TEATRO CENACOLO FRANCESCANO
LECCO LIRICA – 2019-2020
Piazza Capuccini, 3 Lecco, 23900 Italia
Sabato 26 Ottobre 2019_10_26 ore 21.00
Giuseppe Verdi
LA TRAVIATA
Personaggi
Violetta Valéry (soprano)
Flora Bervoix, sua amica (mezzosoprano)
Annina, serva di Violetta, (soprano)
Alfredo Germont (tenore)
Giorgio Germont, suo padre (baritono)
Gastone, Visconte di Létorières (tenore)
Il barone Douphol (baritono)
Il marchese d'Obigny (basso)
Il dottor Grenvil (basso)
Giuseppe, servo di Violetta (tenore)
Un domestico di Flora (basso)
Un commissionario (basso)
Orchestra: Antonio Vivaldi e Quintetto Spirabilia
Coro: Il Circolo delle Quinte
Direttore: Lorenzo Passerini
Regia e luci: Elena D’Angelo
Maestro del Coro: Ilaria Taroni
Balletto: Arte e Danza Lecco
Coreografie: Cristina Romano
Scene e costumi: Grandi Spettacoli
Direzione di produzione: Aldo Spreafico, Mauro Mosca e Ernesto Colombo
Sabato 16 Novembre 2019_11_16 ore 21.00
Gaetano Donizetti
L’ELISIR D’AMORE
Personaggi
Adina, ricca e capricciosa fittaiuola (soprano)
Nemorino, coltivatore, giovane semplice, innamorato di Adina (tenore)
Belcore, sergente di guarnigione nel villaggio (baritono)
il dottore Dulcamara, medico ambulante (basso buffo)
Giannetta, villanella (soprano)
Orchestra: Antonio Vivaldi e Quintetto Spirabilia
Coro: Il Circolo delle Quinte
Direttore: Lorenzo Passerini
Regia e luci: Elena D’Angelo
Maestro del Coro: Ilaria Taroni
Balletto: Arte e Danza Lecco
Coreografie: Cristina Romano
Scene e costumi: Grandi Spettacoli
Direzione di produzione: Aldo Spreafico, Mauro Mosca e Ernesto Colombo
Domenica 12 Gennaio 2020_01_12 ore 15.30
Franz Lehár
LA VEDOVA ALLEGRA
Personaggi
Anna Glavary – Elena D’Angelo
Conte Danilo – Domingo Stasi
Camillo De Rossillon – Francesco Tuppo
Valancienne – Merita Dileo
Njegus – Matteo Mazzoli
Barone Zeta – Gianni Versino
Conte Kromov – Carlo Randazzo
Contessa Kromov – Paola Scapolan
Contessa Bogdanovitch – Maresa Pagura
Conte Bogdanovitch – Davide Capitanio
Orchestra e balletto: Grandi Spettacoli
Direttore: Sabina Concari
Regia: Elena D’Angelo
Coreografie: Giada Bardelli
Allestimento e costumi: a cura di Elena D’Angelo
Produzione: Gruppo da Camera Caronte
Sabato 21 Marzo 2020_03_21 ore 21.00
Giacomo Puccini
TURANDOT
Personaggi
Turandot, principessa (soprano)
Altoum, suo padre, imperatore della Cina (tenore)
Timur, re tartaro spodestato (basso)
Calaf, il Principe Ignoto, suo figlio (tenore)
Liù, giovane schiava, guida di Timur (soprano)
Ping, Gran Cancelliere (baritono)
Pang, Gran Provveditore (tenore)
Pong, Gran Cuciniere (tenore)
Un Mandarino (baritono)
Il Principe di Persia (tenore)
Il Boia (Pu-Tin-Pao) (comparsa)
Orchestra: Antonio Vivaldi e Quintetto Spirabilia
Coro: Il Circolo delle Quinte
Direttore: Lorenzo Passerini
Regia e luci: Elena D’Angelo
Maestro del Coro: Ilaria Taroni
Balletto: Arte e Danza Lecco
Coreografie: Cristina Romano
Scene e costumi: Grandi Spettacoli
Direzione di produzione: Aldo Spreafico, Mauro Mosca e Ernesto Colombo
https://www.teatrocenacolofrancescano.it/
info@teatrocenacolofrancescano.it
Parcheggio: disponibile nell’area dell’Oratorio a lato della Chiesa dei Cappuccini.
2019_11_03 ORCHESTRA I POMERIGGI MUSICALI ALLA Triennale Milano
ORCHESTRA I POMERIGGI MUSICALI
Direttore Artistico, M° Maurizio Salerno
Triennale Milano
Viale Emilio Alemagna, 6 – Milano
SPAZIO AGORÀ
I POMERIGGI ALLA TRIENNALE
Sei concerti da camera dal 13 ottobre 2019 al 12 maggio 2020
La nuova rassegna, I Pomeriggi alla Triennale, entra nel vivo con il suo secondo appuntamento. La collaborazione tra i Pomeriggi Musicali e Triennale di Milano – due fondazioni vicine non solo sulla mappa cittadina ma altresì sotto il profilo degli intenti – è indirizzata alla riscoperta del repertorio del Novecento, ora abbastanza distante da poter essere collocato nella giusta prospettiva storica, ma al contempo ancora attuale e in grado di parlare al nostro tempo.
Domenica 3 novembre 2019, alle ore 11:00
György Ligeti, 6 Bagatell fúvósötösre (Sei Bagatelle per quintetto di fiati)
Samuel Barber, Summer Music, op. 31
Carl Nielsen, Quintetto per fiati, op. 43
Flauto: Curt Schröter
Oboe: Francesco Quaranta
Clarinetto: Marco Giani
Fagotto: Sarah Ruiz
Corno: Alessandro Mauri
Il cartellone in programma si raccoglie intorno a tre pagine fondamentali del repertorio da camera novecentesco: le Sei Bagatelle per quintetto di fiati di György Ligeti, Summer Music di Samuel Barber e, infine, il Quintetto per fiati di Carl Nielsen. Il primo brano, datato 1953, presenta la trascrizione di alcuni movimenti di Musica ricercata, composta per pianoforte da Ligeti poco tempo prima. Ogni bagatella è formalmente autonoma, ma tutte si iscrivono in un percorso che passa dall’incisività ritmica della prima ai toni funebri della seconda, da quelli elegiaci della terza a quelli brutali della quarta, per tornare, nella quinta, al compianto funebre in memoria di Béla Bartók e concludere poi con forza dirompente nella sesta.
Composta anch’essa nel 1953, Summer Music di Samuel Barber fu a lui commissionata dalla Chamber Music Society di Detroit e in essa confluirono idee di precedenti lavori, compreso il brano per orchestra, mai pubblicato, Horizon. Nata all’inizio per essere eseguita da fiati, archi e pianoforte, la composizione si evolvette in un quintetto con il corno protagonista quando Barber entrò in contatto con alcuni studi scritti dal cornista John Barrows. Tornando un poco più indietro nel tempo arriviamo al Quintetto per fiati di Nielsen, che fu scritto nel 1922 dopo che l’autore ebbe l’occasione di ascoltare quattro membri del Copenaghen Wind Quintet provare la Sinfonia concertante di Mozart.
Le prime parti dell’Orchestra I Pomeriggi Musicali che si esibiranno in questo programma saranno il flautista Curt Schröter, il Primo oboe Francesco Quaranta, il Primo fagotto Sarah Ruiz e il Primo corno Alessandro Mauri; lo Spazio Agorà di Triennale Milano sarà teatro di questa ricercata performance.
Prossimi appuntamenti
Domenica 22 Dicembre 2019_12_22, ore 18:00 – AGORÀ
Alexandre Tansman, Sonatine, per fagotto e quartetto d’archi
Johann Sebastian Bach, Cantata, in la minore per due violini, fagotto e basso continuo
Antonín Dvořák, Quartetto “L’Americano”
Fagotto: Lorenzo Lumachi
Violini: Fatlinda Thaci, Laura Cuscito
Viola: Laura Vignato
Violoncello: Marco Paolini
Domenica 26 Gennaio 2020_01_26, ore 11:00 - AGORÀ
Nino Rota, Quartetto d'archi
Bela Bartók, Quartetto d’archi n. 2, in la minore, op. 17
Violini: Fatlinda Thaci, Andrea Del Moro
Viola: Lizabeta Soppi
Violoncello: Marija Drincic
Domenica 23 Febbraio 2020_02_23, ore 11:00 - AGORÀ
Charles Koechlin, Trio, in sol maggiore per flauto, clarinetto e fagotto, op. 92
Georges Auric, Trio, per oboe, clarinetto e fagotto
Karl Goepfart, Quartet, in re minore per flauto, oboe, clarinetto e fagotto, op.93
Flauto: Elisabetta La Licata
Oboe: Francesco Quaranta
Clarinetto: Giuseppe Cultraro
Fagotto: Lorenzo Lumachi
Domenica 22 Marzo 2020_03_22 , ore 11:00 - AGORÀ
Ildebrando Pizzetti, Quartetto per archi n. 2
Violini: Igor Riva, Elena Bassi
Viola: Lizabeta Soppi
Violoncello: Andrea Cavuoto
Per tutti i concerti l’ingresso è libero fino a esaurimento posti
Triennale Milano
Viale Alemagna, 6
20121 Milano
T. +39 02 724341
www.triennale.org
Direttore Artistico, M° Maurizio Salerno
Triennale Milano
Viale Emilio Alemagna, 6 – Milano
SPAZIO AGORÀ
I POMERIGGI ALLA TRIENNALE
Sei concerti da camera dal 13 ottobre 2019 al 12 maggio 2020
La nuova rassegna, I Pomeriggi alla Triennale, entra nel vivo con il suo secondo appuntamento. La collaborazione tra i Pomeriggi Musicali e Triennale di Milano – due fondazioni vicine non solo sulla mappa cittadina ma altresì sotto il profilo degli intenti – è indirizzata alla riscoperta del repertorio del Novecento, ora abbastanza distante da poter essere collocato nella giusta prospettiva storica, ma al contempo ancora attuale e in grado di parlare al nostro tempo.
