Venerdì 8 giugno 2012_06_08 ore 21.00
Crema, Chiesa di San Giacomo
Concerto in onore di don Luciano Cappelli
Mendelssohn: Lauda Sion op. 73, Hymne op. 96 Lachner: Ave Maria
Coro e Orchestra del Collegium Vocale di Crema
Info: www.collegiumvocale.it
Nella Chiesa di Vaiano Cremasco, coro e orchestra eseguiranno il Lauda Sion op. 73 e l'Hymne op. 96 di Mendelssohn, due autentici capolavori del romanticismo musicale. Lo stesso programma sarà replicato Venerdì 8 giugno nella chiesa di San Giacomo a Crema.
Programma
F. Mendelssohn (1809-1848): Lauda Sion op. 73 per soli, coro e orchestra
Lauda Sion (coro e orchestra)
Laudis thema specialis (coro e orchestra)
Sit laus plena (solo, coro e orchestra)
In hac mensa (coro e orchestra)
Docti sacris (coro e orchestra)
Sub diversis speciebus (coro e orchestra)
Caro cibus (solo e orchestra)
Sumit unus (coro e orchestra)
Ecce panis (soli, coro e orchestra)
Bone Pastor (soli, coro e orchestra)
Solisti: Silvia Nifosì, Angelo Arpini
F. Lachner (1803-1890): Ave Maria per solo e orchestra
Solista: Eleonora Filipponi
F. Schubert (1797-1828): Salve Regina D 106 per coro
F. Mendelssohn (1809-1848): Hymne op. 96 per soli, coro e orchestra
- Lasst uns Herr (soli, coro e orchestra)
- Deines Kinds (soli, coro e orchestra)
- Herr wir trau'n (soli, coro e orchestra)
- Lasst sein Heilig (coro e orchestra)
Collegium Vocale di Crema
Violini: Stephen Beszant, Giovanni Livraga, Lorenzo Benelli, Anna Pecora, Emanuela Barbieri, Stefania Ruini, Maurizio Medici, Anna Forner
Viole: Eugenia Gaboardi, Chiara Nozza Bielli Sara Mazzoleni
Violoncello: Leonardo Bertazzoni
Contrabbasso: Nicola Moneta
Oboi: Ruggero Tacchi, Francesco Aliquò Mazzei
Flauti: Marco Pedrabissi, Giuseppe Mezzadri
Fagotti: Flavio Serinelli, Stefano Sperati
Clarinetto: Pamela Singuaroli
Trombe: Francesco Panico, Damiano Lamera
Tromboni: Stefano Seregni, Giorgio Casirati
Corno: Simone Seregni
Timpani: Pietro Micheletti
Soprani: Daniela Assandri, Elisa Barbaglio, Elisa Cazzamalli, Jessica Conti, Eleonora Filipponi, Sara Franceschini, MariaGrazia Gagliardoni, Elena Manzoni, Lorena Mariani, Silvia Nifosì, Piera Pelizzari, Ilaria Ventura, Sara Zigatti
Contralti: Martina Baldrighi, Francesca Doldi, Claudia Guarneri, Vanna Moretti, Doriana Peroni, Claudia Pislor, Paola Pisoni, Beatrice Stabile, Federica Traspadini
Tenori: Adriano Bianchi, Angelo Arpini, Matteo Caravaggi, Fabio Corlazzoli, Pierre Galassi, Francesco Paveglio, Alberto Premi
Bassi: Nicola Fava, Giorgio Ghiozzi, Pierangelo Mulazzani, Simone Riccetti, Doriano Soldati, Alfonso Vigani, Renato Zigatti
Il Collegium Vocale di Crema
Il Lauda Sion op. 73 è uno splendido esempio dell'evoluzione musicale nel primo Ottocento.
La composizione, su testo di Tommaso d'Aquino, si articola in dieci movimenti, dieci "stanze" con tonalità e tempi diversi, una perfetta articolazione musicale e testuale.
I fortissimi dell'orchestra e del coro si alternano a momenti di profonda contemplazione del mistero, passaggi austeri e solenni lasciano lo spazio alla suggestione che nasce da momenti estremamente espressivi.
L'impressione è quella di spostarsi in continuazione dalle buie navate laterali di una grande cattedrale gotica al centro di essa, dove la luce e lo spazio incantano per la grandiosità.
L'orchestra, che abbraccia tutte le famiglie di strumenti, si alterna col coro nella dichiarazione solenne del testo, non semplicemente "accompagnando" il coro ma divenendo una quinta voce aggiunta a volte in evidenza, a volte scomparendo.
L'Hymne op. 96 fa parte di quelle "cantate" sacre scritte da Mendelssohn a imitazione della monumentale opera di Bach: i cori che si alternano ai soli, la lingua tedesca, il testo sacro fanno di queste composizioni la riproposizione in versione romantica del Kantor di Lipsia.
