Venerdì 14 dicembre 2018, ore 20.00
Domenica 16 dicembre 2018_12_16, ore 16.00
Stagione Sinfonica 2018/19
Alla scoperta della Sicilia
Un viaggio musicale, letterario e cinematografico
con Giuseppe Grazioli e l’Orchestra Verdi
Giuseppe Verdi Ouverture da "I Vespri Siciliani"
Alfredo Casella Suite Sinfonica op. 41bis "La Giara"
Nino Rota Suite "Il Gattopardo"
Gino Marinuzzi "Suite Siciliana"
Tenore Denys Pivnitskyi
Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi
Direttore Giuseppe Grazioli
Un viaggio musicale, letterario e cinematografico, alla scoperta della Sicilia, della sua storia e della sua cultura: dal melodramma italiano alle colonne sonore del Gattopardo di Visconti fino al teatro di Pirandello e alla tragedia greca. Un appuntamento imperdibile in Auditorium venerdì 14 dicembre (ore 20) e domenica 16 dicembre (ore 16) affidato alla sensibilità e all’esperienza del Maestro Giuseppe Grazioli specialista e grande conoscitore della musica del 900.
In programma quattro capolavori sinfonici italiani che, con linguaggi e forme diverse, hanno raccontato e immaginato le meraviglie, le inquietudini e i miti di un’isola cuore del Mediterraneo e della nostra identità.
Dalla vitalità del popolo in rivolta dei Vespri Siciliani di Giuseppe Verdi al declino dell’aristocrazia raccontato dalla musica di Nino Rota nel Gattopardo di Visconti
Dall’ispirazione folkloristica e popolare della Sicilia rievocata da Gino Marinuzzi, alla suite sinfonica di Alfredo Casella ispirata alla Giara, celebre racconto di Pirandello. Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi
PROGRAMMA
Verdi Ouverture da I Vespri Siciliani I Vespri Siciliani (titolo originale: Les Vêpres Siciliennes) fu composta tra il 1853 e il 1855 e debuttò all'Opéra di Parigi il 13 giugno dello stesso anno. Il libretto è di Eugène Scribe e Charles Duveyrier ed è ispirato alla coraggiosa vicenda storica dei Vespri Siciliani che ebbe luogo a Palermo nel XIII secolo dopo la morte dell'Imperatore Federico II di Svevia. L'opera è molto nota e viene eseguita frequentemente, soprattutto, nella sua revisione italiana. La censura allora vigente in Italia annullò l'effetto patriottico dell'opera. Il lavoro di traduzione a cura di Ettore Caimi, subì un tale controllo della censura che ebbe effetti devastanti sul libretto e nella prima rappresentazione italiana l'opera fu ribattezzata "Giovanna di Guzman" e l'azione spostata in Portogallo nell XVII secolo, su libretto riscritto da Arnaldo Fusinato. Al Teatro San Carlo di Napoli fu, invece, presentata con il titolo di "Batilde di Turenna"..
In quest’opera Verdi sfoggia molto di ciò che ha imparato dal gusto francese, con un’opera d’effetto e un maggior spettacolo, un linguaggio musicale più variato e un ampio organico orchestrali. La sinfonia dei “Vespri siciliani “ è l’ultima che Verdi scrive nello stile “post rossiniano” con un’introduzione lenta e richiami di temi che si ritroveranno all’interno dell’opera.
Casella Suite Sinfonica Op. 41 bis La Giara La commedia coreografica La Giara, diretta dallo stesso Casella, andò in scena a Parigi il 19 novembre 1924. Il lavoro era stato commissionato, su suggerimento del compositore Erik Satie, da Rolf de Maré, l’impresario dei Ballets Suédois che desiderava un balletto tipicamente italiano, qualcosa da contrapporre al Tricorno di de Falla. Casella pensò al soggetto pirandelliano e il libretto venne predisposto dallo stesso Luigi Pirandello, autore dell’omonima novella pubblicata sul Corriere della Sera nel 1909. Ma casella si ispirò principalmente alla pièce teatrale che Pirandello stesso ne aveva tratto nel 1917: una commedia burlesca di un atto in dialetto siciliano dal titolo ‘A giarra, che ebbe grande successo a Roma, dove 8 anni più tardi venne riproposta tradotta in lingua.
