2023_03_25 De André musica e canzoni riproposte dalla ACCADEMIA DEI FOLLI in Abbiategrasso

Sabato 25 marzo 2023 ore 21.00

CONVENTO DELL'ANNUNCIATA

via Pontida 22, ABBIATEGRASSO (MI)

COMUNE DI ABBIATEGRASSO

GECOB EVENTI - PIANOINBILICO - MAFFEIS LAB

presentano

ACCADEMIA DEI FOLLI

Compagnia di musica teatro

ANIME SALVE

Ladri, assassini e un tipo strano - omaggio a DE ANDRÉ

testo e regia Carlo Roncaglia




con

Carlo Roncaglia

Andrea Cauduro (corde), Enrico De Lotto (basso elettrico), Matteo Castellan (fisarmonica), Matteo Pagliardi (batteria), Fabio Marianelli (percussioni)

arrangiamenti originali Accademia dei Folli

luci e fonica Mattia Tauriello 

TICKETS-biglietti disponibili su www.clappit.com 

 whatsapp: 349-708 5598 

e-mail: maffeislab@gmail.com 

2023_05_13 Torna in scena al Lirico di Magenta la TOSCA di Puccini per una serata di beneficenza

Sabato 13 maggio 2023 ore 20:30

Teatro Lirico
via Cavallari. 2 - Magenta

Giacomo Puccini

TOSCA 

su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica

Fonti letterarie La Tosca di Victorien Sardou

Epoca di ambientazione: battaglia di Marengo che fu combattuta il 14 giugno 1800

Melodramma in tre atti

Epoca di composizione primavera 1896 - ottobre 1899

Prima rappr. 14 gennaio 1900 al Teatro Roma, Teatro Costanzi

Serata benefica a favore di
NON DI SOLO PANE



Personaggi ed interpreti:

Floria Tosca, celebre cantante (soprano) ELENA CAVALLO

Mario Cavaradossi, pittore (tenore) DIEGO DESANTIS

Il Barone Scarpia, capo della polizia (baritono) GIORGIO VALERIO

Cesare Angelotti (basso) GIANCARLO RAZIONALE

Il Sagrestano (basso) DAVIDE ROCCA

Spoletta, agente di polizia (tenore) ELVIS ZINI

Sciarrone, Gendarme (basso) MARCO BELLINI

Un carceriere (basso) CARLO SCAGLIONI

Un pastorello (voce bianca)  GIOELE SEMERARO

Il Cardinale SERGIO PORTA

Coro San Gregorio Magno di Trecate
Mauro Trombetta, maestro del coro

Coro Civico Città di Magenta
Tatiana Borodai, maestro del coro 

Coro Voci Bianche “Piccoli Cantori di Corbetta”
Andrea Semeraro, maestro del coro

Orchestra dei Colli Morenici

Damiano Maria Carissoni, direttore 

Regia Mario Mainino

Aiuto regista Carlo Scaglioni

Presenta Arabella BISCARO
Introduzione all’ascolto a cura di Adele FERRARI

Costumi SARTORIA TEATRALE BIANCHI
Luci e scenoproiezioni Pino Fumagalli

Informazioni e prenotazioni: 333 200 1317 - 375 684 9192

O dolci mani mansuete e pure.. Tosca ovvero amore, arte, morte.


a bell’opre create” le mani di Floria Tosca, che, spinte dalla disperazione, diventano mani assassine. Nella Roma del 1800 dopo il fallimento della Repubblica Romana, quando lo Stato Pontificio sta catturando i rappresentanti ed i sostenitori della Repubblica Tosca è una “cantatrice” assediata da una corte violenta, reagisce disperata allo stupro tentato dal barone Scarpia, commissario della Polizia del Papa, e riesce a non soccombere e ad ucciderlo nel tentativo di salvare l’amato pittore Mario Cavaradossi.

Ma non serve a nulla perché “l’uccisione simulata” che le aveva proposto Scarpia in cambio del suo corpo, era macabramente un'ulteriore perfidia e le pallottole della fucilazione di Mario Cavaradossi, amante di Tosca sono micidialmente vere. Quando si avvede della reale morte dell’amante Tosca si getta dai bastioni di Castel Sant’Angelo. Morirà dunque assassina e suicida al grido di “Scarpia, avanti a Dio!”. Al tribunale celeste si presenteranno insieme per avere assoluzione o condanna. L’opera torna a Magenta per la terza volta nell’allestimento organizzato da Giuseppe Lisca, il primo nell’ottobre 2012 direzione di Luigi Ripamonti e regia di Mario Mainino, poi nel maggio del 2018 con direzione di Damiano Maria Carissoni e regia di Tiziana Motelli. Tosca è un’opera che ha visto diversi allestimenti che si scostano dalla data in cui il librettista colloca l’azione ovvero nel 1800 pochi giorni dopo la battaglia di Marengo dove Napoleone vince le truppe del generale Melas. 