Domenica 3 novembre 2019, alle ore 11:00
György Ligeti, 6 Bagatell fúvósötösre (Sei Bagatelle per quintetto di fiati)
Samuel Barber, Summer Music, op. 31
Carl Nielsen, Quintetto per fiati, op. 43
Flauto: Curt Schröter
Oboe: Francesco Quaranta
Clarinetto: Marco Giani
Fagotto: Sarah Ruiz
Corno: Alessandro Mauri
Il cartellone in programma si raccoglie intorno a tre pagine fondamentali del repertorio da camera novecentesco: le Sei Bagatelle per quintetto di fiati di György Ligeti, Summer Music di Samuel Barber e, infine, il Quintetto per fiati di Carl Nielsen. Il primo brano, datato 1953, presenta la trascrizione di alcuni movimenti di Musica ricercata, composta per pianoforte da Ligeti poco tempo prima. Ogni bagatella è formalmente autonoma, ma tutte si iscrivono in un percorso che passa dall’incisività ritmica della prima ai toni funebri della seconda, da quelli elegiaci della terza a quelli brutali della quarta, per tornare, nella quinta, al compianto funebre in memoria di Béla Bartók e concludere poi con forza dirompente nella sesta.
Composta anch’essa nel 1953, Summer Music di Samuel Barber fu a lui commissionata dalla Chamber Music Society di Detroit e in essa confluirono idee di precedenti lavori, compreso il brano per orchestra, mai pubblicato, Horizon. Nata all’inizio per essere eseguita da fiati, archi e pianoforte, la composizione si evolvette in un quintetto con il corno protagonista quando Barber entrò in contatto con alcuni studi scritti dal cornista John Barrows. Tornando un poco più indietro nel tempo arriviamo al Quintetto per fiati di Nielsen, che fu scritto nel 1922 dopo che l’autore ebbe l’occasione di ascoltare quattro membri del Copenaghen Wind Quintet provare la Sinfonia concertante di Mozart.
Le prime parti dell’Orchestra I Pomeriggi Musicali che si esibiranno in questo programma saranno il flautista Curt Schröter, il Primo oboe Francesco Quaranta, il Primo fagotto Sarah Ruiz e il Primo corno Alessandro Mauri; lo Spazio Agorà di Triennale Milano sarà teatro di questa ricercata performance.
Prossimi appuntamenti
Domenica 22 Dicembre 2019_12_22, ore 18:00 – AGORÀ
Alexandre Tansman, Sonatine, per fagotto e quartetto d’archi
Johann Sebastian Bach, Cantata, in la minore per due violini, fagotto e basso continuo
Antonín Dvořák, Quartetto “L’Americano”
Fagotto: Lorenzo Lumachi
Violini: Fatlinda Thaci, Laura Cuscito
Viola: Laura Vignato
Violoncello: Marco Paolini
Domenica 26 Gennaio 2020_01_26, ore 11:00 - AGORÀ
Nino Rota, Quartetto d'archi
Bela Bartók, Quartetto d’archi n. 2, in la minore, op. 17
Violini: Fatlinda Thaci, Andrea Del Moro
Viola: Lizabeta Soppi
Violoncello: Marija Drincic
Domenica 23 Febbraio 2020_02_23, ore 11:00 - AGORÀ
Charles Koechlin, Trio, in sol maggiore per flauto, clarinetto e fagotto, op. 92
Georges Auric, Trio, per oboe, clarinetto e fagotto
Karl Goepfart, Quartet, in re minore per flauto, oboe, clarinetto e fagotto, op.93
Flauto: Elisabetta La Licata
Oboe: Francesco Quaranta
Clarinetto: Giuseppe Cultraro
Fagotto: Lorenzo Lumachi
Domenica 22 Marzo 2020_03_22 , ore 11:00 - AGORÀ
Ildebrando Pizzetti, Quartetto per archi n. 2
Violini: Igor Riva, Elena Bassi
Viola: Lizabeta Soppi
Violoncello: Andrea Cavuoto
Per tutti i concerti l’ingresso è libero fino a esaurimento posti
Triennale Milano
Viale Alemagna, 6
20121 Milano
T. +39 02 724341
www.triennale.org
2019_10_26 Del mal d'amore (e altri piaceri) un nuovo spettacolo di Anna Zapparoli e Mario Borciani
sabato 26 ottobre 2019, ore 20.45
domenica 27 ottobre 2019_10_27, ore 16.30
Teatro il Cielo sotto Milano, il primo teatro al mondo in un metrò.
Viale Molise, all'interno della fermata del Passante di Porta Vittoria
Del mal d'amore
(e altri piaceri)
un nuovo spettacolo di
Anna Zapparoli e Mario Borciani
con Benedetta Borciani, Beniamino Borciani, Lorenzo Bonomi, Lucrezia Piazzolla, Federica Zoppis
Sapete che ci piace tenere conferenze canore semiserie, sintesi scherzose del “come è successo che...?” Ebbene, nelle due produzioni musicali nuove della Dual di quest’anno i temi sono molto polarizzati: amore e odio (molto polarizzati effettivamente). Cominciamo con l’amore, che è meglio. E più precisamente col mal d’amore – che dal vero fa malissimo, ma che da sentir cantato è deliziosamente, sensualmente masochista. Perché il mal d’amore ci fa cantare? E, più in generale, perché l’australopiteco ha cominciato a cantare? E come cantava? E gli antichi greci poi? Che salti facevano su quei vecchi sassi dell’orchestra? E perché i primi papi hanno fatto chiudere i teatri obbligando tutti a cantare all’unisono, salvo poi riscoprire – in chiesa – che cantare a tante voci è la cosa più sensuale che c’è? E chi erano, e a quali regole severissime si sottoponevano i cantautori del medioevo? Chi era il re del pop medievale? E chi è il re, la musica o le parole? Chi era Maria d’Avalos, la donna più bella di Napoli, che faceva impazzire d’amore tutti, salvo fare una bruttissima fine? E che cos’è l’armonia per Gesualdo e Monteverdi, che cos'è questo fil rouge che percorre i loro madrigali legando sofferenza e piacere e tagliando l’anima come un pugnale, come Tancredi che affonda la spada nel bel petto di Clorinda senza sapere che è lei…
Tutto questo, e molto altro (anche tutta la musica greca antica rimasta) troverete; e mai come questa volta incontrerete riso e pianto intrecciati e innamorati l’uno dell’altro.
Ah, e per chi è già venuto e possiede il nostro splendido bicchierino, ricordatevi di portarlo!
tessera annuale (una tantum): €3
contributo di 15€ (spettacolo + un piatto + vino o birra)
under26: 10€ (spettacolo + un piatto + vino o birra)
raggiungibile tramite Passante ferroviario,
tram 12 o 27, bus 73 e filovia 90, 91 e 93
disponibile parcheggio in via Valentino Mazzola
per info e prenotazioni:
chiamare 02 915 38 705 (biglietteria)
o +39 338 191 25 81 (Lucrezia)
oppure inviare una mail a
organizzazione@ladualband.com
domenica 27 ottobre 2019_10_27, ore 16.30
Teatro il Cielo sotto Milano, il primo teatro al mondo in un metrò.
Viale Molise, all'interno della fermata del Passante di Porta Vittoria
Del mal d'amore
(e altri piaceri)
un nuovo spettacolo di
Anna Zapparoli e Mario Borciani
con Benedetta Borciani, Beniamino Borciani, Lorenzo Bonomi, Lucrezia Piazzolla, Federica Zoppis
Sapete che ci piace tenere conferenze canore semiserie, sintesi scherzose del “come è successo che...?” Ebbene, nelle due produzioni musicali nuove della Dual di quest’anno i temi sono molto polarizzati: amore e odio (molto polarizzati effettivamente). Cominciamo con l’amore, che è meglio. E più precisamente col mal d’amore – che dal vero fa malissimo, ma che da sentir cantato è deliziosamente, sensualmente masochista. Perché il mal d’amore ci fa cantare? E, più in generale, perché l’australopiteco ha cominciato a cantare? E come cantava? E gli antichi greci poi? Che salti facevano su quei vecchi sassi dell’orchestra? E perché i primi papi hanno fatto chiudere i teatri obbligando tutti a cantare all’unisono, salvo poi riscoprire – in chiesa – che cantare a tante voci è la cosa più sensuale che c’è? E chi erano, e a quali regole severissime si sottoponevano i cantautori del medioevo? Chi era il re del pop medievale? E chi è il re, la musica o le parole? Chi era Maria d’Avalos, la donna più bella di Napoli, che faceva impazzire d’amore tutti, salvo fare una bruttissima fine? E che cos’è l’armonia per Gesualdo e Monteverdi, che cos'è questo fil rouge che percorre i loro madrigali legando sofferenza e piacere e tagliando l’anima come un pugnale, come Tancredi che affonda la spada nel bel petto di Clorinda senza sapere che è lei…
Tutto questo, e molto altro (anche tutta la musica greca antica rimasta) troverete; e mai come questa volta incontrerete riso e pianto intrecciati e innamorati l’uno dell’altro.
