2019_05_17 Si chiude il ciclo Brahms a laVerdi con Robert Trevino

Venerdì 17 maggio 2019_05_17, ore 20.00
Domenica 19 maggio 2019_05_19, ore 16.00
Auditorium di Milano, largo Mahler
laVerdi Stagione Sinfonica 2018-2019
Le piace Brahms?
Secondo appuntamento con le sinfonie di Brahms
Trevino dirige l’Orchestra Verdi nella terza e quarta
Johannes Brahms Sinfonia n. 3 in Fa maggiore op.90
Johannes Brahms Sinfonia n. 4 in Mi minore op.98
Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi
Direttore Robert Trevino

Robert Trevino dirige l’Orchestra Verdi nell’ultimo appuntamento dedicato all’integrale delle Sinfonie di Brahms. Frutto di lunghe riflessioni, revisioni ed esperimenti, le Sinfonie di Johannes Brahms costituiscono un cardine della musica romantica della seconda metà del XIX secolo, una ideale conclusione del mondo beethoveniano e, al contempo, un punto di partenza per i capolavori della musica futura.
Così - dopo gli appuntamenti degli scorsi 12 e 14 aprile - venerdì 17 maggio (ore 20.00) e domenica 19 maggio (ore 16.00), l’Orchestra Verdi eseguirà all’Auditorium di largo Mahler la Terza e la Quarta Sinfonia, testimonianze di un periodo creativo particolarmente felice di Brahms, all'apice della fama e della maturità creativa. Composte nell’arco di due anni e a sei anni di distanza dalle prime due, le Sinfonie n. 3 e n. 4 costituiscono una svolta fondamentale nella storia di questa forma musicale che con Brahms passa dall’eroismo “titanico” di Beethoven a un eroismo “borghese”, più umano ma non meno tragico. La terza sinfonia, diretta Hans Richter la prima volta nel 1883, sancì definitivamente il successo di Brahms da lui definito come “il più grande dei compositori dopo Bach e Beethoven”. Nel 1961 il “Poco Allegretto” tratto dalla Terza sinfonia di Brahms fu inserito nella colonna sonora del film “Le piace Brahms?” tratto dall’omonimo romanzo di Françoise Sagan, con Ingrid Bergman, Yves Montand e Anthony Perkins. L’appuntamento con l’integrale delle sinfonie di Brahma si conclude con la Quarta, composta solo un anno dopo e imponente nelle dimensioni e nella densità della scrittura, ricchissima nell'articolazione della partitura orchestrale e risonante di immensa poesia. Anche le ultime due sinfonie del grande compositore tedesco sono affidate alla conduzione del giovane e talentuoso direttore americano Robert Trevino, classe 1984, una delle “bacchette” più apprezzate e richieste della nuova generazione.

Biglietti serie Verdi: euro 36.00/16.00; Info e prenotazioni: Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler; orari apertura: mar/dom, ore 10.00/ 19.00. Tel. 02.83389401/2/3, www.laverdi.org  www.vivaticket.it.

Conferenza introduttiva
Venerdì 17 maggio ore 18.00 - Ingresso libero
Auditorium di Milano Fondazione Cariplo - Largo Mahler – foyer primo piano

