Venerdì 14 novembre 2014 ore 21,00
Teatro San Giovanni Bosco
Bergamo – via San Sisto, 9 (quartiere Colognola)
CIRCOLO MUSICALE MAYR-DONIZETTI
40ª STAGIONE OPERISTICA
MADAMA BUTTERFLY
Tragedia giapponese in tre atti. Musica di Giacomo Puccini
Madama Butterfl y (Cio-Cio-San) MANAMI HAMA
Suzuki JULIJA SAMSONOVA-KHAYET
Kate Pinkerton SONIA LUBRINI
F. B. Pinkerton DIEGO CAVAZZIN
Sharpless CARLO MORINI
Goro LIVIO SCARPELLINI
Il principe Yamadori LUCAS BRITTER
Lo Zio bonzo ANGELO LODETTI
Il Commissario imperiale GIOVANNI GUERINI
L’Ufficiale del registro GIOVANNI GUERINI
Coro lirico di Bergamo
Maestro del coro FABIO TARTARI
Piccola orchestra dei Colli Morenici
direttore DAMIANO MARIA CARISSONI
scene e regia VALERIO LOPANE
Studio Danza Ieva
Coreografi e ANNA MARIA IEVA
Singolo ingresso 18 €
LE AMICHE DI BUTTERFLY
Quanto cielo! Quanto mar!
Con queste parole le amiche di Cio-Cio-San sembrano inconsapevolmente segnare la distanza oceanica che separa le usanze del Giappone da quelle degli Stati Uniti d’America. Il libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa, che è cosparso di innumerevoli incisi simbolici come questo, rappresenta un tessuto perfetto nelle mani di Puccini (Lucca, 22 dicembre 1858 – Bruxelles, 29 novembre 1924), che ci rende infatti un’indagine geniale dei contrasti tra due mondi divergenti. Il risultato è uno dei drammi più riusciti della storia dell’opera.
Venerdì 14 novembre 2014 alle ore 21, presso il Teatro San Giovanni Bosco di Bergamo, entrerà nel vivo con Madama Butterfly (prima rappresentazione, 1904 – Teatro alla Scala di Milano), la 40ª stagione operistica del Circolo Musicale Mayr-Donizetti. Damiano Maria Carissoni sarà alla guida della Piccola Orchestra dei Colli Morenici; scene e regia sono firmate da Valerio Lopane.
Il Circolo Musicale Mayr-Donizetti dedica al suo affezionato pubblico questa nuova edizione del celeberrimo capolavoro di Puccini, nel novantesimo anniversario della morte dell’autore.
Note di regia
Il dramma di Cio-Cio-San ha sempre affascinato vaste platee. Non stupisce affatto che, con buona probabilità, proprio Madama Butterfly sia l’opera più rappresentata in assoluto non solo del catalogo di Puccini, ma di tutto il repertorio lirico. La ragione di un tale primato va ricercata, oltre che nella qualità ragguardevolissima della musica, nell’attualità e nella portata sociale della sventurata vicenda della piccola geisha.
Incurante della realtà che la circonda, con la sola forza della speranza, questa sposa-bambina crede. E lo fa in senso assoluto. Crede all’amore, alle promesse di Pinkerton e, pur messa di fronte alla cruda realtà dal console Sharpless, continua caparbiamente ad aggrapparsi alla fiducia. La svolta è segnata dall’arrivo della “vera sposa” americana. In questo momento la “piccina mogliettina olezzo di verbena” come una crisalide si trasforma, divenendo profonda figura tragica. Il gesto del suicidio sacro giapponese (harakiri o, più correttamente, seppuku), suggella il senso estremo del suo sacrificio di donna e di madre. Per rendere percettibili queste forze è mio desiderio focalizzare l’attenzione su una ricostruzione scenica in qualche modo ripulita da troppi elementi tradizionali codificati come giapponesi dalla cultura occidentale. Per la gestualità ho chiesto quindi alla protagonista, lei stessa nipponica, azioni e portamento eleganti ma semplici, così come prescrive l’equilibrio tipico della sua origine. Con questo particolare clima, punto ad ottenere il giusto contrasto nei confronti di Pinkerton che si muoverà con dinamiche più spicce e prosaiche, tipicamente Yankee.