Nella musica del balletto fu inserita - di comune accordo con Pirandello - una romanza in dialetto, “La storia della fanciulla rapita dai pirati” tratta dalla raccolta di Alberto Favara “Canti della terra e del mare di Sicilia”.
La prima del balletto di un autentico trionfo e come di prammatica in simili occasioni Casella predispose rapidamente una suite orchestrale raccogliendo i brani maggiormente significativi sul piano sinfonico, aggiungendo alla fine quella pagina vocale dal netto sapore elegiaco, affidata alla voce lontana del tenore.
Rota Suite orchestrale da “Il Gattopardo” Il Gattopardo di Luchino Visconti è probabilmente l’unico vero kolossal del cinema italiano. Grandi attori, grandi ricostruzioni storiche e una colonna sonora pilastro portante di tutto il film, affidata al più famoso musicista dell’epoca, Nino Rota. Per la scena del ballo lo spunto fu dato da un valzer inedito di Verdi che era stato regalato a Visconti da un suo collaboratore e che fu orchestrato da Rota stesso, che con altri sei ballabili da lui composti.
Per la restante colonna sonora Visconti chiese a Rota di adattare tagliare e ricomporre secondo le esigenze della vicenda cinematografica una sinfonia romantica. Il Maestro aveva già fatto qualcosa di simile per un altro film di Visconti, “Senso”, adattando la settima sinfonia di Anton Bruchner. I due si misero alla ricerca di un'altra opera del repertorio classico e romantico, fino a quando un giorno Rota accennò al piano il frammento di una sua sinfonia giovanile appena abbozzata. Questa musica piacque subito a Visconti, prima ancora di sapere che l’autore della sinfonia era Rota stesso. Così per il Gattopardo Rota ne utilizzò per intero il III e IV movimento con un ‘orchestrazione molto variegata per potersi adattare alle varie scene del film. Questa partitura alla fine divenne un elemento portante realmente del film. Le lunghe sequenze girate da Visconti, con dialoghi ridotti al minimo, si trovarono così a godere di un sostegno e di un respiro fornito proprio dalla sinfonia composta da Rota per diventare musica per il grande schermo.
Marinuzzi Suite Siciliana Gino Marinuzzi (Palermo, 1882 – Milano, 1945), oltre che compositore, è stato un apprezzatissimo direttore d’orchestra e più volte direttore del Teatro alla Scala.
“Non v’è dubbio sul valore di musicista di Gino Marinuzzi, le cui composizioni costituiscono un tassello importante della scuola italiana nella prima metà del secolo scorso. La Suite siciliana del 1909 è un brano le cui ispirazioni popolari e folkloriche sono arricchite da molteplici reminescenze e influenze future, come quel Valzer che alletterà sia Šostakovič (Suite per orchestra di varietà) sia Rota (Il padrino) sia De André (Valzer per un amore), o il tema e lo spirito dell’indiavolata Festa popolare che ricordano le future Feste romane di Respighi. Anche a non volerne fare a tutti i costi un precursore e un modello per i suoi colleghi, non si può negare che Marinuzzi fosse perfettamente inserito nella temperie artistica del suo tempo e fosse dotato, oltre che di salda scienza, di un acuto intuito.
Nel pezzo giovanile come in quello più maturo si riconoscono la solidità di classica scuola unita a un’attenzione al grande sinfonismo tardo romantico, soprattutto a Strauss, cui si cerca di rispondere con una produzione italiana non solo melodrammatica, radicata quantomeno nell’esperienza di Martucci. Marinuzzi è, insomma, un esponente di spicco della generazione dell’80 che non merita appieno l’ombra in cui l’hanno riposto Respighi o Casella.” (Roberta Pedrotti- l’Ape Musicale)
Nel 2017 l’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi, diretta da Giuseppe Grazioli ha realizzato il cd che contiene sia la Sinfonia in La che la Suite siciliana, per l’etichetta DECCA.
Biglietti serie Verdi: euro 25,00/17,50; Info e prenotazioni: Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler; orari apertura: mar/dom, ore 10.00/ 19.00. Tel. 02.83389401/2/3, www.laverdi.org www.vivaticket.it.
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