Noi oggi la vedremo attinente al libretto con una sobria messa in scena e con un coro che - come nella tragedia greca – sarà indipendente dal quadro storico.  [note di Mario Mainino]

Atto I: Chiesa di Sant’Andrea della Valle - Roma

Cesare Angelotti (basso), ex console della Repubblica Romana, è fuggito dalla prigione di Castel Sant'Angelo e cerca rifugio nella chiesa, dove la marchesa Attavanti (sua sorella) ha nascosto abiti femminili con cui travestirsi “Ecco la chiave ed ecco la cappella”. Mario Cavaradossi (tenore), pittore, vi sta dipingendo un quadro della Maddalena e vi ha ritratto il viso della Attavanti.

Il sagrestano (basso) se ne avvede “Sante ampolle il suo ritratto”, Mario guardando il suo dipinto e il ritratto di Tosca confronta le due bellezze “Recondita armonia”. Riconosciuto Angelotti che esce dalla cappella appena il sagrestano se ne è andato, gli dà il suo paniere per sfamarsi e la chiave della casetta di campagna dove il pittore si incontra con la sua amante Floria Tosca. Tosca arriva inaspettata e fa una prima scena di gelosia per la porta chiusa, poi propone a Mario di vedersi quella sera “Non la sospiri la nostra casetta”. Riconoscendo l’Attavanti nella Maddalena, esplode di gelosia “Lo vedi tu l’ami” e Mario a fatica “Qual occhio al mondo” riesce a calmarla e a congedarla. Un colpo di cannone annuncia che la fuga è stata scoperta, allora Cavaradossi decide di accompagnare Angelotti. 

Rientra il Sagrestano felicissimo per la falsa notizia della vittoria delle truppe austriache su Napoleone a Marengo e invita la cantoria a prepararsi per il Te Deum quando entra il barone Scarpia (baritono), capo della polizia papalina che è sulle tracce del fuggiasco e interrompe la baldoria e fa iniziare la perquisizione, nella cappella Attavanti si ritrova il paniere ed un ventaglio “Jago ebbe un fazzoletto ed io un ventaglio”,e visto il ritratto pensa di sfruttare la gelosia di Tosca, ritornata in chiesa per avvisare Mario che avrebbe dovuto cantare a Palazzo Farnese “Ed io venivo a lui tutta dogliosa…”. 

Scarpia suscita in lei il sospetto di un furtivo incontro di Mario con la marchesa in qualche luogo appartato sperando che li conduca dai fuggitivi, e quando Tosca si allontana precipitosamente la fa seguire sperando che li guidi al nascondiglio “Tre sbirri, una carrozza, presto seguila ovunque vada”

Mentre Scarpia pregusta la sua rivalsa su Cavaradossi - ucciderlo e prendergli la donna - comincia ad affluire gente in Chiesa per cantare il “Te Deum”, Scarpia si riprende “O Tosca mi fai dimenticare Iddio“ e si unisce al canto del Te Deum.

Atto II Camera del barone Scarpia a Palazzo Farnese


A Palazzo Farnese si attende la Regina di Napoli, ospite a Roma, e si strimpellano gavotte che Scarpia ascolta dalle finestre aperte, mentre sta consumando la cena. Spoletta (tenore) e gli altri sbirri vi conducono Cavaradossi che, interrogato, beffardo si rifiuta di rivelare a Scarpia il nascondiglio di Angelotti così viene condotto alla tortura. 

Da notare il terminare della cantata sincronizzato al momento della chiusura della finestra. 

Arriva Tosca, che ha ricevuto un biglietto di Scarpia, il quale inizia la sua tortura psicologica “mi torturate l’anima” facendo in modo che ella possa udire le urla di Mario. Stremata dalle grida Tosca rivela a Scarpia il nascondiglio dell'evaso “nel pozzo, nel giardino”

Quando Mario, apprende che Tosca ha parlato la scaccia. Ma arriva un messo ad annunciare la vittoria di Napoleone a Marengo. A questo annuncio Mario inneggia ad alta voce “L’alba vindice appar che fa tutto tremar … crollano tirannidi”. 

Scarpia lo invia a morte, ed invano Tosca gli chiede di concederle la grazia.