La scena fissa sarà costituita da una dimora semplice con il colore dominante bianco delle pareti scorrevoli shosi. Gli elementi floreali – prestabiliti – saranno presenti, ma senza eccessi, così che prevalga l’idea di un contesto zen. Nel primo atto la nota gessosa sarà contrastata dai coloratissimi kimono dei familiari di Butterfly, presenti al matrimonio ma ormai estranei alla sua storia. Con la prosecuzione della vicenda il bianco sarà metafora della solitudine e della povertà incombenti, dall’acuirsi di un dramma ove le cure di Suzuki appariranno come unico contraltare di presenza umana. Un’algida cornice preparerà la tragedia finale della donna, e si svilupperà progressivamente fino al compimento estremo.
La mia scelta registica, sostenuta dai colori acquarellati dei paesaggi di Hiroshige nei fondali, tenderà a far emergere un sincero clima giapponese libero da troppe tentazioni convenzionali. Poche incidentali incursioni di colori accesi serviranno a sottolineare gli snodi di più denso spessore tragico. [Valerio Lopane]
L’allestimento vanterà come protagonista l’espertissima Manami Hama, già grandemente apprezzata nel ruolo di Cio Cio San in moltissimi teatri. La sua origine giapponese sarà anche garanzia di idiomaticità drammaturgica e gestuale. Accanto a lei ascolteremo Julija Samsonova-Khayet, mezzosoprano, già ammirata nel ruolo di Cenerentola la scorsa stagione: sarà la serva Suzuki, figura complementare alla piccola geisha. Nelle parti di Pinkerton e di Sharpless si saluta con gioia il ritorno di due voci che spesso hanno accreditato i cast del Mayr-Donizetti: il tenore Diego Cavazzin ed il baritono Carlo Morini. Nel ruolo di Goro, impegnativa parte “caratterista”, si apprezzerà il professionismo e l’autorevolezza scenica del tenore Livio Scarpellini.
Il cast sarà completato da valenti artisti bergamaschi come Angelo Lodetti nella parte dello Zio Bonzo, Lucas Britter, come principe Yamadori, Sonia Lubrini, come Kate Pinkerton e Giovanni Guerini nel duplice ruolo del Commissario Imperiale e dell’Ufficiale del Registro.
La voce del popolo, a cui il grande lucchese ha affidato una delle pagine più note di tutto il repertorio lirico (il coro a bocca chiusa), sarà affidata al Coro lirico di Bergamo diretto ed istruito dal maestro Fabio Tartari. Gli interventi di balletto e mimo saranno affidati per la prima volta allo Studio Danza Ieva di Torino. L’allestimento, che adotta i costumi originali giapponesi della Casa d’Arte Settima Diminuita, si avvarrà di scene e regia di Valerio Lopane.
Ma la grande novità è sarà la collaborazione, che quest’anno sarà assai continuativa ricorrente, con la Piccola orchestra dei Colli Morenici, ingaggiata e diretta dal maestro Damiano Maria Carissoni.
I promotori del circolo colgono l’occasione per ringraziare della collaborazione entusiastica e preziosa, coloro che rendono possibile la riuscita di ogni spettacolo, lavorando in silenzio dietro le quinte: il capo macchinista Oliviero Scalvini, i macchinisti Romualdo Sarga e Giuseppe Vitali, il tecnico delle luci Giampietro Nozza, l’elettricista Marco Carminati, la sarte di scena Erminia Castelletti, Luigina Daminelli, Amabile Ghilardi, Delizia Lorello e Antonietta Nava.
Un grazie particolare va anche all’Istituto Scolastico Sistema che anche per questa stagione assicurerà la collaborazione per trucco e acconciature.
Prima dell’opera e durante l’intervallo la biglietteria sarà a disposizione del pubblico (abbonamenti 70 € - singoli ingressi 18 €).