Programma
Johannes Brahms Sinfonia n. 3 in Fa maggiore op.90
Nel 1883, l'anno in cui a Wiesbaden compone la Terza Sinfonia, Brahms era all'apice della fama e della maturità creativa: scomparso Wagner nel febbraio di quello stesso anno, egli è considerato unanimemente il maggior musicista tedesco vivente. Dalla sua parte sono schierati non soltanto gli estimatori di vecchia data, come Clara Schumann, Hans Richter, Joseph Joachim, ma anche neofiti insospettabili come Hans von Bülow, il quale nel 1879 scriveva che “dopo Bach e Beethoven egli è il più eminente, il più grande dei compositori”. La prima esecuzione della Terza Sinfonia avvenne a Vienna il 2 dicembre 1883 con i Filarmonici diretti da Hans Richter che attribuì alla sinfonia l’appellativo di “eroica”; fu un trionfo, una consacrazione che stupì lo stesso autore. Per lui la Terza aveva un solo difetto: quello di essere diventata, subito, “sfortunatamente troppo celebre”.
Mentre infatti le prime due risentono in certo qual modo del lunghissimo travaglio che aveva subito l'elaborazione della «Sinfonia in do minore», durata ben 14 anni durante i quali Brahms aveva dovuto affrontare e risolvere progressivamente quei problemi di ordine strutturale che costituivano per lui un assillo costante, la «Sinfonia in fa maggiore», e ancor più poi quella «in mi minore», sono opera di un compositore giunto al culmine delle sue possibilità. Sono anni di intensa attività creativa e così, a sei anni di distanza dalla prima, Brahms esprime con mano sicura un progetto ideologico ormai individuato come personale, che testimonia una raggiunta chiarezza stilistica e apre la via allo straordinario, immediato successo del lavoro in tutta Europa e in America. Lo slancio rivoluzionario del primo Romanticismo si è dissolto infatti nell'epoca di Brahms in un atteggiamento sempre più raccolto e nostalgico che si traduce, sul piano musicale, in una nuova struttura che ignora la contrapposizione drammatica di grandi blocchi sonori, alla maniera di Beethoven, per un linguaggio più lirico e sfumato.

Johannes Brahms Sinfonia n. 4 in Mi minore op.98
Nel 1884, appena un anno dopo la composizione della Terza Sinfonia, Brahms si mise al lavoro per quella che doveva essere la sua ultima Sinfonia, la Quarta, in mi minore, composta nelle due estati del 1884 e '85 a Mürzzuschlag in Stiria; gli stretti rapporti intrattenuti in quegli anni con la corte e l'eccellente orchestra di Meiningen dovettero influire sulla decisione di completare così il suo patrimonio sinfonico. La prima esecuzione ebbe luogo appunto a Meiningen il 25 ottobre del 1885 sotto la direzione dell'autore; malgrado lo scetticismo di Brahms, che non la considerava un'opera di facile presa sul pubblico, la Quarta sollevò immediata ammirazione, ripetutasi puntualmente ad ogni esecuzione di una tournée in Germania e Olanda dell'Orchestra di Meiningen guidata dal suo direttore stabile Hans von Bülow. Con la Sinfonia n. 4 in mi minore op. 98 Brahms non solo chiude definitivamente il breve ma intenso capitolo della sua produzione sinfonica, ma stabilisce al tempo stesso il punto di non ritorno del sinfonismo classico-romantico. Opera densissima di contenuti musicali, di rigoroso lavoro compositivo, ma al tempo stesso ricca di sentimenti contrastanti, in netta contrapposizione con una concezione spontaneistica e individualista dell'ispirazione, all'epoca molto in voga, l'op. 98 è il perfetto manifesto del pensiero brahmsiano secondo cui ogni idea, ogni intuizione deve passare attraverso il crogiuolo di un lavoro minuzioso e accurato, per trovare la sua collocazione ideale. Brahms si accostò alla Quarta forse consapevole che sarebbe stata l'ultima, e deciso a farla perfetta anche ideologicamente: e lo fece forte di un bagaglio di esperienze tale da far di lui il più preparato, in fatto di tecnica, fra tutti i musicisti del tempo suo; e nel pieno di una maturità poetica che vedeva la sua personalità di artista aprirsi a una varietà e a un'intensità profondissima di emozioni. La rappresentazione di Vienna nel marzo 1897 fu testimone dell’ultima ultima apparizione pubblica di Brahms, pochi giorni prima della morte; seminascosto in un palco del Musikverein, fu intravisto dal pubblico e dai musicisti in orchestra e salutato da una travolgente ovazione di simpatia e affetto, forse la più trionfale di tutta la sua carriera.

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