Sabato 7 gennaio 2012_01_07 ore 20.30 - Turno A
Domenica 8 gennaio 2012 ore_01_08 16.00 - Turno B
Lo Schiaccianoci
Balletto fantastico in due atti e tre scene
Musica di Pëtr Il'ich Ciaikovskij
Con il Balletto di Mosca – La Classique
DIPARTIMENTO DELLA CULTURA DELLA CITTÀ DI MOSCA - MOSKONCERT
Diretto da Elik Melikov
Orchestra del Balletto di Mosca
Maestro Concertatore e Direttore Konstantin Khvatiniets
Coreografia Alexander Vorotnikov
Nuovo allestimento Coproduzione Fondazione Teatro Coccia Novara e Fondazione Donizetti di Bergamo
Personaggi e Interpreti
Clara - NADEJDA IVANOVA
Principe Schiaccianoci - ANDREY SHALIN
Re dei topi - ALEXANDER SEDOV
La celebre compagnia diretta da Elik Melikov alla sua ventunesima stagione in Italia con i più grandi titoli del repertorio classico ritorna al Teatro Coccia con Lo Schiaccianoci, il festoso balletto natalizio della trilogia Ciaikovsky, in un nuovo sfarzoso allestimento scenico.
Trama
È la vigilia di Natale e il borgomastro di Norimberga si prepara a dare una grande festa attorno all'albero di Natale con la moglie e i due figli Clara e Fritz. Fra i tanti invitati vi è uno strano personaggio, Drosselmeyer, un po' mago, un po' giocattolaio, che ha portato con sé alcuni pupazzi meccanici e uno schiaccianoci di legno a forma di soldatino, in regalo a Clara. Fritz, invidioso del dono, cerca per dispetto di strapparlo alla sorella e, gettandolo a terra, lo rompe. Mentre la festa riprende fra i giochi dei bambini e le danze degli adulti, fra cui la famosa "Danza del nonno", Drosselmeyer consola Clara aggiustando lo schiaccianoci. La festa giunge al termine, gli ospiti prendono concedo, i bambini vanno a dormire e Clara, esausta e felice per il dono ricevuto, si addormenta su una poltrona, stringendo il suo schiaccianoci fra le braccia. Suona la mezzanotte e a questo punto la realtà diventa sogno, la stanza e l'albero di Natale assumono dimensioni enormi e Clara, proiettata in un mondo fantastico, si ritrova minacciata da una torma di topi schierati in ordine di battaglia e capitanati dal loro re. Improvvisamente lo schiaccianoci prende vita e, con l'aiuto di un esercito di soldatini, si lancia in battaglia. Lo stesso schiaccianoci sta per soccombere agli attacchi dei topi, quando un colpo di pantofola ben assestato da Clara, mette fuori combattimento l'avversario del suo beniamino. Come per magia, lo schiaccianoci di legno diventa uno splendido principe che conduce Clara nel regno dei dolciumi. La stanza si trasforma in un bosco magico e innevato, con tanti alberi addobbati a festa, dove anche i fiocchi di neve danzano a tempo di valzer. È in questo paese fatato (Konfiturenburg) che Clara fa la conoscenza della Fata Confetto e di altri personaggi della fantasia, che danzeranno per lei in un variopinto divertissement, tra i quali il Cioccolato (danza spagnola), il Caffè (danza araba) e il Tè (danza cinese). La conclusione è segnata dallo squisito Valzer dei Fiori, dopo il quale Clara si ritroverà nella sua poltrona con il suo schiaccianoci in grembo, felice di questo sogno di Natale.
Ma Clara avrà sognato veramente?
Note
Dopo il successo della loro collaborazione nella "Bella addormentata", Ciaikovskij e Petipa si accinsero a creare un nuovo balletto seguendo il consiglio dell'instancabile principe Vsevlozskij, che propose come soggetto un racconto di E.T.A. Hoffmann: "Schiaccianoci e il Re dei topi". Ciaikovskij, che già conosceva questa favola per bambini in cui fantasia e realtà si confondono, non fu particolarmente entusiasta della proposta; trovava la vicenda di impianto narrativo squilibrato e inadatta al palcoscenico. Petipa seppe convincerlo del contrario. Dopo un inizio faticoso, Ciaikovskij decise di sperimentare alcuni strumenti per bambini, trombetta, tamburo, sonagli, cucu, richiami per uccelli, e un nuovo strumento musicale da lui scoperto in un suo viaggio a Parigi: la "Celesta di Mustel", che si affrettò ad associare ad uno dei principali personaggi del balletto: La "Fata Confetto". L'orchestrazione del balletto fu portata a termine nell'aprile 1892, dopo il successo della "Suite", eseguita in forma di concerto. Purtroppo però la salute dell'ormai settantenne Petipa lo costrinse ad affidarne la coreografia al suo assistente Lev Ivanov, artista noto per la sua sensibilità e l'acuta memoria musicale. Di fatto, la prima del balletto al Teatro Mariinskij di San Pietroburgo fu siglata da entrambi i coreografi ed ebbe gli elogi del penultimo zar di Russia, Alessandro III. Da allora il balletto ha subito le più svariate modifiche coreografiche e, nel 1934, fu per la prima volta eseguito in Occidente, a Londra, dal Vic Wells Ballet. La prima italiana avvenne nel 1938 al Teatro alla Scala di Milano. Come molti dei balletti appartenenti al periodo tardo-romantico, Lo Schiaccianoci, con la sua musica allegra, sognante e divertente, attinge all'inesauribile ricchezza delle favole per bambini. In esso però il fattore psicologico-sentimentale emerge a tratti in maniera romantica passando dal dorato mondo infantile ad una freudiana interpretazione del primo amore.
