Giovedì 08 Giugno 2017_06_08
Venerdì 09 Giugno 2017_06_09
Domenica 11 Giugno 2017_06_11
Auditorium di Milano, largo
Mahler
STAGIONE SINFONICA 2017 laVerdi
Un cosmo musicale chiamato America
Bignamini torna alla guida de laVerdi in un programma
a “stelle e strisce” tra Bernstein e Gershwin. Con
l’aggiunta dello svedese Högberg
Trombone Giuliano Rizzotto
Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi
Direttore Jader Bignamini
Dopo una lunga tournée in Nord America, Jader Bignamini torna
a nella sua “casa naturale” – laVerdi – per dirigere l’Orchestra Sinfonica di
Milano Giuseppe Verdi in un affresco musicale a “stelle e strisce” (e non solo),
originale quanto inusuale, di sicuro impatto emotivo nelle sue differenti
caratteristiche. La locandina scelta dalla “bacchetta” lombarda è tesa infatti
a sottolineare le peculiarità tipiche del cosmo musicale d’Oltreoceano, in un
mix di proposte che fa di questo nuovo incontro de laVerdi con il repertorio
del Novecento un mosaico completo e sorprendente. Appuntamento dunque giovedì 8
(ore 20.30), venerdì 9 (ore 20.00) e domenica 11 giugno (ore 16.00), all’Auditorium
di Milano. In apertura: Leonard Bernstein – del quale l’anno prossimo ricorrerà
il centenario della nascita – con l’Ouverture di Candide, operetta comica
scritta nel 1954, basata sulla omonima novella di Voltaire, che
debuttò a Broadway come musical due anni dopo, riscuotendo grandissimo successo.
Si prosegue con i ritmi caraibici dell’Ouverture cubana di George Gershwin, per
chiudere con il superclassico del compositore di Brooklyn Un americano a Parigi.
Non è tutto. Ci sarà spazio infatti per The Return of Kit
Bones, concerto per trombone e orchestra scritto nel 2001 da Fredrik Högberg -
vero e proprio “instant classic” che a Bernstein deve molto - accreditando il
compositore svedese al grande pubblico, affidato al talento di Giuliano
Rizzotto, prima parte de laVerdi.
Jader Bignamini, introduce
all’ascolto di Bernstein e Gershwin:
“Candide, operetta scritta da Bernstein con la dichiarata
intenzione di volersi cimentare in questo genere musicale, ebbe immediatamente
un grande successo, al punto che l’Ouverture - breve e scintillante - è entrata rapidamente nel
repertorio delle più grandi orchestre del mondo. Dal canto suo, Gershwin è autore
emblema del matrimonio tra jazz e musica classica. In questo scenario, l’Ouverture
cubana apre una parentesi nel solco della tradizione del compositore newyorkese:
si tratta infatti di un brano meno noto, caratterizzato dai ritmi caraibici con
grande utilizzo delle percussioni peculiari di quella zona del mondo (guiro,
maracas, bongo) e gli ottoni messi a dura, prova che spadroneggiano insistentemente,
come vuole tradizione, riempiendo l’ambiente di grande emozione.
“Di Un americano a Parigi si è detto tutto e anche di più: classico
tra i classici, sorta di quadro multicolore che descrive atmosfera e luci di
questa grande capitale europea, visti con gli occhi di una americano. Per
quanto mi riguarda, da amante dello swing, posso tranquillamente <confessare>
che la mia musica nei momenti di relax è quella di Frank Sinatra. Amo i ritmi
sincopati del jazz e non vedo l’ora di cimentarmi sul podio in questo genere,
incomparabilmente vivace e accattivante, dove l’energia si respira a sorsi nell’atmosfera.
Come direttore, è per me il primo programma in assoluto di musica americana,
che mi piace particolarmente eseguire con laVerdi, l’orchestra di casa!”.
Giuliano Rizzotto, accompagna
all’ascolto di Högberg:
“Il Concerto n.1 per trombone e orchestra The Return of Kit
Bones è per me una lunga storia fatta di date e coincidenze. Tutto ha inizio
nel 2008, dopo l'ascolto di uno dei numerosi cd del grande Christian Lindberg
dal titolo Rediscovering Concerto for Tommy Dorsey. Ne fui immediatamente
catturato: lo stile, la scelta dei brani inseriti, l'esecuzione...tutto era
perfetto secondo i miei gusti musicali.