Il barone acconsente solo a patto che Tosca gli si conceda. Inorridita Tosca pensa alla sua vita “Vissi d'arte, vissi d'amore”. Quando acconsente, Scarpia finge di dare ordini a Spoletta, con gesti d'intesa fa credere che la fucilazione sarà simulata, con i fucili caricati a salve.

Le compila un salvacondotto per raggiungere Civitavecchia e fuggire via pel mar. Ma quandosi avvicina a Tosca questa disperata lo uccide con un coltello trovato sul tavolo. 

Prima di fuggire deve prendere il salvacondotto che purtroppo è rimasto nella mano del cadavere e finalmente esce.

Atto III Terrazzo di Castel Sant’Angelo

È l'alba, Puccini descrive magnificamente l’alba su Roma con suoni evocativi ed inserisce anche uno stornello in romanesco “Io de sospiri”, cantato da un giovane pastorello mentre in lontananza suonano le campane.

Sui bastioni di Castel Sant'Angelo, Mario è ormai pronto a morire, chiede al Carceriere di poter scrivere una lettera ad una persona cara e gli dona un suo anello perché gliela consegni. Inizia così a scrivere l'ultima lettera d'amore a Tosca, ma, viene sopraffatto dal ricordo delle loro notti d’amore e non riesce a terminarla “E lucevan le stelle”.

Floria arriva inaspettata e spiega a Mario di essere riuscita ad uccidere Scarpia “O dolci mani pietose e pure” e gli mostra il salvacondotto, quindi lo informa della fucilazione simulata. Scherzando, gli raccomanda di fingere bene la morte “Come la Tosca in teatro”. 

Per un momento sperano ancora di avere un avvenire insieme “Trionfal, di nova speme l'anima freme in celestial crescente ardor.

Ma purtroppo Mario viene fucilato veramente e Tosca, sconvolta e inseguita dagli sbirri che hanno trovato il cadavere di Scarpia, gridando

O Scarpia, avanti a Dio!

si getta dagli spalti del castello.



Si ringrazia per il sostegno alla iniziativa:



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1988_06_19 Norma apre l'Estate Novarese 1988 che si tiene nel Quadriportico della Canonica di Novara


COMUNE DI NOVARA

ASSESSORATO PER LA CULTURA, MUSEI E GIOVANI

(nella indisponibilità del Teatro Coccia)

QUADRIPORTICO DELLA CANONICA

ESTATE NOVARESE
STAGIONE LIRICA 1988

con le opere

NORMA

19 e 1 giugno 1988 

IL BARBIERE DI SIVIGLIA 

26 e 28 giugno 1988

CARMINA BURANA

30 giugno  e 1 luglio 1988

LUCIA DI LAMMERMOOR

5 e 7 luglio 1988

ORCHESTRA LIRICO SINFONICA DELLA CITTA DI PIACENZA 

ARTISTI DEL CORO DELLE CORALI GREGORIO MAGNO DI TRECATE 

CORO E VOCI BIANCHE DELL' ISTITUTO "BRERA" DI NOVARA

CORPO DI BALLO "BRERA" DI NOVARA

BIGLIETTI 

POSTO UNICO NUMERATO £. 18.000

ABBONAMENTO ALLA STAGIONE £. 40.000



NORMA

Tragedia lirica in due atti di F.Romani

Musica di VINCENZO BELLINI

Personaggi e Interpreti

Pollione OTTAVIO GARAVENTA 

Oroveso GRAZIANO MONACHESI

Norma YASUKO HAYASHI 

Adalgisa NICOLETTA CILIENTO

Clotilde MARILENA BASSIGNANA 

Flavio ENNIO BRUMATI

Due fanciulli figli di Norma e Pollione

Druidi - Bardi - Eubagi Sacerdotesse - Guerrieri Galli

La scena è nelle Gallie, nella foresta sacra d'Irminsul

Maestro Concertatore e Direttore d'Orchestra

MARCELLO VIOTTI

Regia di DARIO MICHELI

Maestro del Coro: MAURO TROMBETTA

Altro Maestro del Coro PAOLO BERETTA

Maestro Rammentatore ERNESTO PIRISI

Maestro Sostituto FABRIZIO CARMINATI

Coreografie di PAOLA CARNOVALE


Schizzi delle scene di Norma by Mario Mainino


NORMA l'argomento

La vicenda si svolge nelle Gallie, al tempo dell'occupazione romana. Il popolo è in fremente attesa che Norma, suprema sacerdotessa del dio Irminsul, dia il segnale dell'auspicata sollevazione contro l'oppressore: Norma però esita, e anzi esorta i suoi alla prudenza e alla pace, in quanto è combattuta fra l'odio verso i dominatori della sua patria e il legame segreto e sacrilego che la unisce a Pollione, proconsole romano, dal quale ha avuto due figli. Ma l'amore che ella prova verso di lui si trasforma improvvisamente in odio profondo, quando apprende che l'uomo si è invaghito di Adalgisa, una giovane sacerdotessa, che egli progetta di rapire all'altare e di condurre con sé a Roma.