Interista
Melikov, cosa l'ha spinta a lasciare una brillante carriera di imprenditore per intraprendere quella di direttore fondando il Balletto di Mosca La Classique?
Ho sempre avuto una passione per l'arte scenica, tant'è vero che mi sono diplomato presso l'Università delle Arti di Mosca e alla fine degli anni '80 ho concentrato le mie energie in un'impresa manifatturiera. Un laboratorio per la produzione di costumi, scarpette da ballo, attrezzerie, scenografie e decorazioni teatrali che mi hanno permesso di entrare in contatto con operatori del settore e realtà come il Bolshoi, il Teatro del Balletto sotto la direzione di Smirnov-Golovanov, il Balletto Reale Danese, il Boston Ballet e tanti altri. Senza dubbio in questo lavoro è stata di grande aiuto la mia professione di disegnatore che mi ha consentito di raggiungere un alto grado di specializzazione e familiarizzare con l'affascinante mondo del balletto, spingendomi ad un passo che mi ha portato dal mestiere artigianale del dietro le quinte alla gestione dell'attività spettacolare di una compagnia "coram populo". Così nel 1990 ho fondato il Balletto di Mosca aggiungendo l'apposizione La Classique per evidenziare la sua precisa identità legata al repertorio classico, e sono diventato direttore artistico.
Il Balletto di Mosca La Classique è un organico numeroso. Come si entra a far parte di questo ensemble?
Gli artisti sono tutti di rigorosa formazione accademica e il grosso della troupe è composta da solisti provenienti dai più importanti teatri della nazione come il Teatro Bolshoi di Mosca, il Teatro di Kirov di San Pietroburgo, i Teatri di Perm, Tbilisi, Odessa. Con noi si sono esibite molte stelle del balletto russo, tra le quali Nadjesda Pavlova, Liubov Kunakova, Alexander Bogateriov, Ludmilla Semeiaka, N. Ereminko, Irina Piatkina, A. Michalchenko, N. Semisorova, M. Peretokin, R. Pronin, e oggi nel corpo di ballo lavora la gioventù di talento che supera dure e selettive audizioni. Scegliamo i migliori danzatori diplomati dalle scuole russe ma ingaggiamo anche ballerini con maggiore esperienza.
Maître principale e coreografo del Balletto di Mosca La Classique è Alexander Vorotinov. Come è nata questa collaborazione?
Ci siamo conosciuti nel 1989 durante una produzione per il Teatro del Balletto sotto la direzione di Smirnov-Golovanov, ma la collaborazione vera è iniziata nell'estate del 1992 quando era in programma una tournée in Egitto.
Riflettendo sulle sue scelte artistiche, che privilegiano tournées all'estero, messinscene di grandi titoli con allestimenti agili che bene si adattano anche a teatri minori, viene naturale definirla un divulgatore e promotore del meglio della tradizione ballettistica russa. È d'accordo?
Dal nome stesso di Balletto di Mosca La Classique è implicita la predilezione per la coreografia classica. La Russia è la culla del classicismo coreutico e abbiamo perciò deciso di muoverci in questa direzione. I nostri spettatori sono coloro che amano il balletto classico e se, andando ad un nostro spettacolo, qualcuno lo conosce per la prima volta e gli piace, vuol dire che contribuiamo non solo alla formazione ed educazione del pubblico ma anche alla diffusione di questo genere coreutico. Nel nostro repertorio c'è il meglio della tradizione accademica.
La vostra prima esibizione in Italia risale al 1991 e da allora siete stati sempre presenti riscuotendo grande successo. Addirittura in molti Teatri siete ormai "di casa". A cosa pensa sia dovuta questa reiterata e calorosa accoglienza?
Credo che, prima di tutto, dipenda dall'amore del pubblico italiano per il balletto russo ma anche per l'alta professionalità dei nostri danzatori, molto apprezzati anche dalla critica.
Informazioni tratte dal sito ufficiale alla
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