L'Hymne op. 96 nasce dopo il sesto viaggio in Inghilterra di Mendelssohn, durante il quale il musicista assorbe melodie sacre tipiche della tradizione corale d'oltremanica. L'opera qui eseguita viene commissionata al compositore tedesco da Charles Broadley e Mendelssohn la concepisce subito come un "full anthem" (inno anglicano in quattro parti interamente eseguito dal coro) collegandosi così alla storia musicale inglese dei secoli precedenti. La versione originale prevedeva il solo accompagnamento organistico e la presenza dei primi tre movimenti. Solo in un secondo tempo il committente londinese chiese a Mendelssohn la versione orchestrale a cui si aggiunse anche il quarto movimento, una fuga in stile romantico di grande effetto.
L'Ave Maria di Franz Lachner (autore pressoché sconosciuto in Italia) costituisce un esempio della musica romantica tedesca che sta orientandosi su temi musicali nuovi, temi che confluiranno verso la seconda metà del secolo nella grande raccolta Brahmsiana. Famoso, soprattutto in Baviera, per aver composto nel 1856 un Requiem in occasione del centenario della nascita di Mozart (1756), Lachner recepisce le indicazioni musicali che provengono dalla Vienna ottocentesca, straordinario punto di convergenza di musica, arte, letteratura e filosofia. Le linee semplici di questo brano sviluppano un discorso omogeneo con pochi elementi cromatici, quasi a rivendicare la semplicità della modalità in un momento storico in cui la scala musicale viene "aperta" alle sperimentazioni più diverse.
F. Mendelssohn (1809-1848): Lauda Sion op. 73 per soli, coro e orchestra (IL TESTO)
Lauda, Sion Salvatórem, lauda ducem et pastórem
in hymnis et cánticis.
Quantum potes, tantum aude: quia maior omni laude,
nec laudáre súfficis.
Laudis thema speciális, panis vivus et vitális
hódie propónitur.
Quem in sacræ mensa cenæ, turbæ fratrum duodénæ
datum non ambígitur.
Sit laus plena, sit sonóra, sit iucúnda, sit decóra
mentis iubilátio.
Dies enim solémnis ágitur, in qua mensæ prima recólitur
huius institútio.
In hac mensa novi Regis, novum Pascha novæ legis
Phase vetus términat. Vetustátem nóvitas,
umbram fugat véritas, noctem lux elíminat.
Quod in cena Christus gessit, faciéndum hoc expréssit
in sui memóriam.
Docti sacris institútis, panem, vinum, in salútis
consecrámus hóstiam. Dogma datur Christiánis,
quod in carnem transit panis, et vinum in sánguinem.
Sub divérsis speciébus, signis tantum, et non rebus,
latent res exímiæ.
Caro cibus, sanguis potus: manet tamen Christus totus,
sub utráque spécie. A suménte non concísus,
non confráctus, non divísus: ínteger accípitur.
Sumit unus, sumunt mille: quantum isti, tantum ille:
nec sumptus consúmitur. Sumunt boni, sumunt mali:
sorte tamen inæquáli, vitæ vel intéritus.
Mors est malis, vita bonis: vide paris sumptiónis
quam sit dispar éxitus. Fracto demum sacraménto,
ne vacílles, sed memento, tantum esse sub fragménto,
quantum toto tégitur. Nulla rei fit scissúra:
signi tantum fit fractúra: qua nec status nec statúra
signáti minúitur.
Ecce panis Angelórum, factus cibus viatórum:
vere panis fíliórum, non mitténdus cánibus.
Bone Pastor, panis vere, Iesu, nostri miserére:
tu nos pasce, nos tuére: tu nos bona fac vidére
in terra vivéntium. Tu, qui cuncta scis et vales:
qui nos pascis hic mortales: tuos ibi commensáles,
coherédes et sodales fac sanctórum cívium.
Amen.
F. Mendelssohn (1809-1848):: Hymne op. 96 (IL TESTO)
1. Laß, o Herr, mich Hülfe finden,
neig' dich gnädig meinem Fleh'n,
willst gedenken du der Sünden,
nimmermehr kann ich besteh'n.
Soll mein Sorgen ewig dauern,
sollen Feinde spotten mein?
Schwach und hülflos soll ich trauern
und von dir vergessen sein?
Laß, o Herr, …
2. Deines Kinds Gebet erhöre,
Vater, schau auf mich herab;
meinen Augen Licht gewähre,
rette mich aus dunklem Grab.
Sonst verlacht der Feind
mich Armen,
triumphiert in stolzer Pracht,
sonst verfolgt er ohn' Erbarmen
und verspottet deine Macht.
3. Herr, wir trau'n auf deine Güte,
die uns rettet wunderbar,
singen dir mit frommem Liede,
danken freudig immerdar.
4. Lasst sein Heilig Lob uns singen,
lasst uns seiner Liebe freu'n,
seiner Liebe ewig freu'n!
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