Ah, e per chi è già venuto e possiede il nostro splendido bicchierino, ricordatevi di portarlo!
tessera annuale (una tantum): €3
contributo di 15€ (spettacolo + un piatto + vino o birra)
under26: 10€ (spettacolo + un piatto + vino o birra)
raggiungibile tramite Passante ferroviario,
tram 12 o 27, bus 73 e filovia 90, 91 e 93
disponibile parcheggio in via Valentino Mazzola
per info e prenotazioni:
chiamare 02 915 38 705 (biglietteria)
o +39 338 191 25 81 (Lucrezia)
oppure inviare una mail a
organizzazione@ladualband.com
2019_10_29 La vita è l'arte dell'incontro con Corrado d'Elia e Giovanni Falzone
martedì 29 ottobre 2019 – ore 18.30
Teatro Menotti – via Ciro Menotti 11, Milano
Area M in collaborazione con Compagnia Corrado d'Elia
“La vita è l'arte dell'incontro”
Appuntamento intorno a Dizzy Gillespie
con Corrado d'Elia e Giovanni Falzone
modera Emilio Sioli
In occasione del reading To be or not to bop in scena dal 28 al 30 ottobre al Teatro Menotti di Milano, l'attore Corrado d'Elia (voce narrante di Dizzy Gillespie) e il trombettista Giovanni Falzone (alla testa di Area M Orchestra), in un dialogo a tre moderato da Emilio Sioli (autore e regista dello spettacolo), incontrano il pubblico martedì 29 ottobre alle ore 18,30 per parlare del fascino del jazz, dell'improvvisazione, dell'incontro fra musica e parole. Nel segno di Dizzy Gillespie.
La vita è l'arte dell'incontro, come diceva qualcuno, e - trattandosi di musica jazz - la capacità di interagire fra musicisti è fondamentale.
Oggi raccontiamo una storia meravigliosa, la storia di John Birch "Dizzy" Gillespie una delle menti musicali più geniali del XX secolo che ha fatto dell'incontro con gli altri - i musicisti che lo hanno accompagnato e il suo pubblico - una ragione di vita. La musica ha salvato Dizzy Gillespie da una vita da teppista, come dice lui nella sua autobiografia dal titolo "To Be Or Not To Bop".
Dizzy ha restituito il favore inventando il Be Bop e il Jazz afro cubano.
ingresso libero fino a esaurimento posti
www.corradodelia.it www.area-m.it
Teatro Menotti – via Ciro Menotti 11, Milano
Area M in collaborazione con Compagnia Corrado d'Elia
“La vita è l'arte dell'incontro”
Appuntamento intorno a Dizzy Gillespie
con Corrado d'Elia e Giovanni Falzone
modera Emilio Sioli
In occasione del reading To be or not to bop in scena dal 28 al 30 ottobre al Teatro Menotti di Milano, l'attore Corrado d'Elia (voce narrante di Dizzy Gillespie) e il trombettista Giovanni Falzone (alla testa di Area M Orchestra), in un dialogo a tre moderato da Emilio Sioli (autore e regista dello spettacolo), incontrano il pubblico martedì 29 ottobre alle ore 18,30 per parlare del fascino del jazz, dell'improvvisazione, dell'incontro fra musica e parole. Nel segno di Dizzy Gillespie.
La vita è l'arte dell'incontro, come diceva qualcuno, e - trattandosi di musica jazz - la capacità di interagire fra musicisti è fondamentale.
Oggi raccontiamo una storia meravigliosa, la storia di John Birch "Dizzy" Gillespie una delle menti musicali più geniali del XX secolo che ha fatto dell'incontro con gli altri - i musicisti che lo hanno accompagnato e il suo pubblico - una ragione di vita. La musica ha salvato Dizzy Gillespie da una vita da teppista, come dice lui nella sua autobiografia dal titolo "To Be Or Not To Bop".
Dizzy ha restituito il favore inventando il Be Bop e il Jazz afro cubano.
ingresso libero fino a esaurimento posti
www.corradodelia.it www.area-m.it
2019_11_01 POEMA A FUMETTI Spettacolo su testi e disegni di Dino Buzzati
Venerdì 01 Novembre 2019_11_01
Sabato 02 Novembre 2019_11_02
Domenica 03 Novembre 2019_11_03
Venerdì 08 Novembre 2019_11_08
Sabato 09 Novembre 2019_11_09
Domenica 10 Novembre 2019_11_10
SPAZIO BANTERLE - Milano
POEMA A FUMETTI
Spettacolo su testi e disegni di Dino Buzzati
regia e con Paolo Valerio
musiche originali Antonio Di Pofi
eseguite dal vivo al pianoforte da Sabrina Reale
produzione Teatro Stabile di Verona
Allestito in occasione del quarantesimo della scomparsa dello scrittore, Poema a fumetti si avvale della videoproiezione delle immagini originali del “poema” buzzatiano uscito in libreria con grande scalpore nel settembre del 1969, un poema sperimentale che anticipò il graphic novel. Rivisitazione del mito di Orfeo ed Euridice, lo spettacolo propone una selezione delle oltre duecento tavole disegnate da Buzzati e delle relative didascalie: vecchie case popolate da fantasmi, sensuali donne seminude che richiamano l’erotismo di Crepax e Manara, scale metafisiche che non si sa bene dove conducano, strani aldilà dal sapore sartriano, babau, vecchi cani, le immancabili montagne, melusine e scheletri di suicidi e morti in guerra, la disperata ricerca di Dio e, immancabile anche questo, il deserto finale su cui dominano le turrite nubi dell’eternità. Un excursus da pelle d’oca che è una sintesi poetica della visione buzzatiana del mondo. «Capita nella vita – ebbe modo di dire Buzzati – di fare cose che piacciono senza riserve. Poema a fumetti è per me una di queste, come Il deserto dei Tartari e Un amore».
«Paolo Valerio – ha scritto Lorenzo Viganò sul Corriere della Sera del 24 febbraio 2013 in occasione della “prima” – ha metabolizzata e fatta propria l’opera nella sua interezza e riesce con la voce a trasportare lo spettatore dentro la storia, come fosse un film».
ORARIO SPETTACOLI Venerdì ore 20.30 Sabato ore 19.30 Domenica ore 16.30
PREZZI BIGLIETTI
Intero 12,00 euro Ridotto 7,00 euro (under 35, over 65, convenzionati e studenti di teatro)
Info convenzioni su www.incamminati.it
DOVE ACQUISTARE
Online su www.vivaticket.it
In tutti i punti vendita Vivaticket
Presso Spazio Banterle negli orari di biglietteria (nei giorni di spettacolo): venerdì 18.30-20.30 / sabato 17.30-19.30 / domenica 14.30-16.30
PRENOTAZIONI
Preferibilmente scrivendo una mail a biglietteria@incamminati.it
Lasciando un messaggio telefonico o inviando un sms al numero 3482656879, cui seguirà conferma della prenotazione
I biglietti prenotati e non ancora pagati devono essere ritirati entro mezz'ora prima dell’inizio dello spettacolo.
CONTATTI
Spazio Banterle (Centro Culturale di Milano - Largo Corsia dei Servi, 4)
M1 (San Babila) - M1, M3 (Duomo) bus 54, 60, 61, 73, 84 Tram 15, 23
Sabato 02 Novembre 2019_11_02
Domenica 03 Novembre 2019_11_03
Venerdì 08 Novembre 2019_11_08
Sabato 09 Novembre 2019_11_09
Domenica 10 Novembre 2019_11_10
SPAZIO BANTERLE - Milano
POEMA A FUMETTI
Spettacolo su testi e disegni di Dino Buzzati
regia e con Paolo Valerio
musiche originali Antonio Di Pofi
eseguite dal vivo al pianoforte da Sabrina Reale
produzione Teatro Stabile di Verona
Allestito in occasione del quarantesimo della scomparsa dello scrittore, Poema a fumetti si avvale della videoproiezione delle immagini originali del “poema” buzzatiano uscito in libreria con grande scalpore nel settembre del 1969, un poema sperimentale che anticipò il graphic novel. Rivisitazione del mito di Orfeo ed Euridice, lo spettacolo propone una selezione delle oltre duecento tavole disegnate da Buzzati e delle relative didascalie: vecchie case popolate da fantasmi, sensuali donne seminude che richiamano l’erotismo di Crepax e Manara, scale metafisiche che non si sa bene dove conducano, strani aldilà dal sapore sartriano, babau, vecchi cani, le immancabili montagne, melusine e scheletri di suicidi e morti in guerra, la disperata ricerca di Dio e, immancabile anche questo, il deserto finale su cui dominano le turrite nubi dell’eternità. Un excursus da pelle d’oca che è una sintesi poetica della visione buzzatiana del mondo. «Capita nella vita – ebbe modo di dire Buzzati – di fare cose che piacciono senza riserve. Poema a fumetti è per me una di queste, come Il deserto dei Tartari e Un amore».
«Paolo Valerio – ha scritto Lorenzo Viganò sul Corriere della Sera del 24 febbraio 2013 in occasione della “prima” – ha metabolizzata e fatta propria l’opera nella sua interezza e riesce con la voce a trasportare lo spettatore dentro la storia, come fosse un film».