Norma, nel suo furore, arriva persino a minacciare la vita dei propri figli, alzando un pugnale su di essi durante una notte in cui era caduta preda dei più oscuri presentimenti; sarà Adalgisa, che pentita è venuta ad implorare il suo perdono, a calmarne l'ira. Frattanto Pollione, che non intende rinunciare alla giovane, cerca di penetrare con i suoi uomini nel tempio, ma viene sorpreso e condotto alla presenza di Norma; questa, sdegnata per l'affronto, minaccia di condannare a morte lui e la sua complice, ma quando, chiamata dal popolo a designare la vittima propiziatrice per la prossima guerra, contro i Romani, sta per lanciare dinnanzi a tutti l'accusa di sacrilegio contro Adalgisa, in un gesto di generosità rivela invece la propria colpa e si dichiara pronta all'espiazione. Fra lo sgomento dei presenti, Norma e Pollione ascenderanno a un medesimo rogo.



IL BARBIERE DI SIVIGLIA

Melodramma buffo in due atti di C.Sterbini 

Musica di GIOACHINO ROSSINI

Personaggi e Interpreti:

Il Conte d'Almaviva RENZO CASELLATO

Don Bartolo, dottore in medicina,tutore di Rosina ANGELO NOSOTTI

Rosina, ricca pupilla ZORAYA SALAZAR

Figaro, barbiere BRUNO POLA

Don Basilio, maestro di musica di Rosina ARMANDO CAFORIO

Berta, cameriera di Bartolo SILVIA MAZZONI

Fiorello, servitore di Almaviva GUIDO PASELLA

Un Ufficiale SERGIO BEANO

Un magistrato, un notaio, soldati, suonatori

L'azione si rappresenta in Siviglia

Maestro Concertatore e Direttore d'Orchestra MARCELLO ROTA

Regia di PASQUALE D'ASCOLA

Maestro del Coro: MAURO TROMBETTA

Maestro Rammentatore ERNESTO PIRISI

Altro Maestro del Coro PAOLO BERETTA

Maestro Sostituto FABRIZIO CARMINATI


IL BARBIERE DI SIVIGLIA - l'argomento

La lieta vicenda di Figaro, il barbiere e factotum noto in tutta la Siviglia per il suo spirito mordace e tagliente, ha inizio all'alba sotto le finestre di Rosina, la ricca pupilla del dottor Bartolo; qui, mentre si avvia alla sua bottega, incontra il conte d'Almaviva, disperato perché, invaghitosi della fanciulla, non riesce in alcun modo a comunicare con lei. Subito Figaro si po ne al suo servizio e subito dalla sua fantasia scaturiscono mille espedienti attraverso i quali il conte potrà introdursi nell'impenetrabile dimora ove langue Rosina, vigilata giorno e notte dal diffidente e geloso tutore. Almaviva, conosciuto tramite Figaro il vero sentimento della ragazza che non è rimasta insensibile alle attenzioni del giovane spasimante (il quale preferisce celar si sotto il nome di Lindoro non volendo essere amato per le sue ricchezze ed il suo blasone), segue i suggerimenti del barbiere: travestito da ufficiale, cerca di penetrare nell'irraggiungibile casa di Bartolo ma questi, insospettito dall'atteggiamento di lui che con un pretesto è riuscito a parlare solo un attimo con la fanciulla, chiama la forza pubblica e rende vano l'avventuroso tentativo. Nuova prova la sera stessa: approfittando della circostanza che Rosina è solita prendere lezioni da Basilio, uno squattrinato maestro di musica, Almaviva si sostituisce a quest'ultimo, simulando di essere suo allievo; ma l'arrivo improvviso dello stesso Basilio e un'imprudente frase del conte provocano la reazione di Bartolo che, infuriato, scaccia tutti da casa. Almaviva e Figaro cercano però di stringere i tempi; durante un temporale, attraverso una scala si introducono nella casa del dottore per rapire Rosina. Sulle prime la ragazza, caduta ingenuamente nel tranello tesole dal tutore che le aveva fatto credere che Lindoro e Almaviva fossero due persone diverse, respinge l'abbraccio del l'innamorato; subito dopo però l'equivoco si chiarisce e ci si avvicina alla felice conclusione. Almaviva e Rosina convoleranno a giuste nozze e a Bartolo non resta che fare buon viso a cattivo gioco, mentre Figaro spegne la lanterna avvolgendo gli sposi nell'ombra propizia.



