Sabato 18 aprile 2015 ore 21
Teatro Lirico di Magenta
CamerOperEnsemble in
HISTOIRE DU
SOLDAT
musica di Igor Stravinskij – testo di
Charles-Ferdinand Ramuz
con un epilogo di Pier Paolo Pasolini
Uno spettacolo di e con LUCA MICHELETTI
nei ruoli del Soldato, del Diavolo, del Narratore
Direzione musicale di ANGELO BOLCIAGHI
La produzione originale, di e con Luca Micheletti,
diretta dal maestro Angelo Bolciaghi, viene presentata al Teatro Lirico in
assoluta prima per poi essere portata
nei maggiori teatri italiani.
La direzione artistica Totem ha deciso di offrire
la possibilità di acquistare il biglietto a prezzo ridotto (8 euro) agli
abbonati alla Stagione Musicale 2015, ai soci Pro Loco e agli iscritti
all’Università del Magentino.
L'associazione culturale Totem la Tribù delle
Arti propone fuori abbonamento il 18 aprile al Teatro Lirico ore 21, il
concerto spettacolo "Histoire du soldat" inserito nel
cartellone degli eventi della rassegna "Magenta Cultura 2015"
con una duplice motivazione: inserirsi nel filo conduttore del tema di
quest'anno, “La Parola”, e nella celebrazione del centenario della Prima
Guerra Mondiale, concretizzatosi nel progetto curato dalla Pro Loco Magenta
"Da Casa Giacobbe a Vittorio Veneto", cui Amministrazione
Comunale e Totem partecipano come partner.
Creata con l’encomiabile volontà di dare vita ad
un’utopia – quella del teatro musicale itinerante destinato alle classi incolte
– Stravinskij e Ramuz nel 1918 compongono e mettono in scena l’Histoire du
soldat, riunendo un’eterogenea compagine formata da musicisti, attori e
danzatori che avrebbe dovuto improvvisare un’avventurosa tournée per le
province svizzere dell’immediato primo dopoguerra. Il destino dell’opera fu
però differente: dopo il difficile inizio, l’Histoire fu salutata subito come
un gioiello destinato a fare scuola, uno dei più innovativi e riusciti
tentativi di dare vita alla chimera dell’opera d’arte totale in una raffinata
versione “folk”. Attraverso l’alternarsi di scene recitate, narrate, danzate e
parti esclusivamente musicali, una sorta di eclettico caravanserraglio racconta
l’antico scontro tra il bene e il male, il mito intramontabile dell’incontro
con il Diavolo e della compravendita dell’anima (qui simboleggiata dal celebre
violino) tradotto in una fiaba popolare, vivace ed emozionante.
Stravinskij scrive una musica vibrante, difficile
e facile allo stesso tempo: una musica non descrittiva, ma evocativa, fatta di
marce militari, di citazioni barocche (Bach su tutti per il Grande corale in
cui si svela la morale della storia), di ritmi cangianti e “sghembi” su cui
ballare i difficili passi dell’esistenza.
Il violino è l’anima; le percussioni sono il diavolo;
il contrabbasso, forse, lo scorrere del tempo... L’orchestra dialoga con
l’attore, dando voce (musicale) ai personaggi assenti e realizzando il sogno
dell’opera d’arte totale in una raffinatissima versione “da camera”.
La versione di Luca Micheletti, insieme ai sette
solisti del CamerOperEnsemble diretto da Angelo Bolciaghi, restituisce con
istrionismo e misura la limpidezza e la magia della storia, rintracciandone il
fascino recondito tra i dolenti chiaroscuri della solenne morale di fondo: «Non
è consentito avere tutto. La felicità è una».
Come opera ‘teatrale’ è stata molto semplificata,
essendo stata agita con un’unica voce che costringe l’impatto drammatico a
valenze affabulatorie da recital. Lavorando sui materiali editoriali d’epoca,
sul carteggio tra il musicista e lo scrittore, sulle diverse edizioni della
partitura, sugli appunti della prima regia, approvata e voluta da Stravinskij,
sui bozzetti dei costumi, sulle scenografie e le coreografie d’allora, il
direttore, il regista, i traduttori e adattatori hanno inteso restituire la
forza integrale dell’opera, rivissuta nel suo significato universale che, come
tale, riesce a contenere anche le inquietudini contemporanee.
In appendice una riduzione della Histoire du Soldat
di Pasolini che concluderà lo spettacolo, dopo Stravinsky. Un post-scriptum che
frequenta, con una sensibilità sociale tutta italiana, il tema del Bene e del
Male, «della purezza sorgiva degli umili della malizia dei potenti, con
suggestivi richiami al linguaggio evangelico e mitologico (la Musica, come voce
di un’innocenza perduta, prima espressione di poesia dell’anima, precedente la
parola, ben presto divenuta strumento oscuro di oppressione), e con sferzanti
giudizi sul consumismo, legato al potere mediatico della televisione»
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