"Con Giorgio Gualerzi se ne va anche una delle ultime voci che sapevano imporsi per competenza e professionalità ..." da Operaclick
Ho conosciuto di persona il Maestro in occasione di un concorso lirico nel quale abbiamo partecipato insieme io in giuria e lui il nostro presidente, ne ho un ottimo ricordo, sono stato rispettato da lui che era il massimo tra i massimi ed io solo l'ultimo degli ultimi.
A commento di questa notizia vorrei allegare un commento dell'amico Daniele Rubboli che ricorda la tragica situazione del mondo lirico di oggi, mondo nel quale forse il sig. Gualerzi non riconosceva più lui stesso quello in cui aveva creduto e che era la sua ragione di vita.
L’amico e collega di antica data Giorgio Gualerzi si è spento assieme alle luci del teatro dell’opera.
E noi siamo rimasti qui, attoniti come sempre di fronte alla morte di una persona cara che ci è stata anche Maestro ed al fianco del quale abbiamo vissuto tanti momenti musicalmente felici, giurie di concorsi compresi.
Ma attoniti anche di fronte alla siccità dei terreni nei quali entrambi, per decenni, abbiamo seminato.
Mentre nel resto del mondo è immutata la vivacità di attenzioni verso il teatro operistico, unica arte originale creata dalla civiltà italiana, nel nostro Paese, sempre piu’ povero dal punto di vista della scienza e della coscienza, il teatro del melodramma è ... come cantava Gabriella Ferri: come un vecchio ritornello che nessuno canta piu’.
I politicanti ingombranti, con i loro bagagli di ignoranza, messi per disperazione a gestire i teatri d’opera, le fondazioni, i festival hanno distrutto anche le fondamenta piu’ solide delle nostre istituzioni. E si sono arricchiti nel portafoglio personale avendo come unica vocazione la ruberia piu’ ottusa. Il peggio è che glielo abbiamo lasciato fare.
Consola che all’estero il nostro teatro della Musica goda ottima salute, che le radio e televisioni straniere trasmettano in prima serata le nostre opere liriche (proprio ieri sera dall’Austria, mi son visto l’Amleto di Franco Faccio su libretto di Arrigo Boito, sic!), che siano affollati e prenotati mesi prima i concerti lirici in Germania come in Giappone.
Ma resta la tristezza del mare d’ignoranza musicale nel quale vivono troppi nostri ragazzi e troppi loro genitori in questi ultimi vent’anni.
Io continuo a far conferenze sempre meno affollate, scrivo e pubblico libri di saggistica teatrale stampati in sempre minor numero di copie, tengo omelie ovunque in Italia durante i concerti lirici nei quali sono coinvolto... e mi chiedo ormai sempre piu’ spesso: perchè lo faccio? per chi? per cosa? Un po’ come in quella antica canzone degli Squallor sul ‘68 in cui si cantava:... quanti bulloni in testa mi pigliai; perchè per chi non lo saprò mai.
Caro Giorgio cerca di riposare in pace. Quando ci rivedremo, magari ne parliamo assieme.
Commento di DANIELE RUBBOLI
Alcuni link:
LibriCinquant'anni di opera lirica alla RAI (1931-1980) – 27 feb 1990
di Giorgio Gualerzi (Autore), Carlo Marinelli Roscioni (Autore)
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