ORARIO SPETTACOLI Venerdì ore 20.30 Sabato ore 19.30 Domenica ore 16.30
PREZZI BIGLIETTI
Intero 12,00 euro Ridotto 7,00 euro (under 35, over 65, convenzionati e studenti di teatro)
Info convenzioni su www.incamminati.it
DOVE ACQUISTARE
Online su www.vivaticket.it
In tutti i punti vendita Vivaticket
Presso Spazio Banterle negli orari di biglietteria (nei giorni di spettacolo): venerdì 18.30-20.30 / sabato 17.30-19.30 / domenica 14.30-16.30
PRENOTAZIONI
Preferibilmente scrivendo una mail a biglietteria@incamminati.it
Lasciando un messaggio telefonico o inviando un sms al numero 3482656879, cui seguirà conferma della prenotazione
I biglietti prenotati e non ancora pagati devono essere ritirati entro mezz'ora prima dell’inizio dello spettacolo.
CONTATTI
Spazio Banterle (Centro Culturale di Milano - Largo Corsia dei Servi, 4)
M1 (San Babila) - M1, M3 (Duomo) bus 54, 60, 61, 73, 84 Tram 15, 23
2019_11_03 Irina Kravchenko al pianoforte per laVerdi Musica da Camera
Domenica 3 novembre 2019, ore 11.00
Teatro Gerolamo - Piazza Cesare Beccaria, 8
laVerdi Musica da Camera 2019-2020
Pensieri al piano
Irina Kravchenko al pianoforte
con Beethoven, Schumann e Čajkovskij
Ludwig van Beethoven Serenata In Mi Maggiore Op.-109
Robert Schumann Carnaval Op.9
Pëtr Il'ič Čajkovskij Dumka Op59
Pianoforte Irina Kravchenko
Ospite del secondo appuntamento della stagione di Musica da Camera de laVerdi in collaborazione con il Teatro Gerolamo, è la pianista lituana Irina Kravchenko, classe 1983, musicista di grande sensibilità e solida tecnica che ha studiato anche al Conservatorio G.Verdi di Milano dove vive da qualche anno.
I “Pensieri al Piano” del concerto in programma domenica 3 novembre alle ore 11.00 sul palco della sala che fin dalla sua costruzione nel 1868 fu definita “Scala in miniatura”, sono tre composizioni di altrettanti giganti della musica a partire da Ludwig van Beethoven del quale verrà eseguita la prima delle tre Sonate per pianoforte da lui composte, la Serenata In Mi Maggiore Op.-109. A seguire Carnaval Op.9 di Robert Schumann, brano rappresentativo dell’epoca romantica e che vanta un posto importante letteratura pianistica del secolo scorso.
A chiudere, Dumka Op 59, brano da concerto più che da camera, di grande intensità virtuosistica e che per questo occupa un posto speciale nella produzione pianistica di Pëtr Il'ič Čajkovskij e ispirato un'epica e storica canzone popolare slava.
I Biglietti (euro 8,00/28,00) si possono acquistare nei giorni precedenti all’ Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler (mar/dom, ore 10.00/19.00, tel. 02.83389401)
oppure, la mattina stessa del concerto, direttamente al Gerolamo, Piazza Beccaria 8
on line: www.laverdi.org o www.vivaticket.it .
Programma
Ludwig van Beethoven (1770 - 1827) Sonata per pianoforte n. 30 in mi mag. op. 109
Le ultime tre Sonate per pianoforte di Beethoven nacquero quasi contemporaneamente tra il 1819 e il 1822 e la loro elaborazione si svolse parallelamente a quella della Nona sinfonia e della Missa Solemnis. La prima di esse, op. 109 in mi maggiore, apparve nel novembre 1821 e fu dedicata a Fraulein Maximiliana, figlia diciannovenne di Franz Brentano, l'amico provvido e generoso che gli era stato accanto anche economicamente in quegli anni difficili.
In questa, che è la prima del gruppo delle ultime tre Sonate pianistiche di Beethoven, si evidenziano i connotati del cosiddetto terzo stile di Beethoven: assoluta libertà fantastica che trascende i limiti della tradizionale forma di sonata e tendenza ad una rinnovata linearità del discorso. A proposito di questa composizione i critici ne hanno spesso evidenziate le grandi qualità poetiche, definendo la Sonata op. 109 come una sublimazione lirica delle risultanti emotive della sua drammatica esperienza umana di Beethoven.
Robert Schumann (1810 - 1856) Carnaval Op.9
Centro ideale e incarnazione massima della poetica del primo periodo creativo di Schumann, Carnival fu composto nel 1834-35, rielaborando parzialmente un'opera di minori proporzioni, non entrata a far parte del catalogo dei lavori di Schumann, le Scènes musicales sur un thème connu de Franz Schubert (1833), titolo significativo che lo stesso compositore spiega così in una lettera a Franz Liszt: “Le origini di questa composizione risalgono ad una particolare circostanza. Una delle mie conoscenze musicali essendo originaria di una piccola città dal nome di Asch e siccome le quattro lettere costituenti questo nome figurano ugualmente nel mio, ebbi l'idea di valermi della loro significazione musicale come punto di partenza di una serie di brevi pezzi, nello stesso modo in cui Bach aveva fatto in rapporto al suo patronimico. Sollecitata la fantasìa da codesta trovata, un brano succedeva all'altro senza che me ne avvedessi, e siccome ciò avveniva durante la stagione di Carnevale del 1835, una volta finita la composizione, aggiunsi i titoli e le diedi la denominazione generale di Carnevale”. E in un altro scritto aggiungeva: “Estrella è come un nome che si appone sotto un ritratto per meglio fissarlo nella memoria; Reconnaissance evoca un felice incontro; Aveu una dichiarazione d'amore; Promenade il tradizionale giro della sala da ballo fra due danze con la dama dei suoi pensieri a braccetto.”
Pëtr Il'ič Čajkovskij (1840-1893) Dumka Op59
Sottotitolato "Russian Rustic Scene" (Scéne rustique russe), il brano è stato scritto da Čajkovskij nel febbraio 1886 a Maydanovo. La Dumka è dedicata ad Antoine François Marmontel pianista francese, compositore e professore al Conservatorio di Parigi. "Dumka" è originariamente il nome di un'epica e storica canzone popolare slava del sud-ovest di natura malinconica. Nell’opera di Čajkovskij, l'elegiaco andante cantabile costituisce la cornice della sezione centrale veloce in cui brevi e variati pensieri aumentando di intensità virtuosica, mostrano fuochi d'artificio di brillantezza pianistica. Essendo il suo unico "Morceau de Concert", questo brano occupa un posto speciale tra le opere per pianoforte di Čajkovskij. Come pianista che raramente teneva concerti e occasionalmente si lamentava della mancanza di interesse da parte dei titani della tastiera del suo tempo (Franz Liszt, Hans von Bülow e i fratelli Anton e Nikolaj Rubinstein) nella sua musica, Čajkovskij considerava Dumka come un'opportunità per far conoscere la sua musica fuori dalla Russia. E infatti fu eseguito per la prima volta al Conservatorio di Parigi, il 20 novembre 1893.
Biografia
Teatro Gerolamo - Piazza Cesare Beccaria, 8
laVerdi Musica da Camera 2019-2020
Pensieri al piano
Irina Kravchenko al pianoforte
con Beethoven, Schumann e Čajkovskij
Ludwig van Beethoven Serenata In Mi Maggiore Op.-109
Robert Schumann Carnaval Op.9
Pëtr Il'ič Čajkovskij Dumka Op59
Pianoforte Irina Kravchenko
Ospite del secondo appuntamento della stagione di Musica da Camera de laVerdi in collaborazione con il Teatro Gerolamo, è la pianista lituana Irina Kravchenko, classe 1983, musicista di grande sensibilità e solida tecnica che ha studiato anche al Conservatorio G.Verdi di Milano dove vive da qualche anno.
I “Pensieri al Piano” del concerto in programma domenica 3 novembre alle ore 11.00 sul palco della sala che fin dalla sua costruzione nel 1868 fu definita “Scala in miniatura”, sono tre composizioni di altrettanti giganti della musica a partire da Ludwig van Beethoven del quale verrà eseguita la prima delle tre Sonate per pianoforte da lui composte, la Serenata In Mi Maggiore Op.-109. A seguire Carnaval Op.9 di Robert Schumann, brano rappresentativo dell’epoca romantica e che vanta un posto importante letteratura pianistica del secolo scorso.
A chiudere, Dumka Op 59, brano da concerto più che da camera, di grande intensità virtuosistica e che per questo occupa un posto speciale nella produzione pianistica di Pëtr Il'ič Čajkovskij e ispirato un'epica e storica canzone popolare slava.
I Biglietti (euro 8,00/28,00) si possono acquistare nei giorni precedenti all’ Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler (mar/dom, ore 10.00/19.00, tel. 02.83389401)
oppure, la mattina stessa del concerto, direttamente al Gerolamo, Piazza Beccaria 8
on line: www.laverdi.org o www.vivaticket.it .
Programma
Ludwig van Beethoven (1770 - 1827) Sonata per pianoforte n. 30 in mi mag. op. 109
Le ultime tre Sonate per pianoforte di Beethoven nacquero quasi contemporaneamente tra il 1819 e il 1822 e la loro elaborazione si svolse parallelamente a quella della Nona sinfonia e della Missa Solemnis. La prima di esse, op. 109 in mi maggiore, apparve nel novembre 1821 e fu dedicata a Fraulein Maximiliana, figlia diciannovenne di Franz Brentano, l'amico provvido e generoso che gli era stato accanto anche economicamente in quegli anni difficili.
In questa, che è la prima del gruppo delle ultime tre Sonate pianistiche di Beethoven, si evidenziano i connotati del cosiddetto terzo stile di Beethoven: assoluta libertà fantastica che trascende i limiti della tradizionale forma di sonata e tendenza ad una rinnovata linearità del discorso. A proposito di questa composizione i critici ne hanno spesso evidenziate le grandi qualità poetiche, definendo la Sonata op. 109 come una sublimazione lirica delle risultanti emotive della sua drammatica esperienza umana di Beethoven.
