Mr. Hotman, si sono fatti assai più ammirare in arie semplici suonate con tutta la delicatezza dell’arte, che in pezzi ricchi d’armonie, dalle più comuni alle più complesse”. Jean Rousseau professava la sua ammirazione per i violisti, come Hotman “sia in arie semplici, suonate con tutta la delicatezza dell’arte, sia in pezzi ricchi d’armonie, dalle più comuni alle più complesse”.
Questa predilezione per il suonare così delicato di Monsieur Hotman non è condivisa negli ambienti dove domina l’influenza inglese, e gli scambi di esempi musicali tra il musicista olandese Constantin Huygens e Hotman susciteranno dei commenti molto sprezzanti riguardo ai pezzi per viola di quest’ultimo.
La sintesi di questa perfezione nella delicatezza del canto accompagnata dalle armonie che lo sostengono sarà conseguita definitivamente dai grandi maestri della nuova generazione come Marin Marais, Caix d’Hervelois o più tardi Antoine Forqueray o suo figlio Jean-Baptiste Antoine, senza dimenticare Johann Sebastian Bach (Aria Kommt süsses Kreuz della Passione secondo San Matteo) o Georg Philipp Telemann, mentre il fascino così unico della viola in quanto strumento melodico sarà immortalato nella maniera più pura dalle opere di Marin Marais, François Couperin (Pièces de
Viole) e Johann Sebastian Bach (Aria Es ist vollbracht della Passione secondo Giovanni, e Sonate per clavicembalo e viola da gamba). Questo programma è concepito come un panorama sulla viola nel Barocco organizzato come un mosaico, con pezzi d’ispirazione francese o italiana, raggruppati per affinità di tonalità, di stile o di carattere. Le opere del più puro stile francese come Les Voix humaines di Marin Marais, o la Fantaisie en Rondeau ed il Prélude in mi minore di Sainte-Colombe figlio, si mescolano con quelli più influenzati dal “cantabile” italiano. Infine l’adattamento di opere di Johann Sebastian Bach, come l’Allemanda in re minore (che Bach stesso ha lasciato in diverse versioni, nella quinta Suite in do minore per violoncello con la prima corda accordata un tono sotto, o nella Suite in sol minore per liuto), corrispondono all’idea di una pratica del tutto abituale in un’epoca in cui i più grandi virtuosi non esitavano ad adattare e suonare con i loro strumenti le musiche più belle indipendentemente dalla loro origine (Antoine Forqueray suonava trascrizioni di Sonate scritte in origine per il violino, e Bach stesso ne è l’esempio più eloquente). Va anche ricordato che il repertorio della viola da gamba rimaneva sovente un dominio riservato agli interpreti-compositori e che essi erano in effetti i soli autorizzati a pubblicare opere per il loro strumento, il che spiegherebbe perché lo stesso François Couperin non abbia potuto firmare la stampa dei suoi Pièces de Viole nel 1728 se non con le iniziali F. C. o perché Hubert le Blanc abbia scritto, nel suo Défense de la Basse de Viole, che questa “sarebbe andata perduta, se l’oggetto di quest’arte fosse stato effettivamente un segreto di famiglia”. Anche il fatto che gli stessi interpreti compositori come Marin Marais o Karl-Friedrich Abel siano stati dei grandi improvvisatori spiega la scarsa quantità di opere per viola sola da parte di loro colleghi non violisti, ad esempio Johann
Sebastian Bach o François Couperin.


BIGLIETTI

7 agosto posto unico 15 €

Giovani fino 26 anni: posto unico 5 € (disponibilità limitata)
Gruppi: Ufficio Gruppi Vivaticket gruppi@bestunion.com
Abbonamenti: 120 €
Vendita sul posto, secondo disponibilità, 40 minuti prima di ogni concerto e presso la segreteria parrocchiale di S. Maria della Passione (via Conservatorio 16) dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 12.00.
Prevendite biglietti, carnet e abbonamenti (con diritto di prevendita):
Circuito Vivaticket www.vivaticket.it

SEDE
Chiesa di San Bernardino alle Monache
via Lanzone 13
MM Sant’Ambrogio, tram 2, 3, 14, bus 50, 58, 94

PER INFORMAZIONI
Associazione Culturale La Cappella Musicale
via Vincenzo Bellini 2 - 20122 Milano
tel e fax 02.76317176
e-mail mail@lacappellamusicale.com
Twitter @lacappellamusic

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