Teatro San Teodoro, via Corbetta 9 Cantù (Como)
NATI DUE VOLTE
tratto dal romanzo di Giuseppe Pontiggia
regia Stefano de Luca
con Christian Poggioni, Annamaria Rossano
drammaturgia Stefano De Luca, Maddalena Massafra
elementi di scenografia e costume Linda Riccardi
movimenti coreografici Francesca Cervellino
BIGLIETTI
Prenotazioni: biglietti@teatrosanteodoro.it
Acquisto: sul sito del teatro o presso la biglietteria negli orari di apertura
con Christian Poggioni, Annamaria Rossano
drammaturgia Stefano De Luca, Maddalena Massafra
elementi di scenografia e costume Linda Riccardi
movimenti coreografici Francesca Cervellino
BIGLIETTI
Prenotazioni: biglietti@teatrosanteodoro.it
Acquisto: sul sito del teatro o presso la biglietteria negli orari di apertura
Dedicato a tutti coloro, disabili e non, che lottano non per diventare normali, ma se stessi.
Che cosa accade in una famiglia quando nasce un figlio handicappato? Come si evolvono le paure, le speranze,
l’angoscia, le normali esperienze di tutti i giorni? Come reagiscono i
familiari, gli amici, i medici, “la gente”, e il padre, la madre, il
fratello?
I bambini disabili, come suggerisce il titolo, nascono due volte: la prima li vede impreparati al mondo, la seconda è una rinascita affidata all’amore e alla intelligenza degli altri. Coloro che nascono con un handicap devono conquistarsi giorno per giorno, più degli altri il proprio diritto alla felicità.
Lo spettacolo si ispira all’omonimo libro di Giuseppe Pontiggia (Premio Campiello 2001), un romanzo coraggioso e anticonformista che alterna a pagine tese, drammatiche e commoventi altre eccentriche o decisamente comiche. Amaro e drammatico, ma anche grottesco e comico, ironico e appassionato, il testo di Pontiggia racconta il rapporto di un padre con il figlio disabile. Guidando il figlio dalla nascita fino all’adolescenza attraverso gli scogli della vita, il padre apprende dal giovane un’arte costruita giorno dopo giorno per sopravvivere alla minorazione: l’arte di vivere non per essere “normali”, ma solo se stessi. Attorno ai due protagonisti si muove una piccola folla di personaggi che incarnano le diverse reazioni di fronte all’handicap: l’impreparazione e il cinismo, l’imbarazzo e la stupidità, ma anche l’amore sconfinato e la solidarietà altruistica.
Il testo, vincitore del prestigioso premio Campiello nel 2001, ha avuto grandissimo successo internazionale ed è stato tradotto in spagnolo, tedesco, inglese, olandese, ungherese, francese, svedese, cinese e giapponese. A questo libro si è ispirato il regista Gianni Amelio per il film Le chiavi di casa, candidato al premio Oscar 2004/2005. Come ha riferito in un’intervista rilasciata ad Arianna Finos (www.kataweb.it/cinema), Amelio era rimasto colpito da una storia così vera e soprattutto così personale che, “sentendosi un intruso”, aveva deciso sì di accettare di trarre un film dal libro, ma ispirandosi semplicemente al tema che aveva spinto Pontiggia a scriverlo: l’amore per il figlio disabile, la testardaggine a lottare fino in fondo per superare le evidenti e insormontabili difficoltà che giorno dopo giorno fanno sentire il loro peso.
I bambini disabili, come suggerisce il titolo, nascono due volte: la prima li vede impreparati al mondo, la seconda è una rinascita affidata all’amore e alla intelligenza degli altri. Coloro che nascono con un handicap devono conquistarsi giorno per giorno, più degli altri il proprio diritto alla felicità.
Lo spettacolo si ispira all’omonimo libro di Giuseppe Pontiggia (Premio Campiello 2001), un romanzo coraggioso e anticonformista che alterna a pagine tese, drammatiche e commoventi altre eccentriche o decisamente comiche. Amaro e drammatico, ma anche grottesco e comico, ironico e appassionato, il testo di Pontiggia racconta il rapporto di un padre con il figlio disabile. Guidando il figlio dalla nascita fino all’adolescenza attraverso gli scogli della vita, il padre apprende dal giovane un’arte costruita giorno dopo giorno per sopravvivere alla minorazione: l’arte di vivere non per essere “normali”, ma solo se stessi. Attorno ai due protagonisti si muove una piccola folla di personaggi che incarnano le diverse reazioni di fronte all’handicap: l’impreparazione e il cinismo, l’imbarazzo e la stupidità, ma anche l’amore sconfinato e la solidarietà altruistica.
Il testo, vincitore del prestigioso premio Campiello nel 2001, ha avuto grandissimo successo internazionale ed è stato tradotto in spagnolo, tedesco, inglese, olandese, ungherese, francese, svedese, cinese e giapponese. A questo libro si è ispirato il regista Gianni Amelio per il film Le chiavi di casa, candidato al premio Oscar 2004/2005. Come ha riferito in un’intervista rilasciata ad Arianna Finos (www.kataweb.it/cinema), Amelio era rimasto colpito da una storia così vera e soprattutto così personale che, “sentendosi un intruso”, aveva deciso sì di accettare di trarre un film dal libro, ma ispirandosi semplicemente al tema che aveva spinto Pontiggia a scriverlo: l’amore per il figlio disabile, la testardaggine a lottare fino in fondo per superare le evidenti e insormontabili difficoltà che giorno dopo giorno fanno sentire il loro peso.