Robert Schumann (1810 - 1856) Carnaval Op.9
Centro ideale e incarnazione massima della poetica del primo periodo creativo di Schumann, Carnival fu composto nel 1834-35, rielaborando parzialmente un'opera di minori proporzioni, non entrata a far parte del catalogo dei lavori di Schumann, le Scènes musicales sur un thème connu de Franz Schubert (1833), titolo significativo che lo stesso compositore spiega così in una lettera a Franz Liszt: “Le origini di questa composizione risalgono ad una particolare circostanza. Una delle mie conoscenze musicali essendo originaria di una piccola città dal nome di Asch e siccome le quattro lettere costituenti questo nome figurano ugualmente nel mio, ebbi l'idea di valermi della loro significazione musicale come punto di partenza di una serie di brevi pezzi, nello stesso modo in cui Bach aveva fatto in rapporto al suo patronimico. Sollecitata la fantasìa da codesta trovata, un brano succedeva all'altro senza che me ne avvedessi, e siccome ciò avveniva durante la stagione di Carnevale del 1835, una volta finita la composizione, aggiunsi i titoli e le diedi la denominazione generale di Carnevale”. E in un altro scritto aggiungeva: “Estrella è come un nome che si appone sotto un ritratto per meglio fissarlo nella memoria; Reconnaissance evoca un felice incontro; Aveu una dichiarazione d'amore; Promenade il tradizionale giro della sala da ballo fra due danze con la dama dei suoi pensieri a braccetto.”
Pëtr Il'ič Čajkovskij (1840-1893) Dumka Op59
Sottotitolato "Russian Rustic Scene" (Scéne rustique russe), il brano è stato scritto da Čajkovskij nel febbraio 1886 a Maydanovo. La Dumka è dedicata ad Antoine François Marmontel pianista francese, compositore e professore al Conservatorio di Parigi. "Dumka" è originariamente il nome di un'epica e storica canzone popolare slava del sud-ovest di natura malinconica. Nell’opera di Čajkovskij, l'elegiaco andante cantabile costituisce la cornice della sezione centrale veloce in cui brevi e variati pensieri aumentando di intensità virtuosica, mostrano fuochi d'artificio di brillantezza pianistica. Essendo il suo unico "Morceau de Concert", questo brano occupa un posto speciale tra le opere per pianoforte di Čajkovskij. Come pianista che raramente teneva concerti e occasionalmente si lamentava della mancanza di interesse da parte dei titani della tastiera del suo tempo (Franz Liszt, Hans von Bülow e i fratelli Anton e Nikolaj Rubinstein) nella sua musica, Čajkovskij considerava Dumka come un'opportunità per far conoscere la sua musica fuori dalla Russia. E infatti fu eseguito per la prima volta al Conservatorio di Parigi, il 20 novembre 1893.
Biografia
2019_11_07 Musorgskij, Stravinskij e il contemporaneo Nyman con il direttore Josep Vicent
Giovedì 7 novembre 2019_11_07, ore 20.30
Venerdì 8 novembre 2019_11_08, ore 20.00
Domenica 10 novembre 2019_11_10, ore 16.00
Auditorium di Milano, largo Mahler
laVerdi Stagione Sinfonica 2019/2020
Dall’ombra alla luce
Musorgskij, Stravinskij e il contemporaneo Nyman con il talento di Josep Vicent
Modest Musorgskij Una notte sul Monte Calvo
Michael Nyman Concerto per trombone (prima italiana)
Igor Stravinskij Uccello di Fuoco (versione 1945)
Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi
Trombone Giuliano Rizzotto
Direttore Josep Vicent
Giovedì 7 novembre 2019, ore 18.00
Foyer della balconata dell’Auditorium
Conferenza
Il concerto di giovedì 7 novembre sarà preceduto alle ore 18.00 dalla conferenza “Estasi russe, minimalismo americano”.
Relatori Marco Benetti e Fausto Malcovati
Ingresso libero.
Per questo nuovo appuntamento laVerdi ospita per la prima volta sul palco dell’Auditorium di largo Mahler il Maestro spagnolo Josep Vicent, 48 anni, direttore artistico e musicale dell’Orchestra ADDA di Alicante in Spagna. Oltre a una brillante carriera internazionale dedicata alla musica sinfonica e operistica, Vicent ha diretto anche musica contemporanea che segue con particolare attenzione (è anche direttore musicale e direttore d'orchestra del famoso gruppo “La Fura dels Baus”).
Giovedì 7 novembre (ore 20.30), venerdì 8 novembre (ore 20.00) e domenica 10 novembre (ore 16.00) il Maestro spagnolo dirige l’Orchestra sinfonica di Milano Giuseppe Verdi in un programma musicale che alterna luci e ombre, a cominciare dal poema sinfonico Una notte sul Monte Calvo di Modest Musorgskij ispirata dall’oscuro mondo della stregoneria, fino alla musica composta da Igor Stravinskij per il balletto Uccello di fuoco che racconta il conflitto tra il Principe Ivan e il malvagio mago Kašej, ovvero la lotta eterna tra il bene e il male, tra il buio e la luce.
A completare il sesto programma di stagione, il Concerto per trombone composto nel 1995 da Michael Nyman compositore, pianista, musicologo e librettista inglese, esponente del minimalismo musicale e noto anche per la sua collaborazione con il regista Peter Greenway per il quale ha composto molte colonne sonore tra cui quella per “Lezioni di piano”. Il concerto sarà eseguito per la prima volta in Italia e il ruolo solista sarà ricoperto da Giuliano Rizzotto, primo trombone dell’Orchestra Verdi.
Biglietti: euro 15.00/36.00; Info e prenotazioni: Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler; orari apertura: mar/dom, ore 10.00/ 19.00. Tel. 02.83389401/2/3,
on line: www.laverdi.org o www.vivaticket.it .
Programma
Modest Musorgskij (1839 - 1881) Una notte sul Monte Calvo
Come tutte le composizioni di Musorgskij, Una notte sul Monte Calvo ha una storia complicatissima: intricata e lunga la sua gestazione e legata ad una revisione a cura di Rimski-Korsakov, disinvolto amministratore della musica dell'amico dopo la sua morte.
Della composizione si ha la prima notizia in una lettera del settembre 1860 in cui Modest Musorgskij annunciava al collega compositore Milij Alekseevic Balakirev l’intenzione di comporre un'opera di ispirazione soprannaturale in cui avrebbe inserito “un sabba di streghe, diversi episodi di stregoneria, una marcia trionfale…”
La prima versione del poema sinfonico, intitolata “La notte di S. Giovanni sul Monte Calvo” è del 1867 e il programma della partitura era così strutturato “Assemblea delle streghe, loro discorsi e chiacchiere - Il corteo di Satana - Messa nera - Sabba”, ma le aspre critiche di Balakirev convinsero il compositore ad accantonarla.
Cinque anni dopo Musorgskij partecipò al progetto di Gedenov, direttore degli Imperiali teatri di San Pietroburgo per la realizzazione di un’opera-ballet intitolata Mlada e affidata a cinque compositori (oltre a lui, Kuji, Borodin, Rimskij Korsakov e Minkus). Il terzo atto, intitolato Monte Triglav, era una nuova versione di Una notte sul monte Calvo con l’aggiunta di parti vocali e coro. Ma l’opera non fu mai eseguita la partitura andò persa.
Otto anni dopo, nel 1880, appena un anno prima della sua morte, il compositore lavora a due opere liriche che lascerà incompiute; in una delle due, la Fiera di Sorocincy in un episodio il giovane protagonista sogna un sabba che è un ‘ulteriore versione del poema sinfonico. Ma fu solo dopo la morte del compositore che, paradossalmente, “Una notte sul Monte Calvo” venne alla luce. Nel 1886 infatti Rimski-Korsakov, basandosi sulla versione del 1880 ,ne fece una versione orchestrata in forma di “fantasia per orchestra”. Lo schizzo sinfonico, lasciato da Musorgskij si articolava in quattro momenti: Il convegno delle streghe - II corteo di Satana - Trionfo di Satana - Sabba delle streghe. Rimskij-Korsakov riordinò il brano in sei episodi, aggiungendo un tranquillo finale dopo l'Allegro feroce.
E in questa forma la composizione ha fatto il giro del mondo ottenendo un enorme successo.
Nel 1940 un altro celebre direttore d’orchestra Leopold Antoni Stanislav Bolestawowicz mise mano di nuovo all’opera con una nuova orchestrazione per il film Fantasia di Walt Disney.
