2016_01_30 laVerdi Concerto gregoriano, innovazione nella tradizione

Sabato 30 Gennaio 2016_01_30  (ore 20.00)
Domenica 31 Gennaio 2016_01_31  (ore 16.00)
Auditorium di Milano, largo Mahler
STAGIONE SINFONICA 2016
Concerto gregoriano, innovazione nella tradizione
Il capolavoro di Respighi affidato al violino di Luca Santaniello, sotto la guida di Oleg Caetani, alla vigilia della tournée de laVerdi a Salisburgo
Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi 
Violino Luca Santaniello
Direttore Oleg Caetani

Alla vigilia della tournée a Salisburgo, con laVerdi protagonista di tre serate consecutive il 3, 4 e 5 febbraio alla Großes Festspielhaus, Oleg Caetani torna alla guida dell’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi sabato 30 (ore 20.00) e domenica 31 gennaio (ore 16.00), all’Auditorium di Milano, per dirigere un programma che ha nel Concerto gregoriano per violino e orchestra di Respighi il momento clou. Il concerto, affidato al talento di Luca Santaniello, primo violino de laVerdi, sarà eseguito anche nel corso della trasferta salisburghese. In locandina, a fare da prezioso contorno al capolavoro respighiano, l’Ouverture in Fa maggiore (versione 1866) di Cajkovskij e la Seconda sinfonia di Schumann.
Il recupero dell’antico è un motivo ricorrente nella musica di Ottorino Respighi; la sua conoscenza del repertorio antico, trascritto e studiato con passione, si traduce nei primi decenni del Novecento in un gruppo di composizioni rivolte verso la musica rinascimentale e il canto gregoriano. 
Luca Santaniello ci introduce all’ascolto del Concerto gregoriano: “Avevo 19 anni, mi stavo diplomando al conservatorio e la mia insegnante decise che era un concerto adatto a me. Beh, alla luce di quanto è successo nei successivi vent’anni e oltre, devo dire che aveva ragione. Strutturato secondo il modello classico in tre movimenti; caratterizzato da un’orchestrazione superba, con ottoni e percussioni a marcare il passo; tecnicamente impegnativo, moderno e innovativo grazie a una serie di spunti originali – dal  dialogo tra violino e ottoni al duetto del violino con il timpano -– dove la potenza musicale non ha nulla da invidiare a Dvorak, quest’opera continua - stranamente e misteriosamente – ad essere poco eseguita e conseguentemente poco conosciuta al grande pubblico. Peccato. Peccato davvero, perché l’atmosfera che lo attraversa in lungo e in largo, densa di quel sentimento di preghiera e devozione che va oltre e al di là della religione, per coinvolgere l’uomo in tutta la sua essenza, intimità e umanità appunto, è impagabile e imperdibile, come lo è questa occasione per ascoltarlo. Ecco perché sono particolarmente contento ed emozionato di suonarlo con la mia orchestra all’Auditorium di Milano, la ‘casa de laVerdi’, e, poco dopo, a Salisburgo, nella prestigiosa cornice della Stagione culturale della città austriaca”. 
Sabato 30, all’Auditorium (ore 18.00, Foyer della balconata, ingresso libero), Enrico Reggiani sarà il relatore della tradizionale conferenza di introduzione all’ascolto, dal titolo “Il romanticismo di Schumann”, in collaborazione con l’Università Cattolica di Milano.
(Biglietti: euro 35,00/15,00; info e prenotazioni: Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler, orari apertura: mar – dom ore 14.30 – 19.00, tel. 02.83389401/2/3;  on line:  www.laverdi.org o www.vivaticket.it ).

Programma
Esistono due versioni dell’Ouverture in Fa maggiore di Cajkovskij: composta per piccola orchestra e da lui stesso diretta al Conservatorio di San Pietroburgo nel 1865, viene rimaneggiata l’anno successivo. L’organico si arricchisce notevolmente nella sezione degli ottoni e aumenta l’estensione del pezzo, che rimane però articolato in un Andante e un Allegro con spirito uniti senza soluzione di continuità. La nuova versione fu diretta – e, pare, commissionata – da Nikolaj Rubinstein a Mosca.
Il Concerto gregoriano per violino e orchestra di Respighi, composto nel 1921 per il violinista e amico Arrigo Serato, appartiene a quel gruppo di composizioni respighiane esplicitamente ispirate al canto gregoriano. Qui è la sequenza Victimae Paschali Laudes a fungere da motivo ispiratore (nel secondo movimento) e a dare il tono eufonicamente diatonico e anticato al concerto.
La Seconda Sinfonia di Schumann, op. 61, è stata diretta per la prima a Lipsia nel 1846 dall’amico Mendelssohn. Oggetto di critiche e pesanti interventi di correzione da parte di grandi direttori a partire dalla sua composizione, la Seconda segna in realtà la vittoria personale del compositore sulla propria incipiente malattia mentale e il raggiungimento di un originalissimo compromesso tra forma classica e pathos romantico. Il solido impianto tonale in Do maggiore rifletterebbe allora, come leggiamo in una sua lettera, “la resistenza dello spirito contro le mie condizioni fisiche” e la fiducia nelle proprie – per quanto perfettibili – possibilità d’orchestrazione. 

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