CARMINA BURANA

Cantiones profanae cantoribus et choris cantandae

su testi anonimi medievali

Musica di CARL OFF

Interpreti

LAURA CHERICI Soprano

MAURO BUFFOLI Tenore

FRANCO PODDA Baritono


SOLISTI DEL CORPO DI BALLO "BRERA" DI NOVARA

(in ordine alfabetico)

Danzatrici:

LISA ALFIERI

SABRINA BAY

PAOLA BURGARELLO

SIMONA BUSACCHI

PAOLA CARNOVALE

SILVIA CASATO

MICHELA CROCI

ELENA DELMASTRO

GIOVANNA LEVA

ELIANA LO MASTRO

KATIA MANNANICI

CRISTINA MERCATANTI

BARBARA PIASENTA'

DANIELA PARISI

BARBARA PEDRON

DANIELA RIZZOTTI

WILMA ZAMBON

Danzatori:

ARMANDO BENETTI

LEO DORIA PICCHIRALLO

WALTER GAVEGLIO

NUNZIO LOMBARDO

ROBERTO NOGARA

PAOLO PORTANTI

ALESSANDRO URSO

Maestro Concertatore e Direttore d'Orchestra

FRANCESCO PRESTIA

Regia di FRANCO VACCHI

Maestro del Coro: MAURO TROMBETTA

Altro Maestro del Coro PAOLO BERETTA

Maestro Collaboratore FABRIZIO CARMINATI

Coreografie di PAOLA CARNOVALE




LUCIA DI LAMMERMOOR

Dramma tragico in quattro atti di S.Cammarano

Musica di GAETANO DONIZETTI

Personaggi e Interpreti

Lord Enrico Asthon STEFANO ANTONUCCI 

Miss Lucia, di lui sorella FERNANDA COSTA

Sir Edgardo di Ravenswood  DINO DI DOMENICO

Lord Arturo Buklaw ENNIO BRUMATI

Raimondo Bidebent, educatore e confidente di Lucia GIANCARLO BOLDRINI

Alisa, damigella di Lucia MARILENA BASSIGNANA

Normanno, capo degli Armigeri di Ravenswood MAURO BUFFOLI

Dame e Cavalieri, congiunti di Asthon Abitanti di Lamermoor - Paggi - Armigeri - Domestici di Asthon

L'avvenimento ha luogo in Scozia, parte nel Castello di Ravenswood, parte nella rovinata torre di Wolferag

Maestro Concertatore e Direttore d'Orchestra

MARCELLO VIOTTI

Regia di FRANCO VACCHI

Maestro del Coro: MAURO TROMBETTA

Altro Maestro del Coro PAOLO BERETTA

Maestro Rammentatore ERNESTO PIRISI

Maestro Sostituto FABRIZIO CARMINATI

Coreografie di PAOLA CARNOVALE



LUCIA DI LAMMERMOOR l'argomento

Lord Enrico Asthon, per motivi politici, vuole che sua sorella Lucia sposi Lord Arturo Bucklaw. Ma la donna è innamorata del nobile Edgardo di Ravenswood, acerrimo nemico di suo fratello. Lucia, ancora sconvolta da un brutto sogno, si incontra segretamente con Edgardo e i due si scambiano un anello in pegno d'amore. Con false carte Lord Enrico "prova" alla donna che Edgardo ha un'altra relazione ed appronta le nozze con Lord Arturo costringendo Lucia a firmare il rituale contratto. Entra Edgardo e, ignaro della macchinazione, maledice Lucia restituendole l'anello e si apparta, affranto, nella torre del suo castello. E' una notte tempestosa. Giunge all'improvviso Lord Enrico che annuncia falsamente a Edgardo l'avvenuto sposalizio di Lucia con Lord Arturo e lo sfida poi a un duello mortale presso le tombe dei Ravenswood.

Mentre fervono i preparativi per le nozze un dignitario annuncia clamorosamente che Lucia ha trucidato lo sposo impostole dal fratello e si aggira, impazzita, per le stanze del castello. Ignaro di tutto, Edgardo attende il rivale nel cimitero dei Ravenswood. Apprendendo che Lucia è morta, impazzita dal dolore per le forzate nozze, il nobile Edgardo si trafigge con la spada invocando la donna amata.


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