Michael Nyman (23 marzo 1944)
Concerto per trombone (1995)
“Anche se il Concerto per trombone, scritto per Christian Lindberg tra febbraio e settembre 1995, è il mio quarto concerto (gli altri sono: Concerto per sassofono soprano - Where the Bee Dances (1991) per John Harle; The Piano Concerto (1992), per Kathryn Stott; due piani versione per Katia e Marielle Labèque; Concerto per clavicembalo e archi (1995) per Elisabeth Chojnacka), è la prima opera in cui è possibile percepire il rapporto tra solista e orchestra come una narrazione drammatica. Lo sfondo del concerto - a parte il virtuosismo di Christian Lindberg - è un lungo saggio dello storico marxista, E.P. Thompson intitolato "Rough Music", che mi perseguita da alcuni anni e che il Concerto per trombone ha parzialmente contribuito a esorcizzare. Thompson definisce Rough Music come "il termine che è stato generalmente usato in Inghilterra dalla fine del 17 ° secolo per indicare una cacofonia maleducata, con o senza un rituale più elaborato, che di solito dirigeva la beffa contro le persone che offendevano alcune norme comunitarie". Questa cacofonia veniva solitamente prodotta da un gruppo di musicisti eterogenei, che battevano su vecchi secchi, padelle, bollitori e barattoli di latta. (…) Questo concerto è stato commissionato dalla BBC per il 300 ° anniversario della morte di Purcell. In omaggio al compositore la cui musica è entrata per la prima volta nelle mie colonne sonore con The Draughtman's Contract nel 1983, in un concerto per trombone sembrava appropriato citare la musica d'ottone di Purcell. Di conseguenza, le cinque cadenze della musica funebre da lui scritta per il funerale della regina Maria II d'Inghilterra appaiono tre volte: prima sostenute da gong e tam-tam su legni pulsanti che "attaccano" un assolo di trombone; secondo, su trombe e tromboni che il legnoso pulsante tenta di annichilare (cromaticamente), e infine come supporto a potenti squame di corde su cui il solista è melodicamente trionfante. Questo umore del trionfalismo viene immediatamente interrotto dai tre percussionisti che battono un canto derivato dal calcio su classificatori metallici. Questo impulso (di solito in contrasto ritmico rispetto al resto dell'orchestra) guida gli ultimi minuti del Concerto fino a quando il trombonista si ritrova nello stesso angolo sentimentale in cui si trovava all'inizio - un breve momento di tregua prima di un'altra sessione di ricerca forse ... ma il fiato sta ancora perseguitando, e i tamburi d'acciaio si sono infiltrati nella sua melodia ... Nota sul programma © 1997 Michael Nyman
Igor Stravinskij (1882 - 1971) L’uccello di fuoco (versione del 1945)
La personalità di Igor Stravinskij esplose nel volgere di pochi anni, trasformando l'oscuro musicista di San Pietroburgo in un compositore di successo, grazie ai suoi balletti (L'oiseau de feu, 1910; Petruska, 1911; Le Sacre du Printemps, 1912). Ma in quegli stessi anni altri grandi compositori, da Schönberg a Bartók, da Debussy a Berg i Webern contribuirono a configurare il nuovo canone estetico e linguistico del Novecento, in contrasto con gli eredi della civiltà musicale ottocentesca. Stravinskij aveva studiato con Rimskij-Korsakov che gli sconsigliò di entrare nel Conservatorio di San Pietroburgo. Non sembra che Rimskij-Korsakov fosse particolarmente colpito dal talento di Stravinskij, ed è probabile che, pur ammirandone l'originalità, non lo ritenesse adatto a una vera carriera professionale. Il genio di Stravinskij crebbe così libero dai pregiudizi e dai formalismi accademici, e alimentato da una costante curiosità intellettuale verso tutto ciò che lo circondava, dalla pittura, alla scultura, all'architettura. Stravinskij, come Schönberg del resto, non si riteneva affatto un sovversivo. Era semplicemente un artista libero e privo di di pregiudizi. La musica di Debussy che conobbe sul palcoscenico dell'Opera, il 25 giugno 1910 fu una delle fonti dell'Uccello dì fuoco, ma le radici di Stravinskij affondavano soprattutto nelle tre principali correnti della musica russa: il mondo filo-occidentale del Conservatorio, il nazionalismo del Gruppo dei Cinque e la figura di Cajkovskij. L'Uccello di fuoco (composto nel 1910 e il primo dei suoi balletti, commissionati dai Ballet Russes di Diaghilev) è anche un affettuoso congedo dalla musica di Rimskij-Korsakov, (morto nel 1908). La vicenda fiabesca della lotta tra il mago Katscei e Il Principe Ivan, incarnazioni rispettivamente del male e del bene, ha largamente oltrepassato la soglia del teatro. L'Uccello di fuoco è diventato popolare anche in sala di concerto, attraverso varie Suites trascritte dallo stesso autore. La seconda, del 1919, fu preparata allo scopo di assicurare i diritti d'autore fuori dalla Russia sovietica e rendere l'orchestra più snella per la sala da concerto. In essa Stravinskij concentra in cinque numeri la musica del balletto, eliminando tutte le parti mimate e di raccordo. Nel 1945, l'autore mise a punto negli Usa una nuova versione, sempre per motivi di diritti d'autore. Questa volta però la revisione fu più profonda, non solo per quanto riguarda l'impiego di un'orchestra ancora più leggera della precedente, ma soprattutto per quanto concerne il profilo della vicenda, con il recupero di parte del materiale originario fino a formare una sequenza di dodici numeri. Il coreografo Balanchine impiegò per l'appunto questa Suite per la sua nuova versione del balletto, in uno spettacolo del New York City Ballet nel 1949.
Venerdì 8 novembre 2019_11_08, ore 20.00
Domenica 10 novembre 2019_11_10, ore 16.00
Auditorium di Milano, largo Mahler
laVerdi Stagione Sinfonica 2019/2020
Dall’ombra alla luce
Musorgskij, Stravinskij e il contemporaneo Nyman con il talento di Josep Vicent
Modest Musorgskij Una notte sul Monte Calvo
Michael Nyman Concerto per trombone (prima italiana)
Igor Stravinskij Uccello di Fuoco (versione 1945)
Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi
Trombone Giuliano Rizzotto
Direttore Josep Vicent
Giovedì 7 novembre 2019, ore 18.00
Foyer della balconata dell’Auditorium
Conferenza
Il concerto di giovedì 7 novembre sarà preceduto alle ore 18.00 dalla conferenza “Estasi russe, minimalismo americano”.
Relatori Marco Benetti e Fausto Malcovati
Ingresso libero.
Per questo nuovo appuntamento laVerdi ospita per la prima volta sul palco dell’Auditorium di largo Mahler il Maestro spagnolo Josep Vicent, 48 anni, direttore artistico e musicale dell’Orchestra ADDA di Alicante in Spagna. Oltre a una brillante carriera internazionale dedicata alla musica sinfonica e operistica, Vicent ha diretto anche musica contemporanea che segue con particolare attenzione (è anche direttore musicale e direttore d'orchestra del famoso gruppo “La Fura dels Baus”).
Giovedì 7 novembre (ore 20.30), venerdì 8 novembre (ore 20.00) e domenica 10 novembre (ore 16.00) il Maestro spagnolo dirige l’Orchestra sinfonica di Milano Giuseppe Verdi in un programma musicale che alterna luci e ombre, a cominciare dal poema sinfonico Una notte sul Monte Calvo di Modest Musorgskij ispirata dall’oscuro mondo della stregoneria, fino alla musica composta da Igor Stravinskij per il balletto Uccello di fuoco che racconta il conflitto tra il Principe Ivan e il malvagio mago Kašej, ovvero la lotta eterna tra il bene e il male, tra il buio e la luce.
A completare il sesto programma di stagione, il Concerto per trombone composto nel 1995 da Michael Nyman compositore, pianista, musicologo e librettista inglese, esponente del minimalismo musicale e noto anche per la sua collaborazione con il regista Peter Greenway per il quale ha composto molte colonne sonore tra cui quella per “Lezioni di piano”. Il concerto sarà eseguito per la prima volta in Italia e il ruolo solista sarà ricoperto da Giuliano Rizzotto, primo trombone dell’Orchestra Verdi.
Biglietti: euro 15.00/36.00; Info e prenotazioni: Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler; orari apertura: mar/dom, ore 10.00/ 19.00. Tel. 02.83389401/2/3,
on line: www.laverdi.org o www.vivaticket.it .
Programma
Modest Musorgskij (1839 - 1881) Una notte sul Monte Calvo
Come tutte le composizioni di Musorgskij, Una notte sul Monte Calvo ha una storia complicatissima: intricata e lunga la sua gestazione e legata ad una revisione a cura di Rimski-Korsakov, disinvolto amministratore della musica dell'amico dopo la sua morte.
Della composizione si ha la prima notizia in una lettera del settembre 1860 in cui Modest Musorgskij annunciava al collega compositore Milij Alekseevic Balakirev l’intenzione di comporre un'opera di ispirazione soprannaturale in cui avrebbe inserito “un sabba di streghe, diversi episodi di stregoneria, una marcia trionfale…”
La prima versione del poema sinfonico, intitolata “La notte di S. Giovanni sul Monte Calvo” è del 1867 e il programma della partitura era così strutturato “Assemblea delle streghe, loro discorsi e chiacchiere - Il corteo di Satana - Messa nera - Sabba”, ma le aspre critiche di Balakirev convinsero il compositore ad accantonarla.
Cinque anni dopo Musorgskij partecipò al progetto di Gedenov, direttore degli Imperiali teatri di San Pietroburgo per la realizzazione di un’opera-ballet intitolata Mlada e affidata a cinque compositori (oltre a lui, Kuji, Borodin, Rimskij Korsakov e Minkus). Il terzo atto, intitolato Monte Triglav, era una nuova versione di Una notte sul monte Calvo con l’aggiunta di parti vocali e coro. Ma l’opera non fu mai eseguita la partitura andò persa.
Otto anni dopo, nel 1880, appena un anno prima della sua morte, il compositore lavora a due opere liriche che lascerà incompiute; in una delle due, la Fiera di Sorocincy in un episodio il giovane protagonista sogna un sabba che è un ‘ulteriore versione del poema sinfonico. Ma fu solo dopo la morte del compositore che, paradossalmente, “Una notte sul Monte Calvo” venne alla luce. Nel 1886 infatti Rimski-Korsakov, basandosi sulla versione del 1880 ,ne fece una versione orchestrata in forma di “fantasia per orchestra”. Lo schizzo sinfonico, lasciato da Musorgskij si articolava in quattro momenti: Il convegno delle streghe - II corteo di Satana - Trionfo di Satana - Sabba delle streghe. Rimskij-Korsakov riordinò il brano in sei episodi, aggiungendo un tranquillo finale dopo l'Allegro feroce.
