Festival Internazionale di Musica Antica
IX edizione 2015
Mercoledì 29 Luglio 2015_07_29 ore 18.30 e ore 20.30
Chiesa di San Bernardino alle Monache
G. F. Händel: Sonate per Oboe
Alfredo Bernardini, oboe
Takashi Watanabe, clavicembalo
BIGLIETTI posto unico 10 euro
Con il doppio concerto di mercoledì 29 luglio (ore 18.30 e ore 20.30), si ritorna in San Bernardino alle Monache con Alfredo Bernardini all’oboe e Takashi Watanabe al clavicembalo. I due grandi musicisti offrono all’ascolto del pubblico di Milano Arte Musica le Sonate per Oboe di Händel. Le opere cembalistiche del compositore tedesco, oltre ad essere afflitte da grossi problemi delle fonti, sono raramente eseguite nei concerti: l’appuntamento di Milano Arte Musica rappresenta, quindi, un’occasione particolarmente significativa.
Händel, come molti musicisti desiderosi di fare diverse esperienze formative, non solo al suo tempo ma anche nei secoli precedenti e in quelli seguenti, intraprese molti viaggi sia all’interno della Germania sia in Europa. Il viaggio in Italia (1707-1709), quando era poco più che ventenne, gli offrì l’occasione di incontrare ambienti musicali come Venezia, Firenze, Roma e Napoli, assorbendo varie tendenze della nuova musica non solo passivamente ma mettendo in campo la sua creatività e producendo ed eseguendo sue composizioni strumentali e vocali che riscossero immediato successo. A Roma poté incontrare e collaborare con musicisti come Alessandro e Domenico Scarlatti, Arcangelo Corelli e Bernardo Pasquini, per citare solo i maggiori. La sonata per oboe e basso continuo (HWV 357), della quale si conserva ancora l’autografo, è proprio del periodo italiano.
Le altre due sonate per oboe in programma sono tratte dall’Opera 1, pubblicata nel 1731 ma che raccoglie 15 sonate composte lungo un ventennio. Händel precisa lo strumento al quale è principalmente destinata la sonata (violino, flauto diritto, traversa, oboe) ma era prassi comune eseguire le sonate anche con altri strumenti come avviene in questo programma: la sonata in do minore è espressamente destinata all’oboe, mentre la sonata in fa maggiore (la quinta dell’op. 1), originalmente destinata alla Traversa, è adattata all’oboe trasponendola un tono sotto. In ambedue le sonate, negli adagi e nelle danze, il basso ha prevalente funzione armonica (in Händel piuttosto ovvia e meno elaborata che in Corelli, Pasquini o Bach), mentre negli allegri di tutte e tre le sonate in programma il basso dialoga con lo strumento solista, secondo lo stile italiano.
Le composizioni per cembalo non sono abbondanti nella produzione di Händel. La Suite in fa minore è l’ultima del I vol. (1720) delle Suites de pièces pour le clavecin: la densità di scrittura e di elaborazione non solo del Preludio e dell’Allegro, ma in parte anche delle danze, manifesta chiaramente la vicinanza allo stile degli anni di formazione in Germania. La Ciaccona in sol maggiore con la sua ventina di variazioni ha una scrittura più leggera che, attraverso la varietà dei caratteri delle singole variazioni, tiene incatenata l’attenzione dell’ascoltatore.
Per informazioni:
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