“Lo stesso anno ebbi la fortuna di essere inserito come
solista all'interno della stagione sinfonica de laVerdi e, guarda caso, scelsi
di eseguire proprio il brano di Nathaniel Shilkret dedicato a Tommy Dorsey. Ma
non bastava: il cd includeva anche The Return of Kit Bones...
“Il mio percorso di studi mi ha portato ad eseguire numerose
prime assolute per il mio strumento, di cui parecchie nello stile <Theater
Music>. Nel lontano 1992, a Parigi, prima dell'esecuzione della celeberrima <Sequenza
V>, il Maestro Luciano Berio mi disse: <Dimenticati di essere un
trombonista...ora sei un attore!>. Questa frase segnò per sempre il mio
cammino. Grazie a compositori come Berio, Globokar, Kagel, Sandstrom, Alsina e
Rabe, capii che le singole note sul pentagramma non mi bastavano: dovevo
recitare!
“Con l'ascolto del concerto di Högberg mi promisi che almeno
una volta nella vita avrei dovuto eseguirlo: sarebbe infatti stato per me il
concerto perfetto, perchè includeva la recitazione, il canto, la direzione d’orchestra
e - ovviamente - anche l’esecuzione solistica.
“L'occasione arriva lo scorso anno, quando il direttore artistico
de laVerdi, Ruben Jais, accoglie con piacere la proposta di un concerto per
trombone e orchestra per la stagione sinfonica successiva, cioè quella in
corso. Qual era la proposta? La sfida con Kit Bones, naturalmente. Ed eccoci
qua. Ora non mi resta che augurarvi un buon ascolto e – perché no? - una buona
visione!”.
Giovedì 8 giugno 2017, sempre in
Auditorium (Foyer della balconata, ore 18.00, ingresso libero), la tradizionale
conferenza di introduzione all’ascolto
dal titolo: “Bernstein, Gershwin. Quelle porte girevoli fra cultura e
intrattenimento”, relatore Carlo Maria Cella, interviene Jader Bignamini. Leonard
Bernstein era nato musicista colto, in regola con ogni requisito dell’Accademia
come interprete e come autore. George Gershwin era cresciuto quasi autodidatta con
la musica delle strade, sempre alla ricerca di un pedigree classico di cui
non aveva bisogno. Da punti opposti hanno attraversato il
loro tempo modellando libere sintesi di musica alta e intrattenimento. In
comune? Le radici ebraiche, che li apriva alle culture del mondo.
Programma
La caleidoscopica realtà culturale americana del Novecento
diede vita ad un variopinto cosmo musicale. Candide Ouverture di Leonard Bernstein,
dall’operetta sulla omonima novella di Voltaire, è un pastiche di danze che
ricreano il caotico e vitale scenario urbano della Broadway degli anni ‘50. Lo
stile eclettico di Bernstein è poi approdato anche in Europa, a partire
dall’Inghilterra e dai Paesi nordici.
Il Kit Bones, Concerto per trombone e orchestra dello
svedese Fredrik Högberg, è un esempio di questa influenza postmoderna in cui il
buffo e l’ironico, arricchito pure da brevi sezioni recitate tratte dalla ballad
americana The Story of Kit Bones, si accompagnano ad un esplicito richiamo alle
melodie dei musical di Broadway, con anche curiosi echi in stile spaghetti
western, il tutto con un solista davvero inedito e divertente qual è il
trombone.
In chiusura, il celeberrimo George Gershwin nel suo classico
abito urbano un po’ jazz, ma questa volta con qualche souvenir dall’estero:
nella Ouverture cubana, composta dopo una vacanza a Cuba che il compositore
fece nel 1932, Gershwin introduce interi gruppi di percussioni caraibiche come claves
e maracas tipiche della rumba, mentre Un americano a Parigi è ispirato al suo
viaggio nella capitale francese per incontrare Ravel, città che lo ammaliò al
punto da voler inserire i clacson dei taxi parigini dell’epoca nell’orchestra.
(Biglietti: euro 36,00/17.00 info e prenotazioni: Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler, orari apertura: mar/dom, ore 10.00/19.00, tel. 02.83389401/2/3; on line: www.laverdi.org o www.vivaticket.it ).
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