E in questa forma la composizione ha fatto il giro del mondo ottenendo un enorme successo.
Nel 1940 un altro celebre direttore d’orchestra Leopold Antoni Stanislav Bolestawowicz mise mano di nuovo all’opera con una nuova orchestrazione per il film Fantasia di Walt Disney.
Michael Nyman (23 marzo 1944)
Concerto per trombone (1995)
“Anche se il Concerto per trombone, scritto per Christian Lindberg tra febbraio e settembre 1995, è il mio quarto concerto (gli altri sono: Concerto per sassofono soprano - Where the Bee Dances (1991) per John Harle; The Piano Concerto (1992), per Kathryn Stott; due piani versione per Katia e Marielle Labèque; Concerto per clavicembalo e archi (1995) per Elisabeth Chojnacka), è la prima opera in cui è possibile percepire il rapporto tra solista e orchestra come una narrazione drammatica. Lo sfondo del concerto - a parte il virtuosismo di Christian Lindberg - è un lungo saggio dello storico marxista, E.P. Thompson intitolato "Rough Music", che mi perseguita da alcuni anni e che il Concerto per trombone ha parzialmente contribuito a esorcizzare. Thompson definisce Rough Music come "il termine che è stato generalmente usato in Inghilterra dalla fine del 17 ° secolo per indicare una cacofonia maleducata, con o senza un rituale più elaborato, che di solito dirigeva la beffa contro le persone che offendevano alcune norme comunitarie". Questa cacofonia veniva solitamente prodotta da un gruppo di musicisti eterogenei, che battevano su vecchi secchi, padelle, bollitori e barattoli di latta. (…) Questo concerto è stato commissionato dalla BBC per il 300 ° anniversario della morte di Purcell. In omaggio al compositore la cui musica è entrata per la prima volta nelle mie colonne sonore con The Draughtman's Contract nel 1983, in un concerto per trombone sembrava appropriato citare la musica d'ottone di Purcell. Di conseguenza, le cinque cadenze della musica funebre da lui scritta per il funerale della regina Maria II d'Inghilterra appaiono tre volte: prima sostenute da gong e tam-tam su legni pulsanti che "attaccano" un assolo di trombone; secondo, su trombe e tromboni che il legnoso pulsante tenta di annichilare (cromaticamente), e infine come supporto a potenti squame di corde su cui il solista è melodicamente trionfante. Questo umore del trionfalismo viene immediatamente interrotto dai tre percussionisti che battono un canto derivato dal calcio su classificatori metallici. Questo impulso (di solito in contrasto ritmico rispetto al resto dell'orchestra) guida gli ultimi minuti del Concerto fino a quando il trombonista si ritrova nello stesso angolo sentimentale in cui si trovava all'inizio - un breve momento di tregua prima di un'altra sessione di ricerca forse ... ma il fiato sta ancora perseguitando, e i tamburi d'acciaio si sono infiltrati nella sua melodia ... Nota sul programma © 1997 Michael Nyman
Igor Stravinskij (1882 - 1971) L’uccello di fuoco (versione del 1945)
La personalità di Igor Stravinskij esplose nel volgere di pochi anni, trasformando l'oscuro musicista di San Pietroburgo in un compositore di successo, grazie ai suoi balletti (L'oiseau de feu, 1910; Petruska, 1911; Le Sacre du Printemps, 1912). Ma in quegli stessi anni altri grandi compositori, da Schönberg a Bartók, da Debussy a Berg i Webern contribuirono a configurare il nuovo canone estetico e linguistico del Novecento, in contrasto con gli eredi della civiltà musicale ottocentesca. Stravinskij aveva studiato con Rimskij-Korsakov che gli sconsigliò di entrare nel Conservatorio di San Pietroburgo. Non sembra che Rimskij-Korsakov fosse particolarmente colpito dal talento di Stravinskij, ed è probabile che, pur ammirandone l'originalità, non lo ritenesse adatto a una vera carriera professionale. Il genio di Stravinskij crebbe così libero dai pregiudizi e dai formalismi accademici, e alimentato da una costante curiosità intellettuale verso tutto ciò che lo circondava, dalla pittura, alla scultura, all'architettura. Stravinskij, come Schönberg del resto, non si riteneva affatto un sovversivo. Era semplicemente un artista libero e privo di di pregiudizi. La musica di Debussy che conobbe sul palcoscenico dell'Opera, il 25 giugno 1910 fu una delle fonti dell'Uccello dì fuoco, ma le radici di Stravinskij affondavano soprattutto nelle tre principali correnti della musica russa: il mondo filo-occidentale del Conservatorio, il nazionalismo del Gruppo dei Cinque e la figura di Cajkovskij. L'Uccello di fuoco (composto nel 1910 e il primo dei suoi balletti, commissionati dai Ballet Russes di Diaghilev) è anche un affettuoso congedo dalla musica di Rimskij-Korsakov, (morto nel 1908). La vicenda fiabesca della lotta tra il mago Katscei e Il Principe Ivan, incarnazioni rispettivamente del male e del bene, ha largamente oltrepassato la soglia del teatro. L'Uccello di fuoco è diventato popolare anche in sala di concerto, attraverso varie Suites trascritte dallo stesso autore. La seconda, del 1919, fu preparata allo scopo di assicurare i diritti d'autore fuori dalla Russia sovietica e rendere l'orchestra più snella per la sala da concerto. In essa Stravinskij concentra in cinque numeri la musica del balletto, eliminando tutte le parti mimate e di raccordo. Nel 1945, l'autore mise a punto negli Usa una nuova versione, sempre per motivi di diritti d'autore. Questa volta però la revisione fu più profonda, non solo per quanto riguarda l'impiego di un'orchestra ancora più leggera della precedente, ma soprattutto per quanto concerne il profilo della vicenda, con il recupero di parte del materiale originario fino a formare una sequenza di dodici numeri. Il coreografo Balanchine impiegò per l'appunto questa Suite per la sua nuova versione del balletto, in uno spettacolo del New York City Ballet nel 1949.
2019_10_24 Orchestra di Padova e del Veneto al Dal Verme da I POMERIGGI
ORCHESTRA I POMERIGGI MUSICALI
75ª STAGIONE SINFONICA 2019-2020
ANNIVERSARI
Direttore Artistico, M° Maurizio Salerno
Giovedì 24 ottobre 2019_10_24 ore 20.00
Sabato 26 ottobre 2019_10_26 ore 17.00
Generale aperta – giovedì 24 ottobre ore 15.00
Teatro Dal Verme
Via San Giovanni sul Muro, 2 – Milano
Schubert Ouverture “Nello stile italiano”, in Re maggiore, D 590
Mozart Sinfonia n. 36, “Linz”, in Do maggiore, K 425
Beethoven Sinfonia n. 4, in Si bemolle maggiore, op. 60
Orchestra di Padova e del Veneto
Direttore: Günter Neuhold
Via San Giovanni Sul Muro, 2 – 20121 Milano
Tel. 02 87.905.201 - dal martedì al sabato dalle 11.00 alle 19.00
www.ipomeriggi.it www.ipomeriggi.it/facebook www.ipomeriggi.it/youtube
75ª STAGIONE SINFONICA 2019-2020
ANNIVERSARI
Direttore Artistico, M° Maurizio Salerno
Giovedì 24 ottobre 2019_10_24 ore 20.00
Sabato 26 ottobre 2019_10_26 ore 17.00
Generale aperta – giovedì 24 ottobre ore 15.00
Teatro Dal Verme
Via San Giovanni sul Muro, 2 – Milano
Schubert Ouverture “Nello stile italiano”, in Re maggiore, D 590
Mozart Sinfonia n. 36, “Linz”, in Do maggiore, K 425
Beethoven Sinfonia n. 4, in Si bemolle maggiore, op. 60
Orchestra di Padova e del Veneto
Direttore: Günter Neuhold
Torna ospite al Teatro Dal Verme l’Orchestra di Padova e del Veneto, per un doppio appuntamento all’interno del cartellone di Anniversari, 75ª Stagione sinfonica dei Pomeriggi Musicali: giovedì 24 ottobre alle ore 20:00 e sabato 26 ottobre, alle ore 17:00 – con l’aggiunta, per il primo anno per l’OPV qui a Milano, di una prova generale aperta al pubblico fissata per giovedì 20 alle ore 15:00.
La compagine di Padova sarà diretta dal M° Günter Neuhold, originario di Graz, classe 1947, il quale vanta collaborazioni con le più importanti orchestre europee, tra cui i Wiener Philarmoniker, i Wiener Symphoniker, la Filarmonica del Teatro alla Scala di Milano e l’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI.
Il concerto si aprirà con l’Ouverture “Nello stile italiano” di Franz Schubert, per poi dare spazio alla Sinfonia n. 36 di Wolfgang Amadeus Mozart. Nell’anno che prelude ai festeggiamenti per i 250 anni dalla nascita, l’Orchestra di Padova e del Veneto dedica a Ludwig van Beethoven il finale del concerto, proponendone la Sinfonia n. 4.
