Venerdì 25 marzo 2011_03_25 ore 21.00
Teatro Fraschini
La Vedova Allegra
Libretto di Victor Leon e Leo Stein da un soggetto di Henri Meilhac. Musica di FRANZ LEHÀR.
Compagnia di Corrado Abbati.
Adattamento e regia CORRADO ABBATI
Scene Stefano Maccarini
Costumi Artemio Cabassi, coreografie Giada Bardelli, direzione musicale Marco Fiorini.
Centocinquanta anni fa, nel 1861, il commediografo e librettista francese Henri Meilhac (lo stesso della Carmen di Bizet), scrisse un vaudeville che però divenne molto popolare solo molti anni dopo, nel 1905, grazie alla musica di Franz Lèhar: era nata La Vedova Allegra.
L’edizione curata da Corrado Abbati, vuole essere totalmente fedele allo spirito che Lehár diede alla sua operetta: rigore assoluto, ma soprattutto divertimento, entusiasmo e freschezza.
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Franz Lehar
Nato nel 1870, si stabilì prima a Budapest e successivamente si iscrisse al conservatorio di Praga. Dopo aver studiato violino e composizione, fu trasferito in Ungheria alla guida della banda del 25° reggimento di fanteria. Nel 1894 divenne direttore del corpo musicale della Marina austriaca a Pola e a Trieste come direttore della banda di fanteria, 87° reggimento. In questa città avverrà l’incontro decisivo con il giovane intraprendente editore Carlo Schmidl che lo porterà ad accostarsi alla casa Ricordi di Milano. Successivamente, a Vienna, ricoprirà un incarico al Teatro An der Wien, nel quale cominciano ad essere rappresentati i suoi primi lavori. Ma la data che segna il percorso artistico del compositore è il 30 dicembre 1905, quando va in scena La vedova allegra. La nascita dello spettacolo è burrascosa perché il direttore del Teatro, Wilhelm Karczag, afferma che non si tratta di musica, e perciò lo spettacolo viene allestito con costumi di seconda mano e con scene improvvisate: solo Leáhr e i cantanti credono fermamente nell’opera. Il successo è immediato, nel solo 1910, in tutto il mondo, hanno luogo diciottomila recite di questa fortunata operetta.
La Trama
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Il cancelliere dell’Ambasciata, Nejgus, insieme al barone Zeta, tenta di convincere il conte Danilo a corteggiare la vedova, ma egli è restio, perché tra i due c’era già stata una storia d’amore poi finita male. Anna, a sua volta, pur amando Danilo, non lo vuole dimostrare e agisce per farlo ingelosire.
Intanto, assistiamo parallelamente alla nascita di un’altra vicenda d’amore: Valencienne, la giovane moglie del barone Zeta, è corteggiata da Camillo de Rossillon diplomatico francese. I due si danno convegno in un chiosco; ma quando stanno per essere sorpresi dal barone, Nejgus riesce a far dileguare Valencienne ed a sostituirla con Anna. La vedova, sorpresa con il diplomatico, fa scandalo e tutti rimangono sconvolti. Danilo è furioso, tutto sembra ormai compromesso, quando Nejgus riesce a dissipare ogni dubbio e a far emergere la verità. In conclusione Anna e Danilo confesseranno il loro reciproco amore.
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