2011_02_20 Opera nuova al Teatro Lirico di Magenta - "Le sconfitte" di Claudio Gay

Domenica 20 febbraio 2011_02_20 ore 21.
Teatro Lirico di Magenta
Le Sconfitte
Opera in due atti, libretto e musica di Claudio Gay
http://concertodautunno-cur.blogspot.com/2011/03/claudio-gay-compositore.html
Ecuba, regina di Troia - Silvia Gay, soprano
Andromaca, moglie di Ettore e madre di Astianatte - Ayumi Togo, soprano
Cassandra, la profetessa - Candice Carmalat, mezzosoprano
Elena, rapita da Paride - Sara Simonet. soprano
Le parche :
Laura Rovito, Francesca Masci e Clara Nobili
Elementi dell'Orchestra da Camera della Val Pellice
Maestro Concertatore e Direttore Marcello Corti
Regia di Claudio Gay
Scene, costumi e progetto luci di Tommaso Osnaghi
Lo spettacolo è inserito nell'abbonamento Musicale e Musicale Plus.


Questa sera il Teatro Lirico di Magenta ha ospitato uno degli appuntamenti molto importanti che sono stati programmati per questa stagione musicale 2011.
La serata "Giovani compositori", un ciclo che vuole "Dare spazio ai giovani e offrire opportunità per crescere artisticamente che è, da sempre, uno degli obiettivi di Totem" che quest'anno ha inserito nel cartellone della stagione musicale una nuova sezione dedicata ai giovani compositori.
L'opera proposta è stata scritta da Claudio Gay, giovane musicista (1988) autore del libretto e delle musiche, oltre che regista, dell'opera da camera "Le Sconfitte".
Le sconfitte è un'opera lirica che racconta la storia delle quatto donne "sconfitte" al termine della guerra di Troia: Ecuba moglie di Priamo, Andromaca moglie di Ettore, Cassandra figlia di Priamo ed Elena per la cui bellezza si è scatenato il tremendo conflitto. 
Le quattro donne si confrontato su quale sarà la loro sorte conseguente alla sconfitta di Troia, le loro paure e la loro vita futura. Elena viene accusata dalle troiane, sino a quando la suà pietà per la morte del piccolo Astianatte mitiga l'atteggiamento ostile delle troiani. 
L'autore Claudio Gay ha detto del suo progetto: "Perché mi sono messo a scrivere un'opera a 20 anni? Intanto perché sono già in ritardo di otto anni su Mozart. Il fatto è che ho sempre amato la sintesi di musica e teatro del melodramma, e sto constatando che oggi le due strade divergono. Da un lato, la musica contemporanea in Europa vive per un pubblico di nicchia, che si suppone colto e preparato. Nessuno canterebbe Stockhausen all'osteria, come accadeva per Verdi e poi per Puccini. Dall'altro, anche il teatro persegue accanitamente la sperimentazione, ambientando in location sempre più strampalate il teatro del 700.
Non ho la presunzione di considerarmi erede di una tradizione, ma"tradere" significa tramandare,e penso che tutti noi abbiamo nei cromosomi un po'di teatro d'opera. E perché un soggetto impegnativo come Euripide? Perché penso che la mia generazione, quando si esprime, dovrebbe guardare un po' più in là del suo ombelico. Guardare, per strada o in métro, gli occhi di tante donne sconfitte dalla guerra, donne che non vivono certo "tre metri sopra il cielo". Perché penso che nella tragedia greca ci sia già tutto quello che il teatro diventerà in seguito: Euripide scriveva la musica per le sue opere, ed era attaccato dalla critica come compositore d'avanguardia, troppo trasgressivo. "Le sconfitte" però, non è musicalmente trasgressiva; a mio avviso scrivendo un'"opera" non si possono ignorare i giganti dell'800, quando si intende usare il loro lessico. Sono però anche affascinato dalla musica minimalista americana, Philip Glass in particolare,che ha una sorprendente affinità col Barocco".

L'opera è divisa in due parti e si apre con un prologo solo recitato come nel mondo della tragedia greca cui prende spunto. Protagoniste solo quattro voci femminili, e nessun coro. Le parche che movimentano l'azione scenica sono personaggi mimanti le varie azioni, dall'accompagnamento del corteo di Ecuba al precipitare il piccolo Astianatte dalle mura di Troia. La scena è dominata da una torre centrale che al termine della vicenda, quando le donne si apprestano a lasciare per sempre la loro terra, si sfalda.
La musica composta da Claudio Gay trova un linguaggio vocale che permette finalmente di rendere il canto ascoltabile strizzando l'occhio a Mozart (vedi l'aria di "furore" con sovracuti della regina Ecuba nella seconda parte) o con molti passaggi che richiamavano il grande Puccini. 
L'organico orchestrale ridotto è stato comunque ben strumentato per rendere pienamente le atmosfere desiderate, dagli incipit sommessi alle strette più intense. Un plauso particolare a due voci che si sono messe in particolare evidenza quella di Silvia Gay (Ecuba) e di Ayumi Togo (Andromaca).
Affluenza non oceanica ma in buon numero e sopratutto molto entusiasta alla fine della realizzazione proposta.
Un risultato che premia la volontà degli organizzatori (Totem e Comune di Magenta) di avviarvi verso un nuovo sentiero sperimentale inserendo musica non solo del grande repertorio ma anche novità assolute e contemporanee.

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