Biglietteria TicketOne - Teatro Dal VermeVia San Giovanni Sul Muro, 2 – 20121 Milano
Tel. 02 87.905.201 - dal martedì al sabato dalle 11.00 alle 19.00
www.ipomeriggi.it www.ipomeriggi.it/facebook www.ipomeriggi.it/youtube
2019_10_13 Pomeriggi alla Triennale di Milano
Dal 13 ottobre 2019 al 12 maggio 2020
Triennale Milano
Viale Emilio Alemagna, 6 – Milano
I POMERIGGI ALLA TRIENNALE
Sei concerti da camera
ORCHESTRA I POMERIGGI MUSICALI
Direttore Artistico, M° Maurizio Salerno
Domenica 13 Ottobre 2019_10_13
ore 11.00 – AGORÀ
Georg Philipp Telemann, Fantasia n.2 in la minore per oboe solo
Benjamin Britten, da Six Metamorphoses after Ovid: I Pan, per oboe solo
Karlheinz Stockhausen, Halt, per tromba e contrabbasso
Georg Philipp Telemann, Fantasia n. 8, in mi minore per oboe solo
Benjamin Britten, da Six Metamorphoses after Ovid: III Niobe, per oboe solo
Julien-François Zbinden, Hommage à Bach, per contrabbasso solo
Toru Takemitsu, Paths, per tromba sola
Benjamin Britten, da Six Metamorphoses after Ovid: IV Baccus, per oboe solo
Oboe: Francesco Quaranta
Tromba: Sergio Casesi
Contrabbasso: Paolo Speziale
Domenica 03 Novembre 2019_11_03
ore 11.00 – AGORÀ
György Ligeti, 6 Bagatell fúvósötösre (Sei Bagatelle per quintetto di fiati)
Samuel Barber, Summer Music, op. 31
Carl Nielsen, Quintetto per fiati, op. 43
Flauto: Curt Schröter
Oboe: Francesco Quaranta
Clarinetto: Marco Giani
Fagotto: Sarah Ruiz
Corno: Alessandro Mauri
Domenica 22 Dicembre 2019_12_22
ore 18:00 – AGORÀ
Alexandre Tansman, Sonatine, per fagotto e quartetto d’archi
Johann Sebastian Bach, Cantata, in la minore per due violini, fagotto e basso continuo
Antonín Dvořák, Quartetto “L’Americano”
Fagotto: Lorenzo Lumachi
Violini: Fatlinda Thaci, Laura Cuscito
Viola: Laura Vignato
Violoncello: Marco Paolini
Domenica 26 Gennaio 2020_01_26
ore 11.00 - AGORÀ
Nino Rota, Quartetto d'archi
Bela Bartók, Quartetto d’archi n. 2, in la minore, op. 17
Violini: Fatlinda Thaci, Andrea Del Moro
Viola: Lizabeta Soppi
Violoncello: Marija Drincic
Domenica 23 Febbraio 2020_02_23
ore 11.00 - AGORÀ
Charles Koechlin, Trio, in sol maggiore per flauto, clarinetto e fagotto, op. 92
Georges Auric, Trio, per oboe, clarinetto e fagotto
Karl Goepfart, Quartet, in re minore per flauto, oboe, clarinetto e fagotto, op.93
Flauto: Elisabetta La Licata
Oboe: Francesco Quaranta
Clarinetto: Giuseppe Cultraro
Fagotto: Lorenzo Lumachi
Domenica 22 Marzo 2020_03_22
ore 11.00 - AGORÀ
Ildebrando Pizzetti, Quartetto per archi n. 2
Violini: Igor Riva, Elena Bassi
Viola: Lizabeta Soppi
Violoncello: Andrea Cavuoto
Per tutti i concerti l’ingresso è libero fino a esaurimento posti
Il 13 ottobre 2019 inaugura una nuova rassegna, I Pomeriggi alla Triennale, che vede la collaborazione di I Pomeriggi Musicali e Triennale Milano, due fondazioni vicine non solo sulla mappa cittadina ma altresì sotto il profilo degli intenti. I Pomeriggi alla Triennale daranno vita a un cartellone raccolto intorno al repertorio novecentesco da camera, che non poteva che trovare spazio all’interno di Triennale. Per ciò che concerne il cartellone, i concerti in programma celebreranno il Novecento attraverso autori e repertori cruciali per le sorti della musica, che si intrecciano con quelle vissute dalla nostra Milano. Un autore su tutti: Béla Bartók, la cui morte, 75 anni orsono, nel 1945, coincide con la fine dell’ultima Guerra Mondiale, con la rinascita di Milano dalle macerie e con la Fondazione dei Pomeriggi Musicali. Il Quartetto per archi n. 2 di Ildebrando Pizzetti, oltre a porsi come una buona pietra di paragone per intuire quali fossero le voci della musica coeva a Bartók a Milano, ci riporta tra la seconda metà degli anni Venti e la prima metà dei Trenta, anni in cui Pizzetti diresse il Conservatorio Verdi, proprio gli anni in cui l’architetto Giovanni Muzio progettò e realizzò il Palazzo dell’Arte, sede di Triennale Milano.
Triennale Milano
Viale Alemagna, 6 20121 Milano
T. +39 02 724341
www.triennale.org
Triennale Milano
Viale Emilio Alemagna, 6 – Milano
I POMERIGGI ALLA TRIENNALE
Sei concerti da camera
ORCHESTRA I POMERIGGI MUSICALI
Direttore Artistico, M° Maurizio Salerno
Domenica 13 Ottobre 2019_10_13
ore 11.00 – AGORÀ
Georg Philipp Telemann, Fantasia n.2 in la minore per oboe solo
Benjamin Britten, da Six Metamorphoses after Ovid: I Pan, per oboe solo
Karlheinz Stockhausen, Halt, per tromba e contrabbasso
Georg Philipp Telemann, Fantasia n. 8, in mi minore per oboe solo
Benjamin Britten, da Six Metamorphoses after Ovid: III Niobe, per oboe solo
Julien-François Zbinden, Hommage à Bach, per contrabbasso solo
Toru Takemitsu, Paths, per tromba sola
Benjamin Britten, da Six Metamorphoses after Ovid: IV Baccus, per oboe solo
Oboe: Francesco Quaranta
Tromba: Sergio Casesi
Contrabbasso: Paolo Speziale
Domenica 03 Novembre 2019_11_03
ore 11.00 – AGORÀ
György Ligeti, 6 Bagatell fúvósötösre (Sei Bagatelle per quintetto di fiati)
Samuel Barber, Summer Music, op. 31
Carl Nielsen, Quintetto per fiati, op. 43
Flauto: Curt Schröter
Oboe: Francesco Quaranta
Clarinetto: Marco Giani
Fagotto: Sarah Ruiz
Corno: Alessandro Mauri
Domenica 22 Dicembre 2019_12_22
ore 18:00 – AGORÀ
Alexandre Tansman, Sonatine, per fagotto e quartetto d’archi
Johann Sebastian Bach, Cantata, in la minore per due violini, fagotto e basso continuo
Antonín Dvořák, Quartetto “L’Americano”
Fagotto: Lorenzo Lumachi
Violini: Fatlinda Thaci, Laura Cuscito
Viola: Laura Vignato
Violoncello: Marco Paolini
Domenica 26 Gennaio 2020_01_26
ore 11.00 - AGORÀ
Nino Rota, Quartetto d'archi
Bela Bartók, Quartetto d’archi n. 2, in la minore, op. 17
Violini: Fatlinda Thaci, Andrea Del Moro
Viola: Lizabeta Soppi
Violoncello: Marija Drincic
Domenica 23 Febbraio 2020_02_23
ore 11.00 - AGORÀ
Charles Koechlin, Trio, in sol maggiore per flauto, clarinetto e fagotto, op. 92
Georges Auric, Trio, per oboe, clarinetto e fagotto
Karl Goepfart, Quartet, in re minore per flauto, oboe, clarinetto e fagotto, op.93
Flauto: Elisabetta La Licata
Oboe: Francesco Quaranta
Clarinetto: Giuseppe Cultraro
Fagotto: Lorenzo Lumachi
Domenica 22 Marzo 2020_03_22
ore 11.00 - AGORÀ
Ildebrando Pizzetti, Quartetto per archi n. 2
Violini: Igor Riva, Elena Bassi
Viola: Lizabeta Soppi
Violoncello: Andrea Cavuoto
Per tutti i concerti l’ingresso è libero fino a esaurimento posti
Il 13 ottobre 2019 inaugura una nuova rassegna, I Pomeriggi alla Triennale, che vede la collaborazione di I Pomeriggi Musicali e Triennale Milano, due fondazioni vicine non solo sulla mappa cittadina ma altresì sotto il profilo degli intenti. I Pomeriggi alla Triennale daranno vita a un cartellone raccolto intorno al repertorio novecentesco da camera, che non poteva che trovare spazio all’interno di Triennale. Per ciò che concerne il cartellone, i concerti in programma celebreranno il Novecento attraverso autori e repertori cruciali per le sorti della musica, che si intrecciano con quelle vissute dalla nostra Milano. Un autore su tutti: Béla Bartók, la cui morte, 75 anni orsono, nel 1945, coincide con la fine dell’ultima Guerra Mondiale, con la rinascita di Milano dalle macerie e con la Fondazione dei Pomeriggi Musicali. Il Quartetto per archi n. 2 di Ildebrando Pizzetti, oltre a porsi come una buona pietra di paragone per intuire quali fossero le voci della musica coeva a Bartók a Milano, ci riporta tra la seconda metà degli anni Venti e la prima metà dei Trenta, anni in cui Pizzetti diresse il Conservatorio Verdi, proprio gli anni in cui l’architetto Giovanni Muzio progettò e realizzò il Palazzo dell’Arte, sede di Triennale Milano.
Triennale Milano
Viale Alemagna, 6 20121 Milano
T. +39 02 724341
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